La Costituzione della Romania, del 1991 e riformata nel 2003, proclama la Romania una repubblica democratica e sociale, che deriva la sua sovranità dal popolo. Afferma inoltre che "la dignità umana, i diritti civili e libertà, lo sviluppo non ostacolato della personalità umana, la giustizia e il pluralismo politico sono valori supremi e garantiti".

Principali istituzioni politiche

La costituzione prevede un Presidente, un Parlamento, una Corte Costituzionale ed un sistema separato di tribunali inferiori tra i quali la Corte Suprema.

Potere legislativo

Il potere legislativo nazionale è attribuito a un Parlamento (Parlament) bicamerale, che consiste nella Camera dei deputati (Camera Deputaţilor) e nel Senato (Senat). I membri sono eletti ogni quattro anni per suffragio universale con un sistema proporzionale per liste di partito.

Il Presidente, il primo ministro e il governo

Il presidente è eletto con voto popolare per un massimo di due mandati di 5 anni (4 anni fino al 2004). Egli è il Capo di Stato (incaricato di salvaguardare la costituzione, gli affari esteri ed il funzionamento corretto delle autorità pubbliche), comandante supremo delle forze armate e presidente della Corte suprema di difesa. Secondo la costituzione egli funge da mediatore tra i poteri centrali dello Stato, così come tra lo Stato e la società. Il presidente nomina il primo ministro, che a sua volta sceglie il governo. Quest'ultimo deve essere confermato dal Parlamento con un voto di fiducia.

Potere giudiziario

Il sistema giudiziario Romeno si basa sul Codice napoleonico. Il potere giudiziario è indipendente, e i giudici nominati dal presidente non sono rimovibili. Il Presidente e gli altri membri della Corte Suprema sono nominati per un periodo di 6 anni, e possono essere nominati per più mandati consecutivi. I procedimenti sono pubblici, eccetto circostanze particolari indicate dalla legge.

La Corte Costituzionale giudica la costituzionalità delle leggi che le vengono sottoposte in giudizio, e decide sugli appelli provenienti dagli organi giudicanti riguardanti la costituzionalità di leggi e decreti. La Corte è composta da 9 giudici, nominati per un periodo di nove anni. Tre giudici sono nominati dalla Camera dei Deputati, tre dal Senato, e tre dal Presidente della Repubblica.

Il Ministero della Giustizia rappresenta "l'interesse generale della società" e difende l'applicazione della legge insieme ai diritti e alle libertà dei cittadini. Il ministero esercita i propri poteri attraverso organi giudicanti pubblici, indipendenti ed imparziali.

Suddivisione amministrativa

Per ragioni territoriali e amministrative, la Romania è divisa in 41 contee, più la città di Bucarest. Ogni contea è governata da un consiglio cittadino eletto. I consigli locali e i sindaci eletti sono le autorità di pubblica amministrazione nei villaggi e piccole città. Il consiglio di contea è la locale autorità di pubblica amministrazione che coordina le attività di tutti i consigli di villaggi e piccole città in una contea.

Il governo centrale nomina un prefetto per ogni contea e per la municipalità di Bucarest. Il prefetto è il rappresentante del governo a livello locale e dirige qualsiasi servizio pubblico dei ministri e altre agenzie centrali a livello di contea. Un prefetto può bloccare l'azione di un'autorità locale se la giudica illecita o anticostituzionale. La questione è poi decisa da una corte amministrativa.

Con la nuova legislazione in vigore dal gennaio 1999, i consigli locali hanno il controllo sulla spesa delle somme assegnate loro dalla amministrazione centrale, così come l'autorità di istituire imposte locali addizionali. I prefetti designati dal governo centrale, che avevano in precedenza una autorità significativa sui bilanci, si limitano ora a una revisione delle spese per controllare la loro costituzionalità.


Sviluppi

Dal 1989 la Romania ha fatto enormi progressi nella istituzionalizzazione dei principi democratici, nelle libertà civili e nel rispetto dei diritti umani. Comunque, un gran numero degli attuali politici rumeni (membri di tutti i partiti di ogni tendenza) sono ex membri del Partito Comunista Rumeno. Poiché essere membri del partito era un'esigenza per avanzare a posizioni di alto livello prima del 1989, comunque, si cominciò a farne parte più per un desiderio di fare carriera che come risultato di una qualsiasi persuasione politica. Tuttavia, il passato comunista della maggioranza dei contemporanei politici rumeni è sorgente di controversie infinite.


1990-1992

Più di 200 nuovi partiti politici sorsero dopo il 1989, gravitando attorno a personalità piuttosto che attorno a programmi. Tutti i maggiori partiti sposarono le riforme democratiche e del mercato, a vari livelli. Di gran lunga il partito più grande, il Fronte di Salvezza Nazionale (FSN) allora al governo propose riforme economiche lente e caute e un sistema di sicurezza sociale. Al contrario, i maggiori partiti di opposizione, il Partito Nazionale Liberale (PNL) e il Partito Nazionale Cristiano Democratico (PNTCD) erano a favore di riforme veloci, impetuose, privatizzazione immediata, e la riduzione del ruolo dei membri dell'ex partito comunista. Il Partito Comunista cessò di esistere.

Nelle elezioni generali del 1990, il FSN e il suo candidato alla presidenza, Ion Iliescu, vinse con una larga maggioranza di voti (66.31% e 85.07, rispettivamente). I partiti più forti all'opposizione erano l' Alleanza Democratica di Ungheresi in Romania (UDMR), con il 7.23%, e il PNL, con il 6.41%.

Dopo il brutale licenziamento del Primo Ministro del FSN Petre Roman (che fece seguito a un'irruzione a Bucarest, alla fine del 1991, di minatori di carbone arrabbiati e insoddisfatti), solo pochi mesi prima delle elezioni generali del 1992, il FSN si divise in due. I seguaci del Presidente Iliescu formarono un nuovo partito chiamato il Fronte Democratico di Salvezza Nazionale (FDSN), mentre i seguaci di Roman mantennero il titolo originario del partito, FSN.

1992-1996

Le elezioni locali e nazionale del 1992 rivelarono una spaccatura politica tra i maggiori centri urbani e la campagna. Gli elettori rurali, che erano grati per la restituzione della maggior parte della terra agricola ai fattori ma timorosi dei cambiamenti, favorirono fortemente il Presidente Ion Iliescu e il FDSN, mentre l'elettorato urbano appoggiò il CDR (una coalizione composta da molti partiti - dei quali il PNTCD e il PNL erano i più forti - e organizzazioni di cittadini) e riforme più rapide. Iliescu vinse facilmente la rielezione in una competizione con altri cinque candidati. Il FDSN ottenne una maggioranza relativa in entrambe le camere del Parlamento. Con il CDR, il secondo gruppo parlamentare per grandezza, riluttante a prendere parte alla coalizione di unità nazionale, il FDSN (ora PDSR) formò un governo con Primo Ministro Nicolae Văcăroiu, un economista, con l'appoggio parlamentare dei nazionalisti Partito Rumeno dell'Unità Nazionale (PUNR) e Partito Romania Più Grande (PRM), così come del Partito Socialista dei Lavoratori (PSM). Nel gennaio 1994, la stabilità della coalizione al governo divenne problematica quando il PUNR minacciò di revocare il suo sostegno se non gli fossero concessi ministri. Dopo intense negoziazioni, in agosto, due membri PUNR ricevettero gli incarichi nel governo Văc&#259roiu. A settembre, anche il ministro della giustizia in carica entrò a far parte del PUNR. Il PRM e il PSM lasciarono la coalizione rispettivamente nell'ottobre e nel dicembre del 1995.

1996-2000

Le elezioni locali del 1996 mostrarono un importante cambiamento nell'orientamento politico dell'elettorato rumeno. I partiti di opposizione diventarono popolari a Bucarest e nella maggior parte delle grandi città in Transilvania e in Dobrugia. Questa tendenza continuò nelle elezioni nazionali dello stesso anno, in cui l'opposizione dominò le città e guadagnò grandemente nelle aree rurali precedentemente dominate dal Presidente Iliescu e dal PDSR, che aveva perso molti elettori nelle loro roccaforti elettorali, tranne che in Transilvania. La campagna elettorale dell'opposizione lavorò molto sui doppi temi della necessità di reprimere la corruzione e di rilanciare le riforme economice. Questo messaggio suonò bene agli elettori, portando a una vittoria per la coalizione CDR e all'elezione di Emil Constantinescu come presidente. Per assicurare la sua maggioranza elettorale, il CDR invitò al governo anche il Partito Democratico (nuovo nome del FSN) di Petre Roman e l'UDMR (appoggiata dalla minoranza ungherese). Durante i seguenti 4 anni, la Romania ebbe tre primi ministri. Comunque, nonostante questi cambi di leadership e costanti contrasti interni, i partiti al governo sono riusciti a mantenere la loro coalizione.

2000-2004

Le elezioni del 2000 furono nuovamente vinte da Iliescu.

2004 a oggi

Nel dicembre 2004, dopo una campagna elettorale serrata e vinta di stretta misura, Traian Băsescu, membro del Partidul Democrat (PD), fu eletto Presidente. Il 19 aprile 2007 il Parlamento rumeno ha sospeso il Presidente dall'incarico, e dopo che la Corte Costituzionale ha riconosciuto la decisione parlamentare il 20 aprile 2007, Nicolae Văcăroiu ha assunto la carica di Presidente ad interim fino al 20 maggio, quando si terrà un referendum.

Partecipazione a organizzazioni internazionali: ACCT, BIS, BSEC, CCC, CE, CEI, EAPC, EBRD, ECE, FAO, FMI, G-9, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICFTU, ICRM, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMO, Inmarsat, Intelsat, Interpol, IOC, IOM, ISO, ITU, LAIA (osservatore), MONUC, NAM (ospite), NSG, OAS (osservatore), OPCW, OSCE, PCA, PFP, ONU, UE, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UNIKOM, UNMIBH, UNMIK, UPU, WCL, WEU (partner associato), WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTrO, Zangger Committee

Voci correlate

Collegamenti esterni

Bibliografia

John Hickman and Chris Little, "Seat/Vote Proportionality in Romanian and Spanish Parliamentary Elections" Journal of Southern Europe and the Balkans Volume 2, Number 2, November 2000.