Plinio il Vecchio
Gaio Plinio Secondo, conosciuto come Plinio il Vecchio (Como, 23-Stabia, 24 agosto 79) fu scrittore, scienziato, naturalista, erudito, acuto osservatore e storico romano, amava descrivere le cose in diretta, dal vivo, un vero cronista dell'epoca, perse infatti la vita tra le esalazioni solfuree dell'eruzione vulcanica del Vesuvio, che distrusse Ercolano e Pompei, mentre provava ad osservare il fenomeno vulcanico più da vicino (in suo onore viene usato il termine di eruzione pliniana per definire una forte eruzione esplosiva simile a quella del Vesuvio in cui perse la vita).

Biografia
Ufficiale di cavalleria in Germania, procuratore in Gallia e Spagna, Plinio ricoprì cariche civili sotto Vespasiano e Tito. Comandante della flotta tirrenica di stanza a Miseno, morì durante l'eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia.
Plinio il Giovane, suo nipote, ce lo rappresenta come un uomo dedito allo studio ed alla lettura, intento ad osservare i fenomeni naturali ed a prendere continuamente appunti, dedicando poco tempo al sonno ed alle distrazioni.
Il racconto della sua morte, contenuto tra l'altro in una lettera del nipote Plinio il Giovane, ha contribuito all'immagine di Plinio come "protomartire della scienza sperimentale" (Italo Calvino), anche se , sempre secondo il resoconto del nipote il Giovane, si espose al pericolo per recare soccorso ad alcuni cittadini minacciati dall'eruzione.
Le opere
L'elenco delle opere di Plinio ci è fornito dal suo stesso nipote:
- De iaculatione equestri, libro sull'arte di tirare stando a cavallo, frutto della sua esperienza di ufficiale di cavalleria.
- De vita Pomponii Secundi, due libri sulla vita di Pomponio Secondo, poeta tragico a cui era legato da amicizia.
- Bella Germaniae, venti libri sulle guerre di Germania, che servirono a Tacito per i suoi Annales.
- Studiosus, tre libri sulla formazione dell'oratore tramite lo studio dell'eloquenza.
- Dubius sermo, otto libri sui problemi di lingua e grammatica che presentavano oscillazioni ed incertezze nell'uso, tenute in gran conto dai grammatici posteriori.
- A fine Aufidii Bassi, trentuno libri di storia che riprendevano la narrazione dove aveva concluso Aufidio Basso, ovvero dalla morte dell'imperatore Claudio.
- Naturalis historia, trentasette libri che formavano un'opera enciclopedica di larghissimo respiro, l'unica rimastaci per intero.
Naturalis historia
La Naturalis historia fu pubblicata nell'anno 77; già nel titolo l'opera si presenta come ricerca a carattere enciclopedico sui fenomeni naturali: il termine historia conserva il suo significato greco di indagine, e va notato che la formula ha dato la denominazione alle scienze biologiche, cioè alla "storia naturale" nel senso moderno della locuzione.
Il primo libro fu completato dal nipote Plinio il Giovane dopo la morte dello zio, contiene la dedica a Tito, il sommario dei libri successivi ed un elenco delle fonti per ciascun libro. Partendo dal lavoro di Lucrezio, l'autore vuole far conoscere all'uomo i vari aspetti della natura, perché possa elevarsi dalla sua condizione animale. L'informazione tratta svariati temi:
- La descrizione dell'universo (II libro)
- La geografia ed etnografia del Bacino del Mar Mediterraneo (III-VI libro)
- L'antropologia (VII libro)
- La zoologia (VIII-XI libro)
- La botanica e l'agricoltura (XII-XIX libro)
- La medicina e le piante medicinali (XX-XXVII libro)
- La medicina ed i medicamenti ricavati dagli animali (XXVII-XXXII libro)
- La mineralogia (XXXIII-XXXVII libro)
L'ultima parte, trattando della lavorazione dei metalli e delle pietre, contiene anche una sorta di storia dell'arte dell'antichità.
In sostanza si tratta di un'opera che risente della fretta di chi legge e registra tutto quanto va apprendendo; dello sforzo di mettere ordine nell'immensa materia. Sebbene non si possa chiedere all'autore originalità ed esattezza scientifica, si deve riconoscere l'altissimo valore antiquario e documentario dell'opera, e l'enciclopedismo pratico dell'autore, spesso soffermatosi in credenze superstiziose e gusto del fantastico.
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