Guglielmo I d'Assia-Kassel

sovrano tedesco

Guglielmo I d'Assia (Kassel, 3 giugno 1743Kassel, 27 febbraio 1821) è stato l'ultimo Langravio d'Assia-Kassel con il nome di Guglielmo IX e il primo Principe Elettore d'Assia con quello di Guglielmo I. Fu tra i fondatori ed uno dei principali sponsor della Banca Rothschild.

Guglielmo I d'Assia
Guglielmo I d'Assia in un ritratto d'epoca eseguito da Anton Wilhelm Tischbein
Principe Elettore d'Assia
PredecessoreTitolo inesistente
SuccessoreGuglielmo II
Langravio d'Assia-Kassel
In carica1785 - 1803
PredecessoreFederico II
SuccessoreSé stesso come principe elettore d'Assia
NascitaKassel, 3 giugno 1743
MorteKassel, 27 febbraio 1821
PadreFederico II d'Assia-Kassel
MadreMaria di Gran Bretagna
ConsorteGuglielmina Carolina di Danimarca
FigliMaria Federica
Carolina Amalia
Federico
Guglielmo
ReligioneProtestantesimo

Biografia

I primi anni

 
Il giovane Guglielmo d'Assia-Kassel in un ritratto del 1760
 
Stemma della contea di Hanau sotto la reggenza di Guglielmo d'Assia-Kassel

Guglielmo, nato a Kassel nel 1747, era il figlio maggiore tra quelli sopravvissuti del langravio Federico II d'Assia-Kassel e di sua moglie, la principessa Maria di Hannover, figlia di re Giorgio II e sorella di re Giorgio III d'Inghilterra.

Il giovane Guglielmo compì i propri studi presso l'Università di Göttingen e successivamente studiò in Danimarca.

Suo padre, il langravio Federico II (che morì nel 1785) aveva lasciato la famiglia nel 1747 quando aveva deciso di convertirsi al cattolicesimo da calvinista qual'era e nel 1755 si era formalmente separato dalla moglie. Il padre di Federico II, Guglielmo VIII, non sopportò mai questo oltraggio del figlio e decise comunque di garantire alla nuora ed ai suoi nipoti di che vivere agiatamente, concedendo loro la reggenza della contea di Hanau da poco inclusa nei domini dell'Assia-Kassel. Il giovane principe Guglielmo venne quindi formalmente investito del dominio di Hanau, a sud dei territori dell'Assia, presso Francoforte, sotto la reggenza della madre, rimanendovi assieme ai due fratelli minori sino al 1747 quando si spostò col resto dei suoi parenti protestanti in Danimarca, dove si preoccupò di prendersi cura di sua sorella, Luisa, la quale morì comunque poi nel 1751.

Guglielmo, nel 1763 sposò la sua prima cugina, la principessa Guglielmina Carolina di Danimarca (1747-1820), la seconda figlia del re Federico V di Danimarca e Norvegia e della regina Luisa di Hannover. La coppia rimase perlopiù in Danimarca, sino al 1785 quando ritornò a Kassel quando Guglielmo venne chiamato a succedere al padre nel langraviato.

Intrapresa la carriera militare al servizio della Prussia, seguì quest'ultima potenza nelle campagne militari che si svolsero nel corso della guerra di successione bavarese (1778–1779).

Il regno

 
Guglielmo IX d'Assia-Kassel in un ritratto di Carl Gustaf Pilo.

Alla morte del padre, il 31 ottobre 1785, Guglielmo divenne langravio d'Assia-Kassel col nome di Guglielmo IX.

Egli ebbe molte amanti, ed ebbe oltre venti figli illegittimi, dei quali si occupò ad ogni modo attivamente, destinando loro copiose somme di denaro.

Il governo di Guglielmo venne segnato per tutta la sua vita dal mantenimento dei principi dell'assolutismo illuminato, lasciandosi largamente influenzare dalle proprie amanti anche nelle scelte politiche e dalla presenza di un discusso mercenariato dei soldati assiani, già praticato da suo padre e da suo nonno, che però garantiva costanti entrate allo stato.

Tra le prime azioni di Guglielmo al governo, nel 1787 vi fu l'invasione della contea di Schaumburg-Lippe che egli occupò formalmente ritenendo di vantare dei diritti sul territorio, ma in realtà approfittando del fatto che il dominio era retto ca un consiglio di reggenza il nome del legittimo sovrano, Giorgio Guglielmo di Schaumburg-Lippe, di appena due anni. La reggente, Giuliana d'Assia-Philippsthal, sostenuta dal consiglio imperiale e dalla Prussia, riuscì a riottenere l'indipendenza e a far retrocedere Guglielmo dai suoi intenti. La Prussia, ad ogni modo, lo promosse suo feldmaresciallo, comprendendo l'importanza del ruolo centrale che il suo stato avrebbe avuto nell'ambito della guerra che ormai si profilava come imminente con la Francia. Egli infatti prese parte a tutte le guerre di coalizione anti-francesi che si ebbero a partire dal 1791, opponendosi strenuamente agli ideali della Rivoluzione Francese. Nel 1792, concesse in affitto delle proprie truppe al Regno Unito, operazione che ripeté nuovamente nel 1793 per le battaglie che si svolsero nelle Fiandre contro i francesi. Con il Trattato di Basilea dell'agosto del 1795, ottenne in compensazione la ricca città di Gelnhausen, per quanto questa fosse stata da tempo riconosciuta come città libera dell'impero. Nel 1797 venne nominato governatore militare della cittadella di Wesel.

Guglielmo viene inoltre ricordato per aver preso assunto al proprio servizio Mayer Amschel Rothschild per prendersi cura delle questioni pendenti circa le sue proprietà private e la tematica della tassazione sul suo territorio, concedendo la fondazione della Banca Rothschild, guidata dall'omonima famiglia, che però pur essendo stata designata a questo ruolo sin dal 1775, non venne riconosciuta sino al 1801. Grazie alla fondazione di questa banca da lui patrocinata, Guglielmo riuscì a nascondere gran parte delle fortune ereditate da suo padre dalle razzie operate da Napoleone Bonaparte sul territorio tedesco, conservandole sino alla Restaurazione. Egli utilizzò anzi tale denaro trasferendolo a Londra ed investendolo a favore dei nemici della Francia, in primis per gli inglesi e poi per gli insurrezionisti portoghesi e spagnoli.

 
Guglielmo I d'Assia-Kassel in un ritratto del 1803

Nel 1803 ottenne il titolo di Elettore d'Assia dall'imperatore, ma già dal 1806, dopo la battaglia di Jena, il suo territorio venne annesso dal Regno di Vestfalia, governato da Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone, mentre la parte meridionale del paese (composta dalla contea di Hanau-Münzenberg), venne inizialmente retta da un governo militare francese per poi venire inclusa nel Granducato di Francoforte (filo-napoleonico) tra il 1810 ed il 1813. In un primo momento Guglielmo tentò di mediare alla situazione tramite un suo cugino, Carlo Costantino d'Assia-Rheinfels-Rotenburg, il quale a suo tempo era divenuto generale nell'esercito rivoluzionario francese, ma senza successo e pertanto venne costretto ad intraprendere la via dell'esilio alla volta del territorio dell'Holstein, nell'attuale Danimarca, dove Guglielmo trovò inizialmente rifugio; successivamente ripiegò a Itzehoe e infine si portò a Praga dove rimase sino a quando i francesi non vennero cacciati dai confini della Germania. All'entrata dei francesi nella città di Kassel, diede ordine al capitano Wilhelm Mensinges di disporre della salvezza del suo denaro all'esterno tramite i Rotschild. La decisione del Bonaparte di occupare militarmente i suoi territori, era stata dettata essenzialmente dal suo netto rifiuto ad entrare a far parte della Confederazione del Reno che riuniva i principati tedeschi che avevano deciso di sottomettersi alla Francia napoleonica, conservando in cambio i loro titoli e le loro dignità. A seguito della sconfitta delle armate napoleoniche nella Battaglia di Lipsia, venne restaurato nel 1813, e rimase al governo del suo stato sino alla sua morte.

La Restaurazione e gli ultimi anni

 
Stampa dell'epoca che celebra la restaurazione di Guglielmo I d'Assia-Kassel al suo trono

Durante i lavori del Congresso di Vienna, molti altri principi tedeschi ottennero la qualifica di re e lo stesso Guglielmo tentò di farsi riconoscere il titolo di re dei Chatti, antico popolo che abitava l sue terre. Ad ogni modo le potenze europee si rifiutarono di riconoscere tale titolo al Congresso di Aquisgrana del 1818, garantendogli invece il titolo di granduca e la qualifica di "Altezza Reale". Ritenendo a questo punto che il titolo di principe elettore fosse superiore per dignità e grado a quello di granduca, Guglielmo cortesemente rifiutò l'onorificenza concessagli preferendo rimanere elettore, sebbene dopo la dissoluzione del Sacro Romano Impero nel 1806 non vi fosse più alcun imperatore da eleggere. Gli venne concesso inoltre il titolo onorifico di granduca di Fulda dopo la mediatizzazione del territorio della celebre ed antica abbazia.

Guglielmo I, ritornato sul trono, annullò tutte le riforme apportate dal governo napoleonico sul suo territorio (prima tra tutte l'applicazione del codice napoleonico), ripristinando una serie di riforme ormai anacronistiche, reazionarie e conservatrici come ad esempio l'uso delle parrucche bianche, e con questa politica contraria ad ogni forma di cambiamento si alienò la nascente borghesia. Invalidò inoltre tutti gli accordi di compravendita sottoscritti durante il regno di Vestfalia e si rifiutò di dar seguito ad una costituzione, per quanto abbia creato delle leggi nazionali durante il suo governo da sovrano restaurato.

A Kassel fece realizzare estesi ampliamenti nel Bergpark Wilhelmshöhe e nel Löwenburg. Fece costruire parallelamente un nuovo castello monumentale, il castello di Chattenburg, iniziato nel 1817 sul sito dell'antico castello dei langravi dell'area, distrutto da un incendio nel 1811 e completamente demolito nel 1816 per fare spazio alla nuova costruzione. Il cantiere ad ogni modo venne interrotto dopo la sua morte.

Alla sua morte, avvenuta a Kassel nel 1821, gli succedette il figlio primogenito Guglielmo. La sua salma venne sepolta nella cripta del castello di Chattenburg.

Fu membro della Tugendbund, una società segreta quasi-massonica fondata dopo la Battaglia di Jena nel giugno del 1808 a Königsberg.

Eredi

 
Guglielmo I, sua moglie Guglielmina Carolina ed i loro figli, Guglielmo, Maria Federica e Carolina Amalia.

Dal matrimonio con Carolina Guglielmina nacquero i seguenti figli:

Il langravio ebbe anche numerose amanti e fu padre di oltre una ventina di figli illegittimi successivamente legittimati.

Con la sua amante Charlotte Christine Buissine:

  • Wilhelm von Heimrod (1775–1811)
  • Karl von Heimrod (1776–1827)
  • Friedrich von Heimrod (n. e m. 1777)
  • Friedrich von Heimrod (1778–1813)

Con la sua amante Rosa Dorothea Ritter (1759–1833):

  • Wilhelm Karl von Hanau (1779–1856)
  • George Wilhelm von Hanau (1781–1813)
  • Philipp Ludway von Hanau (1782–1843)
  • Wilhelmine von Hanau (1783–1866)
  • Moritz von Hanau (1784–1812)
  • Marie Sophie von Hanau (1785–1865)
  • Julius Jacob von Haynau (1786–1853)
  • Otto von Hanau (1788–1791)

Con la sua amante Karoline von Schlotheim (1766–1847):

  • Wilhelm Friedrich von Hessenstein (1789–1790)
  • Wilhelm Karl von Hessenstein (1790–1867)
  • Ferdinand von Hessenstein (1791–1794)
  • Karoline von Hessenstein (1792–1797)
  • Auguste von Hessenstein (1793–1795)
  • Ludwig Karl von Hessenstein (1794–1857)
  • Friederike von Hessenstein (1795–1855)
  • Wilhelm Ludwig von Hessenstein (1800–1836)
  • Friedrich Ludwig von Hessenstein (1803–1805)
  • Karoline von Hessenstein (1804–1891)

Ascendenza

Guglielmo I d'Assia-Kassel Padre:
Federico II d'Assia-Kassel
Nonno paterno:
Guglielmo VIII d'Assia-Kassel
Bisnonno paterno:
Carlo I d'Assia-Kassel
Trisnonno paterno:
Guglielmo VI d'Assia-Kassel
Trisnonna paterna:
Edvige Sofia di Brandeburgo
Bisnonna paterna:
Amalia di Curlandia
Trisnonno paterno:
Giacomo Kettler
Trisnonna paterna:
Luisa Carlotta di Brandeburgo
Nonna paterna:
Dorotea Guglielmina di Sassonia-Zeitz
Bisnonno paterno:
Maurizio Guglielmo di Sassonia-Zeitz
Trisnonno paterno:
Maurizio di Sassonia-Zeitz
Trisnonna paterna:
Dorotea Maria di Sassonia-Weimar
Bisnonna paterna:
Maria Amalia di Brandeburgo
Trisnonno paterno:
Federico Guglielmo I di Brandeburgo
Trisnonna paterna:
Sofia Dorotea di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
Madre:
Maria di Hannover
Nonno materno:
Giorgio II di Gran Bretagna
Bisnonno materno:
Giorgio I di Gran Bretagna
Trisnonno paterno:
Ernesto Augusto di Brunswick-Lüneburg
Trisnonna paterna:
Sofia del Palatinato
Bisnonna materna:
Sofia Dorotea di Celle
Trisnonno materno:
Giorgio Guglielmo di Brunswick-Lüneburg
Trisnonna materna:
Éléonore d'Esmier d'Olbreuse
Nonna materna:
Carolina di Brandeburgo-Ansbach
Bisnonno materno:
Giovanni Federico di Brandeburgo-Ansbach
Trisnonno materno:
Alberto II di Brandeburgo-Ansbach
Trisnonna materna:
Sofia Margherita di Oettingen-Oettingen
Bisnonna materna:
Eleonora Erdmuthe di Sassonia-Eisenach
Trisnonno materno:
Giovanni Giorgio I di Sassonia-Eisenach
Trisnonna materna:
Giovannetta di Sayn-Wittgenstein

Onorificenze

Onorificenze assiane

Onorificenze straniere

Altri progetti

Bibliografia

  • G. Bott, Heilübung und Amüsement. Das Wilhelmsbad des Erbprinzen. CoCon-Verlag, Hanau 2007, ISBN 978-3-937774-00-8.
  • E. G. Franz, Das Haus Hessen. Eine europäische Familie. Kohlhammer, Stuttgart 2005, ISBN 3-17-018919-0.
  • E. G. Franz: Haus Hessen. Biografisches Lexikon. Arbeiten der Historischen Kommission NF 34. Darmstadt 2012, p. 139 e seguenti.
  • R. von Hessen, Wir Wilhelm von Gottes Gnaden. Die Lebenserinnerungen Kurfürst Wilhelms I. von Hessen 1743–1821. Campus-Verlag, Francoforte sul Meno, 1996, ISBN 3-593-35555-8.
  • P. Losch, Kurfürst Wilhelm I., Landgraf von Hessen. Ein Fürstenbild aus der Zopfzeit. Elwert, Marburg 1923.
  • K. von Priesdorff, Soldatisches Führertum vol. 2, Hamburg, 1937 Template:DNB, p. 133–134, Nr. 653.
  • D. Schwennicke, Europäische Stammtafeln. (Stammtafeln zur Geschichte der europäischen Staaten. Neue Folge; 3). Klostermann, Francoforte sul Meno 2000, tav. 255 e seguenti
  • R. Suchier, Die Grabmonumente und Särge der in Hanau bestatteten Personen aus den Häusern Hanau und Hessen in Programm des Königlichen Gymnasiums zu Hanau. Hanau 1879, p. 1–56.

Collegamenti esterni

  • Articolo nell'ADB[collegamento interrotto]
  • (EN) Articolo nell'enciclopedia ebraica, su jewishencyclopedia.com.

Controllo di autoritàVIAF (EN264553004 · ISNI (EN0000 0003 8227 1607 · CERL cnp00973401 · LCCN (ENnr98017123 · GND (DE118807323 · BNF (FRcb14976055f (data) · J9U (ENHE987007391852005171
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