Impero sovietico
Impero sovietico fu un termine politico utilizzato per descrivere da un punto di vista critico le azioni e la natura dell'Unione Sovietica. Il termine guadagnò la popolarità dopo che il Presidente degli Stati Uniti d'America Ronald Reagan definì l'URSS come "Impero del male" in un discorso tenutosi in Florida l’8 marzo 1983. Per quanto non fu un vero e proprio impero, nel 1959 l'impero aveva un'estensione di 34.944.543 km², più grande dell'Africa di circa 4 milioni di km² e quasi due milioni in più dell'Impero Mongolo.

Motivazioni del termine
Anche se non governata da un imperatore e autodichiarata anti-imperialista, l'Unione Sovietica mostrò tendenze comuni agli imperi nella storia:
- espansione territoriale ottenuta attraverso l'invasione o la sovversione (come in Polonia, Romania, Finlandia, Afghanistan).
- forte potere centrale che controllava i governi di tutti gli stati satelliti
- interferenze (incluso l'uso della forza militare) nelle politiche interne degli alleati (come in Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia).
Per queste ed altre ragioni, l'URSS è talvolta considerata da alcuni storici come uno dei principali imperi della storia, simile all'impero britannico e a quello romano, utilizzando anche alcuni elementi della politica estera zarista. I sostenitori dell'URSS (perlopiù intellettuali o partiti comunisti), rigettano tale teoria e ritengono che le relazioni tra l'Unione Sovietica i paesi del suo "impero" erano stabilite da un rapporto di cooperazione volontaria.
Sfera d'influenza sovietica
Nonostante non ci fu mai un "Impero sovietico" ufficiale, l'Unione Sovietica esercitò fortemente una grande influenza su molte nazioni. Pertanto, all'Impero sovietico si possono far risalire i seguenti stati:
Stati membri dell'Unione Sovietica
Vedi anche Repubbliche dell'Unione Sovietica
- RSSF Russa (Repubblica Socialista Sovietica Federata Russa)
- Repubblica socialista sovietica ucraina
- Repubblica socialista sovietica bielorussa
- Repubblica socialista sovietica uzbeka
- Repubblica socialista sovietica kazaka
- Repubblica socialista sovietica georgiana
- Repubblica socialista sovietica azera
- Repubblica socialista sovietica lituana
- Repubblica socialista sovietica moldava
- Repubblica socialista sovietica lettone
- Repubblica socialista sovietica del Kirghizistan
- Repubblica socialista sovietica del Tagikistan
- Repubblica socialista sovietica armena
- Repubblica socialista sovietica del Turkmenistan
- Repubblica socialista sovietica estone
Membri del Comecon
Questi Paesi erano i più stretti alleati dell'Unione Sovietica; erano membri del Comecon, una comunità economica diretta dall'URSS fondata nel 1949. I Paesi situati nell'Europa orientale, inoltre, erano anche membri del Patto di Varsavia: erano stati satelliti dell'Unione Sovietica.
- Bulgaria
- Cuba
- Cecoslovacchia
- Germania Est
- Ungheria
- Mongolia
- Polonia
- Romania
- Vietnam del Nord / Vietnam (dopo il 1976)
- Albania (smise di partecipare al Comecon dopo il 1961 a causa della crisi sino-sovietica)
La Corea del Nord era un alleato sovietico, ma seguì sempre una politica estera isolazionista, pertanto non partecipò mai al Comecon o ad alcun'altra organizzazione internazionale di stati comunisti.
Interferenze sovietiche in altri Stati
Nella terminologia politica dell'Unione Sovietica, questi erano "paesi che si stavano incamminando sulla strada socialista dello sviluppo", a differenza dei "paesi del socialismo avanzato", citati sopra. La maggior parte riceveva aiuti, sia militari che economici dall'URSS ed erano influenzati in vari modi. Il supporto di questi stati all'Unione Sovietica durò poco, in alcuni casi perché i governi filosovietici persero il potere, in altri perché gli stessi governi rimasero al potere ma cambiando atteggiamento verso l'URSS.
Alcuni di questi paesi non erano Stati comunisti (segnati in corsivo).
- Jugoslavia (1945-1948)
- Repubblica Popolare Cinese (1949-1961)
- Egitto (1954-1973)
- Siria (1955-1991)
- Iraq (1958-1963, 1968-1991)
- Guinea (1960-1978)
- Mali (1960-1978)
- Repubblica Democratica Somala (1969-1977)
- Algeria (1962-1991)
- Ghana (1964-1966)
- Perù (1968-1975)
- Sudan (1968-1972)
- Libia (1969-1991)
- Repubblica Popolare del Congo (1969-1991)
- Cile (1970-1973)
- Capo Verde (1975-1991)
- Yemen del Sud (1967-1990)
- Uganda (1971-1979)
- Indonesia (1960-1965)
- India (1971-1989)
- Bangladesh (1971-1975)
- Madagascar (1972-1991)
- Derg (1974-1987)
- Repubblica Democratica Popolare d'Etiopia (1987-1991)
- Repubblica Democratica Popolare del Laos (1975-1991)
- Repubblica Popolare del Benin (1975-1990)
- Repubblica Popolare del Mozambico (1975-1990)
- Repubblica Popolare dell'Angola (1975-1991)
- Seychelles (1977-1991)
- Repubblica Democratica dell'Afghanistan (1978-1991)
- Governo Rivoluzionario Popolare di Grenada (1979-1983)
- Nicaragua (1979-1990)
- Repubblica Popolare di Kampuchea (1979-1989)
- Burkina Faso (1983-1987)
Stati comunisti opposti all'URSS
Alcuni stati comunisti furono apertamente in contrasto con l'URSS e con la sua politica. Anche se le loro forme di governo potevano essere simili, erano completamente indipendenti dall'Unione Sovietica, con la quale intrattenevano soltanto relazioni diplomatiche formali, che erano spesso tese e, in qualche caso, sul punto di un conflitto armato.
- Jugoslavia (dopo la rottura URSS-Jugoslavia)
- Albania (dopo la crisi sino-sovietica)
- Repubblica popolare cinese (dopo la crisi sino-sovietica)
- Kampuchea Democratica (1975-1979, con Pol Pot e i Khmer rossi)
- Repubblica Democratica Somala (1977-1991, con la guerra dell'Ogaden)
Rottura URSS-Cina
Il conflitto tra i due stati ruppe il cosiddetto movimento internazionale comunista quando la Repubblica popolare cinese si spostò dall'influenza dell'Impero sovietico. Prima della rottura, nei tardi anni cinquanta, si poteva dire che la Cina era uno degli stati più vicini all'Unione Sovietica e più potenti tra quelli comunisti, anche se era una nazione in fase di sviluppo. La rottura complicò ulteriormente la Guerra Fredda, aprendo un possibile nuovo fronte per l'Unione Sovietica, e creando un nuovo ordine triangolare, composto da Stati Uniti, URSS e Cina: i grandi poteri comunisti non erano più uniti solo contro i loro nemici capitalisti. Anche se l'Albania e il regime di Pol Pot in Cambogia decisero di stare dalla parte della Cina, la maggior parte delle nazioni comuniste rimase con l'URSS. Il potere maoista non era per nulla comparabile con quello dell'URSS, ma era un pericolo significativo che la Russia dovette affrontare.