Partito Democratico (Italia)
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Il Partito Democratico (PD) è il progetto di un nuovo partito politico italiano di centro-sinistra, la cui nascita è prevista per il 14 ottobre 2007. L'intento del costituendo partito è riunire i moderati de L'Unione, in continuità con le esperienze de L'Ulivo.
Aderiscono al progetto, aperto alla cittadinanza:
- i Democratici di Sinistra;
- Democrazia è Libertà - La Margherita;
- il Movimento Repubblicani Europei[1], [2] (guidato da Luciana Sbarbati);
- il Partito Democratico Meridionale (guidato da Agazio Loiero);
- il movimento Progetto Sardegna (guidato da Renato Soru);
- il movimento Alleanza Riformista (guidato da Ottaviano Del Turco e Claudio Signorile);
- il movimento Italia di Mezzo (guidato da Marco Follini);
- il movimento Socialisti liberal per il Partito democratico (guidato da Claudio Nicolini);
- il movimento Repubblicani Democratici (guidato da Giuseppe Ossorio).
Seppur inizialmente invitati ad aderire al percorso costituente, rimangono invece fuori dal progetto l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro (che avendo rifiutato di sciogliere il proprio movimento è stato escluso dalle "Primarie del 14 ottobre" cui pure si era candidato), e tre soggetti politici che avevano aderito all'esperienze dell'Ulivo: i Socialisti Democratici Italiani (entrati nella Costituente Socialista), la Sinistra Democratica (ex-Sinistra-DS) ed il Partito Socialista Democratico Italiano.
Il progetto, che ha in Romano Prodi (attuale Presidente del Consiglio) il suo principale sostenitore ed ispiratore, prevede la costituzione di un partito unitario che unisca le cosiddette "culture riformiste italiane", cioè quella cristiano-democratica e sociale, quella liberale e liberale sociale, quella socialdemocratica nonché culture politiche maggiormente legate alla storia degli ultimi decenni come l'ambientalismo. Tra gli obiettivi del progetto, vi è anche l'intenzione di un coinvolgimento maggiore della società civile e del cosiddetto "popolo delle primarie".
Storia
Le prime proposte di un nuovo partito
Le prime proposte riguardanti la nascita di un partito unitario dei riformisti del centrosinistra provennero da Michele Salvati, economista e giornalista, e all'epoca deputato eletto nelle liste dei Democratici di Sinistra. In alcuni articoli pubblicati sui quotidiani Il Foglio[3] e la Repubblica[4] nell'aprile 2003, Salvati delineò un ipotetico nuovo partito, comune alle forze socialiste, liberaldemocratiche e cristiano-democratiche, in cui alcuni protagonisti della dirigenza di centrosinistra (come Massimo D'Alema e Franco Marini) decidano di porsi in secondo piano, e che abbia come linea politica un nuovo rapporto coi sindacati, col mondo dell'economia, e, tra gli scopi, quello di modificare, semplificandolo e stabilizzandolo, il quadro politico e partitico italiano.
Accolta con iniziale scetticismo, sia per l'attacco diretto ad alcuni dei maggiori leader di Ds e Margherita, sia per l'appartenenza di Salvati alla corrente più piccola dei Ds, quella liberal, l'idea iniziale di Salvati fu sostanzialmente riproposta il 18 luglio, almeno in parte, da Romano Prodi, all'epoca presidente della Commissione Europea.
Dalla Lista Uniti nell'Ulivo al Partito Democratico
Il progetto vero e proprio di un partito unitario del centrosinistra nacque nell'estate del 2003, quando Romano Prodi, allora Presidente della Commissione Europea, lanciò e patrocinò l'idea di una lista unica in vista delle elezioni europee del 2004; la proposta venne subito respinta dai partiti della sinistra radicale e vista con perplessità dall'Udeur.
La proposta di Prodi venne invece accolta da quattro soggetti politici dell'area riformista di quella che si sarebbe chiamata in seguito L'Unione: i Democratici di Sinistra, La Margherita, i Socialisti Democratici Italiani e i Repubblicani Europei. Nacque così la lista Uniti nell'Ulivo, dalla cui esperienza deriva direttamente il progetto del PD.
La lista ottenne un buon risultato ed affermandosi come la lista più votata nel Paese, scelta da circa un terzo degli elettori recatisi alle urne (31,1%).
La lista unica venne riproposta in alcune regioni in occasione delle elezioni regionali del 2005, ma il progetto si arenò per le indecisioni della Margherita nel giugno dello stesso anno, che impedirono la presentazione di una lista unica anche alle elezioni politiche del 2006 (verrà presentata soltanto per la Camera dei Deputati, riunendo DS, Margherita e Repubblicani Europei). I Socialisti Democratici Italiani, dopo l'esperienza di Uniti nell'Ulivo, formarono nel 2006, con i Radicali Italiani, la lista-movimento Rosa nel Pugno mentre, nel 2007, rifiutando gli espliciti inviti provenienti da Prodi e dai DS, intervenuti al loro congresso, annunciarono di non voler aderire al costituendo PD e di volersi, invece, impegnare nella rifondazione del Partito Socialista Italiano.
Dopo il risultato delle primarie e dopo la vittoria dell'Unione alle elezioni politiche del 2006, nelle quali la lista unitaria (L'Ulivo) alla Camera prese più voti dei singoli partiti divisi al Senato, il progetto del Partito Democratico riprese vita. Ad ogni modo, sia alla Camera che al Senato presero vita i gruppi parlamentari unitari dell'Ulivo, guidati rispettivamente da Dario Franceschini e Anna Finocchiaro.
Oltre a DS, Margherita e MRE, interessate al Partito Democratico si mostrarono, in diverse forme e condizioni, anche altre formazioni minoritarie del centrosinistra, quali I Socialisti, e il Partito Socialista Democratico Italiano.
Successivamente, molti socialisti e laici preferirono impegnarsi in progetti differenti e maggiormente legati alle culture politiche tradizionali, come la ricostituzione del vecchio Partito Socialista Italiano, lamentando lo scarso senso di laicità che, a loro avviso, caratterizzerebbe i cattolici della Margherita.
Interessati al progetto furono anche numerosi protagonisti della società civile: tra questi i promotori di una prima Associazione per il Partito Democratico (che più tardi si unì ad altre associazioni in forma federativa), in cui vi erano esponenti del mondo della cultura, del giornalismo, dell'economia e della politica (Gad Lerner, Fabrizio Onida, Michele Salvati, Riccardo Sarfatti, ed altri).
L'evoluzione del progetto e la futura nascita del partito
Rappresentanti dei Democratici di sinistra, de La Margherita e del Movimento Repubblicani Europei si incontrarono, al di fuori del loro mandato politico, il 9 e 10 ottobre 2006 in un seminario ad Orvieto per discutere dell'avanzamento del progetto del Partito Democratico: in quella sede fu ribadita la necessità di un progetto riformista unitario, pur con alcuni distinguo ed esitazioni; forti riserve permangono tuttora sia nei DS che nella Margherita.
Nei Democratici di Sinistra si mostrò da subito contraria al Partito Democratico la sinistra interna, il vecchio Correntone, guidata da Fabio Mussi e Cesare Salvi, che presentò una mozione esplicitamente dissenziente al congresso dell'aprile 2006, denominata A sinistra - Per il socialismo europeo. Una terza mozione congressuale Per un partito nuovo, democratico e socialista, fu presentata da esponenti importanti del partito, come Gavino Angius, fino al 2006 capogruppo al Senato, e Mauro Zani, non contraria a priori al progetto di una nuova formazione politica ma estremamente critica nei confronti del metodo della discussione ed in merito ad alcune questioni ritenute fondamentali come la collocazione europea, e favorevole ad una ipotesi di federazione che non si limitasse a Ds e Margherita.
Nella Margherita è ancora aperto il confronto tra la corrente degli ulivisti del Ministro della Difesa Arturo Parisi, e la corrente popolare rappresentata dal Presidente del Senato Franco Marini, anche se la mozione unica del presidente Francesco Rutelli è stata sostenuta compattamente dal partito.
Nel frattempo si crearono numerose associazioni, che rivendicarono la partecipazione attiva dei cittadini, anche di quelli non iscritti ad alcun partito, alla formazione del Partito Democratico. Fra queste la Associazione per il Partito Democratico 11 febbraio 2006, una Federazione delle Associazioni per il Partito Democratico (gestita da Massimo Cacciari, Sergio Cofferati, Leopoldo Elia, Virginio Rognoni, Michele Salvati, Riccardo Sarfatti, ed altri), oltre a Libertà e Giustizia e all'Associazione della Sinistra per il Partito Democratico (alla quale aderirono Giancarla Codrignani, Fabio Zanzotto, Giuliano Montaldo, Davide Ferrari, Gregorio Scalise e Giuseppe D'Agata).
Ad ogni modo, a seguito del seminario di Orvieto tra le dirigenze dei due partiti principali, ebbero luogo, nell'aprile del 2007, i congressi nazionali di DS e Margherita (quasi parallelamente), e si stabilì il percorso che porterà alla nascita del nuovo partito nella primavera del 2008, attraverso un congresso unitario costituente; l'esordio alle urne dovrebbe coincidere con le elezioni europee del 2009, o già alle amministrative del 2008.
La redazione del Manifesto per il Partito Democratico
Romano Prodi in prima persona, nel corso del 2006, incaricò tredici personalità di spicco del mondo della cultura e della politica (Rita Borsellino, Liliana Cavani, Donata Gottardi, Roberto Gualtieri, Sergio Mattarella, Ermete Realacci, Virginio Rognoni, Michele Salvati, Pietro Scoppola, Giorgio Tonini, Salvatore Vassallo, Luciano Violante, più Giorgio Ruffolo che abbandonò in corso d'opera la stesura del testo per contrasti col resto del gruppo di lavoro) di redigere un Manifesto per il Partito Democratico, utile a enunciare i valori del nuovo soggetto politico, e possibile bozza e base provvisoria per un futuro manifesto di valori da redarre successivamente la nascita del partito.
Il documento che venne reso pubblico nel dicembre del 2006, consta di quattordici pagine ed è diviso in tre parti:
- Noi, i democratici
- L'Italia, una nazione d'Europa
- L'Ulivo, il nostro partito
I concetti cruciali espressi dal Manifesto sono:
- l'interesse nazionale unisce gli aderenti al progetto del Partito Democratico;
- le parole chiave del nuovo soggetto saranno libertà e dignità;
- la collocazione internazionale sarà estranea al PPE, e in sinergia ma esterna al PSE;
- è irrinunciabile il metodo delle elezioni primarie nella scelta dei candidati;
- la laicità è da intendere come presenza pluralista, valorizzata e attiva di diverse visioni morali e delle varie religioni;
- è da sottolineare l'importanza della difesa della Costituzione, conservando i rapporti da essa previsti tra Stato e Chiesa.
Il 4° Congresso nazionale dei DS
Il congresso dei DS si divise proprio sull'idea e la proposta del Partito Democratico: la mozione favorevole al nuovo percorso è quella di Piero Fassino, rieletto segretario con il 75% circa dei voti. Critici furono gli aderenti alla mozione di Gavino Angius, che vollero sottolineare l'importanza del socialismo nel nuovo soggetto, e la sua necessaria adesione al PSE; nettamente contrari molti esponenti del cosiddetto Correntone guidato da Fabio Mussi.
Nella sua relazione introduttiva, Piero Fassino introdusse le caratteristiche principali del Partito Democratico:
L'elezione alla segreteria di Piero Fassino - che nella sua relazione lanciò segnali di apertura ai critici come Angius e agli oppositori come Mussi - fu sostanzialmente l'approvazione da parte della base dei DS della creazione del nuovo soggetto politico. La contrarietà del correntone pose tuttavia problemi rispetto all'unitarietà del partito: Mussi ed il vecchio correntone annunciarono la propria uscita dai DS e la volontà di costituire un nuovo soggetto a sinistra del partito Democratico.[6]
Da parte della corrente di Gavino Angius, fu chiesta una totale rielaborazione del Manifesto per il Partito Democratico (manifestando comunque, durante il congresso, disponibilità alla presenza nel gruppo dirigente che porterà i DS nel PD[7]), e la certezza dell'adesione al PSE. Solo la settimana successiva l'assise congressuale, Angius deciderà di abbandonare i DS.[8] Conseguenza di questa scissione a sinistra dei DS è la formazione del gruppo parlamentare e del movimento politico chiamato Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo.
Riguardo all'appartenenza europea, Fassino, proprio nella sua relazione introduttiva, ribadì lo stretto legame col PSE dei DS e del futuro Partito Democratico.
La relazione di Fassino lanciò inoltre ulteriori segnali di apertura nei confronti di un eventuale nuovo interesse nel progetto da parte dello SDI.
Il 2° Congresso federale della Margherita
Anche il congresso della Margherita si svolse con l'obiettivo del Partito Democratico, e l'unica mozione presente, quella del presidente del partito Francesco Rutelli, fu favorevole.
Sia Rutelli sia il premier Romano Prodi, nel congresso della Margherita confermarono la distanza (seppur in alleanza) rispetto al PSE, in contrasto con la posizione assunta dai DS. Inoltre, l'assise della Margherita non presentò quei contrasti interni e quelle frizioni presentate dai DS, coerentemente con l'ispirazione unificatrice delle forze di centrosinistra che il partito di Rutelli ebbe sin dalla sua nascita come lista elettorale nel 2001, e come partito nel 2002; proprio Rutelli concluse rivolgendosi a Fassino:
Le uniche critiche vennero dal ministro della Difesa Arturo Parisi e Willer Bordon (già capogruppo della Margherita al senato nella quattordicesima legislatura), che chiesero lo scioglimento delle correnti interne in vista della nascita del PD, e dall'ex segretario del PPI Gerardo Bianco, che decise di abbandonare il partito.
Il problema della collocazione europea e altri nodi problematici
La collocazione europea è uno tra i principali nodi circa il Partito Democratico, per via del fatto che attualmente i DS fanno parte del Partito Socialista Europeo mentre La Margherita è membro fondatore del Partito Democratico Europeo.
Tra le maggiori preoccupazioni, specularmente delle minoranze diessine e dell'ala popolare della Margherita, è l'idea di rinuncia delle proprie identità storiche in un progetto che non rappresenterebbe una sintesi, bensì o un compromesso al ribasso che porterebbe a un partito senza identità, oppure la fagocitazione da parte di una cultura politica storicamente diversa. In specie, i diessini Valdo Spini e Gavino Angius, nonostante non facciano parte delle correnti di sinistra dei DS, hanno più volte espresso le loro perplessità sul Partito Democratico a causa proprio del fatto che potrebbe non collocarsi nel PSE. A tal proposito, il PSE, nel recente congresso tenutosi a Porto, con una modifica del proprio Statuto, definendosi come forza politica aperta a tutti i partiti europei "di ispirazione socialista, progressista e democratica" ha prospettato la possibilità di un allargamento a partiti e movimenti progressisti che non provengono necessariamente dallo storico campo delle sinistre europee; modifica considerata come un'apertura ai problemi avanzati dalla Margherita in Italia, che però ha mostrato di non cambiare il suo atteggiamento di chiusura verso un ingresso nel PSE, nemmeno dopo questa modifica. Il contrasto tra DS e Margherita sulla collocazione internazionale prosegue anche durante la stagione dei congressi che dovrebbe sancire lo scioglimento dei due soggetti politici e la creazione del Partito Democratico: Rutelli e Prodi propongono l'alleanza col PSE, Fassino sostanzialmente chiede l'adesione al PSE e all'Internazionale Socialista, dopo le aperture del congresso di Porto e alla luce della presenza di numerosi partiti non espressamente socialisti nei ranghi dell'Internazionale Socialista, e della collaborazione di questa e del suo presidente George Papandreu con altri soggetti politici come il Partito del Congresso Indiano, il Partito dei Lavoratori brasiliano e il Partito Democratico americano.
Altro tema caldo è la laicità del partito e, in rapporto al dibattito politico contingente, l'approvazione del disegno di legge del governo sui DiCo (ma non solo), con profondi contrasti tra la cosiddetta ala teodem della Margherita e il resto del partito e dei DS.
Comitato promotore "14 ottobre"
Il primo atto formale verso la costituzione del nuovo Partito viene effettuato il 23 maggio 2007 con la nomina di un Comitato promotore, il "Comitato 14 ottobre" (nome proposto da Paolo Gentiloni), così chiamato con riferimento alla data in cui sarà eletta l'assemblea costituente del Partito Democratico.
Tale comitato, nato con 45 membri, potrebbe vedere crescere il numero dei suoi componenti: oltre ad esponenti di Ds e Margherita, annovera anche politici provenienti da esperienze diverse (come l'ex UDC Marco Follini e l'ex-SDI Ottaviano Del Turco) e personalità della società civile, come il giornalista Gad Lerner, il presidente di "Slow Food" Carlo Petrini e l'esponente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Tullia Zevi.
Questo l'elenco completo dei 45 membri: Giuliano Amato, Mario Barbi, Antonio Bassolino, Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Paola Caporossi, Sergio Cofferati, Massimo D'Alema, Marcello De Cecco, Letizia De Torre, Ottaviano Del Turco, Lamberto Dini[10], Leonardo Domenici, Vasco Errani, Piero Fassino, Anna Finocchiaro, Giuseppe Fioroni, Marco Follini, Dario Franceschini, Vittoria Franco, Paolo Gentiloni, Donata Gottardi, Rosa Iervolino Russo, Linda Lanzillotta, Gad Lerner, Enrico Letta, Agazio Loiero, Marina Magistrelli, Lella Massari, Wilma Mazzocco, Maurizio Migliavacca, Enrico Morando, Arturo Parisi, Carlo Petrini, Barbara Pollastrini, Romano Prodi, Angelo Rovati, Francesco Rutelli, Luciana Sbarbati, Marina Sereni, Antonello Soro, Renato Soru, Patrizia Toia, Walter Veltroni e Tullia Zevi.
La prima riunione del Comitato si è avuta il 30 maggio 2007.[11] Una seconda riunione, nella quale si è parlato dei compiti, modalità e obiettivi dell'Assemblea costituente del Pd che sarà eletta il 14 ottobre con le primarie, si è tenuta l'11 luglio. Sono state decise le regole per le primarie del 14 ottobre: formazione di liste per l'elezione all'Assemblea Costituente collegate al candidato segretario, il quale potrà essere appoggiato anche da più liste, numero minimo di 100 firme per la presentazione delle candidature.
Candidati alla segreteria
I candidati ammessi alle primarie del 14 ottobre erano inizialmente 6:
- Mario Adinolfi
- Rosy Bindi
- Pier Giorgio Gawronski
- Enrico Letta
- Jacopo Gavazzoli Schettini
- Walter Veltroni
Il 26 settembre, tuttavia, Schettini ha deciso di ritirare la sua candidatura a causa dell'esiguo numero di collegi in cui era riuscito a formare una lista. L'imprenditore toscano ha proseguito comunque la sua avventura nel PD apparentandosi con Gawronski, con cui ha anche intenzione di formare un'associazione politica. [1]
Correnti del Partito Democratico
Popolari
È la componente popolare e cattolico-democraticache s'incardina nell'Associazione "I Popolari", erede del disciolto Ppi. I popolari hanno creduto nel progetto del Partito Democratico nella convinzione che la tradizione sociale del cristianesimo democratico italiano dovesse avere un ruolo da protagonista all'interno della costruzione di una grande area unitaria e plurale comprendente i diversi filoni del riformismo italiano. Ampi settori della CISL e tutte le ACLI afferiscono a questa tendenza interna. I maggiori esponenti sono Dario Franceschini, Franco Marini, Giuseppe Fioroni, Ciriaco De Mita e Pierluigi Castagnetti. La cultura di riferimento è il cattolicesimo democratico.
Riformisti
E' la corrente che raggruppa sostanzialmente gli esponenti della vecchia corrente dei "Riformisti-DS". Gli esponenti di tale corrente sono stati tra i più fedeli sostenitori della nascita del PD all'ultimo congresso DS. Essi immaginano un Partito democratico di centrosinistra che apra le porte ad una nuova stagione di riforme e di progresso sociale. I suoi maggiori esponenti sono Piero Fassino, Massimo D'Alema, Pier Luigi Bersani e Anna Finocchiaro. Si rifà alla socialdemocrazia e al socialismo liberale.
Liberal
E' l'area liberalsocialista del Partito democratico: uomini di punta della corrente sono Giuliano Amato ed Enrico Morando. Non mancano tuttavia anche altri importanti esponenti della cultura liberale, laica e socialdemocratica quali Enzo Bianco, Franco Bassanini, Valerio Zanone, Giorgio Bogi, Franco De Benedetti, Paolo Gentiloni, Linda Lanzillotta, Antonio Maccanico.
Innovatori democratici
Questa piccola corrente è di orientamento riformista e liberaldemocratica ha proposto la possibilità di cambiare alleanze, è guidata dal ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli.
Ambiente, Innovazione, Lavoro
E' la corrente più attenta ai temi ambientalisti, fortemente riformista e innovatrice, è molto vicina a Walter Veltroni ed è composta infatti prevalentemente da veltroniani di lunga data. I suoi massimi esponenti sono il ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili Giovanna Melandri e il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais.
Ulivisti
E' la corrente più vicina al presidente del Consiglio Romano Prodi e alla sua idea di Partito Democratico, enfatizzano molto l'apertura del Pd alla società civile e la democrazia interna al partito. I leaders sono Rosy Bindi, ministro della Famiglia, e Arturo Parisi, ministro della Difesa. La maggioranza degli ulivisti si rifà al progressismo democratico tipico del Partito democratico (Usa).
A Sinistra
E' la corrente della sinistra interna, chiede un legame organico con il PSE, un impegno per salvaguardare la Costituzione Italiana e soprattutto difende i principi lavoristi. Contrasta lo spostamento al centro del Pd e pertanto chiede che il nuovo partito serva per meglio veicolare i valori della sinistra nella società moderna. Si è organizzato con una sua lista per le primarie. I suoi massimi esponenti sono il Sen.Massimo Brutti e il Ministro della Salute Livia Turco. La corrente ha inoltre l'appoggio di diversi esponenti famosi tra i quali gli attori Massimo Ghini e Gigi Proietti, la scrittrice Dacia Maraini e la cantante Fiorella Mannoia. La cultura di riferimento è il socialismo democratico.
Note
- ^ http://www.lanuovastagione.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=3288
- ^ http://www.repubblicanieuropei.org/stampa_ComunicatiMRE.tab.aspx?idDoc=455
- ^ Michele Salvati, Appello per il Partito Democratico (PDF), in Il Foglio, 10 aprile 2003, p. 1. URL consultato il 27-08-2007.
- ^ Michele Salvati, Perché voglio il Partito democratico (PDF), in la Repubblica, 15 aprile 2003, p. 17. URL consultato il 27-08-2007.
- ^ Piero Fassino, Relazione introduttiva al 4° Congresso nazionale dei Democratici di Sinistra - Firenze, 19-21 aprile 2006, documento tratto dal sito ufficiale dei Democratici di Sinistra
- ^ L'addio dei Mussiani: «Non abbiamo ripensamenti», in L'Unità, 19 aprile 2007. URL consultato il 27-08-2007.
- ^ Terza mozione nel gruppo dirigente. Angius: spero novità, in L'Unità, 19 aprile 2007. URL consultato il 27-08-2007.
- ^ Ds, Angius annuncia che non aderirà al Pd (XML), in Reuters, 24 aprile 2007.
- ^ Claudia Fusani, Rutelli a Fassino: «Siamo già lo stesso partito. Condividiamo parole, progetti e obiettivi», in la Repubblica, 22 aprile 2007. URL consultato il 27-08-2007.
- ^ Esce dal PD il 18 settembre 2007 per fondare il partito dei Liberaldemocratici
- ^ Sara Bianchi, Pd, i 45 del comitato promotore. Prodi soddisfatto: «Personaggi autorevoli», in Il Sole 24 Ore, 23 maggio 2007. URL consultato il 27-08-2007.
Bibliografia
- AA.VV., Manifesto per il Partito Democratico, dicembre 2006
- Michele Salvati, Per il Partito Democratico. Alle origini di un'idea politica, Il Mulino, Bologna, 2003, ISBN 8815096647
- Paolo Mieli, Il partito americano, Corriere della Sera, 19 aprile 2007, pag. 1
- Ernesto Paolozzi, Il Partito democratico e l'orizzonte della complessità, Guida, Napoli, 2007
Voci correlate
- Democratici di Sinistra
- Democrazia è Libertà - La Margherita
- Italia di mezzo
- L'Ulivo
- Movimento Repubblicani Europei
- Partito Democratico Meridionale
- Progetto Sardegna
- Romano Prodi
- Uniti nell'Ulivo
- Sinistra Liberale
Collegamenti esterni
- Il blog di Cantiere democratico su La7.it
- Sito ufficiale dell'Ulivo-Partito Democratico
- Dal PCI al Partito Democratico - Un percorso della politica italiana, La storia siamo noi, Rai Educational
- News sulla settimana che coinvolge le Primarie del Partito Democratico a Roma
- Innovatori Europei: Movimento e Think Tank per il Partito Democratico