Utente:Jade.collins/Sandbox

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Biocosmesi

La biocosmesi utilizza prodotti che contengono ingredienti biologici, completamente naturali, senza aggiunta di essenze artificiali. Per poter essere considerato biologico, un cosmetico inoltre non deve essere testato sugli animali, deve utilizzare contenitori riciclabili e che rispettano l'ambiente. I cosmetici bio sono certificati tramite bollino da un ente esterno e devono sottostare ad uno specifico protocollo. Gli ingredienti da evitare sono, per esempio, i parabeni e i coloranti sintetici, spesso presenti nei cosmetici tradizionali.

Storia

In Italia, durante il periodo rinascimentale, gli studi in farmacognosia sulle piante furono utili per la preparazione di cosmetici. Furono eseguite sperimentazioni su diversi vegetali, nelle spezierie, nelle campagne, nei conventi e presso singoli privati. I risultati fornirono svariate informazioni sull'impiego cosmetico di numerose piante spontanee, coltivate o esotiche. L'utilizzo di alcuni ingredienti, tutt'ora in uso nella biocosmesi, trovano la loro origine proprio in quelle lontane ricerche. Tra questi i principali sono: gli oli essenziali preparati allo stato puro, le acque distillate, gli estratti e i primi principi attivi cristallizzati. Il Rinascimento fu caratterizzato dal desiderio di rinnovamento su tutti i fronti, tra cui l'utilizzo di prodotti cosmetici, i quali durante gli anni del Medioevo erano visti come puri atti di stregoneria. Durante il periodo rinascimentale le donne amavano tingersi i capelli di biondo con acque o esponendosi alla luce del sole. L'arte della cosmesi era legata con l'arte della profumeria. Nella prima metà del XV secolo apparvero numerosi ricettari contenenti le ultime scoperte in ambito chimico e medico, affiancate da formule per cosmetici di bellezza.

Cosmetici

Un prodotto per potersi definire un cosmetico deve essere una sostanza o una miscela destinata ad essere applicata su superfici esterne del corpo umano, come una crema idratante, oppure può essere applicata sui denti o sulle mucose, come ad esempio i dentifrici. Un cosmetico non è un farmaco e non può vantare di proprietà terapeutiche, quindi, per esempio, una lozione idratante è un cosmetico, mentre una pomata antibiotica è un farmaco. Ci sono casi in cui un cosmetico può contenere principi attivi volti a curare uno specifico problema, come lo shampoo antiforfora che contiene ketoconazolo[1]. Questa distinzione si traduce in percorsi diversi per l'ammissione in commercio del prodotto. Nell'Unione Europea ci sono norme specifiche nella vendita di prodotti cosmetici, è necessario che siano presenti il nome e l'indirizzo del responsabile, il lotto di produzione in modo che gli organismi di controllo possano intervenire tempestivamente nel caso si verificassero problemi con un particolare prodotto. Inoltre devono essere presenti necessariamente informazioni utili al consumatore, come la quantità del prodotto, le precauzioni di impiego e la data di scadenza. Ci deve essere anche la lista degli ingredienti in ordine decrescente, da quello presente in quantità maggiore, a quello presente in quantità minore, con il loro nome universale, ovvero quello catalogato dall'INCI, International Nomenclature of Cosmetic Ingredients[2], un codice condiviso che permette di capirsi anche se si parlano altre lingue.

Parabeni

Chimicamente i parabeni sono i derivati dell'acido paraidrossibenzoico, la loro azione antimicrobica è stata scoperta negli anni venti del XX secolo e sono utilizzati da oltre 70 anni come conservanti nell'industria cosmetica, farmaceutica e alimentare. Ne esistono di vari tipi che agiscono su microrganismi diversi con modalità diverse, ma la sostanza è la stessa: servono a prolungare la vita dei prodotti e a proteggerci dalle contaminazioni, evitando che i microbi sfruttino l'acqua ed eventuali sostanze presenti per riprodursi e darci infezioni, portando anche alla morte. I parabeni e altri conservanti hanno reso la vita difficile ai microrganismi, facendoci dimenticare muffe e infezioni. Negli ultimi anni sono stati fatti molti studi che hanno messo in dubbio la pericolosità dei parabeni, ma ad oggi i ricercatori non sono in grado di confermare che siano sicuri al 100%, però hanno dimostrato che prevengono le infezioni microbiche e che hanno quindi una loro utilità. Sugli scaffali dei supermercati iniziano a spopolare prodotti paraben free, ma nessuna azienda si assume il rischio di mettere sul mercato prodotti senza un opportuno sistema conservante. Di fatti se non sono presenti parabeni, sarà presente un altro conservante, che deve appunto conservare il prodotto senza comprometterne la sicurezza. Alcune aziende hanno preferito togliere l'acqua dagli shampoo, poichè crea un ambiente favorevole alla proliferazione dei batteri. Un altro metodo è quello di sfruttare il packaging e rendere il prodotto inaccessibile ai microrganismi, ad esempio una crema in tubetto ha meno bisogno di conservanti rispetto ad una crema conservata in barattolo nel quale infiliamo le mani; entrambe però perdono nei confronti dei flaconcini monodose, ma dal punto di vista dell'impatto ambientale risultano dannosi. Un altro aiuto lo danno gli ingredienti stessi, come l'alcool oppure il glicerolo che ha un effetto simile a quello dello zucchero nelle confetture, o gli agenti chelanti che indeboliscono le membrane dei microrganismi. Anche acidi come l'acido citrico rendono l'ambiente ostile alla crescita di batteri e muffe. Gli ostacoli a disposizione sono tanti e se ben studiati possono tutti assieme sostituire l'azione dei parabeni. Spesso si legge che un prodotto deve avere una lista ridotta di ingredienti per essere considerato un buon prodotto, ma purtroppo per sostituire un determinato elemento che ai consumatori non piace, abbiamo bisogno di un maggior numero di ingredienti. A seguito della vendita di molti prodotti cosmetici con ingredienti dannosi per la salute dei consumatori, nel 1938 negli Stati Uniti venne formulato il Federal Food, Drug and Cosmetic Act, il primo tentativo al mondo di regolamentare il mercato degli prodotti.

Cruelty-free

Sulla confezione di molti prodotti che troviamo in commercio troviamo il simbolo di un coniglietto stilizzato, rappresenta un marchio, ossia che il prodotto non è stato testato sugli animali. Tuttavia i prodotti con questo simbolo non sono gli unici a non essere testati sugli animali. Dal Marzo 2013 è vietato commercializzare sia i prodotti finiti che siano stati testati sugli animali, sia quelli che contengono ingredienti testati sugli animali, il che significa che ogni cosmetico che compriamo oggi può essere definito cruelty-free. Per i produttori è ancora possibile effettuare sperimentazioni in paesi al di fuori dell'Europa e utilizzare gli ingredienti per confezionare prodotti da vendere sul mercato comunitario. Negli Stati Uniti la sperimentazione animale non è vietata ma non è nemmeno obbligatoria, quindi la decisione resta alle aziende. In Giappone, invece, i test sono obbligatori per prodotti che contengono nuovi coloranti, filtri solari o nuove molecole. In Cina, infine, solo nel 2014 è passata una legge per limitare l'obbligo di effettuare test sugli animali. Questo è il motivo per il quale grandi marchi internazionali non si trovano in Europa.

Zero Waste

Generare il minor impatto ambientale è possibile attraverso la riduzione di sprechi e rifiuti. Non comprare niente di nuovo e utilizzare solo quello che si ha già a disposizione, non gettare via oggetti che si possono riutilizzare, fare la spesa evitando confezioni e involucri in plastica. Questo è uno dei pilastri fondamentali della bio cosmetica. Si preferiscono shampoo solidi, senza imballaggi in plastica, si preferiscono burri e oli essenziali ai classici balsami e sieri. I contenitori quando sono indispensabili, vengono preferiti in legno, vetro, carta e bioplastica, perfetti per mantenere un basso impatto ambientale. Oltre ai classici cosmetici esiste la versione zero waste anche per i cotton fioc, per le salviette struccanti e per gli assorbenti.

Ingredienti

Gli ingredienti dei cosmetici naturali sono principalmente di origine vegetale, a volte anche di origine minerale o animale. Gli ingredienti più importanti sono gli oli, come quello di argan, di oliva, di mandorle, di ricino, di soia, e i burri, come quello di karitè, di cacao e la cera d'api. Esistono anche vari oli essenziali per deodoranti e profumi. Vengono utilizzati estratti di erbe, acque floreali e aromi naturali. L'uso di emulsionanti e conservanti è limitato a sostante naturali o quasi naturali. Le materie prime dovrebbero, preferibilmente, provenire da coltivazioni biologiche controllate o da raccolte selvatiche, ma non sempre questo è un requisito. A causa dell'assenza di tensioattivi detergenti o della loro sostituzione con tensioattivi più delicati, i detergenti naturali sono più delicati sulla pelle, ma hanno un potere detergente inferiore.

Certificazioni

Quando scegliamo un prodotto naturale bisogna leggere con attenzione le etichette

Aiab

L'Associazione dell'agricoltura biologica garantisce l'assenza di OGM, applica notevoli restrinzioni per l'uso di sostanze chimiche e richiede l'eco-compatibilità del confezionamento. Rispetta i seguenti principi: assenza di materie prime non vegetali allergizzanti e irritanti o ritenute dannose per la salute dell'uomo; i prodotti devono essere totalmente ogm free; assenza di sperimentazione animale; utilizzo di prodotti agricoli e zootecnici provenienti da agricoltura biologica certificata; assenza di materiali non sostenibili dal punto di vista ecologico, sia nel prodotto che nell'imballaggio.

Ccpb

Il Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici verificano che vengano rispettate le norme dell'agricoltura biologica. Certifica i cosmetici biologici naturali oltre ai dispositivi medici da agricoltura biologica grazie a standard specifici sviluppati per il settore. Ccpb è il primo organismo di certificazione italiano riconosciuto da Natrue, principale standard internazionale per la certificazione di prodotti naturali e biologici

Natrue

Creato dall'Interatonal natural and organic cosmetics association per regolamentare i prodotti naturali per la cura della pelle. La certificazione Natrue prevede tre fasi: per ottenere la promozione alla prima fase, si deve dimostrare che tutti gli ingredienti siano di origine naturale e che vengano lavorati solo con metodi accurati e sostenibili. Nelle due fasi successive viene valutata la proporzione dei materiali provenienti da agricoltura biologica certificata, dove una valutazione più alta garantisce un contenuto biologico più elevato.

Icea

L'Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale è l'ente che certifica sia prodotti naturali che biologici in Italia, ma riconosciuto come organo di controllo in tutti i Paesi europei, ai quali garantisce controlli severi sia su tutti gli ingredienti, sia sui prodotti finiti. Inoltre Lav approva le aziende solo a seguito dell'esito positivo dei controlli svolti da Icea.

Cosmos

Cosmetic organic standard è la normativa unica europea che disciplina le certificazioni dei prodotti cosmetici naturali e biologici. Lo standard prevede due livelli distinti di certificazione: una per il prodotto e/o ingrediente biologico, una per il prodotto naturale. Con un'ulteriore distinzione tra ingredienti e prodotti finiti. Per i prodotti finiti vige l'obbligo di una percentuale minima di ingredienti biologici oltre all'obbligo di indicare la somma in percentuale delle proporzioni biologiche e naturali.

Demeter

L'Associazione per la tutela della qualità biodinamica in Italia è un organismo di controllo che certifica la filiera dei prodotti provenienti da agricoltura biodinamica. Nel 2012 ha stabilito uno standard specifico per la cosmesi chiamato Demeter BioDynamic, che prevede norme molto restrittive.

Ecocert

Dal 1991 certifica sia i prodotti naturali che biologici. Nasce in Francia e ha sedi in 24 nazioni. Per Ecocert è necessario che la percentuale degli ingredienti naturali sia almeno il 95%. Inoltre almeno in 95% delle sostanze vegetali utilizzate deve essere di origine biologica. Il restante 5% viene scrupolosamente controllato, così come l'uso dei minerali, acidi organici, sali e altre materie prime innocue. Vieta l'uso di profumi sintetici, conservanti sintetici, coloranti e prodotti pretoliferi.

Ecolabel UE

Nato nel 1992 è il marchio europeo di qualità ecologica che contraddistingue i prodotti caratterizzati da un ridotto impatto ambientale durante l'intero ciclo di vita. I criteri di Ecolabel riguardano anche aspetti inerenti alla salute e la sicurezza dei consumatori.

Agricoltura Biologica

Il termine "Agricoltura Biologica" indica un metodo di coltivazione e allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, presenti in natura, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica come i concimi, diserbanti e insetticidi. Agricoltura biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria, utilizzando invece tali risorse all'interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo. L'agricoltura biologica è l'unica forma di agricoltura controllata in base a leggi europee e nazionali. L'azienda che vuole avviare la produzione biologica notifica la sua intenzione alla Regione e ad uno degli Organismi di controllo autorizzati. Gli organismi nazionali che possono effettuare i controlli e la certificazione delle produzioni biologiche sono 16, questi sono riconosciuti con decreto dal Ministero delle Politiche agricole e forestali, e sono sottoposti a loro volta al controllo dello stesso ministero e dalle regioni.

Packaging Sostenibile

A causa dell'eccessivo consumo di plastica e del cambiamento climatico, gli imballaggi e le confezioni stanno cambiando rotta nel mondo della cosmetica. Le aziende si stanno impegnando a realizzare imballaggi ecologici e planet-friendly. Lo scopo è creare un ciclo formulativo in cui ogni aspetto è rispettoso dell'ambiente. Ci sono imprese che da anni si impegnano per un mondo più green, usando vasetti realizzati in polipropilene, un materiale versatile e duraturo, ma soprattutto riciclabile. Un'altra alternativa sono le confezioni in sughero e in tessuto. Sostituire la plastica è molto meno facile di quello che si può pensare: gli imballaggi, infatti, sono spesso realizzati in diverse plastiche, difficili da separare e da riutilizzare. L'importanza del packaging è fondamentale non solo dal punto di vista estetico, ma anche funzionale: il suo scopo è di proteggere il prodotto. Spesso però sostituire la plastica non è sufficiente, ad esempio scegliere il vetro non è garanzia di maggiore sostenibilità: essendo delicato ha bisogno di un pack secondario, che non farebbe altro che aumentare lo spreco. La bellezza sostenibile è fatta soprattutto di progetti e iniziative che guardano al futuro del mondo della cosmetica. Molti brand hanno deciso di eliminare spatole e foglietti illustrativi risparmiando cosi 13 tonnellate di plastica e 33 di carta.

Clean Beauty

Un'idea basata sul concetto che nei cosmetici spesso troviamo ingredienti che non portano benefici alla nostra pelle. Alcuni brand hanno deciso di puntare sull'esclusivo utilizzo di elementi di origine biologica, a una maggiore trasparenza a livello di ingredienti, a una visione basata sull'autenticità dei prodotti. Questo partito nasce anni fa negli Stati Uniti, riguarda un nuovo modo di rapportarsi con chi acquista prodotti cosmetici, promuovendo uno stile di consumo consapevole.

Voci Correlate

  • Beatrice Mautino: Il trucco c'è e si vede: Inganni e bugie sui cosmetici. E i consigli per difendersi; ISBN: 8861909086

Note

  1. ^ Ketoconazolo, in Wikipedia, 9 ottobre 2020. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  2. ^ INCI, in Wikipedia, 22 novembre 2019. URL consultato il 23 dicembre 2020.