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La casa natale di Leonardo da Vinci è la casa museo in cui il 15 aprile 1452 nacque il celebre inventore, artista e scienziato italiano; si trova ad Anchiano, frazione di Vinci, in provincia di Firenze.
casa natale di Leonardo da Vinci | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Località | Anchiano |
Indirizzo | Via di Anchiano, Vinci (FI) |
Coordinate | 43°47′56.98″N 10°56′16.93″E |
Caratteristiche | |
Tipo | casa museo |
Gestione | Comune di Vinci |
Sito web | |
Ubicazione
La casa natale di Leonardo, distante pochi chilometri dal borgo del paese, si trova nella frazione a nord del comune di Vinci chiamata Anchiano. Si trova sulle pendici del Montalbano a circa 200 metri sopra il livello del mare, ed è definita dai corsi d'acqua di Balenaia e delle Quercete, che, ai tempi di Leonardo, alimentavano i diversi mulini sparti per il territorio.
Già dal primo catasto fiorentino del 1427, ad Anchiano, abbiamo notizia dell'esistenza di ben nove fabbricati, aventi piccoli e grandi appezzamenti di terreni coltivati.
Ci sono stati innumerevoli dibattiti sul luogo effettivo di nascita di Leonardo, tuttavia, dopo anni di ricerca, si è potuto stabilire con certezza che il luogo effettivo era proprio nella medesima frazione di Vinci. Nel 1470 ser Tomme, in un documento cartaceo, descrive la sua proprietà:
Questa descrizione coincide con le parole di ser Piero da Vinci, padre di Leonardo, che nel 1495 descrive la sua dimora come:
Storia e descrizione
Nel 1452, anno di nascita di Leonardo da Vinci, nella località di Anchiano erano già presenti diversi fabbricati, uno dei quali era la stessa casa ove nacque. La casa era posseduta da ser Tomme di Marco di Tommaso da Isola, un notaio, proprio come il padre di Leonardo.
Allora l’intero fabbricato era diviso in due parti ben distinte, sorte in periodi differenti. La parte più antica veniva usata dal lavoratore del podere, mentre l’altra, era la parte padronale. Anche se da poco costruita, quest’ultima parte venne unita all’altra formando un unico agglomerato. Nel 1952, in occasione del quinto centenario dalla nascita di Leonardo, il restauro riportò alla luce le parti della casa descritte anche dalle fonti d’archivio.
La casa è composta da tre ampi vani: una sala d’ingresso con camino quattrocentesco ornato da uno stemma scolpito sul frontone, una camera e una stanza adibita a servizi vari. Nel restauro di quell’anno è stato complesso ricostruire le varie disposizioni e riadattamenti dei piani sopraelevati, perciò fu deciso di riportare alla luce solamente i muri maestri, dando allo stesso tempo una corretta fisionomia della struttura originaria. Era presente anche un frantoio nell’interrato della struttura, gestito dall’avo paterno di Leonardo, Antonio da Vinci, dal 18 agosto 1449, che potè compilare nell’interesse del proprietario del fondo e di altri cointeressati una scritta privata di affitto e di compartecipazione agli utili del frantoio. La casa presenta anche un vasto cortile immerso negli olivi secolari dal quale è possibile avere una vista panoramica sul colle del Montalbano, sulla Val di Nievole, sulla vallata inferiore dell’Arno, sui monti pisani e lucchesi e persino sulle collinette che fronteggiano il Tirreno.
La famiglia “da Vinci” non aveva possessi nella località di Anchiano. Ser Tomme di Marco di Tommaso dall’Isola nel 1479 donò le sue proprietà (compresa la casa) al Convento dei Frati dei Servi di Maria di Firenze in cambio di un vitalizio, dando la possibilità nel 1482 circa a ser Piero da Vinci di comperarla. Fu solamente allora che la facciata fu ornata del grande stemma in pietra ancora presente della famiglia ”da Vinci”. Nel restauro del 1952 lo stemma fu collocato nella sala interna per ragioni di conservazione, lasciando all’esterno una copia. La casa passò negli anni a seguire ai discendenti di ser Piero da Vinci, fino a che nel 1624 Guglielmo da Vinci, nipote di Guglielmo fratello carnale di Leonardo, frate nel convento di S. Lucia presso Firenze, lasciò i suoi beni al suddetto convento. Nel 1629 passò per una permuta ai beni della corona granducale di Toscana e da questa nel 1645 al conte Francesco Antonio da Bagnano, i cui discendenti, i Masetti da Bagnano, la tennero sino al 1932 per passare successivamente al conte Giovanni Rasini di Castel Campo che acquistò la struttura per destinarla al restauro e alla memoria collettiva del genio Leonardo. Il conte donò il fabbricato al comune di Vinci il 10 Ottobre 1950. [2]
Restauro
Prima che il fabbricato venisse donato al comune di Vinci, venne fatta una precisa descrizione e valutazione dell’immobile contenuta nella “Perizia estimativa ” del 1949 redatta dal geometra Guido Bigi per conto del conte Giovanni Rasini. Nella perizia, la casa viene descritta in buone condizioni generali, ma in cattivo stato di manutenzione a seguito dei danni causati dal passaggio della seconda guerra mondiale. Nella descrizione vengono citati i pavimenti logorati, le spesse mura con l’intonaco vecchio, le pareti interne scolorite e gli infissi assai vetusti, alcuni sprovvisti di vetro. Tra le due parti dell’edificio, sicuramente la casa colonica era in migliore stato di conservazione, soprattuto per quanto riguarda la copertura stessa che aveva solamente qualche buca data dalle azioni belliche. Mancavano dunque delle caratteristiche necessarie per considerarla casa di civile abitazione, sia per la distanza dai principali centri abitati, sia per il costo dell’intero lavoro di ristrutturazione.
I restauri furono eseguiti dalla Soprintendenza ai monumenti di Firenze sulla guida dell’architetto Giulio Ulisse Arata membro del Comitato Nazionale per le Onoranze.
Più che restauro, il progetto di Arata era quello di ricostruire la casa seguendo uno stile ben preciso, che rimandasse all'antica casa di campagna. Per mancanza di tempo e di finanziamenti, il progetto dell'architetto fu drasticamente ridimensionato. Nei lavori degli anni '50 la casa assunse la forma di un semplice parallelepipedo coperto "a capanna" e privo di intonaco, venne demolito il piano superiore e vennero restaurati gli infissi, tutto ciò rispettando lo stile rustico visibile soprattutto nelle pareti grezze. Gli interventi svolti negli anni '80 invece, mirarono al consolidamento dei solai delle prime due stanze, alla costruzione dei bagni e alla sistemazione della parte esterna circostante. [3]
L’inaugurazione dei restauri risale al 15 Aprile 1952 con la presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, del Presidente del Comitato Nazionale Achille Marazza, dei Presidenti delle due Camere, del Generale dell'Unesco Jaime Torres-Bodet e da altre numerose personalità italiane e straniere. [2]
Percorso espositivo
Il percorso espositivo dell'intera struttura si suddivide in due parti adiacenti tra loro.
Nella prima abbiamo la casa natale vera e propria dove all'interno troviamo la narrazione audio-visiva di Leonardo che, grazie alla tecnologia tridimensionale consente di far conoscere ai turisti e non solo, il suo universo più intimo e personale. Grazie a numerosi disegni che raffigurano la Valle dell’Arno, il Padule di Fucecchio, Vinci e il Montalbano viene sottolineato il rapporto che egli ha avuto con il territorio vinciano dalla quale ha preso molte ispirazioni per le sue più grandi opere. È presente un ologramma a grandezza naturale che dà voce ad un Leonardo oramai vecchio e stanco che dalla sua ultima dimora di Amboise in Francia, volge lo sguardo al passato per narrare le frequentazioni, gli studi, le vicende che lo legarono a queste terre.
Nella seconda invece, abbiamo la casa colonica dove possiamo ammirare la sezione dedicata al Cenacolo, unico dipinto di Leonardo ancora visibile oggi. Viene esposta in alta definizione la riproduzione di quest'ultimo in scala 1:2 con la possibilità di attivare ulteriori percorsi tematici storici, artistici e dedicati al restauro.
Mentre nei musei vinciani il visitatore cerca un'esperienza didattica culturale, alla casa di Anchiano si va in cerca della suggestione dell'origine del Genio. Tutto ciò fa si che questa meta sia assimilabile ad un vero e proprio pellegrinaggio, dove il visitatore ha la possibilità di fondersi con la stessa natura, rimasta per lo più incontaminata.[4]
La Strada Verde
Il percorso che collega il borgo di Vinci e la casa natale di Leonardo prende il nome di “Strada Verde”. Spesso contrassegnata come “itinerario escursionistico n. 14”, è la stessa che nell’Ottocento era nota come Via Botanica, lunga circa 2 km. L’itinerario è rimasto pressoché inalterato comprendendo oliveti e vigneti che si concentrano lungo la salita verso Anchiano. A metà della stessa, tramite una deviazione, è possibile raggiungere la pescaia quattrocentesca, utilizzata per il flusso d’acqua che alimentava il Mulino della Doccia di Vinci, lo stesso che Leonardo raffigura in un disegno del 1504 circa.
La strada è stata percorsa anche da Giuseppe Garibaldi durante la sua permanenza presso il Conte Masetti nel 1867.
Curiosità
- All'interno della casa natale è presente un registro contenente le firme dei vari visitatori. Nel 2000, la nipote del Mahatma, Tara Gandhi, entrando nella casa museo, si tolse le scarpe in modo da toccare a piedi nudi le pietre che assistettero alla nascita del Genio così da poterne raccogliere l'energie che esse emanavano. [4]
- La casa natale nel '500 era uno dei possedimenti della Villa del Ferrale
Note
- ^ Renzo Cianchi, Sulla casa natale di Leonardo: risposta al prof. Emil Möller, 1952.
- ^ a b Renzo Cianchi, La casa natale di Leonardo (Estratto da ”Università Popolare„ n. 9-10), Settembre-Ottobre 1960.
- ^ Relazione al progetto di restauro eseguito nel 2008-2009 “CASA NATALE” DI LEONARDO AD ANCHIANO: Analisi e progetto di restauro, Autunno 2007.
- ^ a b Roberta Barsanti, Leonardo a Vinci: alle origini del genio, 2019, ISBN 978-88-09-88525-7.
Collegamenti esterni
- Mulino della Doccia di Vinci, Codice Atlantico, 765r, su brunelleschi.imss.fi.it. URL consultato il 22 dicembre 2020.
- La strada Verde, su museoleonardiano.it. URL consultato il 21 dicembre 2020.
- Percorso Espositivo, su museoleonardiano.it. URL consultato il 22 dicembre 2020.
Bibliografia
- Gustavo Uzielli, Telemaco Signorini, Gita a Vinci, Vinci, 1872, ISBN 88-86888-30-9.
- Renzo Cianchi, Sulla casa natale di Leonardo: risposta al prof. Emil Möller, Empoli, Ed. Arti Graf. Dei Comuni, Ditta Caparrini e C, 1952.
- Romano Nanni, Elena Testaferrata, Vinci di Leonardo: storia e memorie, Vinci, Pacini Editore, 2004, ISBN 88-7781-559-0.
- Roberta Barsanti, Leonardo a Vinci: alle origini del genio, Vinci, Giunti Editore, dicembre 2019, ISBN 978-88-09-88525-7.
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