Vincenzo II Gonzaga

duca di Mantova e del Monferrato e cardinale cattolico
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Vincenzo II Gonzaga (Mantova, 7 gennaio 1594Mantova, 25 dicembre 1627) fu un cardinale italiano, divenne VII duca di Mantova e del Monferrato dal 1626 al 1627. Alla sua morte si estinse il ramo diretto dei Gonzaga di Mantova.

Vincenzo II
Ritratto di Vincenzo II Gonzaga di Justus Sustermans, 1625 circa, Palazzo Ducale, Mantova
Duca di Mantova e di Monferrato
Stemma
Stemma
In carica29 ottobre 1626 –
25 dicembre 1627
Incoronazione16 maggio 1627
PredecessoreFerdinando
SuccessoreCarlo I di Gonzaga-Nevers
TrattamentoAltezza serenissima
OnorificenzeGran Maestro dell'Ordine militare del Sangue di Gesù Cristo
Altri titoliConte di Rodigo
NascitaMantova, 7 gennaio 1594
MorteMantova, 25 dicembre 1627
Luogo di sepolturaChiesa di San Maurizio, Mantova
Casa realeGonzaga
PadreVincenzo I Gonzaga
MadreEleonora de' Medici
ConsorteIsabella Gonzaga di Novellara
ReligioneCattolicesimo
Vincenzo II Gonzaga
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale Gonzaga
 
Nascita7 gennaio 1594 a Mantova
Creazione a cardinale2 dicembre 1615 da papa Paolo V (deposto il 5 settembre 1616)
Morte25 dicembre 1627 (33 anni) a Mantova

Biografia

Morto senza eredi nel 1626 il fratello Ferdinando, Vincenzo, figlio terzogenito di Vincenzo I e di Eleonora de' Medici, gli successe al governo del Ducato di Mantova, ottenendo l'investitura imperiale l'8 febbraio 1627.

Sono questi i tempi più bui della dinastia gonzaghesca, e forse dell'intera storia della città di Mantova; Vincenzo era l'ultimo erede della linea dinastica principale della famiglia, tanto che già sotto il governo del fratello erano stati avviati contatti col ramo francese dei Gonzaga-Nevers, per assicurare la continuazione della dinastia.

 
12 ducati d'oro di Vincenzo II Gonzaga, duca di Mantova, 1627.

Vincenzo, nel concistoro del 2 dicembre 1615, era stato nominato cardinale-diacono da papa Paolo V (ma senza assegnazione di un titolo cardinalizio), ma con un colpo di testa poco dopo l'aveva smessa, così che lo stesso papa Paolo V, nel concistoro segreto del 5 settembre 1616, informò il Sacro Collegio che Vincenzo in nullo ex sacris ordinibus constitutum (non avendo ricevuto alcun Ordine sacro) contraxisse et consumasse (poteva contrarre e consumare) matrimonio e quindi il Concistoro, con voto unanime di papa e cardinali, privò Vincenzo della dignità cardinalizia e dei benefici ecclesiastici ad essa connessi.[1]

Vincenzo sposò quindi nello stesso anno Isabella Gonzaga di Novellara, figlia di Alfonso I Gonzaga, marchese di Novellara, una congiunta molto più anziana di lui (aveva 40 anni contro i suoi 22). Queste nozze vennero osteggiate dal fratello Ferdinando che tramò per l'annullamento del matrimonio. Dopo un iniziale tentennamento, anche Vincenzo si unì alle trame del fratello e venne inscenata una falsa accusa di stregoneria ai danni della donna. Questa però, intelligentemente, anziché rispondere alle accuse rimanendo a Mantova (dove temeva di essere assassinata), si consegnò al papa. Il successivo processo ristabilì la verità e Isabella venne prosciolta da ogni accusa.

Quando, nel 1626, Ferdinando Gonzaga morì, la situazione della famiglia era tragica: Vincenzo salì al potere conscio di essere l'ultimo membro maschio della famiglia principale, il suo matrimonio precedente non era ancora stato annullato (cosa che rendeva impossibili nuove nozze) mentre contro di lui pendeva una possibile condanna da parte della Sacra Rota. In più la sua salute era cagionevole, nonostante avesse solamente 33 anni. Bisognava così designare un ramo cadetto della famiglia che succedesse a quello principale. Le maggiori potenze europee guardavano con attenzione a questa scelta, premendo ognuna per il proprio favorito: Spagna e Impero per il ramo dei Gonzaga di Guastalla, la Francia, per quello di Nevers.

Fine del ramo principale dei Gonzaga

La scelta ricadde su Carlo Gonzaga-Nevers, cugino del padre, alla cui famiglia, nonostante il parere contrario dell'imperatore, fu affidata la successione dinastica. Il giorno di Natale del 1627, ormai in punto di morte, Vincenzo acconsentì al matrimonio tra Carlo di Rethel (figlio di Carlo Gonzaga-Nevers) con la propria nipote Maria Gonzaga, figlia del defunto duca Francesco IV e di Margherita di Savoia. Celebrate le nozze, Vincenzo II spirò: il rifiuto dell'imperatore Ferdinando II di approvare la successione di Carlo Gonzaga-Nevers causerà lo scoppio della guerra.

Nel breve periodo del suo ducato Vincenzo II viene ricordato soprattutto per la vendita di parte della collezione d'arte gonzaghesca, la famosa Celeste Galeria, ceduta per una cifra irrisoria al re d'Inghilterra Carlo I[2], tramite il mercante d'arte Daniel Nys.

Alla morte di Vincenzo, nel 1627, si estinse il ramo diretto dei Gonzaga di Mantova.

Discendenza

Vincenzo II non ebbe discendenza diretta dalla consorte, ma ebbe quattro figli naturali:[3][4]

  • Federico Gonzaga (1619-1630), nato da Paola Scarpelli, legittimato, Abate di Lucedio[4].
  • Tiberio Silvio Gonzaga (1620-1630), Cavaliere dell'Ordine di Malta e Balì d'Armenia[4].
  • Luigi Gonzaga, nato da Luigia "la spagnola", morto in tenera età[4].
  • Giovanni Gonzaga (?-1645), Cavaliere dell'Ordine di Malta e Abate di Lucedio in Monferrato[4].

Onorificenze

Ascendenza

Note

  1. ^ The Cardinals of the Holy Roman Church-Gonzaga
  2. ^ Vincenzo II, settimo duca di Mantova, su fermi.mn.it. URL consultato il 26 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2014).
  3. ^ Cronaca universale della città di Mantova. Volume I
  4. ^ a b c d e Famiglie celebri di Italia. Gonzaga di Mantova, su gallica.bnf.fr.

Bibliografia

  • Giuseppe Coniglio, I Gonzaga. Varese, Dall'Oglio, 1967.
  • Lorenzo Bignotti, La Zecca di Mantova e Casale (Gonzaga). Mantova, Grigoli, 1984
  • Riccardo Braglia, I Gonzaga. Il mito, la storia, Artiglio, 2002, ISBN non esistente.

Voci correlate

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