Barry Lyndon
Barry Lyndon è un film storico/drammatico del 1975, diretto da Stanley Kubrick e tratto dal romanzo di William Makepeace Thackeray, Le memorie di Barry Lyndon.
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[[File:File:Bar-lyn-affiche1.jpg|frameless|center|260x300px]]La locandina del film | |
Durata | 184' |
Regia | {{{regista}}} |
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Il film è considerato un capolavoro, sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista della tecnica cinematografica: per creare un'opera il più possibile realistica, Kubrick trasse ispirazione dai più famosi paesaggisti del XVIII secolo, per scegliere le ambientazioni dei set.[1] Le riprese vennero effettuate nei luoghi in cui il film si svolge: Inghilterra, Irlanda e Germania.[2]
Le scene ed i costumi vennero ricavati da quadri, stampe e disegni d'epoca: per ciò il film ottenne i premi Oscar alla miglior scenografia e per i migliori costumi.[3] Le riprese vennero invece girate con l'ausilio della luce naturale, o, tutt'al più, delle candele e delle lampade ad olio, per le riprese notturne.[4]
Questa scelta implicò l'utilizzo di lenti rivoluzionarie, studiate dalla Zeiss per la NASA, oltre a nuove macchine da presa messe a punto dalla Panavision.[4]
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito uscì il 18 dicembre 1975,[5] mentre in Italia l'1 gennaio 1976.[5]
Trama
Template:Trama Il film è diviso in due parti: Come Redmund Barry acquisì lo stile ed il titolo di Barry Lyndon e Breve resoconto delle sfortune e dei disastri che accaddero a Barry Lyndon.
Redmund Barry (Ryan O'Neal) è un giovane di bell'aspetto di un piccolo villaggio irlandese, che si innamora della cugina Nora Brady (Gay Hamilton). Nel villaggio, qualche settimana più tardi, inizia a sfilare un reggimento militare reale, che richiami truppe per la guerra dei sette anni. Durante questa sosta, Nora intrattiene una relazione con uno degli uomini di stanza, il capitano John Quin (Leonard Rossiter), che oltretutto rappresenta per il villaggio una garanzia economica, dal momento che fà parte dell'esercito regio e disporrebbe di ingenti cifre da elargire per i beni pubblici.
Nora viene dunque spronata a sposarsi con Quin, ma, durante la dichiarazione tra i due, si oppone Barry, il quale non sopporta l'idea del tradimento da parte della cugina. Per mettere fine alla questione, si organizza un duello tra i due contendenti alla mano di Nora. Vince Barry, ma a questo punto a lui toccherà fuggire dal villaggio, in modo da non suscitare le ire dei compaesani e soprattutto dell'esercito stesso, dato che l'ucciso era un ufficiale. In groppa ad un cavallo, allora, Barry si dirige, con venti dineri, alla volta di Dublino, da dove poi cercherà di farsi strada nel mondo dell'aristocrazia.
Lungo il cammino per Dublino, Barry viene fermato, in un bosco da due briganti, che lo derubano di tutti i suoi soldi e lo lasciano senza cavallo. Squattrinato e senza cavallo, Barry giunge in un piccolo paesino, dove un soldato sta reclamando servizi per l'esercito inglese. Attirato dai soldi e dalla fama che potrebbe guadagnarsi, Barry si arruola nell'esercito. Eppure le difficoltà iniziano a sorgere sin da subito, quando, abituato ai costumi della buona società, Barry si lamenta per la sporcizia di un boccale ed ingaggia in un combattimento un soldato di nome Toole.
Dopo averlo battuto sembra essersi fatto strada all'interno dell'esercito e viene dunque spedito in battaglia. L'esercito si sposta, per una battaglia, in territorio francese, dove si svolge uno scontro decisivo tra Prussia ed Inghilterra. Barry viene informato dal capitano del suo battaglione, un suo vecchio amico, Feeny (Billy Boyle) che il capitano Quin, pretendente di Nora e (presumibilmente) ucciso da Barry stesso è in realtà ancora vivo e la vittoria di Barry nel duello era stata programmata dagli abitanti del villaggio, i quali desideravano Quin come membro della loro comunità, dato che questi rappresentava una sicurezza economica.
Doppiamente beffato, Barry, il giorno dopo, si reca sul campo di battaglia, dove assiste agli orrori della guerra e vede morire, sotto i suoi occhi, Feeny stesso. A questo punto cerca la via più veloce per fuggire dalla guerra, che potrebbe condurlo con molte probabilità alla morte. Troverà una via di fuga ascoltando due soldati omosessuali, che dialogano, durante un bagno in un fiume, sul loro amore ostacolato da una missione di uno dei due: questa consiste nel portare a Brema delle notizie ad un generale.
Barry approfitta della distrazione dei due militari per rubar loro un cavallo e fuggire, con i documenti del soldato, verso Brema. Durante il viaggio verso la città, però, non mancheranno gli imprevisti: il capitano Potzdorf (Hardy Krüger), giunto nei pressi di Brema, ferma Barry, ritenendolo un cialtrone che sta approfittando del subbuglio europeo. Così, dopo aver controllato i suoi documenti lo conduce con sé in una taverna per soldati e gli fà alcune domande, scoprendo che dovrebbe portare informazioni al generale Percival Williamson, in realtà morto da più di dieci mesi e che quindi sta mentendo. Lo costringe allora a collaborare con gli alleati prussiani, rischiando altrimenti di finire sulla forca.
Durante una battaglia cruciale, a cui Barry prende parte, il capitano rischia di morire sotto una trave in procinto di cadere, a causa di una cannonata. Barry lo salva e riceve la gratitudine di Potzdorf stesso, il quale, per ricompensarlo, gli affida un incarico di secondo piano e senza alcun rischio: spiare un giocatore d'azzardo di origini irlandesi, lo Chevalier di Balibari (Patrick Magee), del quale si pensa possa essere un informatore dell'esercito inglese.
Durante l'incontro con questi, Barry non riesce a nascondergli di essere irlandese e di essere stato inviato per spiarne le mosse. Lo Chevalier apprezza la sincerità di Barry e dunque lo fa entrare nel mondo del gioco d'azzardo, nel quale egli, tramite alcuni trucchi, aiuta il suo benefattore in importanti sfide. Dopo diverso tempo di servizio, Barry continua a fornire sterili notizie al capitano e dunque fugge con lo Chevalier, attraversando svariate corti d'Europa, dove si rende famoso per la sua bravura con la spada e la sua bellezza, che attira diverse donne. Tra queste, la giovane e prosperosa Lady Lyndon (Marisa Berenson), già sposata con sir Charles Reginald Lyndon (Frank Middlemass) con un figlio, Lord Bullington (Leon Vitali).
Alla morte di Reginald, Barry si sposa con Lady Lyndon, acquisendo dunque il suo titolo nobiliare. Dal matrimonio con la donna, Barry ottiene un figlio, il piccolo Bryan Patrick Lyndon (David Morley), e l'inimicizia del figliastro, Bullington, che lo ritiene un uomo inutile ed un approfittatore.
Bullington, inoltre, è spalleggiato dal viscido reverendo Runt (Murray Melvin), che aspira a divenire il marito di Lady Lyndon. Passano gli anni: Barry inizia a farsi corrompere dai vizi di corte, mentre Lady Lyndon inizia a vivere passivamente. L'apogeo viene raggiunto quando la tenuta di Lyndon viene addirittura visitata dal re Giorgio III (Roger Booth). Il conflitto tra Bullington e Barry si fà sempre più aspro, così come l'amore paterno di Barry nei confronti di suoi figlio Bryan.
Un giorno, Bullington picchia Bryan, perché questi lo stuzzicava durante l'ora di studio: Barry allora si vendica, frustando Bullington. Questi, a sua volta, promette che la prossima volta che lo toccherà, egli lo ucciderà. Durante un esibizione di Bryan, Bullington mette in atto un piano perfido insieme a Runt, inveendo contro Barry. Questo suscita le ire di Barry stesso, che picchia in pubblico Bully. Bullington lascia per sempre la tenuta dei Lyndon.
Per la festa di compleanno di Bryan, Barry gli acquista un cavallo, facendosi promettere da Bryan che egli non lo monterà mai, dato che è molto pericoloso. Bryan disobbedisce agli ordini e và a provare il cavallo: questo, imbizzarrito, fa cadere Bryan, che rimane ferito al cranio, irrimediabilmente.
Questi muore, provocando una grave perdita in famiglia. Dopo il funerale, Bullington và a far visita a Barry, chiedendo soddisfazione per l'affronto subito qualche mese prima. In un pagliaio poco lontano, Bullington e Barry si sfidano a duello con le pistole. Al primo tentativo, Bullington sbaglia mira e non prende Barry. Barry, da gentiluomo, non spara a Bullington nonostante lo possa colpire ferendolo irrimediabilmente. Al secondo tentativo, invece, Barry viene ferito da Bullington, che dunque ottiene soddisfazione.
A Barry viene amputata la gamba, già finita in cancrena. Dopo la sua convalescenza in Irlanda, Barry ritorna in Europa a giocare d'azzardo, senza più, però, la fortuna di un tempo.
Il film termina con la frase:
I protagonisti di questa vicenda vissero le loro storie sotto il regno di re Giorgio III; buoni o cattivi, di bell'aspetto o no, ricchi o poveri...ora loro sono tutti uguali.
Produzione
Sceneggiatura
Dopo Arancia meccanica, Kubrick decise di dirigere un film a cui lavorava da tempo, Napoleon, biopic su Napoleone Bonaparte.[6] Ma dopo il flop di un film simile, Waterloo di Sergej Fëdorovič Bondarčuk, Kubrick abbandonò il progetto,[7] senza discostarsi però dal film storico.[6] In questo periodo gli passò sottomano il romanzo di William Makepeace Thackeray, Le memorie di Barry Lyndon e dunque decise di approfondirlo, iniziando a stendere una prima sceneggiatura. «Mi ha sempre attirato un film in cui il destino del protagonista è già inciso sul primo fotogramma, e non ne avevo ancora fatti, quindi questa fu l'occasione migliore» - asserì Kubrick a proposito della pellicola.[6] Una prima stesura dell'opera non comprendeva molti dei dialoghi e la voce narrante era in prima persona, come nel libro dal quale il film è tratto.[8] A questo proposito, Kubrick disse: «Thackeray usava l'osservatore 'imperfetto' - anche se sarebbe più corretto dire l'osservatore 'disonesto' - consentendo al pubblico di giudicare da sé la vita di Redmund Barry. Questa tecnica andava bene per il romanzo, ma non per un film, in cui hai dinanzi a te una realtà oggettiva per forza! Il narratore in prima persona avrebbe funzionato se il film fosse stato una commedia: Barry diceva il suo punto di vista, in contrasto con la realtà oggettiva delle immagini, e allora il pubblico avrebbe riso per questa contrapposizione. Ma "Barry Lyndon" non è una commedia».[9]
Kubrick riferì di non avere scelto Barry Lyndon, tra i romanzi di Thackeray, a caso: «Ho avuto l'intera collezione delle opere di Thackeray sulla libreria, a casa, per anni. Dovetti leggere i libri svariate volte prima di arrivare a "Barry Lyndon". Prima, ad esempio, mi interessava "La fiera delle vanità", ma la storia era troppo intricata per essere spiegata solo in un film. Oggi ci sarebbero le miniserie televisive, ma non avevo assolutamente l'intenzione di girarne una».[9]
Il regista asserì di amare i personaggi e di aver trovato un modo per non fare perdere l'impatto del libro nel passaggio dalla carta alla pellicola.[9] «Barry Lyndon offriva l'opportunità di fare una delle cose che il cinema può realizzare meglio di qualunque altra forma d'arte: presentare cioè una vicenda a sfondo storico. La descrizione non è una delle cose nelle quali i romanzi riescono meglio, però è qualcosa in cui i film riescono senza sforzo, almeno rispetto allo sforzo che viene richiesto al pubblico».[9][10]
Cast
Il cast del film comprende Ryan O'Neal, nel ruolo di Redmund Barry Lyndon (inizialmente assegnato a Robert Redford)[11], Marisa Berenson nel ruolo di Lady Lyndon, Leon Vitali nel ruolo di Lord Bullington, Patrick Magee nel ruolo dello Chevalier di Balibari ed Anthony Sharp nel ruolo di Lord Hallam.
Sharp e Magee avevano già collaborato con Kubrick in Arancia meccanica.[12] In particolare, in un'intervista con Michel Ciment, il regista rivelò le sue impressioni sull'attore protagonista del film, Ryan O'Neal, sino ad allora quasi sconosciuto: «Era l'attore migliore per la parte. Aveva l'aspetto giusto ed ero sicuro che avesse più dote di quanto non ne aveva mostrato sino ad allora. Penso di averci visto giusto, data la sua performance e non riesco ancora neanche a concepire uno che avrebbe interpretato meglio Barry. Ad esempio, nonostante siano grandi attori, Al Pacino, Jack Nicholson o Dustin Hoffman sarebbero sicuramente stati errati in quel ruolo».[9]
Regia
Per il film, Kubrick cercò di essere quanto più realistico possibile,[6] utilizzando sul set solamente candele o lumi ad olio.[4] Tutto ciò per ricreare l'atmosfera tipica del diciottesimo secolo.[4] A ricreare quest'atmosfera collaborarono anche i quadri di autori come Hayez (Il bacio è riproposto in una scena d'amore tra Barry e Lady Lyndon), William Hogarth, Joshua Reynolds, Chardin, Antoine Watteau, Zoffany ed altri, come ha rivelato lo scenografo Ken Adam.[13]
Kubrick rivelò di non avere usato quasi nessuno storyboard, per la realizzazione del film, asserendo che sono poche le riprese provenienti da idee lampanti,[9] aggiungendo che anzi il preparare una scena prima di essere sul set può soltanto danneggiarla: «L'ispirazione giusta viene in un momento e basta. Non c'è alcuna alchimia alle spalle, la si riconosce e ci si ispira ad essa».[9]
Le riprese durarono 300 giorni, in un arco complessivo di due anni: con un budget di circa 11,000,000 milioni di dollari, iniziarono nel giugno 1973 e finirono nel settembre 1975.[11] Per ispirare gli attori, Kubrick faceva ascoltare sul set le musiche che avrebbero fatto da sottofondo, nel montaggio finale, alla scena, come fece Sergio Leone con il cast di C'era una volta il West.[11]
La pellicola venne girata alla Powerscourt Estate, una famosa tenuta del diciottesimo secolo nella contea di Wicklow, in Irlanda.[14] La casa venne distrutta in un incendio diversi mesi dopo l'inizio delle riprese (nel novembre 1974): per questo il film viene considerato, oltretutto, una sorta di documentario sull'aspetto della dimora prima della sua distruzione.[14] Tra le altre ___location, il castello di Howard, in Inghilterra (in cui vennero girati gli esterni della tenuta Lyndon), il castello di Dublino, in Irlanda, dimora dello Chevalier e alcuni edifici governativi a Potsdam, vicino Berlino.[14]
Alcune tecniche di ripresa ricollegano direttamente ad altri lavori precedenti del regista: lo zoom ed il grandangolo, elementi-chiave in 2001 ed Arancia meccanica. Inoltre, alcuni elementi riportavano direttamente al cinema muto: «Penso che il cinema muto avesse molte più qualità del cinema sonoro», asserì Kubrick.[9][10] Poi, aggiungendo, disse: «[La scena] è tutta molto romantica, però nello stesso tempo credo che suggerisca quell'attrazione vuota che sentono l'uno per l'altra e che scomparirà con la stessa rapidità. Prepara cioè il terreno a tutto quello che seguirà nel loro rapporto».[9][10]
Con questo film, Kubrick si aggiudicò un BAFTA al miglior regista 1976.[3]
Colonna sonora
Anche per Barry Lyndon, Kubrick abbandonò pezzi di colonna sonora originale, preferendo autori come Händel o Bach.[15] «Per quanto i compositori di colonne sonore possano essere bravi, non saranno mai un Beethoven, un Mozart od un Brahms. Perché usare una colonna sonora discreta quando c'è dell'ottima musica disponibile dal nostro passato più recente?».[9] «Quando completai il montaggio di "2001", avevo fatto registrare alcune musiche originali che volevo usare nel film. Lo stesso compositore, però, davanti al 'Bel Danubio blu' rimase esterrefatto e allora cambiò idea e inserì queste tracce nelle scene. Con "Barry Lyndon" non ricaddi nell'errore e usai direttamente musiche non originali».[9]
Molte delle tracce, nonostante siano tratte da composizioni di Bach, Schubert ed altri, sono state riscritte e riorchestrate da Leonard Rosenman, che collaborò con Kubrick nella scelta delle canzoni.[9] «La musica del diciottesimo secolo non è molto drammatica. Sentii il tema di Handel, che fa da sottofondo a molte scene del film, suonato con una chitarra, e stranamente, mi faceva pensare ad Ennio Morricone. Allora aggiungemmo i bassi e la musica si adattò perfettamente alla drammaticità della pellicola».[9]
- Suite N° 4 in D Minor, HWV 437 - Sarabande (Georg Friedrich Händel)
- Woman of Ireland (Seán Ó Riada)
- Piper's Maggot Jig (Paddy Moloney e Sean Potts)
- The Sea-Maiden (Paddy Moloney e Sean Potts)
- Tin Whistles (Seán Ó Riada)
- British Grenadiers (Fifes And Drums)
- Marcia da "Idomeneo, re di Creta", opera, K. 366 (Wolfgang Amadeus Mozart)
- N° 1 in C Major (Franz Schubert)
- Cavatina dal 'Barbiere di Siviglia' (Giovanni Paisiello)
- Concerto in E Minor RV 409 (Antonio Vivaldi)
- Concerto in C Minor BVW 1060 (Johann Sebastian Bach)
- Piano Trio N° 2 in E Flat Major, D. 929 (Franz Schubert)
Fotografia
Alla fotografia lavorarono John Alcott e Stanley Kubrick: Kubrick aveva già lavorato con Alcott per 2001: Odissea nello spazio ed Arancia meccanica ed avrebbe continuato in Shining.[16] Alcott venne premiato, per il lavoro svolto su Barry Lyndon, con un premio Oscar 1976.[3]
L'intento di Kubrick era quello di girare il film senza alcun ausilio di luci artificiali, così da donare alla pellicola un aspetto realistico, «quello di un dipinto od un affresco».[6] Per questo, durante la fase di pre-produzione del film, il regista girò in lungo ed in largo alla ricerca di obiettivi molto veloci.[4] Il compito non fu difficilissimo per Kubrick, che aveva lavorato per diverso tempo alla rivista statunitense Look.[6] Ed DiGiulio, presidente della Cinema Products Corp., rivela che Kubrick giunse un giorno con una proposta quasi "assurda": «Mi chiamò per chiedermi se [...] era possibile adattare per la BNC l'obiettivo Zeiss che si era appena procurato e che aveva una focale da 50 millimetri ed un'apertura massima di f/0.7. Quando lessi le specifiche delle dimensioni, conclusi che sarebbe stato impossibile collegarlo alla sua BNC a causa del diametro e anche perché la parte posteriore sarebbe arrivata a soli 4 mm dal piano della pellicola».[4] Nonostante questo Kubrick insistette sino a quando DiGiulio non accettò di approfondire la questione.[4]
Note
- ^ Barry Lyndon (1975), articolo disponibile qui; ultimo accesso il 22 ottobre 2007.
- ^ "Filming locations for Barry Lyndon", scheda disponibile qui; ultimo accesso il 22 ottobre 2007.
- ^ a b c "Premi for Barry Lyndon", scheda disponibile qui; ultimo accesso il 22 ottobre 2007.
- ^ a b c d e f g Due obiettivi speciali per 'Barry Lyndon', articolo disponibile qui; ultimo accesso il 22 ottobre 2007.
- ^ a b "Date di uscita for Barry Lyndon", scheda disponibile qui; ultimo accesso il 31 ottobre 2007.
- ^ a b c d e f Gene D. Phillips, Stanley Kubrick: Interviews, Boston, Roundhouse Publishing, 2001, ISBN 1578062977..
- ^ La meccanica dell'arancia, documentario su Arancia meccanica, in onda su La7 il 25 settembre 2007.
- ^ Script del film: la sceneggiatura di "Barry Lyndon", articolo disponibile qui; ultimo accesso il 30 ottobre 2007.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Kubrick on "Barry Lyndon" - Interview with Michel Ciment, articolo disponibile qui; ultimo accesso il 30 ottobre 2007.
- ^ a b c Stanley Kubrick: Alcuni estratti da passate interviste con riferimenti a "Barry Lyndon", articolo disponibile qui; ultimo accesso il 30 ottobre 2007.
- ^ a b c "Trivia for Barry Lyndon", scheda disponibile qui; ultimo accesso il 31 ottobre 2007.
- ^ "Full cast and credits for A Clockwork Orange", scheda disponibile qui; ultimo accesso il 30 ottobre 2007.
- ^ a b Adam on "Barry Lyndon" - Interview with Michel Ciment, disponibile su L'express del 30 agosto 1976.
- ^ a b c "Filming locations for Barry Lyndon", scheda disponibile qui; ultimo accesso il 31 ottobre 2007.
- ^ "Soundtracks for Barry Lyndon", scheda disponibile qui; ultimo accesso il 31 ottobre 2007.
- ^ Template:Imdb nome.
Bibliografia
- Gene D. Phillips, Stanley Kubrick: Interviews, Boston, Roundhouse Publishing, 2001, ISBN 1578062977.
- Mario Falsetto, Stanley Kubrick: A Narrative and Stylistic Analysis, New York, Greenwood Press, 2001, ISBN 0275969746.
- Paul Duncan, Stanley Kubrick: A Visual Poet, Londra, Taschen, 2005, ISBN 3822815926.
Collegamenti esterni
- (EN) Barry Lyndon, su IMDb, IMDb.com.