Utente:BaliBembo/Sandbox
Liliana nasce il 27 luglio 1924 a Gorizia dove è di stanza il padre ufficiale Vincenzo Saporetti, futuro Generale di Cavalleria. Dopo la separazione dei genitori cresce con la madre Livia e i nonni materni, Giuseppina Viola e Ubaldo Serena, industriale, sindaco di Castelfranco.
Liliana frequenta il liceo presso l’Istituto “Sacro Cuore” delle Suore Orsoline di Padova e a Messina, completando poi gli studi alla Facoltà di Lingue dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Nel '44 Villa Caprera, a Castelfranco, dove vive, viene occupata dallo stato maggiore tedesco.
È l'occasione per la madre, amante di feste e soprano dilettante, di offrire serate musicali agli ufficiali.
È l’occasione invece per la figlia di mettere alla prova il proprio coraggio e la padronanza di sé, come altre ragazze delle “ville”, occupate dai comandi nemici, capaci di gestire un rischioso doppio gioco, in cui lo spirito patriottico e l’ideale di libertà si uniscono ad un adolescenziale spirito d’avventura e di “ammutinamento” alla banalità del quotidiano, all'«inutil futile vita» come scrive Liliana in una poesia adolescenziale.
«Bella e disinvolta» la ricordano le staffette Tina Anselmi e Marcella Dallan, sue compagne nella Resistenza.
Alla Liberazione risulta inserita nel ruolo di partigiana, con la funzione di informatrice, fin dal giugno 1944, nella Brigata “C.Battisti”, Gruppo Romeo Pasqualetto.
Grazie alla sua conoscenza della lingua tedesca intercetta le conversazioni dei suoi “ospiti”; la notte inforca la bicicletta e raggiunge il comando partigiano e riferisce i piani di operazioni militari. Riesce così a prevenire arresti e uccisioni. Il 5 agosto 1944 avverte il parroco di Campigo di Castelfranco, don Carlo Davanzo, che tedeschi e fascisti stanno per raggiungere la sua canonica dove sono nascosti 7 militari inglesi. Il parroco fu arrestato ma i prigionieri non vennero trovati. Ai primi di settembre 1944 informò i comandanti Gino Sartor e Primo Visentin “Masaccio” del piano di rastrellamento del Grappa e il 15 ottobre consegnò al Comando partigiano fogli di interesse militare che era riuscita a copiare dal comando tedesco di Godego, come documenta nel suo diario-giornale di brigata Enzo Rizzo.
Ai primi di novembre sventò l’arresto del comandante Gino Sartor e di altri partigiani avvertendoli in tempo dell’arrivo in massa dei fascisti a Resana, sede del Comando.
Grazie alle informazioni raccolte da Liliana dai discorsi del Maggiore Meyer del Comando ferroviario tedesco distaccato a Villa Caprera, i partigiani organizzarono un servizio rapido di deragliamento dei treni sulla linea di Castelfranco, punto obbligato di passaggio di tutto il traffico dal fronte dell'Appennino verso l'Austria, la Jugoslavia e il Brennero.
Per sua iniziativa presso il Comando SS di Treviso venne liberato l’avv. Domenico Sartor, arrestato nel febbraio del 1945.
Il 28 e il 29 aprile 1945 partecipava a Villa Bolasco, in qualità di interprete, alle trattative della resa dei tedeschi, a fianco di Gino Sartor, comandante della Brigata Cesare Battisti, e della staffetta Tina Anselmi. Il 4 maggio appare in prima fila, a fianco di Tina Anselmi, tra i comandanti partigiani e il comandante delle forse alleate, nel grande raduno della Liberazione in Piazza Giorgione a Castelfranco.
Dopo la Liberazione è incaricata di coadiuvare, con la funzione di interprete, il maggiore dell’esercito inglese Walter Jones nell'assegnazione di contributi da parte della Corona alle famiglie che hanno aiutato i soldati inglesi prigionieri. Liliana e Walter si sposano a Gorizia sede del distaccamento del marito, per poi stabilirsi in Cile dove i Jones possiedono ingenti proprietà.
Muore l’8 maggio 1955.
Testimonianze di Tina Anselmi e Marcella Dallan in Tra la città di Dio e la città dell'uomo (a cura di L.Bellina e MT Sega, Istresco-Iveser, 2005)
Testimonianza della figlia Vivien Saporetti Jones, console onoraria del Cile, raccolta da L.Bellina a Torino il 26.6.2015
Gianfranco Corletto, Masaccio e la resistenza tra il Brenta e il Piave, Grafica veneta 1965 (2015).
Teresa Giacobino, Sta bona Tecla!, Giacobino editore, 1978
Giuliano Ramazzina, La Resistenza castellana negli scritti di Enzo Rizzo, Istresco, 1995.
Benito Gramola, Sandro e i patrioti della Castellana. Una Resistenza veneta di pianura, ANPI Castelfranco Veneto 2008.
Rita Caberlin, La primavera delle ragazze, Andersen, Novara 2017.