Fortezza Albornoz

rocca nel comune italiano di Orvieto (TR)


Giardino pubblico racchiuso all'interno delle mura di una rocca edificata nel '300, con vista valle e colline. Indirizzo: Via Postierla, 301, 05018 Orvieto TR Orari: Aperto 24 ore su 24 Provincia: Provincia di Terni

Albornoz

Informazioni utili

Dal 1 maggio al 30 settembre: 8:00 – 19:30 Dal 1 ottobre al 30 aprile : 8:00 – 16:30 Ingresso gratuito


Rocca di Albornoz di Orvieto La Rocca o Fortezza Albornoz, cui si può accedere da Piazza Cahen, ospita oggi i principali giardini pubblici di Orvieto. Anche se la rocca si è conservata solo in parte, vi si possono ancora ammirare la bella torre e parte del perimetro murario, da cui è visibile un bellissimo panorama con la vallata del fiume Paglia. All’interno della rocca, inoltre, sono presenti alcune opere bronzee dello scultore statunitense Jack Zajac e si trova anche la casa natale del compianto giornalista Luigi Barzini.


Storia. Il progetto della rocca, edificata in un punto strategico di Orvieto, sul limite orientale della rupe su cui si estende la cittadina, nei pressi di Porta Postierla (o Soliana), fu affidato all’architetto militare Ugolino di Montemarte, la cui nobile famiglia aveva dei possedimenti nella zona, e rientra nell’opera di riordino e riorganizzazione del potere papale in Italia centrale ad opera del Cardinale Egidio Albornoz, che provvide a far erigere nelle città ricondotte sotto il giogo del Pontefice una serie di fortificazioni, che assolvevano a una duplice funzione, strategico-militare e simbolica. La fortificazione originale, che risale al 1364, era costituita da un quadrilatero di cinta muraria circondata da un ampio fossato e con ponti levatoi. Oggi ne resta solo una parte, con la torre che sovrasta Porta Soliana (poi anche detta “Porta Rocca”). La costruzione della rocca si situa nell’ottava e ultima fase dell’urbanistica medievale orvietana, in seguito all’avvento del Cardinale Albornoz, che restaurò sulla città il potere pontificio, il cui segno tangibile fu proprio la realizzazione della fortezza. Essendo ormai tutti gli edifici pubblici semiabbandonati, la rocca fu, insieme al duomo (che era in lenta costruzione), uno dei due poli urbani di Orvieto. Sulle macerie del quartiere popolare di San Martino, raso al suolo in buona parte per motivi militari di sicurezza, fu avviata così la costruzione della fortezza, la cui proposta, secondo i modi albornoziani, era stata in realtà presentata formalmente dal Comune stesso, dopo la “libera annessione” di quest’ultimo allo Stato pontificio. Come infatti scrive un cronista, “il legato mandò et volse che in Orvieto si facesse un chassaro, cioè una roccha fortissima; et mandò commandando che si facesse alle spese del Chommuno di Orvieto. Et così si deliberò, che si facesse la roccha appresso porta Pusterla la dove stava la chiesa di Sancto Martino. Et comenzossi la detta roccha a fare et a edificare a dì venticinque del mese di settembre mille et trecento sessanta quattro con grandissima sollicitudine et con grande spendio del Communo di Orvieto”. ià nel 1389 subì una prima distruzione Intervenne il papa Bonifacio IX per riportare la pace. Nel 1413 Francesco I Orsini fece rafforzare il sistema difensivo della rocca ma, appena un anno dopo, le nuove fortificazioni non riusciranno a respingere gli assalti di Ladislao D'Angiò. Ridotta in cattive condizioni, nel 1450 la fortezza fu ricostruita con il definitivo assoggettamento di Orvieto al potere papale.

Dopo essere stato distrutto già nel 1390, in un periodo di lotte interne cittadine, da parte di Luca I Monaldeschi della Cervara che era in lotta con i Monaldeschi del Cane, il sistema difensivo della Fortezza fu nuovamente rafforzato nel 1413 da Francesco I Orsini per poi cadere nuovamente l’anno successivo sotto gliassalti di Ladislao D’Angiò. Ridotta in pessime condizioni, la rocca fu poi ricostruita quando la città fu definitivamente assoggettata allo Stato Pontificio, da Antonio da Carpi sul vecchio perimetro, con l’aggiunta di un torrione circolare o ribellino a protezione della porta, e terminata nel 1450 sotto la supervisione di Bernardo Rossellino. Nel 1527, quando si rifugiò a Orvieto dopo il Sacco di Roma, il papa Clemente VII fece costruire nei suoi pressi, commissionandolo ad Antonio da Sangallo il Giovane, che era già responsabile delle fortificazioni della rocca, un pozzo (detto quindi “Pozzo della Rocca” e in seguito “Pozzo di San Patrizio”), a servizio della costruzione e per l’approvvigionamento idrico della città. La rocca venne terminata sotto i pontefici Paolo II e Urbano VIII (1620), per poi essere nuovamente restaurata da Alessandro VII, come mostrato dalle loro armi sulla porta d'ingresso e dalla seguente iscrizione: ALEXANDER VII. PONT. MAX. MARIUS CHISIUS S. R. E.CAP. GENERALIS ARCE VETUSTATE COLLABENTE REFECIT ODOARDO CYBO GUBERNATORE REPARATAE SECURITATIS MONUM.POS. URBEVETANA CIVITAS ANNO SAL. MDCLVIII SCIP. MANCINO CONF ET IO PAUL AUGERIO CONS

Nell’Ottocento, la rocca perse la funzione difensiva originaria per diventare un luogo destinato al pubblico: nel 1841, infatti, Francesco Ricchi la prese in enfiteusi per trent’anni e, oltre ad abbellirla con un giardino all’italiana, vi costruì un anfiteatro composto da palchi e gradinate, da cui si poteva assistere a corse equestri o manifestazioni pubbliche. Terminato il periodo d’affitto, nel 1871 l’anfiteatro passò sotto il controllo del Comune, che continuò a ospitarvi delle manifestazioni pubbliche. Il 19 giugno 1882, vi ebbe luogo, ad esempio, una cerimonia funebre in onore di Giuseppe Garibaldi, che era morto pochi giorni prima. Fu posta nel mezzo dell’arena una statua del generale scolpita da Adolfo Cozza e di cui non si ha più traccia, se non in alcune vecchie fotografie. Anche se l’anfiteatro è ormai stato demolito da decenni perché in cattivo stato di conservazione e i fossati della rocca sono stati riempiti per i lavori della funicolare (fin dal 1888), l’area continua però a ospitare i giardini comunali. Nel 1888, i fossati della rocca furono riempiti per i lavori della funicolare ad acqua, che collega Orvieto allo scalo sottostante.


1. Pennacchi, Cenni storici e Guida di Orvieto, Orvieto 1873 2. Perali, Orvieto, Note storiche di topografia e d’arte dalle origini al 1800, Orvieto 1919 3. Satolli, Orvieto ,Nuova guida illustrata, Città di Castello 1999. 4. Benocci, G. M. Della Fina, C. Fratini (a cura di), Storia di Orvieto III. Quattrocento e Cinquento, Orvieto, 2010. 5. Fumi 6. Waley 7. Orvieto La città medioevale ISAO