Addio al re

film del 1989 diretto da John Milius

Addio al Re, il cui titolo originale è Farewell to the King, è un film drammatico del 1989, girato da John Milius per la Orion Pictures.

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Durata118'
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«La patria di un uomo che può scegliere è là dove arrivano le nubi più vaste»

Ambientato alla fine della Seconda guerra mondiale, racconta della lotta che gli indigeni capeggiati da un eccentrico americano e armati dagli Alleati ingaggiarono contro le truppe giapponesi di stanza sull'isola di Borneo. La storia di Learoid, che presenta una stretta anologia con L'uomo che volle farsi re di Kipling (già portato sullo schermo da John Huston)è quella di un uomo libero, che cerca di manterersi al di fuori di avvenimenti più grandi di lui e a cui non potrà sfuggire nemmeno in quell'angolo remoto del mondo.


Trama

Template:Trama La voce fuori campo di un uomo narra una storia accaduta oramai tanto tempo fa, che è giunta l'ora di poter raccontare perché oramai il vento ha spazzato il fetore dei cadaveri. Parla della missione segreta che venne organizzata sul Borneo dai servizi segreti inglesi, per prendere contatto con gli indigeni e aizzarli alla rivolta contro i soldati giapponesi, in previsione di una prossima invasione dal mare degli Alleati.

Lui è il capitano Fairbourne, e ha un aiutante, il sergente Tenga, un kikuyo dei Fucilieri Reali. Atterrati ruvidamente in mezzo alla foresta, si imbattono subito in uno strano indigeno che parla l'inglese, Gway. Egli si dichiara addirittura un Comanche. Li porta al suo villaggio, ma durante la pausa notturna si ritrovano legati dagli indigeni e vengono portati, appesi ad un palo, al cospetto del loro Re. Con sorpresa notano che si tratta di un bianco, con una leonina capigliatura bionda e lo sguardo di ghiaccio. Lui li guarda con disprezzo e non pare volere dare loro ascolto. Dopo un giorno, li convoca e comincia a raccontare la sua storia. Lui scappò dalle Filippine assieme ad altri disertori, ma non ci consideravamo tali dopo che il generale Mc Arthur era fuggito. Arrivarono su di una spiaggia, ma le onde travolsero la loro misera barca e uno di loro morì prima di arrivare sulla spiaggia. Learoyd avvertì inutilmente i suoi compagni che alle case del villaggio c'erano i giapponesi, loro non lo ascoltarono e vennero catturati. Learoyd vide terrorizzato i suoi commilitoni costretti a scavare le loro stesse fosse dai soldati nipponici, prima di venire sommariamente fucilati.

Learoyd cercò di nascondersi alla caccia mortale dei soldati giapponesi. Aveva una pistola e si imbatté nel Colonnello, un misterioso ufficiale giapponese su di un cavallo bianco. Era nella condizione di sparargli, ma non osò. Si inoltrò nella foresta, tanto densa che non poteva nemmeno respirare. Non riusciva a cacciare, e non aveva nessuna risorsa. Alla fine, 'qualcuno trovò lui'. Era la tribù delle lunghe capanne, che abitava sulle rive di un vicino fiume in enormi case di legno. Erano di religione animista e cacciatori di teste. Learoyd rischiava di morire. Lyam il magnifico voleva venderne la testa per calmare i giapponesi, che rendevano la vita difficile agli indigeni delle terre interne, controllando le coste e quindi gli scambi del sale.

Ma le donne non volevano. Lui aveva gli occhi azzurri, che loro associavano con il mare, ovvero con il sale. E il sale, per il loro popolo era 'tutto'. Il tatuaggio di un dragone, che Learoyd si fece fare una sera che si era ubriacato, aiutò a sua volta a considerarlo una creatura di valore. Ancora più importante, la sorella di Gway, Yu, si prese cura di Learoyd e lo aiutò a ristabilirsi, a curarsi, e a imparare la lingua locale. Una sera Lyam il magnifico venne pubblicamente contraddetto da Learoyd e si decise di risolvere la questione con un duello. Learoyd vinse dopo un accanito combattimento. Lo zio di Gway morì poco tempo dopo, e nella grande adunata pubblica che ne seguì lui ne approfittò per fare un grande discorso. La popolazione acclamò Learoyd come il nuovo Re. In poco tempo era così riuscito a passare da merce di scambio con i giapponesi a Re del popolo del fiume.

Fairbourne non rinuncia alla sua missione, quella di convincere gli indigeni ad attaccare i giapponesi. Comunica con la radio ai suoi superiori descrivendogli del Re, ma ha trasmesso per troppo tempo e i giapponesi se ne accorgono. Il giorno dopo bombardano il villaggio, non facendo molto danno, ma allarmando Learoyd, a cui Fairburne cerca di far ammettere l'impossibilità di sfuggire alla Storia ma il re gli risponde infuriato: Il mondo è così pieno di merda che prima o poi finisci per pestarla, e questo lei la chiama Storia? Alla fine ammette che ha bisogno di allearsi con gli inglesi per potere resistere alla guerra che presto si sarebbe scatenata, ma con qualche condizione. Vuole 'fucili' per non farsi togliere la libertà, 'e granate e bombe' così non gli toglieranno i fucili. Arrivano armi e altri soldati delle truppe speciali, stavolta americani per istruire i 'selvaggi' all'uso delle armi moderne.

Durante una delle missioni Fairbourne viene quasi catturato dai giapponesi e solo il coraggio di Learoyd lo salva dalla cattura. Nel mentre lui era preda di febbre alta, venne iniziato lo sbarco alleato sulle coste. Fairbourne viene rimpatriato momentaneamente per curarsi dalla debolezza che gli viene data dalla malaria. Cerca anche di procurarsi il trattato che metta nero su bianco che gli Alleati non interferiranno con l'indipendenza del suo piccolo regno.

Tornato al suo quartier generale viene redarguito di non restare troppo affascinato da Laroyd e il suo regno. Tra i complimenti per la missione viene avvertito dal suo superiore, Ferguson (James Fox), che se non vuole restare tagliato fuori dagli altri, prima o poi sarà costretto a tradire la fiducia del popolo e del Re a cui ha dedicato molte parole entusiaste.

I due vanno addirittura da Mc Arthur che firma in qualità di comandante in capo l'accordo con il popolo di Learoyd. Mc Arthur si dimostra ironico ma apparentemente disponibile, e dice la Storia è fatta da uomini fuori dell'ordinario. Qualcuno di loro diventa re, mentre la maggior parte lascia la stessa traccia di una pietra lanciata nel mare. Ferguson frena l'entusiasmo per l'accordo sottoscritto da Fairbourne prevedendo che non sarebbe tale accordo non sarebbe mai stato rispettato. Tornano a Borneo ora che la fine della guerra si approssima (Hitler si è già suicidato) e trovano al villaggio i profughi della rivolta che i giapponesi hanno represso nel sangue. Learoyd è contento del trattato. Fairbourne lo avverte che è solo un trattato di carta, ma il Re è entusiasta, perché lo ha fatto per lui, qualunque cosa succederà in futuro. Il giorno dopo lo porta a vedere una vallata in cui vivono delle tribà ancora più arcaiche, che non conoscono nemmeno il termine proprietà. E' la 'valle dei bambini', da cui si può controllare l'interno del Borneo, e che il Re vuole difendere minando la grotta che ne costituisce l'unico accesso.

Con i monsoni occidentali inizia la battaglia contro i giapponesi: L'agonia dei giapponesi era triste come una grande nave..gente che si trascinava nelle tenebre, nel fango, mangiando erbacce, mangiandosi tra di loro. Per me, per noi, quello fu il periodo più felice della nostra vita. Che Dio ci perdoni. La battaglia iniziò massacrando i reparti di giapponesi, già sbandati.