Caffè Defilla
Il Gran Caffè Defilla è un locale storico sito in corso Giuseppe Garibaldi 4 a Chiavari, nel Tigullio, nella città metropolitana di Genova. Fa parte dei Locali storici d'Italia.[1]
Gran Caffè Defilla | |
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Stato | ![]() |
Fondazione | 1914 a Chiavari |
Fondata da | Giuseppe Defilla |
Sede principale | Chiavari |
Settore | pubblico esercizio |
Storia
Nel 1914 Giuseppe Defilla acquistò dalla famiglia Sanguineti la loro osteria, che si trovava ben situata nel centro della città, con l'idea di trasformare il locale in un raffinato punto d'incontro. Il Defilla, ebbe subito molto successo e divenne il centro della vita mondana e culturale del Tigullio, in anni in cui il Levante ligure attirava frequentatori illustri. All'epoca era il maggior caffè della Liguria, dotato di ben quindici vetrine, e posto di fronte al Teatro Cantero, che ha anch'esso un'illustre storia di mondanità e di cultura.[2]
La famiglia Defilla trasformò il locale in una vera e propria istituzione della città. Durante la seconda guerra mondiale per sottolineare la "neutralità" del locale giocarono con la loro origine elvetica, dipingendo sulla saracinesca la bandiera della Svizzera.[3]
Tra i suoi frequentatori si ricordano molte note figure del mondo dello spettacolo come Rita Hayworth, Alberto Sordi, Totò e il ligure Gino Paoli. Tra i politici, i presidenti della Repubblica Antonio Segni e Sandro Pertini e il Senatore a vita Giulio Andreotti.
Ancora oggi considerato il più grande caffè ligure, il Defilla ha aggiunto un'enoteca ristorante considerata fra le più fornite della regione.[4]
Note
- ^ Gran Caffè Defilla, su localistorici.it. URL consultato il 22 novembre 2021.
- ^ I primi cent'anni di «Defilla», salotto di intellettuali e artisti, su ilgiornale.it. URL consultato il 22 novembre 2021.
- ^ Gran Caffè Defilla, su spaziohoreca.it. URL consultato il 22 novembre 2021.
- ^ Enoteca del Gran Caffè Defilla, Chiavari, su enoplane.com. URL consultato il 22 novembre 2021.
Bibliografia
- Defilla, il "salotto buono" del Tigullio, su Piazza Levante, 19 marzo 2018. URL consultato il 18 ottobre 2020.