Ebrei
Un ebreo è una persona di religione ebraica.
La parola (al plurale ebrei) deriva dall'ebraico עברי, ‘ivrî' (la radice semitica ‘-B-R esprime il concetto di "passaggio").
Più esattamente gli ebrei erano coloro che abitavano "ever a Jarden", "al di là del Giordano"
Dunque una popolazione di ceppo semitico che aveva scelto di risiedere al di là del fiume giordano. Ever ivrì ebrei.

gli ebrei sono stati il terzo che ha sempre perduto.»
Non avendo, gli ebrei, quasi mai fatto proselitismo (se non in poche occasioni storiche), l'ebraismo è considerato anche, se non soprattutto, un carattere culturale ereditario. Per cui ebreo è anche un termine usato per definire un popolo, non solo "popolo" in senso spirituale, come può essere considerato per persone di etnie diverse ma di un'unica religione, ma anche "popolo" come gruppo parentale.
In genere, nell'accezione comune moderna, si parla di "ebrei" in caso di
- persone di origine ebraica (non necessariamente matrilineare) che praticano la religione ebraica
- persone di origine non ebraica convertite al giudaismo
- ebrei che non praticano il giudaismo come religione, pur considerandosi ebrei in virtù della discendenza ebraica della propria famiglia e della loro identificazione col popolo ebraico dal punto di vista storico o culturale.
Nello Stato di Israele è in vigore la Legge del Ritorno, in forza della quale chiunque sia in grado di dimostrare la propria ebraicità ha diritto ipso facto alla cittadinanza israeliana. Ciò ha creato una vasta giurisprudenza, dalla quale si evince che viene considerato ebreo il figlio di madre ebrea o chi abbia compiuto una conversione all'ebraismo. Vi sono comunque integrazioni e distinguo.
Ebrei, giudei, israeliani, israeliti
Gli appartenenti alla religione ebraica costituiscono il Popolo di Israele, dal nome assegnato al patriarca Giacobbe, dall'ebraico ישראל, Israel, ministro di Dio, o uomo che vide Dio. Gli ebrei vengono anche chiamati Giudei, (dall'ebraico יהודי yehudi, pl. יהודים yehudim) perché appartenenti alla tribù di Giuda, l'unica (assieme alla tribù di Levi) sopravvissuta delle dodici tribù di Israele.
Per tale implicazione ebraismo e giudaismo sono stati utilizzati come sinonimi, sebbene non lo siano precisamente; in altre lingue si usa la parola corrispondente ad ebraico (inglese Hebrew, francese hébreu, tedesco Hebräisch) per indicare soltanto la lingua (nonché gli ebrei dell'antichità, nell'epoca pre-esilica) e la parola corrispondente a giudaico (Jewish, juif, jüdisch) per indicare la cultura, la religione, il popolo.
Storia
In conseguenza all'invasione dei Popoli del Mare, il dominio egizio rientrò nei suoi tradizionali confini africani, lasciando quindi la fascia territoriale siro-palestinese al di fuori del suo controllo. Nella regione, designata col nome di Canaan, era presente, fin dal IIImillennio a.C., una fiorente cultura urbana collegata alle rotte commerciali tra Anatolia, Mesopotamia ed Egitto. Una piccola parte di questa regione, la Palestina, fu oggetto di profonde trasformazioni, destinate ad avere un grandissimo peso nella storia dell' umanità. In Palestina s' insediarono alcuni gruppi appartenenti ai Popoli del Mare. Il più importante fu quello dei Filistei, probabilmente originari dell' odierna Albania, che si stabilirono in cinque città dislocate lungo la costa meridionale: Gaza, Ascalona, Ashdod, Gat, Akkaron, oltre che nelle vallate limitrofe. Da un punto di vista culturale, i Filistei furono assorbiti dalle popolazioni cananee preesistenti. Essi mantennero però una loro autonomia politica e diedero alla regione il nome con cui ancora oggi la chiamiamo: Palestina è appunto la "terra dei Filistei"(Pheleshet). Intanto, le zone più interne della Palestina erano attraversate da confusi movimenti di gruppi nomadi di lingua semitica, la cui presenza è documentata, fin dall' inizio del IImillennio a.C.. nella vasta area che si estende dalle steppe a est dell' Eufrate fino ai confini dell' Egitto. Tra questi gruppi figurano le tribù che nella Bibbia vengono collegate ai nomi dei patriarchi, ritenuti gli antenati degli ebrei: Abramo, suo figlio Isacco e il figlio di quest' ultimo, Giacobbe. Alcuni di questi gruppi, giunti nelle zone meridionale della Palestina, più aride e meno ospitali, si spinsero quindi, come tante altre genti nomadi che nei millenni le avevano precedute, verso il Delta egiziano.
Origini
La prima apparizione del termine "ebreo" o di una parola assonante, risale agli archivi egizi: i khabiri era un popolo nomade del territorio a ovest del Giordano, una regione alla quale tali documenti si riferiscono come R-t-n-u (pronuncia Rechenu).
La Bibbia racconta che l'eroe eponimo degli ebrei fu Eber, che abitava il territorio della Mesopotamia. Il padre spirituale invece fu Abramo, un arameo errante, cui JHWH chiese di spostarsi da Ur dei Caldei a Nord, verso Harran, per poi scendere fino in Palestina, la terra promessa.
Nipote di Abramo fu Giacobbe, ribattezzato "Israele" dopo la lotta con l'angelo. Giacobbe impersonifica quindi tutti gli ebrei, del quale è progenitore.
Dodici tribù
I caratteri dell'attuale popolo e religione ebraici si delineano nel periodo post-esodo, definito delle dodici tribù di Israele, nominate dai figli di Giacobbe. Questo periodo si conclude con la comparsa dei Giudici, la prima forma di potere centrale nel popolo ebraico, che dimostra quindi una coesione nazionale. Il popolo si è ormai radicato nella attuale Palestina.
Il regno
Nel X sec. a.C. queste compagini tribali si riuniscono a formare un Regno, con capitale Sion, poiché Sion è il monte dove risiede JHWH. Il re Davide ribattezza Sion come Gerusalemme, cioè città della pace, poiché JHWH è un dio di pace. E qui Salomone costruisce il Tempio: uno solo, a sottolineare si l'unicità di JHWH, sia la coesione del popolo ebraico. Tuttavia dopo Salomone il regno si dividue in due, a Sud il Regno di Giuda, cioè costituito dalla sola tribù di Giuda (e dalla tribù di Levi, però senza terra) ed a Nord il Regno di Israele, costituito dalle altre tribù. Nel 722 a.C. il regno di Israele, settentrionale, viene invaso dagli Assiri e distrutto. Le tribù appartenenti a questo stato, che ormai professavano un culto sincretico tra ebraismo e le religioni cananee, vengono disperse.
Diaspora
Nel 607 a.C. parzialmente e nel 587 a.C. in maniera definitiva, i babilonesi invadono Giuda, distruggono il Tempio di Gerusalemme, l'intera città e deportano i notabili: è questo l'inizio della diaspora ebraica. Gli abitanti poveri continuano a risiedere dove abitavano prima della conquista babilonese. Da Babilonia molti ebrei tornano a Gerusalemme nel 530 a.C. grazie a Ciro II di Persia. Il Tempio (sempre unico) sarà quindi ricostruito. Nel 70 tuttavia una nuova e definitiva diaspora segue la distruzione di Gerusalemme e del Tempio da parte delle truppe di Tito
Le correnti dell'ebraismo
Con il tempo si sono distinti diversi gruppi di ebrei, in base alla loro residenza ed alle abitudini che tale residenza generava.
- In Germania abbiamo gli ashkenazi (da Ashkenaz, ebraico per Germania).
- In Spagna i sefarditi, (da Sefarad, ebraico per Spagna). Nel 1492 vengono espulsi dalla neonata monarchia iberica. Gli ebrei sefarditi quindi migrano in Italia e nei balcani, nonché in tutto il bacino del Mar Mediterraneo.
- In medio orientei mizrahi (da misrach, ebraico per oriente), soprattutto in Mesopotamia e Persia.
Un'ottima (e autoironica) panoramica delle diverse realtà ebraiche esistenti prima della Shoah è stata scritta da Joseph Roth nel suo Ebrei erranti (Berlino 1927 ISBN 88-459-0608-6)
Sionismo e Stato d'Israele
Fino al 1948, anno della costituzione dello stato di Israele, gli ebrei, ufficialmente, non torneranno alla loro Terra promessa.
Il senso del ritorno, in tutte le epoche, viene rappresentato, in letteratura, come un ritorno al monte di Sion, la collina dove sorse il nucleo più antico di Gerusalemme, e Sion è il centro attorno a cui gira la fede, il culto e tutto il mondo ebraico, poiché Sion è il monte di JHWH, la sua casa.
E sionismo è il nome scelto da (o affibbiato a) quella corrente di pensiero sorta nella seconda metà dell'800 che voleva risolvere il "caso ebraico" con il ritorno di tutti gli ebrei a Eretz Yisrael, e quindi con l'istituzione di un novello Stato d'Israele con Gerusalemme per capitale.
Con più detrattori che accoliti alla sua nascita, dopo la Shoah ha assunto maggior valore agli occhi dei correligionari. E così ad ogni rinnovato attacco arabo.
Lingua ebraica
Nella diaspora gli ebrei cessarono di parlare la lingua ebraica, conservandone l'uso solo per i rituali religiosi. Il popolo ebreo quindi utilizzò lingue franche di volta in volta diffuse nel loro territorio, aramaico, greco, latino.
L'ebraico però sussistette nella parlata volgare, mescolandosi alle lingue e ai dialetti dei popoli presso i quali gli ebrei risiedevano.
- Verso il 1400-1500 gli ebrei dell'Europa centrorientale svilupparono l'yiddish, una lingua con ampie acquisizioni lessicali tedesche ma scritta con l'alfabeto ebraico.
- Nell'Africa del nord tra i sefarditi si sviluppò invece il Ladino, una lingua ricca di lessemi spagnoli e arabi.
- In Italia si sviluppò, a Roma ma anche nelle comunità toscane (e in particolare a Livorno), il bagitto, molto simile ad un dialetto italiano.
Alla fine dell'800 il linguista lituano Eliezer ben Yehouda lavorò per rendere l'ebraico una lingua parlata di uso corrente. La costituzione dello stato d'Israele permise il raggiungimento di questo obiettivo.
Accezioni particolari del termine "ebreo"
Le leggi degli stati nei quali gli ebrei si trovavano sono sempre state abbastanza restrittive nei confronti delle minoranze in generale e nei confronti della minoranza ebraica nello specifico.
In Europa, in particolare, all'ebreo era vietato svolgere numerosi mestieri, per cui la forza reddituale doveva essere incanalata in professioni definite dalla necessità: per esempio il cristianesimo, fino al Rinascimento, vietava ai propri fedeli il prestito ad interesse, per questioni religiose. Per tale motivo agli ebrei era consentita l'attività di usuraio, perché non erano sottoposti a tale impedimento.
Per questo motivo, col passare del tempo il termine "ebreo" divenne sinonimo di "usuraio", in senso palesemente dispregiativo.
Oggi
Nazione | Ebrei |
---|---|
Stati Uniti | 5.671.000 (stima) |
Israele | 5.200.000 (stima) |
Europa | Meno di due milioni (stima) |
• Francia | 600.000 (stima) |
• Regno unito | 267.000 (censimento del 2001) |
• Germania | 100.000 (stima 2004) o 60.000 (stima) |
• Italia | 45.000 (stima) |
• Ex URSS | 400.000 (stima) |
Canada | 371.000 (stima) |
Argentina | 250.000 (stima) |
Brasile | 130.000 (stima) |
Australia | 100.000 (stima) |
Sudafrica | 106.000 (stima) |
Messico | 40.700 (stima) |
Asia (escluso Israele) | 50.000 (stima) |
Totale | 13.900.000 (stima) |
I matrimoni misti tra ebrei e non-ebrei sono in continuo aumento, come i casi di abbandono del proprio retaggio culturale; vi è anche, in misura minore, un certo interesse di non ebrei per l'ebraismo, con alcune conversioni - anche se il proselitismo non è nel costume ebraico.
Voci correlate
- Cum nimis absurdum Bolla di Paolo IV, con la quale il 12 luglio 1555 istituì il primo ghetto ebraico a Roma
- Religione ebraica
- Antisemitismo
- Olocausto
- Dodici tribù d'Israele
- Sionismo
- Giudaismo
- Lingua ebraica
Collegamenti esterni
Siti istituzionali: In rete si trovano centinaia di siti sull'ebraismo che possono anche essere inattendibili, per completezza qui vengono riportati quelli istituzionali nazionali in ordine alfabetico:
- Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo
- Ebraismo Lubavitch in Italia
- Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea
- Ebraismo in rete - Newsgroup it.cultura.ebraica
- Ebraismo Liberale in Italia
- Associazione Maccabi Italia
- Unione delle Comunità ebraiche italiane
- Unione Giovani Ebrei d'Italia
- Casa editrice La Giuntina