Colonne d'Ercole
Le Colonne d'Ercole nella letteratura greca classica stavano ad indicare il limite estremo del mondo conosciuto, e oltre che un concetto geografico esprimevano un concetto filosofico di limite della conoscenza, confine da superare per il progresso scientifico. È quindi verosimile che nel tempo la loro reale collocazione geografica sia stata spostata col progredire delle esplorazioni o conquiste militari.

Secondo una delle interpretazioni più recenti ed accreditate [senza fonte] nel mondo scientifico internazionale, dovuta al giornalista Sergio Frau, le Colonne d'Ercole erano originariamente individuate come due isole nello stretto di Sicilia, e solo nel terzo secolo A.C. il grande geografo Eratostene, in seguito alle campagne di Alessandro Magno nell'attuale Afganistan che espandevano a oriente il mondo conosciuto, avrebbe spostato il confine occidentale del mondo greco al fine di preservare la centralità della Grecia, identificando le Colonne d'Ercole con lo stretto di Gibilterra.
Questa teoria è oggetto di accesa controversia nel mondo scientifico [1].
Legato al problema della collocazione delle Colonne d'Ercole è quello della collocazione di Atlantide, il mitico continente ricco di argento e di metalli, situato, secondo i racconti di Platone, oltre le colonne. La teoria di Frau porterebbe alla logica identificazione di Atlantide con l'isola di Sardegna che rappresenta il più ricco distretto minerario del mediterraneo e all'altrettanto logica collocazione della mitica città di Tartesso sempre in Sardegna: a Nora (Pula - Cagliari) dove è stata ritrovata la Stele di Nora che riporta la più antica epigrafe su Tartesso mai ritrovata.
L'immagine delle colonne d'Ercole è legata all'origine del simbolo del dollaro: "$" [senza fonte].
Anche Dante Alighieri nella sua Divina Commedia cita le Colonne d'Ercole: nell'Inferno, Ulisse racconta a Dante di averle oltrepassate, ma che poi una tempesta distrusse le navi (date le dimensioni non adatte alla navigazione in Atlantico); inoltre, il monte del Purgatorio – la montagna che Ulisse vede prima di venir ucciso dall'onda – è collocato oltre le Colonne d'Ercole, al capo opposto del punto dove si trova Gerusalemme,
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