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Il macramè è un merletto creato secondo un'antica tecnica marinara con filati intrecciati e annodati tra loro, senza l'ausilio di aghi o uncini.

Macramè: illustrazione dalla Bibliotèque DMC -14 - Le Macramé

Precedentemente «caduto nell'oblio più totale, solo da qualche anno questo tipo di lavorazione è ricomparso come novità conquistando rapidamente un posto importante tra i lavori femminili, grazie alla varietà di motivi che permette di eseguire e alla robustezza delle opere realizzate»[1].

I motivi che compongono il merletto nascono infatti da una sapiente disposizione di nodi e avvolgimenti.

A seconda del diametro della corda impiegata, il prodotto della lavorazione è destinato ai più diversi utilizzi, dall'abbigliamento alla tappezzeria.

Per eseguire al meglio il macramè, è utile disporre i fili su un piano di lavoro dotato di imbottitura su cui poter appuntarli. Tra gli attrezzi per eseguire il macramè sono utili: gli spilli, gli uncinetti, le forbici e dei pettini per separare i nodi. I filati utilizzati nella lavorazione possono essere di diverso tipo: di cotone, lana, fibra sintetica o altri materiali, lo spessore del filo determina la tramatura del lavoro. La lavorazione è molto semplice e non necessita di grandi abilità manuali.È sconsigliato farlo praticare a minori di 5 anni poiché è importante non ingerire il prodotto.[2]

Origine

 
Macramè: albero di Natale su portanodi, realizzato con corda 4mm

Il termine deriva dalla lingua araba mahramatun (fazzoletto) o da migramah (frangia per guarnizione), da cui vengono anche i termini turchi-ottomani mahrama e makrama (asciugamano o fazzoletto per il capo ricamato[3] che, come molte altre parole mediorientali, è entrato a far parte della lingua ligure importata dai marinai che dalle colonie oltremarine approdavano al porto di Genova o in qualche altro scalo della Liguria.

"[...] Questa parola inoltre veniva usata spesso nel passato per indicare quelle belle frange decorative che si applicavano agli asciugamani di lino che facevano parte in genere del corredo e venivano usati per asciugare il viso."[4]

Questo merletto ha dato il nome al campo scout internazionale Macramé 2004 (con l'accento invertito) svoltosi in occasione di Genova capitale europea della cultura nel 2004[5].

Nodi

Vi sono vari nodi per fare il macramè:

  • nodo semplice o singolo; si annodano due fili e si fermano creando il collo dal quale passa l'estremità dell'altro filo, tirando i due lembi si crea un nodo.[6]
  • nodo piatto, con tutte le varianti, doppio mezzo nodo; c'è l'incastro di due fili posizionati in parallelo che si compenetrano. Usato principalmente per i braccialetti. [6]
  • nodo giuseppina
  • nodo cordoncino
  • noccioline

Motivi

  • nexma
  • jasmine
  • warda

Note

  1. ^ Therèse de Dillmont (1846 - 1890), in "Bibliotèque DMC -14 - Le Macramé" e in "Éncyclopédie des ouvrages des dames"
  2. ^ Tiziana Loprete, Mini guida all'antica arte del macramè, su Lavorincasa.it, 27 maggio 2020. URL consultato il 9 gennaio 2021.
  3. ^ Storia del macramé
  4. ^ Cos'è il macramè - Il Bricolage - Scopriamo insieme cos'è il macramè, su www.casapratica.it. URL consultato il 9 gennaio 2021.
  5. ^ Luciana Brentegani, Macramè - Intreccio di fili, intreccio di culture (PDF) [collegamento interrotto], in Proposta Educativa, n. 7/2004, ottobre 2004, pp. 36-37. URL consultato il 25 aprile 2009.
  6. ^ a b admin, Cos’è il macramé? Cosa prevede questa tecnica?, su Notizie e informazioni - Steb.it, 11 luglio 2019. URL consultato il 9 gennaio 2021.

Bibliografia

  • M. Daniela Lunghi e Loredana Pessa, Macramè – L'arte del pizzo a nodi nei paesi mediterranei, Sagep Editrice, Genova, 1996
  • Rosalba Nicoli, Marcella De Ferrari, un Macramè D.O.C., Erga edizioni, Genova 2007

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