Repubbliche sorelle

repubbliche giacobine instaurate dalla Francia rivoluzionaria sul finire del XVIII secolo

Con l'espressione Repubbliche sorelle o Repubbliche giacobine si intendono i nuovi Stati, costituiti tra il 1797 e il 1799, nell'Europa centro-settentrionale e nella penisola italiana dopo l'occupazione militare francese, ispirati alle istituzioni e ai modelli della Francia rivoluzionaria[1].

In Europa

A seguito della vittoria delle armate rivoluzionarie nella battaglia di Fleurus contro le truppe della prima coalizione (giugno 1794) e del colpo di Stato del 9 Termidoro anno II (27 luglio 1794) che aveva rovesciato e ghigliottinato Robespierre, abbattuto il regime terroristico del Comitato di salute pubblica giacobino e portato all'instaurazione del Direttorio e dei Consigli (Costituzione dell'anno III: agosto 1795), la controffensiva militare francese aveva portato all'occupazione del Belgio asburgico (trasformato in dipartimento della Francia) e della Repubblica delle Province Unite che divenne, con il nome di Repubblica Batava, la prima delle Repubbliche "sorelle" della Francia, non contando il precedente della Repubblica di Magonza.

Il modello della "Repubblica sorella" venne esteso quindi alla Confederazione svizzera (trasformata in Repubblica Elvetica nel 1798) ed esportato nella penisola italiana in seguito ai vittoriosi esiti della campagna d'Italia condotta da Napoleone Bonaparte tra il 1796 e il 1797 e culminata nella stipulazione del trattato di Campoformio, con cui Napoleone cedette la Repubblica di Venezia all'Austria.[2][3]

Repubblica Durata Stato o territorio precedente Stato o territorio attuale Note
Bandiera Nome Istituzione Scioglimento
  Repubblica di Liegi 18 agosto 1789 12 gennaio 1791 Principato vescovile di Liegi
Repubblica Rauraciana 17 dicembre 1792 23 marzo 1793 Principato vescovile di Basilea Canton Giura
  Repubblica di Magonza 17 marzo 1793 22 luglio 1793 Elettorato di Magonza Parte di Renania-Palatinato e
Renania Settentrionale-Vestfalia
Repubblica di Buglione 24 aprile 1794 26 ottobre 1795 Ducato di Buglione Bouillon (Belgio)
  Repubblica Batava 19 gennaio 1795 8 giugno 1806 Repubblica delle Sette Province Unite Paesi Bassi
  Repubblica Cisrenana 28 agosto 1797 18 ottobre 1797 Renania Parte di Renania-Palatinato e
Renania Settentrionale-Vestfalia
  Repubblica Elvetica 28 marzo 1798 10 marzo 1803 Vecchia Confederazione
Repubblica delle Tre Leghe
Repubblica delle Sette Degagne
Svizzera
  Repubblica di Connacht 22 agosto 1798 23 settembre 1798 Regno di Irlanda Repubblica d'Irlanda
  Repubblica Rodanica 5 settembre 1802 13 dicembre 1810 Repubblica delle Sette Degagne
(Repubblica Elvetica)
Canton Vallese
  Repubblica di Danzica 9 settembre 1807 2 gennaio 1814 Prussia Occidentale Danzica

In Italia

A seguito delle unificazioni e delle guerre, sempre nel 1796, si formarono la Repubblica Cispadana e la Repubblica Transpadana che l'anno successivo si unirono nella Repubblica Cisalpina che comprendeva la Lombardia, l'Emilia e la Romagna ed aveva come capitale Milano. Nacque proprio in questo ambito la bandiera tricolore italiana che prendeva ad esempio il tricolore rivoluzionario francese adottando i colori verde bianco e rosso delle insegne dei volontari lombardi che si erano uniti all'esercito napoleonico). Rimase autonoma la Repubblica Piemontese (fino al 1799).

Nel 1798 Napoleone costituì la Repubblica Romana (febbraio 1798), nata dopo l'occupazione francese degli Stati della Chiesa. In essa confluirono la Repubblica Anconitana e la Repubblica Tiberina.

La Repubblica Napoletana vide la luce nel gennaio 1799, costituita dopo l'invasione francese del Regno di Napoli e decisa per “punire” re Ferdinando IV di Borbone che era accorso in aiuto di papa Pio VI.

In totale, con l'appoggio dei simpatizzanti italiani della rivoluzione (localmente chiamati "giacobini") sorsero infatti nella penisola, tra il 1796 e il 1799, diversi Stati repubblicani sul modello francese; i primi stati a formarsi furono:

Benché nate con la collaborazione dei simpatizzanti locali della rivoluzione, le nuove Repubbliche italiane erano prive di un reale consenso popolare, dipendevano politicamente dalla Francia (per esempio i membri del parlamento e del governo della Repubblica Cisalpina vennero nominati direttamente da Napoleone) e i loro territori erano soggetti a requisizioni forzate di terre e di risorse e ad una massiccia tassazione imposta dal Direttorio per risanare la difficile situazione economica della Francia.

In seguito agli insuccessi militari degli anni 1798 e 1799 contro gli eserciti della seconda coalizione (nell'aprile 1799 le truppe austro-russe del generale Suvorov entrarono a Milano, mentre le armate austriache prevalevano sul fronte del Reno), i francesi si ritirarono dall'Italia e le “Repubbliche sorelle” (divenute di fatto "stati satelliti" della Francia) crollarono l'una dopo l'altra. I giacobini italiani, che avevano collaborato con i francesi vennero duramente perseguitati dai regimi "restaurati": a Napoli, occupata dalle bande sanfediste e legittimiste al comando del cardinale Ruffo e quindi tornata sotto la sovranità dei Borbone, re Ferdinando IV e l'ammiraglio Horatio Nelson imposero per esempio la condanna a morte di più di cento intellettuali e politici napoletani (dal giurista Francesco Mario Pagano all'ammiraglio Francesco Caracciolo) che avevano appoggiato la Repubblica Partenopea. Solo la Repubblica Ligure non ebbe pesanti conseguenze.

Sistemati gli eserciti stranieri, Napoleone ritornò in Italia e la reazione francese non si fece attendere: l'esercito napoleonico, nel quale militavano anche patrioti italiani restaurò le repubbliche al nord: nasceva così nel 1800 la Repubblica Subalpina e nel 1802 la Repubblica Italiana, futuro Regno d'Italia napoleonico, che unì i territori delle repubbliche sorelle del nord Italia. Nel 1805 l'Impero francese si annesse la Repubblica Ligure e restaurò la sua sovranità (non più con repubbliche ma con regni) a Napoli, Roma e nel resto della penisola.

Note

  1. ^ Albert Sobul, La Rivoluzione francese, Newton, 1991, pp. 417-419.
  2. ^ (FR) Républiques sœurs, in Dictionnaire de l'Histoire de France, Éditions Larousse, 2005, p. 1078.
  3. ^ (EN) Paul D. Van Wie, Image, History, and Politics: The Coinage of Modern Europe, 1999, pp. 116-7. URL consultato il 24 giugno 2015.

Bibliografia

Voci correlate