Bianca Luisa Emilia Allier

nobildonna italiana

Baronessa Bianca Luisa Emilia Allier, in Camuccini (Avignone, 4 maggio 1789 – [[Rocchette in Sabina]], 31 ottobre 1854), è stata una nobildonna italiana.

Bianca Luisa Emilia Allier - ritratto del 1830

E' conosciuta in particolare per essere stata la seconda moglie del pittore incontrastato del neoclassicismo romano' Vincenzo Camuccini. Dopo la morte del marito avvenuta nel 1844, si è occupata dei suoi beni, ampliando e consolidando il patrimonio di famiglia, ma anche e sopratutto curando amorevolmente come una vera madre, in particolare uno dei due figli, Giovan Battista Camuccini, generato nella prima unione di Vincenzo con Maddalena Bracci Devoti (Teresa secondo il Falconieri [1] che morì giovanissima a soli venticinque anni).

Origini

Non ci sono riferimenti bibliografici che aiutano nella ricostruzione di notizie circa la provenienza e le origini della famiglia Allier. Un primo indizio ci porta in un paesino della Francia di neanche quattrocento anime che sorge negli Alti Pirenei nella regione dell'Occitania. Seguendo ancora il nome Allier ci spostiamo in terra di Aquitania, grande gloria di una letteratura antica (da qui provengono i famosi “lai” di Marie de France). In ogni caso ci si riferisce solo ad una indicazione geografica e toponomastica. Il che starebbe in ogni caso ad indicare che i nobili (o non nobili) Allier sarebbero legati a stretto filo alla loro terra di origine al punto da portarne il nome. Mentre l’Allier – da cui il nome del dipartimento attuale – centri di riferimento, Autun, Moulins e Vichy – è prima d’ogni altra cosa il fiume che l’attraversa, affluente della Loira.

E' possibile infine congetturare un’altra ipotesi ancora, attendibile. Premesso che gli Orsini hanno costituito per secoli una potentissima lobby legata al terreno dominio del Papato, con agganci e parentele in mezzo mondo, quindi anche in Francia, lo sposo di lei, fu quel Vincenzo Camuccini, pittore, che lavorò a lungo a Roma appunto e per il Papato. E che costui fu nominato barone nel 1830 “per meriti artistici”. Ora, il suo biografo (il già citato Carlo Falconieri) ricorda che “ricoprì anche incarichi importanti presso la Sede Apostolica e le Accademie romane, tra cui la presidenza della prestigiosa “Accademia di S.Luca”. E alla corte di Roma, il papa era Pio VIII, la componente diplomatica e aristocratica, fatta anche di semplici funzionari francesi, era folta e di casa. Senz’altro la più numerosa.

La Allier in questione verosimilmente poteva essere quindi rappresentante o di una famiglia di impiegati e di “travet” o al più di una piccola nobiltà di provincia. Un neo-barone non poteva ambire legittimamente a null'altro di più. Mentre altrove si legge pure che Bianca Emilia era nata proprio nella papalina Avignone, già sede del Papato in esilio in un poco glorioso passato.[2].

Biografia

 
Rocchette - Chiesa di San Sebastiano in piazza Maggiore

Oltre le congetture sull'origine del nome altro non sappiamo della vita di donna Bianca Luisa Emilia, prima del suo matrimonio avvenuto alla non giovanissima età di quarantadue anni con Vincenzo, celebrato nella città di Viterbo il 6 dicembre 1831. Vincenzo vedovo dalla prima unione matrimoniale e con un ulteriore recente gran lutto in cui aveva perso l'amatissimo fratello Pietro (anche lui pittore), stava attraversando un periodo veramente buio della sua esistenza con gravi ripercussioni anche sulla sua produzione artistica. Aveva un gran vuoto nel cuore e un estremo bisogno di un altro affetto, che fortunatamente riuscì a trovare nella sua nuova moglie francese: "egregia donna la quale seppe così bene tenere l'ordine e la cura della casa da poter egli nuovamente occuparsi dell'arte sua. E fu così amorosa e gioconda codesta unione, che egli la stimava qual cosa provvidenziale, caduta dal cielo per avere ancora un pochin di bene in questa vita" [3]. Sempre il Falconieri aggiunge la notizia che anche Bianca era una disegnatrice ( "Per vero Camuccini non poteva vivere che in un ambiente artistico"). Durante il matrimonio diede un raro esempio di amore e unione coniugale, ma quando poteva ritornava in Francia, sopratutto a Parigi probabilmente mantenendo relazioni e amicizie. Restò comunque accanto a Vincenzo durante i tre lunghi e angosciosi anni della sua malattia, fino a quando il 2 settembre 1944 egli spirò. Un forte legame si instaurò in particolare anche con il giovane Giovan Battista, chiamato affettuosamente "Titta", che lei considerò sempre un figlio suo e con il quale, anche quando questi ebbe raggiunto l'età adulta, continuò ad avere contatti e una corrispondenza continua e confidenziale. A quel tempo gran parte dei territori e case di Rocchette e Rocchettine erano della famiglia Simonetti, tutti però passarono, a soluzione di un giudizio, ad un Monastero di Roma (Monastrero dei SS Domenico e Sisto) dal quale la baronessa nel 1845 li acquistò in blocco, decidendo di stabilirsi proprio a Rocchette (presso palazzo Montani di Rocchette [4]) dedicandosi qui alle opere pie e alla beneficenza. Come racconta il pronipote Enzo Camuccini "fu la seconda moglie di Vincenzo, Bianca Emilia Allier, donna di grande cultura a innamorarsi della terra sabina, in particolar modo di Collecalvio e di Rocchette, al punto di decidere di risiederci regolarmente, scegliendolo come suo luogo di sepoltura la Cappella di San Sebastiano" [5] , di cui tanto si era occupata, dopo averla acquistata e dove attualmente una lapide ne ricorda le doti. Circa dieci anni dopo il marito morì a Rocchette, lasciando al figlio Giovan Battista tutte le sue proprietà e possedimenti: " .... il mio cosiddetto figlio, il barone Giovan Battista Camuccini, al quale nella benedizione del Signore lascio la mia eredità: e questo per affetto e per giustizia, questo mio erede avendomi fatto sempre le veci di vero figlio senza darmi il minimo disgusto".[6] Per completezza possiamo aggiungere che Giovan battista (anche lui pittore abbastanza affermato) ampliò ancora le proprietà di famiglia acquistando nel 1862 l'ex feudo di Cantalupo, tra cui il palazzo appartenuto alla famiglia Cesi, dove fu allestito un museo con le opere del padre, ma anche con quadri di altri autori e collezioni varie, costituendo uno dei musei più importanti della Sabina (purtroppo molte delle opere che conteneva non ci sono più a causa di furti, alienazioni e occupazioni militari, nonché di una recente scellerata politica di vendita di alcuni degli ultimi eredi della famiglia).

Note

  1. ^ Carlo Falconieri, Vita di Vincenzo Camuccini e pochi studi sulla pittura contemporanea., Stabilimento Tipografico Italiano, 1875, p. 294.
  2. ^ Enzo Maria Cilento, ... della lastra di Bianca Emilia, Annuale del gruppo "100%rocchette" n° 16 - 2018, pp. 9-10.
  3. ^ Carlo Falconieri, Vita di Vincenzo Camuccini e pochi studi sulla pittura contemporanea., Stabilimento Tipografico Italiano, 1875, p. 235.
  4. ^ Roberto Ciofi, ROCCHETTE - una "piccola Svizzera alle porte di Roma", 2001, p. 189..
  5. ^ Mariasole Bernocchi, La famiglia dei Baroni Camuccini - intervista al barone Enzo Camuccini, Annuale del gruppo "100%rocchette" n° 13 - 2015, pp. 9-10.
  6. ^ Roberto Ciofi, ROCCHETTE - una "piccola Svizzera alle porte di Roma", 2001, p. 190..