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« MONTELEONE TERRA NON GRANDE, MA ILLUSTRE E PREGIEVOLE »

Monteleone d'Orvieto è un comune di 1.629 abitanti della provincia di Terni.


Geografia

Monteleone d'Orvieto si trova all'estremo nord della provincia di Terni, nel sub-comprensorio dell'Alto Orvietano, confina con due comuni della provincia di Perugia, Piegaro e Città della Pieve e due della Provincia di Terni, Fabro e Montegabbione.

Dal paese si può ammirare la lunga e stretta valle della Valdichiana ed i monti toscani e laziali.

È attraversato per tutta la sua lunghezza dalla Umbro casentinese SR 71.

Monteleone fa parte della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana, del Patto territoriale VATO (Valdichiana - Amiata -Trasimeno - Orvietano), del GAL Trasimeno-Orvietano.

La diocesi di appartenenza è quella di Perugia pur essendo un comune della provincia di Terni


Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Monteleone d'Orvieto.

Lo storico cinquecentesco Cipriano Manente afferma che Monteleone viene fondato da Orvieto nel 1052 a guardia dei suoi confini settentrionali . Lo studioso monteleonese Pietro Momaroni, sposta la data di fondazione del castello alla fine del 1100.

Fino a qualche tempo fa si poteva affermare con certezza che il primo documento ufficiale in cui si legge il nome di Monteleone è un atto di Federico II del 1243 (Ved. tabella a lato) dove l’imperatore fissa i nuovi confini di Castel della Pieve (Città della Pieve) a lui fedele.

Recentemente però il Corgna afferma che, in una Bolla pontificia di Celestino III del 1191, la “Misurati inopiam”, vengono citate le Parrocchie dipendenti dal Vescovo di Chiusi in numero di venticinque Pievi; a confine con le Diocesi di Perugia ed Orvieto il documento richiama "Pozzuolo Umbro, Casamaggiore, Paciano, Panicale, Tavernelle, Piegaro, Castel della Pieve, Monteleone, Salci, Camporsevoli,Trevinano, Santa Fiora ". In realtà non si cita espressamente Monteleone ma la Chiesa di S.Pietro, probabilmente riferendosi alla chiesa di S. Pietro e Paolo la collegiata di Monteleone, ma di questo non vi è certezza.

Tale documento storico, se fosse confermato nella sostanza, sarebbe il primo in cui viene ricordato Monteleone.

Nel 1278 il Comune di Orvieto deterrmina i confini dei propri castelli e nel relativo documento Monteleone viene indicato come Piviere; nel catasto del contado orvietano del 1292 è descritto, con le relative stime anche il “Plebarium Montis Leonis”.

Dal punto di vista ecclesiastico è assoggettato all’antichissima Diocesi di Chiusi, città all'epoca controllata da Orvieto. Nel 1600 entra a far parte della nuova Diocesi di Città della Pieve (oggi si trova nell'Diocesi di Perugia).

Durante la costruzione del Duomo di Orvieto sorgono a Monteleone alcune fornaci per la costruzione di laterizi e la fabbricazione di materiale musivo e vetri; alcuni artigiani locali, primo fra tutti Consiglio Dardalini, sono impegnati nell’opera di doratura delle tessere dei mosaici.

Al XIV secolo risale pure la prima stesura di un antico statuto di cui si dota la Comunità per regolare la vita interna del Castello.

Sempre in quel periodo già esistono od hanno origine alcune Confraternite religiose; di particolare importanza è quella della Morte, (probabilmente già esistente nei secoli precedenti) che si prefigge anche il compito del seppellimento dei defunti e quella del SS.mo Sacramento sorta sulla scia del Miracolo di Bolsena e dell’istituzione, ad Orvieto, della festività del Corpus Domini. Tali istituzioni sopravvivono fino al dopo guerra, quando vengono sopprese dalla Curia per motivi politici: siamo in piena guerra fredda e si vuole evitare l'infiltrazione di elementi iscritti a partiti politici di ispirazione marxista.

Il Castello di Monteleone rimane sotto il diretto controllo orvietano fino al 1373, poi, per volere di Carlo IV passa al Visconte di Turrena, quindi viene ceduto al Conte Ugolino di Montemarte da Corbara ma è anche conteso dai Conti di Marsciano che possiedonono già il vicinissimo fortilizio denominato Castel Brandetto.

Nel 1398 Papa Bonifacio IX cede il castello al conte Francesco di Corbara al prezzo di un falcone annuo che deve essere pagato nel giorno di San Pietro. Rimasti senza prole i discendenti del conte Francesco, il castello passa sotto il dominio di Bartolomeo Della Rovere, nipote di Sisto IV; nel 1481 viene riacquistato dal Comune di Orvieto.

Nel finire del XV secolo la Contessa Manfilia, dei Conti di Montemarte da Corbara, sposatasi con un Bandini di Città della Pieve, rivendica i diritti ereditari su Monteleone; ha così inizio una causa legale che vede però i Bandini passare alle vie di fatto con l'invasione di parte del territorio orvietano: è l’origine di una di una lung guerra che si protrae per alcuni anni e si conclude l’11 luglio 1497 con il “Trattato di Pace di Monteleone”, con condizioni sfavorevoli per Orvieto che perde Salci, ma riesce a mantenere il castello di Monteleone.

In questo stesso periodo il Comune di Orvieto provvede a restaurare e rinforzare le costruzioni difensive del castello: commissiona i lavori all’architetto Belforte di Jacopo da Como. In particolare è ristrutturata la porta nord del paese: viene creata una vera e propria rocca, con il cassero difeso da robuste mura e da un fossato con ponte levatoio.

Nel 1601 viene costituita la nuova Diocesi di Città della Pieve di cui Monteleone è uno dei principali paesi (ved. tabella "Parrocchie, terre e ville della nuova Diocesi)

Nel 1643, durante la Guerra per il Ducato di Castro, tra il Papa ed i Farnese, duchi di Parma, Monteleone è assediato, occupato, smantellato e saccheggiato da Firenze, alleato dei Farnese; da quel momento cessa di essere un vero e proprio castello.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato di Castro.

A questo periodo risale la costruzione della chiesa del SS.mo Crocefisso, recentemente restaurata.

Nel 1738 vengono traslati a Monteleone i resti del Santo Martire Teodoro che è proclamato comprotettore del paese accanto ai titolari della chiesa principale: i SS.mi Apostoli Pietro e Paolo.

A questo stesso periodo risale anche l’origine delle prime rappresentazioni teatrali organizzate da alcuni giovani monteleonesi; vengono realizzate nei locali comunali che, con varie trasformazioni nel tempo, si sono trasformati nell’odierno “Teatro dei Rustici”.

Nel 1778 la chiesa parrocchiale è eretta in Collegiata insigne e conserva tale titolo fino all'unità d'Italia.

Nel corso dell’ottocento il paese è assoggettato per alcuni anni alla dominazione francese; torna subito dopo a far parte di nuovo dei territori dello Stato Pontificio.

Nel 1848 viene costituito il primo nucleo della Banda musicale con il nome di “I dilettanti del suono e del canto”, associazione ancora oggi esistente e funzionante.

Nel 1864 nasce a Monteleone il poeta e critico letterario Pietro Bilancini.

Nel1888 viene costruita la torre dell'orologio sulle macerie di un'altra torre.


Tra i resti più antichi sono da annoverare la porta nord, costruita alla base di una delle torri di pietra della cinta muraria. Alcuni brandelli delle antiche mura difensive sono poi ancora visibili in varie zone del centro storico


Monumenti e luoghi d'interesse

  Lo stesso argomento in dettaglio: Teatro dei Rustici.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Madonna con Bambino tra i santi Pietro e Paolo.


Il borgo medievale

Il centro storico di Monteleone d'Orvieto ha una pavimentazione nelle vie in sampietrini ed in basole di basalto nelle piazze, materiale quest’ultimo ripreso dalla pavimentazione del secondo dopoguerra, che ando' a sostituire le vecchie basole di fine '800, friabili e rovinate.

Le abitazioni sono collocate lungo la via principale centrale, chiamata fino ai primi del '900 Via Dritta, oggi Corso Vittorio Emanuele II° e la parallela Via Torta oggi Via Mazzini. Le altre strade del centro storico sono le panoramiche: Via Uscidietro e Via degli Orti, che guardano il Monte Arale e Montegabbione, mentre Via della Ripa ha come sfondo il versante della Val di Chiana ed Monte Cetona.

Appena entrati nella Porta nord si trova Piazza Garibaldi: sotto il suo pavimento vi e' cisterna medievale, che rappresentava una sicura scorta d’acqua per il castello. La cisterna e' ancora esistente, ma dagli anni 50/60 l'antico pozzo e' stato rimosso.

Anticamente in piazza Garibaldi vi erano anche due Chiese oggi distrutte; la "Chiesa della Madonna della Torre", così chiamata per il campanile posto sulla torre sopra la porta nord: tale edificio di culto apparteneva al comune. La demolizione avvenne nei primi anni dell'800 per motivi legati alla sicurezza essendo la chiesa pericolante.

Sempre in piazza Garibaldi si poteva trovare anche una seconda chiesa quella di San Giovanni Decollato, dove aveva sede la Confraternita piu' antica di Monteleone: quella della morte; l'edificio religioso fu distrutto quando tale Confraternita decise di trasferire la sede nella Chiesa di San Antonio.

Un tempo nella piazzetta vi era anche uno dei forni del castello.

Lungo il corso, nell’antica “Via dritta” a sinistra si trova la Chiesa della SS.ma Annunziata, la cui facciata risale al 1779; al suo interno viene conservata la statua della Madonna Assunta; anticamente era anche la sede dell’omonima Confraternita, poi trasformata in oratorio della Confraternita del SS.mo Sacramento.

Attigua alla chiesa si trova la casa del Cappellano, sede per molti anni del Presepe Vivente, recentemente riacquisita alla Parrocchia.

Proseguendo lungo il corso, poco più avanti a destra, si puo' vedere la casa che dette i natali al compositore e direttore d’orchestra Attilio Parelli, dove e’ apposta una lapide in suo ricordo.

Poco piu' avanti, sempre a destra, si può ammirare la Chiesa parrocchiale, centro della vita del castello sin dai primi anni della sua esistenza; aveva portici di fronte e di lato: la testimonianza di questo si puo' vedere ancora oggi nel muro a nord. Accanto sorgeva anche il cimitero.

Quando venne costruito l’edificio di culto aveva una sola navata e quattro cappelle; dietro l’altare principale vi era anche un coro. Durante i secoli la chiesa ha conosciuto ampliamenti e varie modificazioni; tra il 1815 ed il 1821 vennero costruiti la facciata ed il campanile in laterizi provenienti dalle fornaci che all'epoca erano fiorenti a Monteleone.

Le campane sono quattro: a nord vi e’ il “Campanone”, la campana maggiore, dal forte timbro armonico ed un tono maestoso.

Le cappelle laterali sono state tolte e la chiesa oggi ha tre navate.

La pala d’altare appartiene alla scuola di del Perugino ( Pietro Vannucci, Città della Pieve 1445Fontignano 1523). La tavola rappresenta la Madonna con il Bambino, con ai lati gli Apostoli San Pietro e San Paolo.

Oggi al posto del coro vi e’ l’abside e sotto la cripta del corpo di San Teodoro Martire, decorata negli anni trenta dal prof. Guglielmo Ascanio.

Negli anni ‘50 la chiesa assunse l’aspetto definitivo che vediamo ancora oggi: fu innalzata, vennero aperte delle finestre in alto per una migliore illuminazione e venne interamente decorata: la pavimentazione, invece, è stata realizzata più recentemente.

A sinistra dell’altare maggiore si trova l’altare dedicato all’Annunciazione ed a destra trova posto la cappella del Sacro Cuore, realizzata dai monteleonesi per celebrare la fine della seconda guerra mondiale.

Uscendo dalla Chiesa di San Pietro e Paolo e proseguendo nella passeggiata lungo il corso, a pochi metri sulla sinistra vi e’ Piazza Cavour [1], con il caratteristico “Pozzo”, una antica cisterna a servizio della comunità. E’ una costruzione del XIX secolo in laterizi a copertura di un altro più antico deposito d’acqua medievale.

Il pozzo e’ stato ricostruito negli anni ’80 su disegni originali: la grata, il braccio della carrucola e le pietre della base e bordatura sono autentiche.

Appena si lascia piazza Cavour si trova subito Piazza Pietro Bilancini, la principale del paese, fino ai primi anni del '900 denominata Piazza dell’Orologio e successivamente Piazza Umberto I; solo nel 1956 prende l'attuale denominazione in ricordo del poeta e critico letterario Pietro Bilancini (1864 – 1895), che nella Piazza ha la sua casa natale in cui è apposta la lapide in suo ricordo.

Nella parte alta della piazza vi è la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, oratorio della Confraternita della Morte: la facciata è del 1700. A nord si trova la torre dell’orologio, costruita nel 1888 su progetto di Filidio Lemmi, in fondo i locali della Parrocchia e la Biblioteca Comunale.

La piazza è sostenuta da un robusto muro che la separa dalla strada del Sassone, che parte dal paese, attraversa l'antica porta Sud e scende verso la campagna; sopra la muraglia, tra i palazzi si può ammirare un bellissimo panorama verso la Valdichiana.

Più avanti si trova Piazza del Municipio, con l'edificio comunale anticamente sede della Congregazione di Carità [2]; nello stesso palazzo erano collocate le scuole. Attualmente sotto il comune è stato ricavato il Centro di documentazione Attilio Parelli.

Di fronte si trova il Teatro comunale dei Rustici”, e dietro, alle sue spalle, si possono ammirare i resti delle antiche mura; dalla parte opposta, si giunge alla Via del Muro dove si trovano anche quì vecchie mura ed un ampio panorama sulla vallata del Chiani.


Le frazioni

Le frazione del comune di Monteleone d'Orvieto sono 4: Santa Maria , Spiazzolino,Colle , San Lorenzo; sono tutte poste tutte lungo la Umbro casentinese SR 71.

Il primo nucleo abitato esistente a sud del paese, provenendo da Fabro, è Santa Maria la più grande frazione del comune; a poca distanza si incontra il piccolo abitato dello Spiazzolino. Ancora proseguendo per la SR 71 si incontra Colle, diviso in Colle Alto e Colle Basso; infine, a circa due Km vi è San Lorenzo l'ultima frazione prima del capoluogo.


Cultura e strutture culturali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pietro Bilancini.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Attilio Parelli.


Impianti sportivi

  • Palazzetto dello sport nel capoluogo con campo da tennis, calcetto, wolley e basket
  • Campo sportivo nel capoluogo
  • Campo di calcetto nella frazione di Santa Maria
  • Campo di calcetto nella frazione di San Lorenzo
  • Campo tennis in terra battuta nel capoluogo


Eventi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Corteo storico di Monteleone d'Orvieto.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Folklore in Umbria.


Eventi, feste e ricorrenze della tradizionale

La popolazione monteleonese è molto attaccata alle tradizioni, ma l'oblio del tempo tende a far dimenticare e la memoria popolare va lentamente perdendosi non solo nel ricordo delle giovani generazioni.

Molte feste e ricorrenze tradizionali si sono quindi dimenticate, alcune si tramandano (generalmente trasformate), altre se ne creano, ma troppo spesso non sono legate ai territori ma solo ad esigenze consumistiche; di seguito l'elencazione e la descrizione delle feste tradizionali che si svolgevano - o che ancora si svolgono - nel comune di Monteleone d'Orvieto.


Alimenti della tradizione: Uva e lenticchie



Nel medioevo San Antonio Abate venne scelto quale protettore degli animali ed a Monteleone gli fu dedicata anche una chiesetta in loc. Tarlara.

La ricorrenza si è festeggiata fino agli anni ‘60.

Nella giornata dedicata a sant'Antonio i contadini erano soliti portare i loro migliori animali nel sagrato delle chiese del contado per ricevere la benedizione.

Si riteneva inoltre che il 17 gennaio avesse inizio il Carnevale, per cui la sera si ballava e si faceva festa.


  • Gennaio/Febbraio - Carnevale (non più festeggiate come nella tradizione)

Alimenti della tradizione: castagnole e frappe


I giorni in cui il Carnevale si festeggiava, erano il giovedì grasso e il martedì del Carnevale.


Giovedì grasso: oltre alla mascherata, nella tradizione popolare monteleonese, i giovani si guadagnavano anche la cena: infatti con uno spiedo usavano presentarsi alle casalinghe augurando loro il buon carnevale con questa formula

«Dio vi salvi il marito, ci untate lo spito?»

la massaia si vedeva così costretta a mettere nello spiedo una salsiccia od un pezzetto di ventresca.


Martedì del carnevale: anticamente, durante questi giorni di allegria, la Compagnia della Buona Morte organizzava la "Festa della Palazzina" in ricordo dei defunti; in tale circostanza la Confraternita preparava notevoli quantità di “cialde” (grosse ostie di farina e anice) che venivano distribuite alla cittadinanza con il vino: le offerte raccolte erano destinate alle messe in onore dei defunti durante il periodo della Quaresima.

Durante queste giornate di festa, specialmente nella campagna monteleonese, si rappresentava "Sega la vecchia " e l'ultimo giorno di Carnevale, nella frazione di Colle, veniva bruciato il "Carnevalaccio”.

Oggi della maggior parte delle tradizioni carnevalesche si è persa qualsiasi traccia, permanendo solo la mascherata per le strade ed il "Carnevale dei bambini" organizzato dalla Pro-loco all'interno del palazzetto comunale dello sport.


La festività deriva dal rito ebraico della “Purificazione” e presentazione al tempio del bambino dopo 40 giorni dalla nascita.

Fin dal medioevo, nel giorno della “Candelora”, venivano benedette in chiesa le candeline che, conservate in casa, erano poste nelle croci dei campi nella Festa di Santa Croce il 3 maggio perchè ad esse si attribuiva un potere propiziatorio per i raccolti; venivano anche accese al capezzale dei moribondi per invocarne una “Buona morte

Il giorno della Candelora serviva anche a far capire ai contadini se la stagione invernale era terminata o meno, da qui il proverbio popolare:

«Candelora dall’inverno semo fora, ma se piove e tira vento, dell’inverno semo dentro»


Un tempo in tale data si celebrava la messa in onore di San Biagio nella quale il sacerdote toccava la gola dei fedeli in forma di croce per invocare la protezione del santo contro i mali della gola di ogni tipo.

La formula usata per la benedizione era:

«Per intercessione di San Biagio, ti liberi Dio da ogni male della gola.Amen»


  • febbraio / marzo - Quaresima (non più festeggiata come nella tradizione)

Nel periodo di Quaresima si teneva una Via Crucis; la processione era organizzata dai componenti le Confraternite del Sacramento e dell'Annunziata e dalle Sorelle della Pia Unione del Sacramento: si svolgeva di notte nella chiesa dell'Annunziata.

Una gioco tradizionale di questo periodo era "Fuori il verde"; quando si incontravano due bambini uno chiedeva all'altro "Fuori il verde" e l'altro rispondeva "Fuori il tuo che il mio non perde": chi non aveva con se un legnetto da far vedere all'amico era quindi costretto a pagare una penitenza durante la festa di Pianpistolla il martedì di Pasqua.


  • 19 marzo - San Giuseppe (Non più festeggiata come nella tradizione)

A Monteleone il 19 marzo era una ricorrenza religiosa con messa non legata ad una vera e propria festa popolare.


  • marzo / aprile - Pasqua e feste pasquali : (parti importanti delle antiche tradizioni del periodo pasquale sono andate perse)

Alimenti della tradizione: Vigilia, cena di magro a base di baccalà e minestra di ceci - Prima colazione e pranzo di Pasqua, agnello, coratella, torta di Pasqua e vino.


Domenica delle palme: come ancora si usa fare, si benedivano i ramoscelli d'ulivo da custorire e si teneva una processione durante la quale avveniva la benedizione.

Gli ulivi benedetti erano messi nelle cucine, nelle stanze, nelle finestre (per allontanare i temporali dalla casa e dal raccolto) e nelle stalle insieme al quadretto di Sant'Antonio Abate a protezione degli animali; con le candeline della "Candelora" gli ulivi venivano posti anche nelle croci dei campi per la Festa di santa Croce.


Benedizione delle famiglie : ancora oggi, nel periodo pre pasquale, il parroco impartisce la benedizione a tutte le famiglie, ma un tempo tale rito assumeva un significato simbolico piu' forte: tutta la famiglia riunita attendeva il sacerdote che spargeva con l'aspersorio l'acqua santa non solo in ogni locale della casa ma anche nelle stalle degli animali.

Il parroco, almeno in quell'occasione, era il "consulente" delle famiglie più umili e povere a cui poter rivolgere tutte le proprie problematiche non solo di tipo religioso.


Settimana Santa e Pasqua: il giovedì, venerdì e sabato santo mattina le campane erano legate - ancora lo si fa oggi - in segno di lutto, ma un tempo i chierichetti andavano annunciando l'ora lungo le strade paesane, iniziando a mezzogiorno fino a notte, gridando:

«Ecco mezzogiorno suonato! Ecco l'ora della buona morte!»

Il giovedì mattina si celebrava anche la messa della Cena del Signore con la lavanda dei piedi a dodici vecchietti; poi si riponeva il sacramento nel sepolcro, ossia la cappella del sacramento ornata con "veccia".

L' allestimento dei sepolcri era compito dei ragazzi che, fin dal primo giorno di Carnevale, procuravano dei vasi in cui mettere i semi di grano da far germogliare (la "veccia"); tali vasi venivano poi riposti in cantina al buio per far nascere i germogli completamente bianchi.

Il sepolcro era solitamente preparato in un altare minore le cui immagini sacre venivano ricoperte; il giovedì e venerdì mattina si organizzavano turni di preghiera (le cosiddette "ore") durante le quali la cappella del sacramento non era mai abbandonata dalla Confraternita omonima.

Nella mattinata di venerdì si teneva l' adorazione alla Croce e nel pomerigio la via Crucis con l' esposizione del Cristo morto

Il venerdì sera vi era la solenne e partecipatissima processione notturna, durante la quale sfilavano il Cireneo scalzo, la Croce illuminata, gli Incappucciati "Neri" e "Bianchi" (che portavano i "tronchi", le grandi croci delle Confraternite) il Volto Santo, la statua della Madonna Addolorata, il Cristo morto sulla sua bara (il cosiddetto "catafalco") in legno scolpito, il parroco ed infine sfilava il numeroso popolo accorso.

La processione del venerdì santo ha subito nel tempo molte modifiche: oggi non sfilano tutte le parti citate, non si tiene la predica dei frati e non vi, come un tempo, la distribuzione di alcuni particolari biscotti detti "torcoli".

Una tradizione - solo in parte rimasta - era quella della benedizione delle uova, delle pizze pasquali (dolci e al formaggio), dei "galletti" e delle "pupe", (dolci fatti con la pasta delle torte dolci e regalati dalle mamme ai bambini ed alle bambine).

La mattina del sabato santo a mezzogiorno, ancora oggi, vengono sciolte le campane ed un tempo si celebrava anche la messa della Vigilia - oggi spostata a mezzanotte dalla riforma liturgica - con l'esposizione della statua del Cristo risorto .

La mattina di Pasqua si era soliti fare la prima colazione con torta di Pasqua, capocollo, uova benedette, coratella e si beveva il vino migliore.

Essendo festa di prima classe la solenne messa di Pasqua era celebrata solo nella Collegiata.

Il pranzo pasquale era particolarmente ricco a base di agnello e - di nuovo - torta pasquale.


  • Martedì di Pasqua - Festa di Pianpistolla (non si tiene più)

A Monteleone non si festeggiava il lunedì dell'Angelo bensì il martedì con la festa di Pianpistolla, località dove ancora si trova una piccola chiesetta.

Appuntamento tradizionale era una piccola fiera e la festa con giochi popolari quali: l'albero della cuccagna, la corsa dei sacchi, il tiro alle pignatte...

I ragazzi, inoltre, concludevano un gioco iniziato a Quaresima, "Fuori il verde", con il pagamento delle penitenze o la riscossione delle vincite.


Le rogazioni (dal latino rogatio, preghiera) erano le processioni di supplica, che si tenevano per propiziare il raccolto. Praticate anche dai primi cristiani, la loro origine è molto lontana e risale ai pagani che li chiamavano "Ambarvalia".

Anche a Monteleone venivano effettuate al sorgere del sole, partendo dalla collegiata, nei tre giorni antecedenti l'Ascensione, verso tre diverse direzioni, per invocare la benedizione sui prodotti della terra:

  • il primo giorno - verso la porta sud fino al piccolo crocefisso della strada del Sassone;
  • il secondo giorno - dalla porta nord fino all'edicola della Madonna che si trova al bivio per Montegabbione;
  • il terzo giorno - verso Città della Pieve fino alla chiesetta di Piampistolla per ritornare alla chiesa del Crocefisso.

Raggiunte le immagini sacre si pregava, si cantava, si benediva la campagna in quattro direzioni e venivano fatte le quattro principali invocazioni che il Corgna ci ha tradotto dal latino per meglio capire le ragioni delle rogazioni:

«dai fulmini e dalle tempeste, liberaci o Signore;
dal flagello del terremoto, liberaci o Signore;
dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci o Signore;
per il mistero della tua santaIncarnazione, liberaci o Signore.»

Al termine della terza rogazione i contadini piantavano nei campi le croci di canna benedette il giorno di santa Croce con la candelina della Candelora e la palma benedetta la domenica della palme.


  • 29 giugno - Festa "delli Luminari" (di tradizione medievale ed ancora rispettata)
  • 5 agosto - Grande fiera di merci e bestiame (oggi si tiene una fiera, ma non del bestiame)
  • 1/16 agosto - Rimpatriata
  • Ultima domenica di agosto - Festa di Perumpetto (non si tiene più)
  • 10 dicembre - Transito (o passaggio) - (non più festeggiato)
  • Novene e tridui di preparazione alle feste (non si tengono più)

Società

Le associazioni

Numerose sono le associazioni presenti nel territorio di Monteleone d'Orvieto e da sempre hanno rivestito un importantissimo ruolo, rilievo ed importanza per l'alto numero delle persone che esse coinvolgono e per qualita’ dell’offerta culturale e ricreativa che propongono: esse svolgono un ruolo di promozione del territorio insostituibile.


Pro loco

La Pro loco è il cardine delle associazioni quale coordinatrice dell'attività anche dei vari gruppi associati; da 40 anni svolge, inoltre, il ruolo di promozione che le è maggiormente proprio. La "Rimpatriata" è la sua manifestazione principale, insieme alla più recente "Sagra degli umbrichelli": si tengono nelle prime settimane di agosto.

All'interno della "Rimpatriata si inseriscono, con autonome iniziative, altre associazioni, quali l'Ente Corteo Storico e le Casate di Montemarte e Marsciano, con il Corteo storico e la Giostra del giglio, la Banda Musicale ed altri.


Banda Musicale

La Banda musicale è un'antica associazione del paese, con quasi 160 anni di ininterrotta attività: la sua fondazione risale al turbolento 1848 quando si forma un gruppo denominato i "Dilettanti del suono e del canto"; il suo primo statuto è del 1859, l'atto originale è custodito negli archivi della banda.

Nel 1998 il complesso ha festeggiato il 150° anniversario con la "Festa della musica"; per tale ricorrenza è stato stampato il libro: "La musica di Monteleone" scritto da Sergio Giovannini e Carlo Carloia.

Direttrice della Banda dal 1994 è il maestro Angela Ciampani; con lei l'associazione musicale è arrivata ad un buon livello qualitativo: il complesso si è "distinto per le qualità esecutive" a "Scorribanda 97", concorso bandistico annuale della Regione dell'Umbria.

Il complesso e’ gemellato con la banda di Marzio ((VA); è tradizionale, durante i festeggiamenti della rimpatriata il "Concerto di Ferragosto".


Ente corteo storico e casati di Montemarte e Marsciano

  Lo stesso argomento in dettaglio: Corteo storico di Monteleone d'Orvieto.

L'Ente corteo storico ed i casati di Montemarte e Marsciano, sono associazioni che nascono per svolgere il corteo storico in costume trecentesco composto da circa 400 figuranti e la Giostra del giglio.

La manifestazione, ideata nel 1980, nasce da una reale suddivisione fra i due casati che nel medioevo si contendono il Castello di Monteleone e Castel Brandetto (fortilizio posto di fronte al castello principale)

Le tre associazioni hanno compiti ben distinti: L’Ente Corteo Storico, coordina complessivamente la manifestazione, ne tutela l'immagine dirime le controversie in merito allo svolgimento del palio ed organizza "l'amministrazione" all'interno del corteo. I Casati dei Conti di Montemarte e Marsciano, si contendono il "Palio del Giglio", organizzano gran parte del corteo, oltre alla sagra degli umbrichelli (insieme alla pro-loco) ed attività culturali.

Le lavorazioni per il corteo si svolgono durante tutto l'arco dell'anno con sarte, artigiani ed artisti che svolgono, in maniera del tutto segreta, i lavori per la sfilata: i risultati potranno ammirarsi solo il giorno del corteo il 16 agosto.

La rappresentazione offre allo spettatore quadri reali della vita comunale medievale con la sfilata dei piu’ importanti personaggi del borgo.

La manifestazione culmina con la “Palio del Giglio”, gara equestre in cui i due casati si contendono il dominio del castrum.


Presepe vivente

Altra associazione estremamente importante è il Presepe vivente di Monteleone d'Orvieto ha quasi 30 anni di attività e con i suoi quasi 300 figuranti ha raggiunto una ampia visibilità e richiama ogni anno migliaia di visitatori dall'Umbria dalla Toscana ed anche da altre regioni limitrofe.

Viene realizzato lungo itinerari, ogni anno diversi, che si snodano nel centro storico del paese: in tal modo vengono riscoperte piazze, piccoli locali rustici, angoli non frequentati; in tali luoghi sono ricostruite le scene tipiche di un villaggio della palestina di 2000 anni fa: lo spettacolo è suggestivo.


Polisportiva ed altre associazioni sportive

L'A.S. polisportiva è nata nel 1994, è molto attiva puo' usufruire di un palazzetto dello sport, dedicato al ricordo di "Marco Barbanera" e costruito i primi anni '90; ha al suo interno campi da tennis, calcetto, volley, basket ecc..., gestisce anche un campo di calcio esterno "Giampiero Maresci", attualmente sede della squadra "Santa Maria Maddalena".

All'interno della moderna strutttura trova posto la squadra di calcio a 5, autonoma con proprio presidente, affiliata alla F.I.G.C. e vi si svolgono anche attivita’ di volley femminile.

Altre attività della struttura sono legate al campo da tennis coperto.

Il palazzetto unico per genere, struttura e grandezza presente nel territorio dell'Alto Orvietano.


Come già accennato esiste anche una Associazione "Santa Maria Maddalena", creata nella frazione di Santa Maria, di recente costituzione (2006), ma già conta più di 40 giocatori. È iscritta al campionato di calcio UISP.


È attivo anche il Circolo del Tennis "Ugo Uccellini” che gestisce un campo da tennis all'aperto in terra rossa battuta; l'associazione organizza ogni anno torneo estivo, corsi, affitta il campo ed organizza altre iniziative.


Circoli Ricreativi

Nel territorio comunale esistono da molti anni 3 circoli ricreativi nelle frazioni di S.Maria (ARCI), Colle e S.Lorenzo (ARCI); sono molto importanti per le comunità interessate.

Il Circolo ARCI di S.Maria organizza ogni anno anche una grande "Sagra degli gnocchi", che attira persone da tutta Italia: è probabilmente, insieme alla sagra degli umbrichelli del capoluogo, la più importante manifestazione dell'Alto orvietano.


Comitato festa di San Lorenzo

Altra associazione è il Comitato della festa di San Lorenzo, che ha una lunga tradizione, ed organizza la "Sagra della pizza".


Corale di San Pietro e Paolo

La Corale di San Pietro e Paolo è stata fondata nel2004 e può contare su più di 30 componenti. Non è al servizio solo delle funzioni religiose della collegiata, ma tiene anche concerti, a volte insieme alla banda musicale di Monteleone.


Il Centro Nazionale CNGEI "ColleAlto"

  Lo stesso argomento in dettaglio: CNGEI.

Il CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani) è l’associazione Scout italiana che propone una educazione di tipo laico, ed è affiliata ai due organismi mondiali scout: OMMS e AMGE (o WAGGGS).

Questa associazione ha individuato Colle Alto, frazione del Comune di Monteleone d’Orvieto, quale sede della sua futura struttura nazionale.

L’insediamento avrà una capacità ricettiva come ostello di 200 posti letto, 400-500 attendamenti, una sala mensa di 200 posti a ed una cucina con una capacità di 500/600 coperti a pasto ed in prospettiva essa sarà dotata di una sala congressi.

La scelta del CNGEI è ricaduta sulla una proprietà di Colle Alto perché oltre ad una posizione centrale e ben raggiungibile da ogni parte d’Italia, presenta tutte la caratteristiche storiche, archeologiche, artistiche, culturali ed ambiententali indispensabili per l’educazione dei ragazzi e per una interessante offerta esterna della struttura.

La proprietà è costituita da tre edifici per una superficie coperta di circa 1200 mq, che insistono su un terreno di circa 8,5 ettari costituiti per una parte a bosco.

Le strutture saranno messe a disposizione anche dei comuni della zona e delle associazioni. A tal riguardo sono importanti le partnership e i protocolli d’intesa attuati o in via di attuazione rispetto alla struttura: Ministero degli Interni-Protezione Civile, Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero dell'ambiente, Legambiente, U.I.S.P., CAI, Libera, Gruppo Abele, Associazione Genitori Democratici, Istituto degli Innocenti, UNICEF.

Il centro, quando non verrà utilizzato per attività dell’associazione, potrà essere messa a disposizione del circuito extra alberghiero, potendo ospitare altre associazioni scout nazionali ed internazionali e scuole in gita. Può essere centro di incontri formativi per altre associazione di volontariato (protezione civile, associazioni di promozione sociale, terzo settore, ecc…), e per ospitare attività, manifestazioni, workshop, congressi, convegni, incontri, caratterizzati da una ricettività di tipo ostello e perciò ospitalità sociale.


Amministrazione comunale

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I sindaci di Monteleone d'Orvieto


I commissari prefettizi dal 1900

  • Ceccantoni Sertorio, commissario prefettizio dal febbraio al dicembre 1920
  • Pietro Romano, commissario prefettizio dal maggio 1921 al marzo 1923
  • Graziani Alberto, commissario prefettizio dal novembre 1928 al dicembre 1929
  • Baldoni Attilio, commissario prefettizio dal gennaio 1929 al dicembre 1929
  • Bosa Argante, commissario prefettizio dal dicembre 1937 al marzo 1938

Lo stemma comunale

Lo stemma di Monteleone d'Orvieto è " leone rampante su tre colli (Vedere anche Monte in araldica), con corona signorile in capo, circondato da due rami diulivo e quercia".

Il leone sui colli raffigura il nome stesso del comune ed in araldica simboleggia la forza, il coraggio, la grandezza, il comando, la magnanimità.

La corona è invece simbolo di dominio feudale e di nobile signoria.

Il ramo di quercia e di ulivo rappresentano rispettivamente, fin dall'antica Roma, l'uno forza, potenza, virtù, coraggio, dignità e perseveranza, l'altro è segno di pace.

Tale simbologia risulta dai più antichi documenti d'archivio risalenti alla fine del'400, in sigilli di cera lacca e, successivamente, nei primi timbri ed infine nelle carte intestate del comune.

Nella chiesa del SS. Crocifisso il leone rampante su tre colli si può osservare sia dipinto all'interno in una delle porte laterali dell'altare maggiore, sia all'esterno scolpito in una pietra datata 1636 sopra la porta d'ingresso. Lo stemma è anche visibile in un grande riquadro in cotto nella torre dell'orologio.


Organismi sovraccomunali ed aziende partecipate

Il comue di Monteleone d'Orvieto fa parte dei seguenti organismi sovraccomunali ed aziende partecipate:

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[5]


Voci correlate


Note

  1. ^ Anticamente Piazza della cisterna
  2. ^ Istituzione di beneficenza che gestiva un presidio di pronto soccorso
  3. ^ Notizie tratte da "La resistenza nella zona operativa della "Brigata Risorgimento", curata da Solismo Sacco, commissario politico della Brigata
  4. ^ Quando, la notte del 9 settembre 1860 il paese viene liberato ed annesso al Regno d'Italia, del comportamento di Filidio Lemmi questo ci racconta il Forti:
    «A Monteleone a mezzanotte del 9 (settembre 1860) entrò una colonna d'insorti in trionfo proveniente da Città della Pieve. Il paese era in festa, e sventolava la bandiera di Savoja. Filidio Lemmi, primo proprietario del paese era a capo del movimento.»
  5. ^ Dati tratti da:


Bibliografia

  • Mons. Fiorenzo Canuti, Nella patria del Perugino, 1926.
  • Fernando Corgna, Monteleone d'Orvieto: Storia del paese, delle Chiese e della vita sociale e religiosa, comune di Monteleone d'Orvieto, 2004
  • Ferdinando Ughelli, a cura di Maria Grazia Ottavini, Albero et Istoria della famiglia de' Conti di Marsciano, nella stampa camerale, Roma 1667, Marsciano 2003.
  • Francesco di Montemarte Conte di Corbara, Cronaca inedita degli avvenimenti d’Orvieto e d’altre parte d’Italia dall’anno 1333 all’anno 1400, corredata di note storiche e d’inediti documenti dal Marchese Filippo Antonio Gualterio stamperia Reale 1846 Torino
  • Monaldo Monaldeschi, Commentarii historici, stampati in Venezia nel 1684
  • Sergio Giovannini , Il teatro dei Rustici, Comune di Monteleone d'Orvieto, 1990
  • Emma Gobbini, Diocesi di Città della Pieve e le sue Confraternite: Monteleone tra istituti di culto e di assistenza, Assisi 1993/1994
  • Biancamaria Brumana, "Il fondo musicale Attilio Parelli" Catalogo Perugia
  • Pietro Bilancini, a cura di Pasquale Tuscano, Roberto Cherubini e Nicolo' Paraciani, Poesie e Saggi Critici, Perugia 2004
  • Luigi Lemmi, "La storia di Monteleone"
  • Antonio Baglioni Città della Pieve Illustrata - Lettere Storiche Volume Unico - Tipografia del Seminario di Montefiascone 1845
  • Angela Ciampani "Parelli" - Tesi, Terni 2007
  • Sergio Giovannini, Il Torrione, opuscolo Rimpatriata 1990
  • Augusto Ciuffetti Mauro Caporali Una dinastia feudale dell'Italia centrale: i conti di Marsciano, Marsciano 2006
  • Giuseppe Bolletti Notizie istoriche di Città della Pieve, Perugia 1830
  • Giorgio Vasari, Vite de' piu' eccellenti pittori scultori e architetti ristampa Milano Società Tipografica de' classici italiani, 1808
  • Gaetano Milanesi, Documenti per la storia dell'arte senese raccolti ed illustrati tomo III secolo XVI, Siena tipografia Onorato Porri 1856
  • Cronache e storie inedite della Città di Perugia dal MCL al MDLXIII seguite da inediti documenti tratti dagli archivi di Perugia, di Firenze e di Siena., Annali attribuiti a uno di casa Oddi - Cronaca detta "Diario del Graziani" con supplementi d'altro Cronache inedite (1150-1491)- Firenze 1850 - supplemento IV
  • Pio nono ed i suoi popoli nel MDCCCLVI, ossia memorie intorno al viaggio della Santità di N.S. Papa Pio IX per l'Italia centrale Roma Tip. dei SS. palazzi apostolici 1861
  • R.Forti Storia d'Italia dal 27 aprile 1859 al 27 aprile 1861 Firenze 1861
  • Solismo Sacco, La resistenza nella zona operativa della "Brigata Risorgimento", Editoriale Umbra 1986
  • Saltando sui fuochi, volando sui fiori - Feste e usanze tradizionali in provincia di Terni, provincia di Terni 1999


Collegamenti esterni

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