Valentino Bruchi assieme a sua moglie Lelli a Piazza del Campo a Siena

Valentino Bruchi (Siena, 1912Siena, 1984) è stato un attore italiano, protagonista del cinema e del teatro dalla metà degli anni '30 fino a gli anni '50.[1]

Biografia

Il padre, Alfredo Bruchi, è provveditore e presidente del Monte dei Paschi di Siena.[2]

carriera teatrale

A 18 anni, nel 1930 con Guido Salvini, ottiene la sua prima scrittura con una paga di 25 lire al giorno, con l'obbligo di provvedere al guardaroba.

Inizia da qui una lunga attività teatrale che lo porterà ad essere chiamato, soprattutto per ruoli da comprimario, da prestigiose compagnie e con rilevanti registi e attori teatrali del suo tempo.[3]

Nel 1933 recita diretto da Jacques Copeau in La Rappresentazione di Santa Uliva nel Chiostro di Santa Croce a Firenze e in Piazza della signoria con il Savonarola, per le rappresentazioni dell'anno inaugurale del Maggio Fiorentino .[4]

Entra a far parte della compagnia di Ruggero Ruggeri dove, fra l'altro, si esibisce nell'Enrico IV di Pirandello al Teatro Mercadante di Napoli[5] e il Siegfried di Giraudoux in prima assoluta al Teatro di Torino.[4]

Nel 1939 è con la compagnia Emma Gramatica-Giulio Stival in Evviva la vita![6]

Nel 1945 viene chiamato da Luchino Visconti per la prima teatrale Italiana di "Huis clos" (A porte chiuse) di Sartre. [7][8][9]

Nel dopoguerra le sue apparizioni teatrali diradano a favore delle attività nel cinema e doppiaggio, fino a un virtuale ritiro negli anni 60.[3]

nel cinema

Nel 1936 ottiene il suo primo ruolo rilevante nel film Cuor di Vagabondo[10] una coproduzione italo-francese diretto da Jean Epstein e girato negli studi di Tirrenia.[11]

E' di recente riscoperta la sua realizzazione come produttore, attore e co-regista insieme a Michele Gandin del film "Cinci" del 1939, dal testo di Pirandello, considerato precursore e primo film neorealista.[3][12]

Viene a contatto con Vittorio De Sica

Nel 1945 al termine del secondo conflitto mondiale si trasferisce a Roma dove svolge attività anche come doppiatore che progressivamente diventerà la sua principale.[13] Come attore per il cinema compare in produzioni tra le quali Cagliostro, I due sergenti, Ladro di donne.[14] Sempre a Roma inizia la sua carriera di aiuto regista[15] e collaboratore per il grande schermo. Lavora con Mervyn LeRoy, Orson Welles, Ladislao Vajda.

Nel 1949 collabora alla sceneggiatura del film Il ladro di Venezia.[16] È aiuto regista di Quo Vadis?

La città di Siena gli conferisce la Lupa d'argento, riservata a quanti portano prestigio alla città.

Vita privata

Critico verso la cinematografia del secondo dopoguerra, si ritiro progressivamente dal mondo dello spettacolo, fra gli anni 50 e 60.[3]

Muore nel 1984 al termine di una breve malattia.

Era sposato con l'attrice Licia Coletta.

Filmografia

Attore

Seconda unità di regia

Opere

  • Valentino Bruchi, Le profezie di Malachia sui Papi, Siena, Libreria Editrice Ticci.
  • Valentino Bruchi, Comici senesi dei secoli XVI e XVII.
  • Valentino Bruchi, La papera a teatro.
  • Valentino Bruchi, Occhiate in platea, collana Il romanzo mensile, n. 3, Mondadori, marzo 1937.
  • Valentino Bruchi, Passeggiate nel tempo. Vita e confessioni di un attore senese, Pascal Editrice, 2009, ISBN 9788876260636.[18]

Bibliografia

  • Francesca Casulli, Valentino Bruchi, attore "all'antica italiana", nel teatro italiano fra le due guerre (1992)

Note

  1. ^ (EN) Valentino Bruchi - toscanalibri - Il portale della cultura toscana, su www.toscanalibri.it. URL consultato il 17 settembre 2022.
  2. ^ Archivio beni culturali sovraintendenza archivistica SIUSA, su siusa.archivi.beniculturali.it.
  3. ^ a b c d wpseo, Passeggiate nel tempo con Valentino Bruchi: autobiografia di un attore senese, su Il Cittadino Online, 20 novembre 2009. URL consultato il 17 settembre 2022.
  4. ^ a b Università L'acquila e A cura di Mirella Schino, Carla Arduini, Rosalba De Amicis, Raffaella Di Tizio, Eleonora Egizi, Doriana Legge, Fabrizio Pompei, Francesca Ponzetti, Noemi Tiberio., ITALIA 1911 - 1934 Mappa della ricezione della Grande Regia (PDF).
  5. ^ Napoli, Teatro Mercadante, Ruggero Ruggeri, Enrico Iv, Pirandello, Zoppelli, Agus, Calo, su Napoli, Teatro Mercadante, Ruggero Ruggeri, Enrico Iv, Pirandello, Zoppelli, Agus, Calo. URL consultato il 17 settembre 2022.
  6. ^ AMAtI archivio multimediale attori italiani, su memoria-attori.amati.unifi.it. URL consultato il 17 settembre 2022.
  7. ^ Vinicio Marinucci, Lettera da Roma, "Il Dramma", n. 1, 15 novembre 1945, p. 42
  8. ^ AMAtI archivio multimediale attori italiani, su memoria-attori.amati.unifi.it. URL consultato il 17 settembre 2022.
  9. ^ Giulio Cesare Castello, LUCHINO VISCONTI, in Belfagor, vol. 10, n. 2, 1955, pp. 163–190. URL consultato il 17 settembre 2022.
  10. ^ CUOR DI VAGABONDO - Film (1936), su ComingSoon.it. URL consultato il 17 settembre 2022.
  11. ^ Franco Baccarini, Il cinema tra Pisa e Livorno (Press Italia), su pressitalia.net, 18 aprile 2018. URL consultato il 17 settembre 2022.
  12. ^ Sergio Micheli, Pirandello in cinema: da "Acciaio" a "Káos" : in appendice "Il recupero di Cinci, un film del 1939 di Michele Gandin", Bulzoni, 1989, ISBN 978-88-7119-028-0. URL consultato il 17 settembre 2022.
  13. ^ Gerardo Di Cola, Le voci del tempo perduto: la storia del doppiaggio e dei suoi interpreti dal 1927 al 1970, Èdicola, 2004, ISBN 978-88-8267-023-8. URL consultato il 17 settembre 2022.
  14. ^ Valentino Bruchi, su Cinematografo. URL consultato il 17 settembre 2022.
  15. ^ Mario Verdone, Drammaturgia e arte totale: l'avanguardia internazionale : autori, teorie, opere, Rubbettino Editore, 2005, ISBN 978-88-498-1082-0. URL consultato il 17 settembre 2022.
  16. ^ Roberto Chiti, Roberto Poppi e Enrico Lancia, Dizionario del cinema italiano: Dal 1945 al 1959, Gremese Editore, 1991, ISBN 978-88-7605-548-5. URL consultato il 17 settembre 2022.
  17. ^ (SV) Valentino Bruchi - SFdb, su svenskfilmdatabas.se. URL consultato il 17 settembre 2022.
  18. ^ wpseo, Valentino Bruchi, un attore senese raccontato in un libro, su Il Cittadino Online, 18 novembre 2009. URL consultato il 17 settembre 2022.

Collegamenti esterni