Un invito a pranzo

film di Enrico Guazzoni del 1912


[1]

Storia

La prima versione del brano, una lunga suite che avrebbe dovuto occupare tutto il primo lato del nuovo album, frutto della collaborazione di tutti i membri del gruppo, venne provata in diversi concerti con dal gennaio 1970 con il titolo provvisorio di "The Amazing Pudding"; a marzo il gruppo entrò in studio per inciderla su nastro usando, tra l'altro, un nuovo mixer della EMI.[2] La versione del brano che venne suonato per la prima volta durante un concerto a Cottingham il 17 gennaio 1970 durava circa quindici minuti ed era privo di arrangiamento orchestrale; il gruppo ritenne ritenne che potesse essere migliorato in tal senso e ai primi di marzo registrarono la sezione strumentale della suite, genericamente indicata come "Untitled", con batteria, basso, organo, pianoforte e chitarra elettrica; l'introduzione del brano venne realizzata con l'uso di gong e piatti e alcuni vocalizzi di Gilmour e Wright; quando si arrivò a dover scrivere la partitura per l'orchestra, nessuno dei membri del gruppo reputò di esserne in grado e si decise di chiamare un collaboratore esterno, Ron Geesin, al quale il 6 aprile, prima della partenza del gruppo per gli USA, venne consegnata una copia delle registrazioni e autonomamente di si occupò dell'orchestrazione del brano fornendo le partiture per il coro e l'orchestra. Al ritorno del gruppo, il 21 maggio 1970 Gilmour e Wright si recarono negli studi di Geesin per discutere del brano e, dal 25 maggio, Geesin iniziò a concretizzare quanto ideato fino a quel momento, in modo da essere pronti per le le registrazioni in studio del coro e dell'orchestra previste per il 19 giugno, espandendo alcune melodie estratte dalle registrazioni del brano fornite dal gruppo con interventi personali e trovando nuove soluzioni come, ad esempio, un coro con parole nonsense, imprimendo alla suite il suo personalissimo stile.[2][1]

A giugno il gruppo lavorò in studio sulla base originale modificando quanto registrato in aprile ad esempio eliminando i vocalizzi di Gilmour e Wright in modo da sostituirli con la registrazione del coro; il 19 giugno venne registrata la parte orchestrale con dieci fiati e un violoncello; venne poi registrato il coro diretto da John Alldis. Quando il brano fu completato, venne eseguito dal vivo con un'orchestra diretta dallo stesso Alldis al Festival di Bath che venne registrata dal vivo il 16 luglio e trasmessa dalla BBC Radio 1 nel programma “In concert” di John Peel, che la presentò come “The Atom Heart Mother”.[3]

Titolo

Il brano completato e registrato era ancora privo di un titolo definito e il produttore esecutivo O’Rourke chiese a Geesin di proporne qualcuno da dare alle diverse sezioni che costituivano la suite e questi fornì diverse proposte che vennero poi accettate dal gruppo:[3]

  • “Father’s Shout”(2:52; “Il grido del padre”, riferito al pianista jazz Earl Hines di cui Geesin era appassionato)
  • “Breast Milky” (2:30; “Latte materno”)
  • “Mother Fore” (4:49; “Madre alla ribalta”)
  • “Funky Dung” (4:45; “Sterco funky”)
  • “Mind Your Throats Please” (4:15; “Pensa alla tua gola, per favore”)
  • “Remergence” (4:32; “Riemersione”).


Bibliografia

  • Lo scrigno dei segreti - L'odissea dei Pink Floyd, di Nicholas Schaffner, 2014
  • The Lunatics “Pink Floyd. Il fiume infinito”, pubblicato da Giunti,

Note