Villa Arduino
Villa Arduino (nota anche come Palazzotto Arduino) è un edificio storico di Torino, considerato uno dei più interessanti esempi di residenza civile in stile neogotico presenti nel capoluogo piemontese.[1]
Villa Arduino | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | Torino |
Indirizzo | corso Lecce, 63 |
Coordinate | 45°05′00.1″N 7°38′53.59″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | completato |
Costruzione | 1928 |
Stile | neogotico |
Uso | residenziale |
Realizzazione | |
Architetto | Paolo Napione |
Appaltatore | Cav. Giuseppe Arduino |
Compresa nel quartiere Parella, Villa Arduino sorge in una zona prettamente residenziale del capoluogo piemontese. Essa è considerata uno degli esempi più recenti di gusto eclettico e neogotico presenti in città.
Storia
Tra l'Ottocento e il Novecento Torino fu epicentro di un'intensa attività edilizia prevalentemente orientata allo stile Liberty. Parallelamente al naturalismo esasperato di questo stile si sviluppò la corrente del Neogotico e, oltre alla chiesa di Gesù Nazareno, gli esempi più eminenti di tale contaminazione in città sono alcune residenze private del quartiere Crocetta, della collina e la celebre Casa della Vittoria che sorge nel vicino corso Francia.
Commissionata nel 1928 dal cavalier Giuseppe Arduino, noto imprenditore edile torinese, all’architetto Paolo Napione, Villa Arduino è considerata uno degli ultimi esempi di gusto eclettico e neogotico a fronte dell’incalzante incedere dell’architettura razionalista che ha caratterizzato il ventennio compreso tra gli anni trenta e gli anni quaranta del Novecento. L’edificio fu fortemente voluto dal cavalier Arduino come sede degli uffici della propria azienda, nonché come stessa abitazione ai piani superiori e fu edificato su uno dei lotti di terreno di sua proprietà, un appezzamento di terreno oltre l’agglomerato urbano dell’epoca e adiacente ai vari altri limitrofi in cui, negli anni successivi, vennero realizzati gli edifici condominiali pluripiano in chiaro stile razionalista proprio dalla stessa impresa edìle del cavalier Arduino.
Nel corso dei decenni Villa Arduino è stata erroneamente identificata come la residenza di Erminio Macario, il celebre attore comico piemontese nato nel 1902 nel vicino borgo San Donato. Tuttavia questa diceria è stata smentita ufficialmente molte volte poiché priva di fondamento; il noto attore, infatti, abitò in un grande appartamento in via Santa Teresa, proprio sopra il teatro che aveva fatto costruire per mettere in scena alcuni suoi spettacoli di varietà. Un’altra diceria assai comune vorrebbe che Macario abbia abitato poco distante, presso Villa Gibellino nella vicina via Sismonda ma anche questa notizia non è attendibile. L’unico ospite storico illustre che abbia risieduto nella zona pare essere stato Nostradamus, che sembra aver abitato presso la cosiddetta Domus Victoria tra il 1556 e il 1562, in seguito ribattezzata Cascina Morozzo ma demolita negli anni sessanta del Novecento.
Nel corso degli anni Villa Arduino ha avuto più proprietari e attualmente è una residenza privata. Dal 2010 l’edificio è sottoposto a provvedimento di tutela ai sensi del codice dei Beni Culturali con D.D.R. 27/10/2008.
Caratteristiche
L'edificio si sviluppa su quattro piani fuori terra e sorge sull'asse di corso Lecce, in corrispondenza dell’angolo con via Michele Lessona. Villa Arduino, che nel progetto originario presentava facciate più movimentate, sfrutta strategicamente la posizione angolare per farne il suo imponente ingresso, composto dai due elementi principali, ovvero un primo volume che avanza sino a filo strada inglobando il portone di ingresso principale e l’atrio, con un terrazzo al primo piano, mentre il secondo si svincola dal primo per elevarsi a formare una torre fortemente caratterizzata da stilemi neogotici. Attorno a questo corpo angolare si articolano le due ali laterali dell’edificio, le cui facciate sono interamente percorse da un ciclo di affreschi, nonché da un apparato decorativo di bugnato, elementi fitomorfi e zoomorfi realizzati in litocemento.
Il corpo principale dell’edificio è costituito dalla palazzina a due piani a struttura mista di muratura e cemento armato, con parziali sopraelevazioni a forma di torri formanti il terzo e quarto piano caratterizzati da un’alternanza di finestre con arco a sesto acuto e a tutto sesto, tra cui quella principale, che affaccia sul terrazzo che sovrasta il portale di ingresso angolare. L’edificio prevede a sinistra dell’ingresso pedonale su via Michele Lessona l’appartamento del custode e, a destra, l’ala porticata con volte a crociera, in cui originariamente erano ospitati gli uffici del cavalier Arduino con gli annessi locali per i disegnatori, la segreteria e l’amministrazione.
Il piano superiore era invece originariamente destinato all’abitazione della famiglia Arduino. Nel cortile interno, a cui si accede da un’arcata a tutto sesto, trovano posto un magazzino e un’autorimessa.
Nel 1940 venne realizzata una cancellata in litocemento, probabilmente in sostituzione dell’originale in ferro battuto, eliminata per donare alla patria il metallo per fini bellici. Essa è stata demolita nel 1960 e nuovamente sostituita con una più coerente.
Trasporti
M1 Metropolitana, fermata Bernini.
Note
- ^ L. Re, 1969, p. 317
Bibliografia
- AA. VV., Guida di Torino, 1928-1929, Paravia, Torino, 1928
- M. Leva Pistoi, Torino, 1964, Tavola: 32
- L. RE, in AA.VV., Torino città viva, Torino, 1980
Voci correlate
Altri progetti
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