Properzia de' Rossi
Properzia de' Rossi (Bologna, 1490 circa – Bologna, 1530) è stata una scultrice e intagliatrice di gemme italiana del Rinascimento.

È considerata la prima scultrice di cui si abbia conoscenza.
Biografia
Prima scultrice in Europa, di Properzia de' Rossi sono incerti sia la data che il luogo di nascita, presumibilmente Bologna.[1] Figlia di un notaio, si formò nello studio dell'incisore bolognese Marcantonio Raimondi.
Tra il 1525 e il 1526 eseguì dei lavori nel cantiere della basilica di San Petronio di Bologna a fianco di artisti famosi. L'eccezionale presenza di una donna che metteva le «tenere e bianchissime mani nelle cose meccaniche, e fra la ruvidezza de' marmi e l'asprezza del ferro» destò la stupita ammirazione del Vasari che incluse la sua biografia tra le Vite. Giorgio Vasari elogiò anche il suo virtuosismo come intagliatrice di noccioli di frutta: Properzia de' Rossi ottenne infatti le commissioni per le opere di grandi dimensioni in marmo grazie alla fama procuratale dai lavori ad intaglio su superfici infinitesime.[1]
La vita di Properzia, che «fu del corpo bellissima, e sonò, e cantò ne' suoi tempi, meglio che femmina della sua città»[2], è avvolta in gran parte dall'ombra e si caratterizza per inquietudini e trasgressioni. Sempre secondo lo storiografo aretino, avrebbe narrato un proprio infelice amore extraconiugale nella formella Giuseppe e la moglie di Putifarre, la sua opera più famosa eseguita intorno al 1526 fra i lavori per la decorazione dei portali laterali della facciata di San Petronio, scultura in cui coniuga l'elegante "maniera" romana di Raffaello con il vigoroso rilievo plastico di Michelangelo, un «leggiadrissimo quadro»[2] dove manifesta un raffinato erotismo destinato ad influenzare l'immaginario cortigiano di artisti illustri, come Parmigianino e Correggio, nell'età di Carlo V. Properzia lavora quindi nel cantiere più prestigioso della città, insieme agli artisti più in vista del momento, da Amico Aspertini, a Nicolò Tribolo, fino ad Alfonso Lombardi e a Girolamo da Treviso, unica donna in un contesto artistico di esclusivo appannaggio maschile.[1]
Documenti conservati nell'Archivio criminale di Bologna provano che nel 1520 viene processata insieme ad Anton Galeazzo Malvasia, del quale era ritenuta concubina. Di nuovo nel 1525 è coinvolta insieme al pittore Domenico Francia nell'accusa per l'aggressione del pittore Vincenzo Miola. Al processo interviene come testimone dell'accusa anche Aspertini, con evidente ostilità verso Properzia, al punto di adoperarsi - a detta di Vasari - per screditarla fino ad ottenere che la formella per la chiesa di San Petronio le fosse pagata «un vilissimo prezzo».[1]
Alla sua tumultuosa vita corrisponde un epilogo tragico. Narra Vasari che, al termine dell'incoronazione di Carlo V, papa Clemente VII chiese di incontrare la scultrice, ma ebbe in risposta una spiacevole notizia: Properzia era morta di peste durante quella stessa settimana nell'ospedale di San Giobbe.[1]
Opere
Opere esistenti
Opere attribuite dalle fonti e reperite:[3]
- Giuseppe e la moglie di Putifarre, formella con rilievo di marmo cm 53,5x54, Bologna, Museo della Basilica di San Petronio
- La moglie di Putifarre accusa Giuseppe, rilievo di marmo, cm 53x54, Bologna, Museo della Basilica di San Petronio
- Stemma della famiglia Grassi, filigrana d'argento, parti fuse, cristallo di rocca, legno di bosso, noccioli, cm 39x22, Bologna, Museo civico medievale (inv. 2135)
Opere non reperite
Opere attribuite dalle fonti ma non reperite:
- opere in scultura[4]
- Angeli, Bologna, Basilica di San Petronio
- Sibille, Bologna, Basilica di San Petronio
- Ritratto del conte Guido Pepoli, Bologna, basilica di San Petronio, Museo
- Seppellimento di Abramo, Bologna, basilica di San Petronio, Museo
- Marmi intagliati, Bologna, chiesa di Santa Maria del Baraccano
- Capitelli, Bologna, Palazzo Bolognini Amorini Salina
- opere d'intaglio[5]
- Nocciolo di pesca intagliato con la Passione di Cristo
- Presepe intagliato in una nocciuola di pesca
- Nocciolo di pesca con volti che ridono, Dresda, Sala degli Stemmi, Grünes Gewölbe
- attività grafica[6]
Vasari riporta:
- stampe di rame
- disegni
Opere espunte
Da un riferimento ottocentesco:[7]
- Nocciolo di ciliegia con incise più di cento teste, racchiuso all'interno di una corona d'oro smaltato con diamanti e perla, Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti
Note
- ^ a b c d e Properzia De Rossi, Pari opportunità
- ^ a b Così scrive il Vasari.
- ^ Irene Graziani e Vera Fortunati 2008, pp. 60-67.
- ^ Irene Graziani e Vera Fortunati 2008, pp. 68-71.
- ^ Irene Graziani e Vera Fortunati 2008, pp. 72-73.
- ^ Irene Graziani e Vera Fortunati 2008, p. 73.
- ^ Irene Graziani e Vera Fortunati 2008, p. 74.
Bibliografia
- Vera Fortunati e Irene Graziani, Properzia de' Rossi : una scultrice a Bologna nell'età di Carlo V, Compositori, 2008, ISBN 978-88-7794-632-4, OCLC 291090455. URL consultato l'11 gennaio 2022.
- Le vite, edizione del 1568, liberliber.it
Altri progetti
- Wikisource contiene una poesia di Giacomo Zanella dedicata a Properzia de' Rossi
- Wikisource contiene la biografia di Giorgio Vasari su Properzia de' Rossi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Properzia de' Rossi
Collegamenti esterni
- Massimo Giansante, ROSSI, Properzia de’, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 88, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017.
- Properzia de' Rossi, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- Parte del testo è tratta da Properzia De Rossi, su Pari opportunità, Regione Emilia-Romagna. URL consultato il 12 febbraio 2023. pubblicato con licenza CC-BY 4.0
Controllo di autorità | VIAF (EN) 230665261 · ISNI (EN) 0000 0001 1739 7786 · CERL cnp00434958 · Europeana agent/base/154261 · ULAN (EN) 500082950 · LCCN (EN) no95023631 · GND (DE) 121437205 · BNE (ES) XX4838221 (data) · BNF (FR) cb16233487p (data) |
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