Il codice dei Wooster

romanzo di P. G. Wodehouse
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Il codice dei Wooster (The Code of the Woosters) è un romanzo umoristico di P. G. Wodehouse, pubblicato in lingua inglese nel 1938[1][2] e in lingua italiana per la prima volta nel 1939 col titolo Jeeves non si smentisce[3].

Il codice dei Wooster
Titolo originaleThe Code of the Woosters
Altri titoliJeeves non si smentisce
Lattiera a vacca
AutoreP. G. Wodehouse
1ª ed. originale1938
1ª ed. italiana1939
Genereromanzo
Sottogenereumoristico
Lingua originaleinglese
AmbientazioneLondra e Totleigh Towers (Totleigh-in-the_Wold)
Personaggi
SerieJeeves
Preceduto daAlla buon'ora Jeeves!
Seguito daUn mattino di gioia

Storia editoriale

The Code of the Woosters fu scritto a Le Touquet, la località francese nella quale viveva Wodehouse[4]. Il romanzo avrebbe dovuto essere intitolato The Silver Cow (La vacca d'argento)[5], ma subì modifiche nel titolo e nell'intreccio in seguito alle osservazioni di Erd Brandt, un redattore della rivista statunitense The Saturday Evening Post[6]. Apparve dapprima a puntate sul Saturday Evening Post dal 16 luglio al 3 settembre 1938 e sul quotidiano britannico Daily Mail dal 14 settembre al 6 ottobre 1938[1]. Il volume fu pubblicato negli Stati Uniti da Doubleday e nel Regno Unito da Herbert G. Jenkins il 7 ottobre 1938[2]. Fu tradotto in lingua italiana dapprima da Alberto Tedeschi nel 1939 e successivamente da Mary Buckwell Gislon nel 1989 e da Giovanni Viganò nel 2005[3].

Trama

La storia si apre con Bertie Wooster, l'io narrante, ancora stordito dopo la festa di addio al celibato svoltasi la sera precedente in onore di Gussie Fink-Nottle, fidanzato di Madeline, figlia unica di Sir Watkyn Bassett, CBE. Bertie viene incaricato da sua zia Dahlia di recarsi da un antiquario di Brompton Road, dal quale suo marito Tom deve acquistare una lattiera d'argento a forma di vacca da collezione, e di criticare negativamente l'oggetto affinché lo zio possa offrire più tardi un prezzo inferiore a quello richiesto. Poco dopo Bertie riceve un telegramma dallo stesso Gussie («è un mio amico, con la faccia da pesce lesso, che raggiunta la maggior età si era seppellito in campagna per dedicarsi anima e corpo allo studio delle salamandre»[7].) il quale lo avverte di aver rotto con Madeline. La notizia spaventa Bertie il quale, essendo stato fidanzato con Madeline, teme che, rotto il fidanzamento con Gussie, la ragazza voglia sposare lui; i timori nascono dal fatto che sebbene sia «innegabile che Madeline abbia un aspetto attraente, [...] ed è ben fornita di tutti gli attributi e di una chioma d'oro, [...] nello sguardo di lei aleggia qualcosa di melenso, un'allusione sottile che prelude al bamboleggiamento. È questo che mi fa gelare il sangue»[8].

Pur consapevole dei rischi, per tener fede al codice etico dei Wooster ("Mai piantare in asso un amico"[9]), Bertie decide di recarsi a Totleigh Towers, la vasta residenza di campagna dei Basset, dove è ospite Gussie. Bertie si reca a Totleigh Towers anche per tentare di recuperare la lattiera che avrebbe dovuto acquistare lo zio Tom Travers e che Sir Watkyn Bassett, anch'egli collezionista rivale dell'altro, gli ha soffiato. In cambio della lattiera Sir Tom è disposto a cedere a Sir Watkyn Anatole, lo straordinario cuoco francese al servizio dei Travers, «l'artista senza pari»[10]. Sir Watkyn diffida tuttavia di Bertie: ritenendolo un volgare ladro, ha pregato il suo amico Roderick Spode, un rozzo e violento energumeno («è il fondatore e il capo dei Salvatori della Gran Bretagna, un'organizzazione fascista, meglio conosciuta come l'Associazione dei Calzoncini Neri. La sua idea, sempre che non gli spacchino la testa con una bottiglia in una delle frequenti risse in cui lui e i suoi seguaci rimangono volentieri coinvolti, è di diventare un Dittatore»[11]) di sorvegliarlo. A Totleigh Towers la situazione è complicata ulteriormente dalla presenza di Stiffy Byng, una nipote di Sir Watkyn la quale desidera sposare il reverendo Harold Pinker, amico di Bertie, e vincere l'opposizione dello stesso Sir Watkyn al matrimonio. L'ingarbugliata vicenda sarà risolta grazie a Jeeves, il valletto di Bertie.

Critica

 
Oswald Mosley

Il codice dei Wooster è il terzo romanzo appartenente alla serie "Jeeves e Bertie" e si collega direttamente al secondo della serie, Alla buon'ora Jeeves! che terminava, per l'appunto, con la riconciliazione di Gussie Fink-Nottle con la fidanzata Madeline Bassett. Lo schema in tre atti, simile a quello di Grazie, Jeeves, sarà ripetuto nei successivi romanzi della serie[12]. Sebbene il romanzo sia senza tempo, sono presenti alcuni temi contemporanei al periodo della composizione (1937), fra i quali i movimenti fascisti rappresentati nel romanzo dal personaggio di Roderick Spode, satira del politico fascista Oswald Mosley, leader dell'Unione Britannica dei Fascisti[13][4].

Edizioni

In lingua inglese

  • The Code of the Woosters, London, Herbert Jenkins, 1938.
  • The Code of the Woosters, New York, Doubleday, 1938.
  • The code of the Woosters, Introduction by Joe Keenan, London, Penguin book, 2001, ISBN 014118597X.

Traduzioni in lingua italiana

  • Jeeves non si smentisce: Romanzo, traduzione di Alberto Tedeschi, illustrazioni di Giordano Giovannetti, Milano-Verona, A. Mondadori, 1939.
  • Jeeves non si smentisce mai: romanzo, collana Coll. Oscar Mondadori; 440, traduzione di Alberto Tedeschi, introduzione di Franco Cavallone, Milano, Mondadori, 1973.
  • Il codice dei Wooster, collana Coll. GUM; 119, traduzione di Mary Buckwell Gislon, presentazione di Oreste Del Buono, Milano, Mursia, 1989, ISBN 88-425-0414-9.
  • Il codice dei Wooster, collana Coll. I Jeeves; 3, traduzione di Giovanni Viganò, Milano, Polillo, 2005, ISBN 88-8154-224-2.

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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