Cengia
La cengia[1] (o cornice rocciosa o cengio; plurale cenge) è una sporgenza pianeggiante di una parete rocciosa, che interrompe la verticalità di una montagna, spesso sede di sentiero o punto di riposo durante un'ascensione.


Storia
I primi a percorrere le cenge furono molto probabilmente cacciatori locali spinti dalla necessità di procurarsi selvaggina o inseguendo la stessa su questi percorsi, successivamente furono gli stessi cacciatori conoscitori di queste" facili" vie di accesso alle cime ad accompagnare i primi alpinisti stranieri verso la conquista delle vette dolomitiche. Un esempio sono le cenge di Ball e di Grohmann sul Pelmo, facendo di fatto nascere la professione della guida alpina. Durante la prima guerra mondiale, nelle Alpi e più diffusamente sulle Dolomiti, le cenge vennero molto utilizzate dagli Alpini, (o addirittura scavate di nuove sulle pareti rocciose), per poter muoversi di nascosto e al riparo dal fuoco nemico. Un esempio è la "cengia della salvezza" della strada degli Alpini, (una cengia che attraversa la parete di cima Undici nelle dolomiti di Sesto, arrivando al passo della Sentinella, un valico mai conquistato dagli italiani durante la guerra), la cengia Paolina sulle Tofane o la cengia Martini sul Lagazuoi.
Aspetti ecologici
Le cenge, così come le terrazze e le cavità, possono essere utilizzate dagli uccelli per la nidificazione. In ambiente costiero, le cavità presenti sulle falesie a strapiombo sul mare possono essere utilizzate dalle berte, gabbiani, piccioni, mentre in ambiente montano da uccelli rapaci quali avvoltoi, aquile e falchi.
Note
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