Colli a Volturno
Template:Comune Colli a Volturno è un comune di 1.405 abitanti della provincia di Isernia.
LE ORIGINI
Le più antiche testimonianze di insediamento umano nel territorio di Colli a Volturno risalgono ad epoche preistoriche ed in particolare al paleolitico inferiore essendo stati rinvenuti selci, lame, punteruoli, raschiatoi, ecc. Altri rinvenimenti rimandano al neolitico inferiore, brocchette in terracotta grezza e pesi o sostegni per la lavorazione della lana. Dall' VIII secolo a.C. si hanno notizie più chiare . E' il periodo della transumanza che interessa il territorio collese proprio grazie alla sua posizione strategica, essendo all'incrocio di due importanti tratturi, collegava i pascoli dei monti Sabelli con quelli invernali della Daunia e quelli estivi dell'Abruzzo con quelli invernali della Campania. All' VIII secolo risalgono i ruderi di un insediamento fortificato sulla sommità del monte San Paolo, dove si insediò un nucleo abitativo dedito alla pastorizia e alla difesa del territorio circostante. Alle vicende storiche di questo insediamento si attribuisce la costruzione di una poderosa cinta muraria che per diversi chilometri fortificava le pendici e la cima di Monte San Paolo.La vita spirituale della comunità di Monta San Paolo venerava principalmente Ercole, dio guerriero ma anche protettore dei recinti e dei pascoli,ce ne danno testimonianza quattro cisterne connesse ai riti sacrificali del dio ed un bronzetto votivo raffigurante Ercole in atteggiamento di assalto, con la clava e le pelle del leone Nemeo tra le mani. L'idolo, alto poco più di 10 cm è di manifattura arcaica ed è tra i più antichi fin'ora rinvenuti nell'area molisana. In epoca ellenistica (IV-II) secolo, un nuovo insediamento si originò a valle, nelle immediate vicinanze del nucleo urbano di Colli. All'esitenza di questo centro si riferisce la gran quantità di materiale vascolare a vernice nera e di "bucchero pesante" di produzione campana. Presente in buon numero sono anche gli avanzi di ceramiche provenienti dalla Daunia, riconoscibili per la lavorazione tipica delle anse a forma di testa di serpente o dekke basi di appoggio su prede.
I ROMANI
Con l'instaurazione della dominazione romana nel Sannio, in seguito alla fine delle guerre sociali, Colli venne annoverato in quel "tractus ille celeberrimus, venafranus ager" (Cfr. Cicerone, Pro Plancio 22) come si soleva all'epoca definire la città di Venafro, colonia romana e il territorio ad esso limitrofo qual era la Valle del Volturno. L'area collese venne particolarmente colonizzata ai tempi dell'Imperatore Augusto. A quest'epoca (I secolo d. C.) risalgono alcuni insediamenti , consorzi rurali che popolarono fino al VI secolo d.C. All'attività agricola dei coloni augustei si riferiscono molti manufatti dell'epoca connessi alle attività vinarie e olearie e alla macina del frumento (frantoi, dolii, torculari e macine in pietra). Tra i ruderi di questi insediamenti sono state rinvenute alcune lapidi che ricordano la presenza nel luogo di famiglie iscritte ai clan di Roma che convivevano con famiglie discendenti dai sanniti e rimaste sul posto per essere sfuggite al genocidio del 290 a.C. All'epoca augustea risale il ripristino dell'acquedotto romano del Volturno iniziato e sospeso nelle epoche repubblicane. Il condotto idrico che adduceva le acque delle sorgenti del Volturno a Venafro attraversava l'intero sottosuolo collese. Proprio a Colli sono stati rinvenuti i tratti più interessanti che rivelano la struttura dell'intero impianto quali i "pontes", i "canales", alcuni "speca", delle "substructiones" .
I LONGOBARDI
Con la conquista longobarda della Valle del Volturno tra la fine del V e gli inzi del VI secolo si ha la formazione di quello che sarà l'effettivo nucleo di fondazione del paese attuale, l'insediamento "S. Angelo" . La località venne denominata "ad Sanctum Angelum", nome che verrà poi ritrovato nel carteggio del X secolo relativo all'incastellamento di Colli. Il titolo di S. Angelo, come documentano gli studi della toponomastica antica, è di provenienza longobarda e con esso veniva onorato il principe degli arcangeli S. Michele, principale protettore dei longobardi.
L'INCASTELLAMENTO MONASTICO
Agli inizi del secolo VIII d.C. , il territorio di Colli, con altri della Valle del Volturno, venne donato al monastero di San Vincenzo fondato da tre nobili cugini, i S.S. Paldo, Tato e Taso. Il ''Chronicon Volturnense'', ci informa che Gisolfo I, duca di Benevento, donò al monastero di San Vincenzo, una vasta area territoriale adiacente e distante dal sito monastico. Tra i territori più "adiecentes aut imminentes" figurava anche l'agro di Colli che con gli altri, fino agli inizi del secolo VII, avevano conservato la dimensione fiscale connessa al ducato longobardo di Benevento. Intanto gli antichi stanziamenti longobardi erano venuti meno a causa dell'abbandono degli abitanti prima della metà del VI secolo. I monaci volturnensi presto ripopolarono e resero feconda la Valle del Volturno. Le invasioni saraceniche nell'anno 881 distrussero il monastero di San Vincenzo provocando la morte di tutti i suoi monaci,fu un vero e proprio genocidio.
Dal Chronicon Volturnense è possibile leggere della fondazione del castello di Colli nell'anno 962 da parte dell'abate Paolo che concedeva in affitto ventinovennale (atto livellare) le terre poste nel territorio di Colli allora denominate "Ad Sanctum Angelum". Contemporaneamente a Colli, l'abate fondava i nuclei di Fornelli (Vandra) e di Valle Porcina (Vadu Transpadinu), anch'essi abitati dalle tribù longobarde nel VI secolo.
IL FEUDALESIMO
A pochi anni dalla fondazione del castello, la primitiva comunità collese dovette affrontare le ostilità che i titolari laici delle contee limitrofe arrecavano continuamente ai castelli edificati dagli abati volturnensi, in seguito alla riorganizzazione del patrimonio fondiario della "Terra Sancti Vincentii". Il Chronicon Volturnense ci informa che nell'anno 981 il conte Landolfo Greco di Isernia si impossessò illegalmente del castello di Colli e della sua "Ecclesia", intesa come parrocchia. Non tardarono a ripetersi altri atti di usurpazione. Le ostilità più disastrose furono apportate ai castelli volturnensi dai Borrello, provenienti dalle vicine terre d'Abruzzo e qualificati dal Chronicon Volturnense come "sacrliegos tyrannos". Con l'avvento della dominazione angioina il castello di Colli, passò ad essere amministrato da alcuni "milites" i quali erano tenuti a pagare un censuo annuo alla badia di San Vincenzo. A questi periodi di lotte si aggiunsero anche calamità naturali. Un violento terremoto avvenuto nell'anno 1349 e la peste dell'anno successivo, distrusse e rese disabitato il castello di Colli e le terre fino allora abitate di Valle Porcina e di San Paolo. Solo nell'anno 1479, con il conte Camillo, la famiglia Pandone tornò a dominare in Colli. Infatti, Camillo acquistò in quell'anno i castelli di Colli e le terre di Valle Porcina.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[1]

Collegamenti esterni
- Colli a Volturno.com - Sito internet amatoriale ma molto vivace sulla localià collese
- Portale della pro-loco di Colli
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.