Adoro te devote
Adoro te devote è uno dei cinque inni eucaristici attribuiti a San Tommaso d'Aquino e scritti in occasione dell'introduzione della solennità del Corpus Domini nel 1264 su commissione di papa Urbano IV. Le sue prime testimonianze risalgono a non meno di cinquant'anni dalla morte del Dottore Angelico[1].

La paternità dell'inno di Tommaso d'Aquino era stata precedentemente messa in dubbio da alcuni studiosi.[2] Studi più recenti hanno messo a tacere tali dubbi.[3] Probabilmente, Tommaso la utilizzò anche come una preghiera privata, per un'adorazione quotidiana del Santissimo Sacramento.[3]
La poesia affronta il tema teologico e mistico dell'inabitazione trinitaria e dell'unione con Dio nell'Eucaristia.[4]
A differenza degli inni che furono composti e musicati per la solennità del Corpus Domini del 1264, l'Adoro te devote non fu scritto per una funzione liturgica e non compare in nessun testo liturgico dell'epoca, al punto che alcuni studiosi ritengono che sia stato scritto dal frate per la Messa da recitarsi ad uso privato.[5]
L'inno fu inserito nel Messale Romano del 1570, voluto da papa Pio V. Le prime due strofe sono citatr nel Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1381) per spiegare teologicamente e poeticamente il mistero eucaristico. Il Sacramento. Questo inno eucaristico veniva generalmente cantato con una genuflessione davanti al Santissimo Sacramento. L'inno è utilizzato come inno eucaristico e viene cantato durante la distribuzione dell'Eucaristia, la benedizione del Santissimo Sacramento, le adorazioni eucaristiche e nelle preghiere di ringraziamento al termine della Santa Messa.
Testo e traduzioni
Adóro Te devóte, látens Déitas, Visus, tactus, gustus, in te fállitur, In cruce latébat sola Déitas, Plagas, sicut Thomas, non intúeor, O memoriále mortis Dómini, Pie pellicáne, Jesu Dómine, Jesu, quem velátum nunc aspício, |
O Gesù ti adoro nell’ostia nascosto, La vista, il tatto, il gusto non arriva a Te, Hai nascosto in croce la Divinità, Non vedo le piaghe come Tommaso, O memoriale della morte del Signore, O pio pellicano Signore Gesù, O Gesù, che ora vedo, |
Dio, che Ti celi sotto questi vel, Nulla al tatto, nulla al gusto, nulla all'occhio appar; Hai nascosto in croce la divinità; Vide Te Tommaso e credette allor; Vivo memoriale di Gesù che muor, Pio pellicano, mio Gesù Signore, O Gesù, che vedo sotto questi vel, |
Adoro Te devotamente, oh Deità che Ti nascondi, La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano[10] Sulla croce era nascosta la sola divinità, Le piaghe, come Tommaso, non veggo, Oh memoriale della morte del Signore, Oh pio Pellicano, Signore Gesù, Oh Gesù, che velato ora ammiro, |
Storia
Dopo la riforma del Concilio Vaticano II, l'inno Adoro te devote fu collocato all'inizio della celebrazione eucaristica e fu per la prima volta stabilita una versione critica definitiva del testo. La chiesa cattolica scelse di adottare le edizioni critica di Dom André Wilmart, pubblicata nel 1932.[13][14]
Tuttavia, nel Rito Romano l'inno non è attribuito ad alcuna festività religiosa.[15] Nel messale romano promulgato da papa Giovanni XXIII nel 1962, l' Adore te devote è elencato nelle preghiere per ottenere l'indulgenza.[16] Fu il primo caso ufficiale nel rito romano di un inno associato all'indulgenza e fu soppresso dal messale del 1969.[17]
Ancora la fine degli anni 80 Lino risultava di notevole interesse per gli organisti sia come brano per organo che come mottetto accompagnato dall'organo. Olivier Messiaen lo collocò all'inizio del suo Le Livre du Saint-Sacrement , pubblicato nel 1984.[18]
Il 24 dicembre 2004, papa Giovanni Paolo II citò l'Adoro te devote nell'omelia di quella che fu la sua ultima Messa di mezzanotte.[19].
Preghiera finale
Fino alla prima metà del novecento, il canto (eucaristico) dell'Adoro Te devote poteva essere seguito da questa preghiera di ringraziamento a Gesù Cristo, al termine della Santa Messa:
- Obsecro Te, dulcissime Domine Jesu Christe, ut passio tua sit mihi virtus qua muniar atque defendar:
- vulnera tua sit mihi cibus potusque quibus pascar, inebrier atque delecter; aspersio sanguinis tui sit mihi ablutio omnium delictorum meorum;
- resurrectio tua sit mihi gloria sempiterna. In his sit mihi refectio, exultatio sanitas et dulcedo
- cordis mei. Qui vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen.
Il 13 dicembre 1849, papa Pio IX accordò vari giorni di indulgenza per chi avesse recitato questa preghiera[20]. L'indulgenza parziale resta in vigore anche dopo la soppressione della preghiera dal messale del 1969.
Analisi metrica
L'inno è qualificabile come una sequenza per lo schema metrico: la presenza di strofe di eguale numero di sillabe (12), della rima di tipo baciata (AA, BB, CC, DD), di una metrica regolare sia per la quantità breve e lunga nelle vocali, sia per lo schema degli accenti[21]
L'inno è composto da 28 versi, con una rima accoppiata. I primi 14 versi terminano in consonante e i successivi 14 in vocale. I versi sono endecasillabi con accento sulle sillabe dispari.
Questo tipo di componimento musicale liturgico, recitato o cantato, ritmico, era molto diffuso già nel X secolo, e con schema metrico regolare si trova di nuovo nel Lauda Sion Salvatorem, altro inno eucaristico di San Tommaso d'Aquino, composto per il Corpus Domini.
La composizione in sette strofe è spiegata da Dom Eugene Vandeur dell'Abbazia di Maredsous, con queste parole:
Padre Raniero Cantalamessa osservò che il verso visus, tactus, gustus in te fallitur rinviava una poesia di Jacopone da Todi nella quale immaginava un conflitto fra i sensi umani in relazione all'Eucarestia: Mentre il viso, il tatto e il gusto dicono che si tratta di solo pane, l'udito si oppone a questa concezione e assicura che "sotto queste forme visibili è Cristo nascosto". Se questo non basta ad affermare che l'inno è di San Tommaso d'Aquino, mostra tuttavia che è più antico di quanto si pensasse e non è incompatibile con un'attribuzione al Dottore Angelico, quanto meno per la datazione. Se Jacopone può farne riferimento come testo noto, doveva essere stato composto almeno vent'anni prima perché potesse godere già di una certa popolarità.
Note
- ^ Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia, su zenit.org. URL consultato il 19 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2013).
- ^ (EN) Jean-Pierre Torrell, Saint Thomas Aquinas: the person and his work, CUA Press, 2005, ISBN 9780813214238.
- ^ a b (EN) Paul Murray, Aquinas at Prayer: The Bible, Mysticism and Poetry, A&C Black, 10 ottobre 2013, ISBN 9781441107558.
- ^ Denis Sureau, Prières devant le Saint-Sacrement, p. 77, 2002
- ^ The Feast of Corpus Christi, di Barbara R. Walters, Penn State Press, 2007 ISBN 0-271-02924-2 p. 12
- ^ Per ragioni metriche, che porterebbero a dover spezzare in due parti la parola veritátis (veri-tátis), l'ultimo verso della seconda strofa può trovarsi anche nella forma Nil hoc veritátis Verbo vérius. Fonte: Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia, su zenit.org. URL consultato il 19 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2013).
- ^ Preghiere dei sacerdoti da recitarsi dopo la Messa, su maranatha.it, 1962. URL consultato il 1º marzo 2019 (archiviato il 3 novembre 2013).
- ^ Rito della Comunione fuori dalla Messa e culto eucaristico - Preghiere e letture, su maranatha.it, 1962. URL consultato il 1º marzo 2019 (archiviato il 7 maggio 2006).
- ^ Dall'annuncio di Gesù Cristo alla celebrazione del Signore (PDF), su docplayer.it, p. 63. URL consultato il 1º marzo 2019 (archiviato il 1º marzo 2019).
- ^ Per una corretta interpretazione teologica di questo verso si veda l'omelia del teologo padre Raniero Cantalamessa, pronunciata alla presenza di papa Giovanni Paolo II nella cappella Redemptoris Mater in Vaticano la seconda settimana di Avvento il 10 dicembre 2004: «Non è che i sensi della vista, del tatto e del gusto, per se stessi, si ingannino circa le specie eucaristiche, ma siamo noi che possiamo ingannarci nell’interpretare quello che essi ci dicono, se non crediamo. Non si ingannano perché l’oggetto proprio dei sensi sono le apparenze - ciò che si vede, si tocca e si gusta - e le apparenze sono realmente quelle del pane e del vino, mentre l'intelletto (e nei rari casi della miatica, anche i sensi) colgono che la specie del pane e del vino è anche Cristo, la vera sostanza del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo risorto dalla morte di croce. Scrive san Tommaso: (latino)«In hoc sacramento nulla est deceptio, sunt enim secundum rei veritatem accidentia, quae sensibus diiudicantur. Intellectus autem, cuius est proprium obiectum substantia, per fidem a deceptione praeservatur.»(italiano)
«In questo sacramento, non c’è alcun inganno. Infatti gli accidenti che sono percepiti dai sensi ci sono veramente, mentre l’intelletto, che ha per oggetto la sostanza, viene preservato dal cadere in inganno dalla fede.»Fonte: Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia, di padre Raniero Cantalamessa, su zenit.org. URL consultato il 19 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2013).
- ^ Illi è un avverbio traducibile con "in quel luogo, colà", e dunque in senso figurativo "nella specie del pane".
- ^ Quit (da queo, cioè potere, essere in grado di) è nel verso successivo.
- ^ Jean-Pierre Torrell, Initiation à saint Thomas, p. 132, 2015 [1]
- ^ Annibale Bugnini, La réforme de la liturgie (1948 - 1975), p. 667, nota n. 1049, 2015 [2]
- ^ Sito dell'accademia di canto gregoriano [3]
- ^ Missale romanum ex decreto SS. concilii Tridentini restitutum (1962/2005) [4]
- ^ Synopsis Ritus Romanus de 1962 (issu de 1570) et de 1969, Orationes, Gratiarum actio post Missam p. 6 di 12 [5]
- ^ Scheda bibliografica nel sito della Biblioteca Nazionale di Francia
- ^ Omelia del 24 dicembre 2004
- ^ Giuseppe Riva, Manuale di Filotea, Milano, 1860, p. 213
- ^ eo, ie, io e iu non sono dittonghi; uæ conta per due sillabe. Quindi, l'accentazione cade nella decima sillaba metrica come nell'endecasillabo
- ^ Libro Adoro te, Éditions Desclée de Brouwer 1939
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Adoro te devote
Collegamenti esterni
- (LA) Petrus Josephus, Adoro Te Devote, in canto gregoriano, su youtube.
- (LA) Adoro Te Devote, Schola Regina (archiviato il 13 dicembre 2022).
- Eucaristia e poesia di Tommaso d'Aquino, Una goccia di Sangue per sollevare il mondo, su internetica.it. URL consultato il 9 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2009).
- Il Pio Pellicano, Nostro Signore Gesù Cristo., su radiospada.org.
- Adoro te devote: un gioiello prezioso del gregoriano, su marcotosatti.com.
Controllo di autorità | LCCN (EN) no2008022355 |
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