Isoglossa centum-satem
La divisione centum-satem è un isoglossa delle famiglia delle lingue indoeuropee, legata all'evoluzione delle tre consonanti dorsali ricostruite per il proto-indoeuropeo, *[kʷ] (labiovelare), *[k] (velare), e *[ḱ]; (palatoalveolare). I due termini provengono dalle parole per il numero "cento", in due lingue rappresentative dei due gruppi (latino centum, pronunciato kentum, e avestico satəm), derivanti dal termine indoeuropeo *[ḱṃtóm].


Le lingue satem includono le lingue indoarie, le lingue iraniche, le lingue baltiche, le lingue slave, l'albanese, l'armeno e altre poche lingue ormai estinte, come il tracio ed il daco. Questo gruppo ha unito le velari e le labiovelari indoeuropee in un unico gruppo di velari e ha cambiato le palatoalveolari in sibilanti. Anche se si considera l'albanese una lingua satem, ci sono prove che le velari e le labiovelari non si sono completamente fuse in proto-albanese.
Le lingue centum, spesso dette "non satem", sono i restanti dialetti proto-indoeuropei. Comunque questo gruppo è caratterizzato dalla confusione e la fusione delle velari e delle labiovelari proto-indoeuropee in un unico gruppo di velari, con un cambiamento fonetico separato per le centum, indipendente dal cambiamento fonetico delle satem. Più specificatamente, nel senso di Brugmann "lingue con labializzazione", il gruppo centum include le lingue italiche, le lingue celtiche, le lingue germaniche, il greco (incluso l'antico macedone), e possibilmente un numero di gruppi e lingue minori ed estinti (come il venetico e probabilmente l'illirico). Il tocario combina tutte le occlusive dorsali in una singola serie di velari e, anche se la cronologia del cambiamento è sconosciuta, manca delle sibilanti tipiche delle lingue satem, perciò viene considerata centum.
Il proto-anatolico apparantemente non ha subito nessuno dei due cambiamenti. La serie delle velari rimane separata in luvio, mentre l'ittita può aver subito in secondo tempo un cambiamento di tipo centum, ma l'esatta fonetica non è chiara.
Dorsali proto-indoeuropee
L'isoglossa centum-satem spiega l'evoluzione delle tre serie di dorsali ricostruite per il proto-indoeuropeo, *, *[gʷ], *[gʷʰ] (occlusive labiovelari), *[k], *[g], *[gʰ] (occlusive velari), e *[ḱ], *[ǵ], *[ǵʰ]; (occlusive palatoalveolari) nelle lingue figlie. Una divisione in lingue centum e satem ha senso solo con una visione della lingua madre con il completo inventario di dorsali. Cambiamenti fonetici successivi in uno specifico ramo delle lingue indoeuropee che sono simili ad uno di questi cambiamenti, come la palatalizzazione della k in latino in s in alcune lingue romanze o la fusione di *kʷ with *k nelle lingue goideliche, non hanno effetto sul raggruppamento.
August Schleicher nel suo Compendium del 1871 descrive una sola serie di velari, k, g, gh. Karl Brugmann nel suo Grundriss del 1886 accetta solo due serie, denotandole q, g, gh "velari esplosive" vs. k̑, g̑ e g̑h "palatali esplosive". Brugmann nomina le lingue centum "lingue con labializzazione" o "lingue-u̯" e le lingue satem "lingue senza labializzazione", e ritiene che:
- Per parole o gruppi di paroli, che non appaiono in qualche lingua con suoni velari labializzati, [le "velari pure"] dev'essere lasciato indeterminato se abbiano mai avuto il cambiamento-u̯. (traduzione dall'inglese)
Nell'edizione del 1897 del suo lavoro, Brugmann cambiò idea, accettando la terminologia centum-satem introdotta da Von Badke nel 1890. Così descrisse le labiovelari come qu̯, qu̯h, gu̯, gu̯h (intronducendo inoltre le aspirate sorde).
La presenza di tre serie di dorsali nella proto-lingua non è universalmente accettato. La serie "centrale" ricostruita potrebbe essere anche l'artefatto di un processo di prestito tra le giovani lingue figlie durante il processo di satemizzazione. Per esempio, Oswald Szemerényi, nella sua Introduzione del 1995, mentre riconosceva l'utilità della distinizione tra *kʷ, *k e *ḱ come una corrispondenza fonetica simbolica, argomenta che il supporto per la distinzione delle tre seire in proto-indoeuropeo è insufficiente e preferisce una distinzione a due tra *kʷ e *k. Altri studiosi che presumono due serie di dorsali sono Kuryłowicz (1935), Meillet (1937), Lehmann (1952), e Woodhouse (1998).
Satem
Le lingue satem mostrano il cambiamento caratteristico delle palatoalveolari proto-indoeuropee (*ḱ, *ǵ, *ǵʰ) in consonanti affricate e fricative, articolate nello spazio anteriore della bocca. Ad esempio *[ḱ] diventa ś [ʃ] in sanscrito, s in lettone, avestico, russo ed armeno, š in lituano [ʃ], e th [θ] in albanese. Allo stesso tempo, le velari (*k, *g, *gʰ) e le labiovelari (*kʷ, *gʷ, *gʷʰ) originali si fusero insieme in un solo esito velare (cioè le labiovelari persero l'arrotondamento labiale).
Il cambiamento satem viene bene illustrato dalla parola per cento '100':
in contrasto con il latino centum (pron. [kentum]).
Lo status dell'armeno come lingua satem, o come lingua centum che ha subito un'assibilazione in seguito, come il francese (cioè il collasso delle velari con le labiovelari piuttosto delle palatoalveolari) non è chiaro per la presenza di poche parole di cui si evidente il cambiamento.
Centum
Nelle lingue centum le consonanti palatovelari si fusero con le velari (*k, *g, *gʰ). La maggior parte delle lingue centum preserva le labiovelari proto-indoeuropee (*kʷ, *gʷ, *gʷʰ) o i riflessi linguistici storici che hanno dato in seguito distinti dalle velari; ad esempio, *k : *kʷ → latino c /k/ : qu /kʷ/, κ /k/ : π /p/ (or τ /t/ before front vowels) in greco, /h/ : /hʷ/ in gotico, ecc.
Il nome centum deriva dalla parola latina centum, '100', ← *[ḱṃtóm], che illustra la fusione di *k e *ḱ. Vi si compari śata- del sanscrito o sto del russo, dove *ḱ è cambiata in una fricativa. Altri esempi di lingue centum sono: hund(red)- in inglese e Hundert in tedesco (con /h/ da una precedente *k, si veda rotazione consonantica), greco (ὲ)κατόν [(he)katon], gallese cant, ecc. (La parola albanese qind è un prestito dal latino centum.)
L'attestazione delle labiovelari come singoli fonemi indipendenti /kʷ/, invece di due fonemi velari e semivocalici /kw/ è attestato in greco (la serie q- della lineare B), in italico (il qu latino), in germanico (il hwair gotico, ƕ ed il qairþra q) e il celtico (il ceirt ogamico, Q). Però anche se vengono normalmente ricostruite per il proto-indoeuropeo, le labiovelari potrebbero essere un'innovazione del gruppo centum, collegate casualmente all'anteriorizzazione delle palatovelari. La testimonianza base di ciò è l'anatolico, la cui fonetica non è ancora completamente chiara per motivi ortografici. L'ittita (ed il luvio) in ogni caso non utilizzano la serie q- (che rappresenta un'occlusiva uvulare sorda) della scrittura cuneiforme dell'accadico) ma rappresenta i riflessi delle labiovelari proto-indoeuropee con ku. Le opinioni se ciò rappresenti un singolo fonema anatolico o un gruppo /k+w/ sono divise. È stata messa in discussione anche la possibilità di tre serie di dorsali su basi tipologiche, ma quest'argomentazione ha riscosso scarso successo, poiché ci sono lingue con un sistema a tre serie di dorsali, ad esempio una lingua caucasica nordoccidentale come l'abcaso, o il yazgulyam (una lingua iranica, ma con un sistema di dorsali non imparentato con il presunto originale proto-indoeuropeo), e lo hausa. L'esistenza di questa caratteristica in una lingua caucasica nordoccidentale è significativa, poiché questa famiglia dovrebbe essere stata nel contatto areale più vicino alla supposta zona di origine degli indoeuropei nelle steppe della Russia meridionale, ipotesi supportata anche dallo scarso sistema vocalico e dalle consonanti glottali che condividevano il proto-indoeuropeo ed il proto-caucasico nordoccidentale, evidenziando una possibile Sprachbund primitiva. [1].
Ci sono state recenti asserzioni che anche la lingua bangani in India contiene tracce di fenomeni fonetici centum, ma sono per lo più tracce spurie.
Origini del cambiamento fonetico
Nel XIX secolo venne presunto che l'isoglossa centum-satem fosse l'originaria divisione dialettale delle lingue indoeuropee. Ad ogni modo, Karl Brugmann, e in particolare Johannes Schmidt considerarono il cambiamento fonetico centum-satem come una caratteristica areale.
L'incompleta satemizzazione in baltico, e in maniera minore in slavo, viene considerata un'indicazione della diffusione del cambiamento fonetico satem, o, in alternativa, che la non completa satemizzazione sia dovuta a fenomenti di prestito nei primi contatti tra i locutori proto-baltici e proto-germanici. Esempi di resti di elementi labiali da labiovelari in proto baltico includono:
- lituano ungurys "anguilla" ← *angʷi-
- lituano dygus "appuntito" ← *dʰeigʷ-
Esempi minori di una satemizzazione incompleta sono conosciuti anche in sanscrito:
- guru "pesante" < *gʷer-
- kulam "gregge" < *kʷel-
- kuru "fare" < *kʷer-
ma si trovano solo in testi dopo il Rigveda.
Che fosse considerata una distinzione areale o dialettale, la centum-satem venne a lungo considerata una divisione del proto-indoeuropeo in occidentale ed orientale. La scoperta delle lingue tocarie ha però cambiato completamente il punto di vista sul cambiamento satem, riconsiderandolo come un'innovazione radiale dalle comunità indoeuropee centrali che si sono in seguito espanse, e con loro l'innovazione satem, ma non sufficientemente da raggiungere le estremità occidentali (Europa) ed orientali (Tocario) del dominio indoeuropeo.
Bibliografia
- G. R. Solta|Solta, G. R., Palatalisierung und Labialisierung, Indogermanische Forschungen 70 (1965), 276–315.