L'area attorno a Treviso ha rappresentato sin dai tempi più antichi un luogo di insediamento e di passaggio, favorito dalla presenza del Sile come via di comunicazione. Numerosi reperti preistorici sono stati rinvenuti, per esempio, durante l'estrazione di ghiaia.
A queste civiltà, ancora poco conosciute, successero i più noti Paleoveneti, dal II secolo a.C. assoggettati ai Romani. È di questo periodo l'opera di centuriazione delle campagne, la nascita dei municipi (come la stessa Treviso) e la costruzione di alcune importanti infrastrutture, tra le quali spicca la via Claudia Augusta Altinate. Lungo il percorso della strada, che attraversava Sant'Elena di Silea, Cendon e Lanzago, sono affiorati diversi reperti dell'epoca. Si suppone dunque che i primi insediamenti stabili risalgano alla colonizzazione romana, ma si ritiene che la formazione di veri e propri villaggi si sia avuta solo sotto i Longobardi o i Franchi.
Fino al 1935 il comune era chiamato "Melma", antico toponimo riferito al corso d'acqua omonimo. In quell'anno, re Vittorio Emanuele III, con regio decreto n. 100 del 21 gennaio, autorizzava il Comune a cambiare la propria denominazione in quella di Silea, richiamandosi al Sile, il fiume principale del Comune, di cui il Melma stesso è tributario; l'autorizzazione regia al cambio del nome del Comune seguì la richiesta del podestà di Melma, Matteo Fantin, del 5 settembre 1934.
La nuova denominazione seguì un criterio di somiglianza semantica, riferendosi stavolta al fiume Sile, e dipese anche dal voler evitare frequenti derisioni a causa del vecchio nome, da parte degli abitanti delle località vicine.
Simboli
Lo stemma del comune, concesso insieme al gonfalone con il decreto del presidente della Repubblica del 30 novembre 1950[5], si blasona:
«di argento, a tre pali di azzurro, caricati ognuno, in capo, da una spiga di grano d'oro, alla fascia di argento attraversante. Ornamenti esteriori da Comune.[6]»
Il primo atto storico in cui viene nominato il Comune di Melma risale al 1172. I pali azzurri rappresentano i tre fiumi che bagnano il territorio comunale che sono il Sile (241), il Melma (272) e il Nerbon (un fiume lungo 8,56 km) (277).[7]
Le spighe sono il segno di una zona prevalentemente agricola. Il Comune di Melma è sorto infatti in epoca in cui la propria economia era sostanzialmente agricola, con conseguente sviluppo dell'attività di macinazione dei cereali, favorita dall'abbondanza di corsi d’acqua.[8]
Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.
Chiesetta della Beata Vergine della Salute (XIX secolo) Piccolo edificio sacro edificato nei primi decenni dell'Ottocento su iniziativa di Alessandro Barbaro prima del 1837 in sostituzione di un precedente capitello.[9]
Chiesa dei Santi Vittore e Corona (XV secolo) Ubicata nella frazione Cendon, centro del quale è la chiesa parrocchiale, deve alla dedicazione a santi locali dei quali poco risulta. Più volte ristrutturata, sia all'interno che all'esterno, nel secoli seguenti, la chiesa fu consacrata una prima volta nel 1727 e riconsacrata il 27 marzo 1859. La cella dell'attiguo campanile accoglie le campane traslate dalla chiesa della Pietà di Venezia.[9]
Chiesa di Sant'Elena Imperatrice (XV secolo) Ubicata nella frazione Sant'Elena di Silea, si presume sorga su un precedente edificio dalla stessa dedicazione di cui si ha notizia nell'XI secolo. L'attuale corpo della chiesa è frutto di pesanti rifacimenti dell'originale, edificata nel 1478 come presente nell'ormai indecifrabile iscrizione posta sul portale, presumibilmente della quale rimane la facciata, realizzata in grossi blocchi di pietra, mentre l'interno risente della ristrutturazione barocca tipica del Settecento veneto. Rilevante è anche il campanile, la cui costruzione risale al 1547 e completato tre secoli più tardi con l'innalzamento della cuspide del 1891.[9]
Architetture civili
Ville venete
Villa Valier costruzione della seconda metà del 1500. Venne eretta dalla famiglia Barbaro con la facciata, rivolta al fiume Sile, completamente affrescata, oggi. Una lunga scalinata ornata di statue e vasi conduce all’imbarcadero sul Sile. Alla villa appartiene l’oratorio dell’ Assunzione di Maria costruito nel 1762.[10]
Villa Azzoni-Avogadro che appartiene ai primi anni del 1500. Fu costruita dalla famiglia trevigiana dei conti Onigo sulle rive del fiume Melma. Venne acquistata, in cattive condizioni, nel 1639 dal conte Fioravante degli Azzoni Avogadro.[10]
Villa Barbaro ubicata nella frazione cendon, fu costruita verso la fine del 1600 dalla famiglia dei Barbaro.[10]
Villa Collotti ubicata nella frazione cendon, fu costruita nel 1700. Negli anni fu rimaneggiata profondamente ed oggi si presenta con l’aspetto di un tipico fabbricato ottocentesco. All’interno si conservano alcuni pavimenti in terrazzo veneziano.
Villa ValierVilla Contarini situata presso la frazione di Sant'Elena, è di origine seicentesca e si trova nella piazza di Sant’Elena.
Piazze
Piazza Europa
Piazza donatori di sangue
Piazza Trevigiani nel mondoFile:Santaelena14.jpgChiesa di Sant'Elena Imperatrice presso la frazione di Sant'Elena.
Museo della Pesca
Il Museo della Pesca, gestito in collaborazione con la FIPSAS – Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, è un percorso multisensoriale alla scoperta della pesca di fiume e di molte specie d’acqua dolce. Pesca professionale, pesca sportiva e biodiversità d’acqua dolce sono le tematiche che arricchiscono le 3 sale dedicate a questo tema. Il museo è ubicato presso la frazione di Sant'Elena a circa 5 km dal centro di Silea.
Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune erano 691, ovvero il 6,8% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[12]:
^Consiglio Comunale sciolto per dimissione contestuale di 10 consiglieri G.U. n. 50 del 1 marzo 2007, su 95.110.157.84. URL consultato il 2 dicembre 2018.