Vallo alpino in Alto Adige

sistema di fortificazioni difensive
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Il Vallo Alpino Littorio in Alto Adige è un complesso sistema di fortificazioni di difesa, eretto per difendere i confini italiani da una possibile invasione della Germania nazista. Il sistema di fortificazioni è stato edificato a tempo di record, tra gli anni 1939 e 1942, assieme al resto del Vallo Alpino.

Il territorio dell'Alto Adige, con le zone rosse ad indicare gli sbarramenti

Storia del Vallo Alpino in Alto Adige

 
L'opera presso la Croda Sora i Colsei, presso lo Sbarramento Passo Monte Croce Comelico
File:Pian dei morti.jpg
I denti di Drago presso lo Sbarramento Pian dei Morti
 
L'opera 9 dell Sbarramento Dobbiaco
 
Un bunker presso Laces (BZ)
 
L'opera 5 dello Sbarramento della Val di Landro
 
La particolare opera 23 dello Sbarramento Versciaco
 
L'opera 4 dello Sbarramento di Braies
 
Opera 1 dello Sbarramento Chiusa di Rio
 
L'opera 5 dello Sbarramento Chiusa di Rio

La situazione precedente

In Alto Adige, a differenza degli altri tratti costruiti in Italia, il Vallo Alpino ha avuto un particolare significato, in quanto la linea di confine che andava a presidiare e difendere era quella che scindeva il confine con l'alleato Hitler, con il quale l'Italia mussoliniana aveva stipulato un mutuo accordo di fedeltà: il Patto d'Acciaio, firmato il 22 Maggio del 1939.

Questa linea di confine aveva una sua logica, in quanto Mussolini era molto diffidente verso l'imprevedibile e potente alleato Hitler. Infatti il capo nazista curava che Mussolini fosse informato sulle decisioni sempre alla fine, senza tenerlo in alcuna considerazione

Due episodi danno ragione alla diffidenza di Mussolini:

  • Il 13 Marzo 1938, l'Austria fu annessa alla Germania senza che egli fosse stato informato; fu così che la Germania e l'Italia diventarono diretti vicini.
  • Il 1 settembre 1939 fu invasa la Polonia, fattore che scatenò la seconda guerra mondiale. Contemporaneamente l'Armata sovietica occupò la Polonia da est (17 settembre 1939), cosa che Hitler aveva già concordato in segreto il 23 agosto 1939 con il suo nemico giurato Stalin ma non con l'alleato italiano.

Fino al maggio del 1940, la Wehrmacht era appostata di fronte alla Linea Maginot, uno sbarramento ritenuto fino a quel tempo invalicabile. Infatti lo sbarramento era un potente ed efficace mezzo per contrastare la strategia della Blitzkrieg. Fu così che il 21 Novembre 1939 Mussolini diede l'ordine di fortificare massicciamente il confine nord dell'Italia, con la costruzione del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige. La Blitzkrieg tedesca ai danni dei francesi il 10 maggio 1940, convinse Mussolini, illuso dall'idea di una guerra lampo, a far entrare l'Italia in guerra il 10 giugno 1940 a fianco della Germania contro l'Inghilterra e la Francia (già a pezzi), mentre al confine tra l'Italia e la Germania continuavano a essere edificate caverne e opere difensive.

Per gli abitanti dell'Alto Adige, era particolarmente doloroso vedere come il governo di Roma costruisse una muraglia fortificata tra loro ed i compaesani del nord Tirolo. Per la costruzione dei bunker e dei fossati anticarro furono espropriati preziosi terreni da pascolo, sui quali le costruzioni militari divennero parte integrante del paesaggio naturale.

La costruzione del Vallo Alpino Littorio

Già negli anni '20 la rete stradale in Alto Adige veniva costruita tenendo anche in considerazione alcuni punti di vista strategici. Dal 1934 vennero erette fortificazioni tipo 200 nei principali fondovalle, delle principali vie d'accesso: al passo Resia, al passo del Brennero e lungo la val Pusteria. In totale 9 opere.

Fino al 1937 il numero di opere costruite di tipo 450 (simili al tipo 7000) salì a 20, e nel 1938 si contavano in tutto 47 bunker. L'ordine di fortificare massicciamente il confine con la Germania venne dal Duce il 21 novembre 1939; questa fu la data di nascita del Vallo Littorio in Alto Adige.

Lo sviluppo del vallo alpino e il suo sviluppo in Alto Adige procedettero in maniera differente. Il generale Gamaleri del IV Corpo d'armata di Bolzano riferì che il 23 gennaio 1940 già 66 opere erano completate e altre 250 dovevano venire costruite. Evidentemente lo sforzo di fortificare il confine nord iniziò già prima del 21 novembre 1939. La realizzazione delle opere avvenne solo conformemente al successivo ordine della circolare 15000. Questo significa però anche che i progetti esistenti dovevano essere rielaborati.

Per la costruzione vennero stabilite le posizioni delle fortificazioni da una commissione militare. I terreni vennero acquisiti o espropriati, cosa che specialmente i contadini trovarono dura. Per i numerosi lavoratori delle imprese italiane dovettero essere costruiti degli alloggi. Per il lavoro duro e a volte pericoloso i lavoratori ricevevano un salario fino a 50 lire al giorno. Questo stipendio era interessante anche per i contadini nativi; non vennero però chiaramente assunti sudtirolesi che avessero optato per la Germania.

La costruzione delle opere si dimostrò piena di difficoltà: le strade di accesso che portavano ai cantieri erano ancora in parte da costruire. Dato che il calcestruzzo si poteva trattare solo a una temperatura superiore ai -5°, in alta montagna, soprattutto in inverno, i lavori erano fortemente limitati. In Alto Adige, al 10 giugno 1940, 161 bunker erano già terminati, con il lavoro di 19.000 operai. Il 16 giugno 1941 venne vietata la costruzione di nuove opere, solo i lavori per le fortificazioni già iniziate vennero portati avanti. La causa di ciò era che l'esauriente forza economica italiana era impegnata nei Balcani e nel Nord Africa. Il 25 luglio 1941 il generale Mario Roatta riferì che la maggior parte delle opere in costruzione erano terminate strutturalmente. L'allestimento delle opere con l'armamento zoppicava ancora un po'. Nella terza linea di sbarramento, spesso solo un'opera per gruppo era completa in tutte le sue parti. Anche oggi si trovano ancora molte opere delle linee arretrate che non furono mai ultimate negli allestimenti. In un rapporto del 1° ottobre 1942, il generale Vittorio Ambrosio denunciò che il prolungamento degli sbarramenti sui fianchi non era sufficiente. Il generale Ambrosio disse anche che con lo stato attuale della tecnologia bellica, il Vallo Alpino non era in grado di svolgere a dovere la sua funzione, così com'era. Bisognava costruire altre 900 fortificazioni per poter avere uno sbarramento efficiente. Il Vallo Alpino invecchiava quindi più velocemente di quanto stava crescendo.

All'alleato tedesco non rimasero nascoste queste selvagge costruzioni atipiche lungo il confine. Con il crescente peggioramento della posizione militare nel Mediterraneo, la protesta tedesca contro la costruzione del Vallo Alpino aumentò. Il 4 ottobre 1942 Mussolini cedette alle insistenze di Hitler e ordinò il definitivo arresto dei lavori presso il Vallo Alpino, al confine con la Germania. In maniera evidente dovevano essere effettuati solo piccoli lavori, come il completamento della mimetizzazione, mentre i piani per il prolungamento degli sbarramenti sui fianchi vennero portati avanti.

In totale, in Alto Adige, vennero edificati circa 300 bunker, che in generale non furono completati nell'allestimento. Altre 80 opere non vennero terminate nei lavori di edificazione. Per la maggior parte erano le opere in caverna, per le quali vennero ultimati soltanto i lavori di scavo. Delle 27 opere di artiglieria, 19 rimasero soltanto delle gallerie non terminate. Le opere di artiglieria non vennero equipaggiate per la maggior parte, poiché gli affusti e le feritoie per i cannoni non potevano essere più consegnati.

Se si pensa che il grosso delle opere venne edificato in poco tempo, cioè tra gennaio 1940 e giugno 1941, questo è già da solo un'impresa. Bisogna tener conto anche del fatto che le attrezzature per la costruzione delle opere dell'epoca non hanno nulla a che vedere con quelle dei nostri giorni.

La catena di fortificazioni non ha dovuto tuttavia garantire la resistenza a nessun serio attacco, in quanto non ha mai ricevuto il battesimo del fuoco. Infatti i nazisti quando hanno invaso l'Italia dall'alto Adige, non hanno trovato alcuna resistenza.

Il periodo dell'occupazione nazista

Già il 27 luglio 1943 al nord del Brennero venne costituito, sotto il generale tedesco Valentin Feurstein, un gruppo di combattimento per mettere in sicurezza il valico alpino italo-tedesco. Questo spiegamento era nominato Alerich.

Dal 28 luglio 1943, la 44° divisione di fanteria Hoch un Deutschmeister cambiò posizione, dal Belgio a Innsbruck (Austria). Da qui iniziò la corsa contro il tempo tra Germania e Italia per l'occupazione del valico alpino e la fortificazione del Vallo Alpino. Il generale Feurstein comunicò al comandante generale Gloria a Bolzano, di piazzare un unità tedesca aggiuntiva alle Poste italiane presso la ferrovia del Brennero, per proteggere il tratto di ferrovia. In aggiunta, il 1 agosto 1943 la 44° divisione di fanteria marciava attraverso il Brennero per raggiungere l'Alto Adige. Feuerstein provò a ingannare Gloria con la comunicazione che questo provvedimento era concordato tra il Comando Superiore della Wehrmacht e il Comando Supremo italiano. Gli italiani intuirono questa finta e la invertirono a loro volta, impedendo in caso di necessità con la forza l'impiego di truppe tedesche.

Il 1 agosto 1943 la 44° divisione di fanteria marciò dunque attraverso il nord Italia, senza che nessun colpo d'arma da fuoco venisse sparato. I tedeschi arrivarono il 4 agosto 1943 fino a Colle Isarco, Vipiteno, Fortezza, Bressanone e Bolzano, dove le truppe italiane sospettose osservavano scrupolosamente. Iniziò così il gioco del "gatto col topo" lungo la linea del Brennero. Gli italiani riposizionarono le divisioni alpine Tridentina e Cunese in Alto Adige solo il 7 agosto 1943, per occupare i punti chiave degli sbarramenti del Vallo Alpino da Bolzano sud al Brennero. Allo stesso tempo reclamavano la ritirata della 44° divisione tedesca. La mossa avversaria fu l'ordine di Hitler di occupare le fortificazioni lungo la linea del Brennero. Tra il 7 e l'8 agosto 1943 vennero occupate le cime e le postazioni attorno al passo del Brennero dal gruppo tedesco Furbach. Inoltre il 10 agosto 1943 il passo di Resia, con le sue fortificazioni, fu occupato dalla scuola d'alta montagna delle SS “Neustift – Novacella” (SS-Hochgebirgsschule), così come la via d'accesso in Pusteria fu occupato da un battaglione della brigata tedesca Doehla.

I giorni successivi trascorsero tra appostamenti per l'occupazione delle importanti posizioni strategiche e delle fortificazioni. Nel periodo tra il 3 al 30 agosto 1943 passarono in totale otto divisioni tedesche e, in mezzo a queste, la divisione corazzata SS “Leibstandarte Adolf Hitler” presidiava il confine e occupava man mano il nord Italia. Il Comando Supremo tedesco mise fine così ad un minaccioso rischio, un possibile sbarco alleato in nord Italia. L'Italia era però ancora uno stato sovrano, dove le truppe tedesche erano soltanto tollerate. L' 8 settembre 1943 l'Italia capitolò definitivamente agli Alleati. Allo stesso tempo entrò in funzione sotto il nome “Asse” il piano tedesco preparato per disarmare le truppe italiane. Già il 9 settembre 1943 a Merano e a Bolzano 18.000 italiani furono catturati dalle truppe tedesche, e da entrambe le parti ci furono anche dei morti. In totale la 44° divisione catturò 18 generali, 1.783 ufficiali e 50.000 uomini tra Trento e Brennero. La Wehrmacht prese quindi il potere in nord Italia.

L'irresistibile avanzata degli Alleati in Italia risvegliò nell'autunno del '44 ancora una volta l'interesse tedesco nella fortificazione delle Alpi. In settembre, il generale Marcinkiewicz volle adattare il terreno e le fortificazioni del Vallo Alpino (e le vecchie fortezze italiane e austriache della prima guerra mondiale, vedi qui l'elenco ) a postazioni di difesa. Riuscì soltanto nella costruzione di pochi sbarramenti nella valle dell'Adige, presso Ala. Una riattivazione del Vallo Alpino non si fece più, dato che il fronte del sud crollava molto rapidamente.

L'Alto Adige venne liberato dalle truppe americane, che arrivarono allo stesso tempo sia da nord che da sud. La 103° divisione di fanteria occupò il 3 maggio 1945, dalla Germania meridionale, Innsbruck. Essa marciò di seguito attraverso il passo del Brennero in direzione sud e si unì con l'88° divisione di fanteria, proveniente da sud, a Vipiteno il 4 maggio 1945. Le divisioni da montagna 10°, 85° e 88° occuparono l'intero Alto Adige.

Così terminò la seconda guerra mondiale in questa regione.

Il dopo guerra

Nel periodo del dopoguerra, precisamente dal 1948 fino al 1992, alcune di queste fortificazioni furono riutilizzate contro la minaccia rappresentata dal Patto di Varsavia.

Le opere di difesa completate, della prima e seconda linea, già nel 1948 rientrarono in possesso dei militari italiani, che le ristrutturarono e in alcune parti le modernizzarono. Nel periodo della guerra fredda, il confine con l'Tirolo Orientale e quello con il nord Tirolo, erano diventati in pratica confini della NATO. Anche in questo periodo si ebbe una nuova fase di fortificazione dei confini. In questo periodo, le fortificazioni riattivate, furono costantemente utilizzate per il sorvegliamento dei confini, ed all'interno dei bunker erano soliti prestare servizio, i militari di leva.

Solo all'inizio degli anni '90, con la decadenza del Patto di Varsavia, le fortificazioni vennero man mano demilitarizzate. Le opere non utilizzate, delle linee più arretrate, rimasero, da dopo la seconda guerra mondiale, inutilizzate.

La situazione al giorno d'oggi

Alcune opere vengono oggi utilizzate dai contadini come cantine o depositi, dato che molte di queste opere si trova sui loro campi. Esistono due casi di particolare utilizzo: il primo è di un bunker che viene utilizzato da un'azienda per la stagionatura del formaggio; il secondo, nei pressi di Appiano, viene utilizzato come enoteca.

Tutte le circa 350 opere sono passate recentemente in possesso della Provincia di Bolzano. Dato che la maggior parte delle opere non erano state progettate per scopi diversi da quelli militari, e la loro demolizione costerebbe troppo, esse rimarranno ancora per tanto tempo, nel loro stato, nascoste ai più.

Attualmente però la Provincia ha deciso che i vecchi proprietari terrieri, su cui sono stati costruiti i bunker, possono riappropriarsi del terreno e quindi dell'opera difensiva, acquistandola dalla Provincia, con una clausola contrattuale, che prevede che l'opera acquistata non possa essere venduta per i primi 5 anni.

Settori e Sbarramenti

Il Vallo Alpino in Alto Adige, è suddiviso nei seguenti settori, ulteriormente suddivisi in Sbarramenti:

Voci correlate

Collegamenti esterni

Bibliografia

  • Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige, Alessandro Bernasconi, Giovanni Muran - Temi, Trento, 1999 ISBN 8885114180
  • Bunker, Josef Urthaler, Christina Niederkofler, Andrea Pozza - 244 pagine, formato 22,5 x 30,0 cm, custodia rigida in plexiglas, ISBN 8882663922

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