Alla buon'ora Jeeves!

romanzo di P. G. Wodehouse
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Alla buon'ora Jeeves! (titolo originale in lingua inglese: Right Ho, Jeeves) è un romanzo umoristico del 1934 dello scrittore inglese Pelham Grenville Wodehouse.

Alla buon'ora Jeeves!
Titolo originaleRight Ho, Jeeves
Altri titoliAlla buonora Jeeves. Perfetto, Jeeves!
AutoreP. G. Wodehouse
1ª ed. originale1935
1ª ed. italiana1976
Genereromanzo
Sottogenereumoristico
Lingua originaleinglese
AmbientazioneBrinkley Court
Personaggi
SerieJeeves
Preceduto daGrazie, Jeeves
Seguito daIl codice dei Wooster

Storia editoriale

Alla buon'ora Jeeves! è il secondo romanzo di Wodehouse con i personaggi del ciclo "Jeeves"; la trama fu abbozzata da Wodehouse già attorno al 1933, mentre stava lavorando a Grazie, Jeeves[1]. Nella "Prefazione" a Grazie, Jeeves, Wodehouse afferma che è suo «costume stendere circa 400 pagine di appunti prima di iniziare la stesura»[2]. Alla buon'ora Jeeves! (Right Ho, Jeeves) fu pubblicato in volume per la prima volta nel Regno Unito (UK) il 5 ottobre 1934 da Herbert G. Jenkins e negli Stati Uniti (USA) il 15 ottobre 1934 a Boston da Little, Brown and Company con il titolo Brinkley Manor[3]. Il volume era dedicato «A Raymond Needham K. C. con affetto e ammirazione». Needham era un avvocato che aveva assistito Wodehouse in una controversia fiscale e, secondo Richard Usborne, aveva poi dovuto dissuadere Wodehouse dal porre una dedica più audace («A Raymond Needham KC, che ha messo in fuga gli esattori delle tasse quando avevano posto i piedi sul mio collo e le mani nel mio portafoglio»)[4]. Prima di essere pubblicato in volume, anche Alla buon'ora Jeeves! era apparso a puntate su riviste, sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti: fu pubblicato infatti a puntate dapprima nel settimanale statunitense The Saturday Evening Post dal 23 dicembre 1933 al 27 gennaio 1934 con le illustrazioni di Henry Raleigh[5], quindi nel mensile britannico The Grand Magazine dall'aprile al settembre 1934[6].
Fu tradotto in lingua italiana da Cina Sacchi-Perego nel 1935 per la Bietti col titolo "Alla buonora Jeeves"Errore nelle note: </ref> di chiusura mancante per il marcatore <ref>.

Per il linguista Robert Anderson Hall, anche in Alla buon'ora Jeeves! la maggior fonte di ilarità è il linguaggio, in particolare l'uso di spoonerismi e metatesi[7] e il ricorso all'ipallage[8].

Accanto ai tradizionali "temi edoardiani" (per esempio, i riferimenti al Drones Club), in Alla buon'ora Jeeves! ci sono riferimenti a eventi contemporanei al periodo in cui fu scritto il romanzo, tipico del dispositivo floating timeline a cui ricorre Wodehouse nella serie "Jeeves"[9]. Ad esempio, nel capitolo 17, Bertie fa un riferimento agli esperimenti di fissione nucleare che avvenivano nel 1933-1934:

«Leggevo l'altro giorno, sul giornale, di quei tipi che stanno studiando il modo di dividere gli atomi, senza avere la minima idea di ciò che avverrà, se vi riusciranno. Potrà andar bene, come potrà non andar bene. E come rimarrà male quel disgraziato che dopo aver diviso l’atomo, vedrà andare in cenere la casa e se stesso fatto a pezzi.»

Nel 1996 John le Carré ha inserito questo romanzo nell'elenco dei suoi romanzi preferiti, affermando: «Nessuna biblioteca, per quanto umile, è completa senza la sua copia benedetta di "Right Ho, Jeeves", di P.G. Wodehouse, che contiene l'immortale scena di Gussie Fink-Nottle, ubriaco fradicio, che consegna i premi agli esultanti studenti della Market Snodsbury Grammar School»[10] Anche Stephen Fry, in un articolo intitolato "What ho! My hero, PG Wodehouse" pubblicato sull'Independent del 18 gennaio 2000, sottolinea la popolarità del romanzo, e in particolare l'episodio della premiazione: «L'episodio magistrale in cui Gussie Fink-Nottle consegna i premi alla Market Snodsbury Grammar School è contenuto spesso nelle antologie della grande letteratura comica ed è stato spesso descritto come il brano più divertente della narrativa scritta. Vi esorto, tuttavia, a recarvi in una biblioteca o in una libreria per procurarvi il romanzo completo, dove potrete leggerlo nel contesto: scoprirete che prende vita ancora più magnificamente»[11]

Note

  1. ^ D.A. Jasen, 2002, p. 132.
  2. ^ Grazie, Jeeves, traduzione di Pia Janin, Milano, Mursia, 1993, p. 14, ISBN 88-425-2681-9.
  3. ^ E. McIlvaine et al., 1990, pp. 66-68.
  4. ^ R. Usborne, Plum Sauce, 2003, p. 168.
  5. ^ E. McIlvaine et al., 1990, p. 157, D59.88-D59.93.
  6. ^ B. Taves, 2006, p. 191.
  7. ^ R.A. Hall, 1974, p. 83.
  8. ^ R.A. Hall, 1974, p. 86.
  9. ^ K. Thompson, 1992, pp. 343–345.
  10. ^ (EN) John le Carré, Personal Best: Right Ho, Jeeves, in Salon, 30 settembre 1996. URL consultato il 19 novembre 2021.
  11. ^ (EN) Stephen Fry, What ho! My hero, PG Wodehouse, in The Independent, 18 gennaio 2000. URL consultato il 20 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2002).

Bibliografia

Edizioni

Originali

Traduzioni

  • Alla buonora Jeeves: romanzo umoristico inglese, collana Coll. Nuovissima collezione letteraria; 100, traduzione di Cina Sacchi-Perego, 1ª ed., Milano, Bietti, 1935.
  • Alla buon'ora Jeeves!, traduzione di Cina Sacchi-Perego, revisione di Claudio Redi, Milano, Bietti, 1976.
  • Perfetto, Jeeves, traduzione di Maria Buitoni Duca, Introduzione di Guido Fink, Milano, Rizzoli, 1985, ISBN 88-17-16547-6.
  • Perfetto, Jeeves, traduzione di Maria Buitoni Duca, Milano, Mursia, 1993, ISBN 88-425-2682-7.
  • Perfetto, Jeeves, traduzione di Maria Buitoni Duca, Milano, Polillo, 2020 [2005], ISBN 88-81-54528-4.

Fonti critiche

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Collegamenti esterni

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