Referendum sulla sovranità di Gibilterra del 1967
Il referendum sulla sovranità di Gibilterra del 1967 si tenne il 10 settembre e chiese ai cittadini gibilterrini se desideravano passare sotto la sovranità spagnola, col mantenimento della cittadinanza britannica dei suoi residenti e uno status speciale per Gibilterra all'interno della Spagna, oppure rimanere sotto la sovranità britannica[1].
Storia
La spinta spagnola a riconquistare la sovranità su Gibilterra fu alimentata dall'agenda di decolonizzazione delle Nazioni Unite avviata nel 1946. Tuttavia, Gibilterra avrebbe potuto essere solo britannica o spagnola e non poteva aspirare all'indipendenza[2].
In seguito all'approvazione della risoluzione 2070 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 16 dicembre 1965, i governi di Spagna e Regno Unito avviarono ufficialmente i colloqui sulla questione della sovranità di Gibilterra. Il 18 maggio 1966, il ministro degli Esteri spagnolo, Fernando Castiella, presentò una proposta formale al governo di Londra, comprendente tre clausole[3]:
- l'annullamento del Trattato di Utrecht del 1713 e la successiva annessione di Gibilterra alla Spagna;
- la presenza britannica nella base della Royal Navy a Gibilterra, il cui utilizzo era subordinato a uno specifico accordo anglo-spagnolo;
- uno "statuto personale" per i cittadini gibilterrini, sotto la garanzia delle Nazioni Unite, che avrebbe protetto i loro interessi culturali, sociali ed economici a Gibilterra o in qualsiasi altro luogo della Spagna, inclusa la loro nazionalità britannica. Doveva essere concordata anche una " formula amministrativa appropriata".
Le opzioni presentate ai gibilterrini sarebbero state sottopose ad un referendum in cui gli abitanti avrebbero dovuto scegliere tra due opzioni[4]:
- passare sotto la sovranità spagnola in conformità con i termini proposti dal governo spagnolo (all'epoca il regime franchista);
- mantenere lo status quo di colonia della Corona, quindi lo storico legame di Gibilterra col Regno Unito.
Conseguenze
Al referendum parteciparono 12.672 gibilterrini (96,5%) e con un voto plebiscitario ben 12.138 di questi votarono per il mantenimento della sovranità britannica sul territorio (99,64%), mentre l'opzione di annettersi alla Spagna ottenne solo 44 voti ([1]).
Nel 1969 venne approvata una nuova costituzione e nel 1992 venne scelto il 10 settembre come festa di Gibilterra, per commemorare il primo referendum sulla sovranità di Gibilterra. Sempre nel 1969, come conseguenza del voto e della rinnovata sovranità inglese sulla Rocca, il governo spagnolo chiuse il confine tra Spagna e Gibilterra, limitando severamente i movimenti e affermando che i "veri gibilterrini erano i discendenti degli abitanti spagnoli trasferitisi altrove in Andalusia più di 250 anni prima"[5]. Il confine fu completamente riaperto solo nel febbraio 1985, in vista dell'adesione spagnola alla CEE l'anno successivo.
Successivamente, Gibilterra tornò a pronunciarsi sulla questione della propria sovranità con un referendum nel 2002, col medesimo risultato.[6]
Note
- ^ Garcia, Giuseppe, Gibilterra - La formazione di un popolo ., Gibilterra, Medsun, (1994).
- ^ (EN) William Jackson, The Rock of the Gibraltarians, Cranbury, Associated University Presses, 1986, p. 303.
- ^ George Hills, Roccia della contesa. Una storia di Gibilterra, Londra, Robert Hale, (1974), p. 456.
- ^ Antonio Cassese, L'autodeterminazione dei popoli: una rivalutazione giuridica, Cambridge University Press, (1998), p. 208.
- ^ (EN) Marc Alexander, Gibraltar: Conquered by No Enemy, The History Press, 2008, p. 237.
- ^ Gibilterra, su treccani.it.