Hawk di Basti
Titolo originaleThe Hawk of Basti
1ª ed. originale1968, Red Shadows, Donald M. Grant, Publishing, inc.
1ª ed. italianaSettembre 1979, Il Libro d'Oro della Fantascienza 2, Fanucci Editore
GenereRacconto
Lingua originaleinglese
ProtagonistiSolomon Kane
SerieCiclo di Solomon Kane

Hawk di Basti è un racconto incompiuto scritto da Robert Ervin Howard con protagonista Solomon Kane rinvenuto dopo la morte dell'autore.

Storia editoriale

Il racconto è stato pubblicato per la prima volta all'interno del libro Red Shadows edito dalla Donald M. Grant, Publishing nel 1968 con modifiche editoriali operate sul testo originale; quest'ultimo venne dato alle stampe per la prima volta nel 2004 nel libro The Savage Tales of Solomon Kane della Ballantine Books/Del Rey[1][2]. Negli anni sono stati realizzati dei completamenti ad opera di diversi autori: Ramsey Campbell, Gianluigi Zuddas e Javier Martin Lalanda.

La versione di Campbell, basata sul testo editato del 1968[1][2], è stata pubblicata nel marzo 1979 all'interno del secondo volume di due dell'edizione della Bantam Books intitolato Solomon Kane: Hills of the Dead[3].

Quella di Zuddas è stata pubblicata all'interno del secondo volume della collana Il Libro d'Oro della Fantascienza edita dalla casa editrice Fanucci Editore nel settembre 1979 (traduzione di Roberta Rambelli) anticipando sia la versione dello scrittore britannico che quella originale non editata di Howard[4] le quali sono state stampate rispettivamente nel giugno 1995, nel volume 44 della collana Il Fantastico Economico Classico edita da Gruppo Newton[5], e nell'ottobre 2024, nel libro Solomon Kane. La saga completa edita da Il Palindromo[6].

Il completamento di Lalanda invece è del 1994 contenuta all'interno del libro Las Aventuras de Solomón Kane edito da Grupo Anaya.

Trama

Critica

Andrea Gualchierotti definisce il racconto incompiuto un "pezzo di mestiere, realizzato con ingredienti noti e di sicuro effetto" presenti in altre storie dedicate allo spadaccino puritano, e non solo, aggiungendo però che il riprendere elementi noti e stereotipi era una pratica consolidata nell'industria pulp sia per produrre racconti velocemente, ma anche per tenere alta l'interesse del lettore con trame "di sicura presa". Afferma perciò che è un peccato non poter leggere un finale pensato da Howard perchè il racconto "con i suoi truci pirati, i suoi selvaggi sanguinari e la prospettata lotta per il trono [...] ha tutte le caratteristiche del buon cavallo di battaglia"[6].

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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