Zona d'operazioni del Litorale adriatico

zona della RSI sottoposta all'amministrazione militare della Germania nazista (1943-1945)

L'OZAK (acronimo di Operationszone Adriatisches Küstenland, detto anche Litorale Adriatico) o Zona d'Operazione del Litorale Adriatico, fu istituito durante la Seconda Guerra Mondiale, assieme alla Zona d'Operazione delle Prealpi e col chiaro intento di una restaurazione secondo la memoria asburgica, per una futura annessione delle regioni al Terzo Reich.

Storia

Nacque nella zona militare e amministrativa del Reich nazista composta, a partire dal settembre 1943, dalle Province, tolte alla sovranità italiana, di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, a cui si sommava quella autonoma di Lubiana e con a capo il Gauleiter della Carinzia Friedrich Rainer. L'amministrazione civile passò ufficiosamente nelle mani del Supremo Commissario Rainer già dal 10 settembre, Mussolini nel frattempo si trovava ancora prigioniero sul Gran Sasso (a dimostrazione di come queste direttive fossero già state discusse e predeterminate), mentre contemporaneamente veniva istituita anche la “Zona d'Operazione delle Prealpi”, guidata da Franz Hofer. In principio l'ordinanza di creazione delle zone d'operazioni doveva rimanere segreta per non interferire con le trattative per la ricostituzione di un governo al nord ma, non appena il governo collaborazionista fascista fu ricostituito e Badoglio dichiarò guerra ad Hitler il 13 ottobre 1943, le vere intenzioni della Germania nazista non furono più nascoste. Rainer, che aveva la propria sede inizialmente a Klagenfurt, nominò a Trieste un suo rappresentante, il dottor Wolsegger, nonchè il prefetto ed il podestà della città giuliana, capoluogo del Litorale, rispettivamente Bruno Coceani e Cesare Pagnini. Con ordinanza del 15 ottobre ma con valore retroattivo dal 29 settembre, concentrò inoltre tutto il potere nelle sue mani, mentre già dal 21 settembre aveva nominato per la provincia di Lubiana capo dell'amministrazione civile Leo Rupnik, a cui fu affiancato come capo della polizia Erwin Rösener. Si realizzò così il predeterminato disegno di Hitler, Himmler, Joseph Goebbels (che ne fece varie menzioni nel suo diario, aspirando anche all'annessione del Veneto), Rainer, Hofer, di occupare militarmente (l'invasione del nord Italia scattò subito dopo la conclusione dell'armistizio fra Badoglio e gli Alleati), e poi annettere a guerra conclusa tutti quei territori nordorientali che furono un tempo sotto il dominio asburgico.

Amministrazione del Litorale

Il Supremo Commissario stabilì il cambio liremarco 10 a 1, nominò dei "deutsche berater", consiglieri amministrativi che affiancavano nel loro operato i prefetti italiani e ne controllavano le direttive (14 ottobre 1943), creò la polizia economica ed uno speciale ufficio per la lotta al mercato nero ed allo "strozzinaggio", decise la costituzione del Tribunale Speciale di Sicurezza Pubblica (22 ottobre 1943) per giudicare gli atti di ostilità alle autorità tedesche, la collaborazione col nemico, le azioni di sabotaggio; questo Tribunale non aveva un secondo grado di giudizio, non era obbligato a seguire le norme procedurali consuete e le domande di grazia potevano essere inoltrate ed accettate solo da Rainer. Furono inoltre respinte le nomine prefettizie e dei podestà emanate dalla RSI, le chiamate alle armi del governo fascista furono costantemente osteggiate e rese operative solo su base volontaria (su 100 volontari che si presentavano, il Supremo Commissario ne inviava solo 5 alle formazioni militari repubblicane), privilegiando invece il reclutamento nelle organizzazioni di lavoro, di costruzione o direttamente nella polizia tedesca. Fu reso obbligatorio il permesso di soggiorno per le persone che intendevano fermarsi nell'OZAK per un periodo superiore ai sette giorni, la sottomissione dei militari italiani ai comandi tedeschi, il controllo dell'economia e delle esportazioni verso la RSI e l'estero, la spoliazione dei beni industriali, culturali, militari ed ebraici attraverso la società "Adria", creata a questo fine. La Gazzetta Ufficiale fu soppressa e sostituita dal “Bollettino del Supremo Commissario” ciclostilato in quattro lingue e dal giornale propagandistico "Adria Zeitung". In esso Rainer dichiarava che l'Italia Nordorientale era stata maltratta dal governo fascista e che la popolazione, composta da una razza affine ai tedeschi, sperava nell'annessione al Terzo Reich.

Collaborazionismo

Ludwig Kübler era il comandante militare della regione (il suo quartier generale si trovava a Spessa, presso Cormons), capo della polizia e delle SS divenne invece Odilo Globocnik, già amico di Rainer durante gli anni del nazismo clandestino in Austria, avviando così la lotta crudele e senza quartiere al movimento partigiano friulano e slavo molto forte sia nel Friuli che nella Venezia Giulia, attraverso l'utilizzo di forze collaborazioniste italiane e straniere. Nel Litorale operarono infatti vari reparti quali la Milizia Difesa Territoriale (il nuovo nome voluto da Rainer per la GNR nell'OZAK), la polizia di Pubblica Sicurezza (di cui fece parte la Banda Collotti), la Landschutz, la Guardia Civica, due reparti regolari dell'esercito della RSI (Battaglione bersaglieri Mussolini e Reggimento Alpini Tagliamento), la Decima Mas di Borghese (dal novembre '44 al febbraio '45), le Brigate nere, i battaglioni italiani volontari di polizia, la polizia tedesca e vari reparti sloveni, croati, serbi e cosacco caucasici. Fu aperto inoltre il campo di concentramento della Risiera di San Sabba ove operarono vari criminali di guerra fra cui Ernst Lerch, Christian Wirth, Dietrich Allers, Franz Stangl, Kurt Franz, Otto Stadie, Joseph Oberhauser. Il Friuli e la Venezia Giulia, territori indiziati per un possibile sbarco alleato e base per lo sviluppo della più grande repubblica partigiana italiana, la Repubblica libera della Carnia, subirono numerosi rastrellamenti, distruzioni di villaggi, omicidi, rappresaglie e furono le ultime regioni ad essere liberate dagli Alleati, in quanto il territorio rappresentava l'unica via diretta per il ritorno delle truppe naziste nel Reich. Le unità italiane alleate dei germanici, al momento della Liberazione, si sfaldarono oppure si unirono a quelle partigiane, mentre le truppe tedesche e quelle collaborazioniste slave si diressero, non riuscendo nel loro intento, verso la Carinzia. Rainer e Globocnik tentarono un ultimo disperato tentativo di fuga, ma furono catturati fra gli ultimi giorni di aprile ed i primi di maggio.

Voci correlate

Bibliografia

  • Bollettini del Supremo Commissario
  • Silvio Bertoldi, Salò, Milano, BUR, 1997, ISBN 88-17-25885-7.
  • Giorgio Bocca, La repubblica di Mussolini, Milano, Mondadori, 1994, ISBN 88-04-38715-7.
  • Dino Virgili, La fossa di Palmanova, Del Bianco, Udine, 1961.
  • Stefano Di Giusto,Operationszone Adriatisches Küstenland, Udine, IFSML, 2005, ISBN 88-87388-15-6.