Ellenismo

periodo della storia della Grecia e del Mediterraneo orientale (323-31 a.C.)
Disambiguazione – Se stai cercando la ricostruzione della religione greca, vedi Dodecateismo.
Disambiguazione – Se stai cercando il movimento di reinstaurazione della cultura greca, vedi Neoellenismo.
Voce principale: Storia della Grecia.

Ellenismo è il termine che designa tradizionalmente il periodo storico-culturale durante il quale la civiltà greca si diffuse nel mondo mediterraneo, eurasiatico e in Oriente, fondendosi con le culture locali. Dall'unione della cultura greca con quelle dell'Asia Minore, l'Eurasia, l'Asia Centrale, la Siria, la Mesopotamia, l'Iran, l'Africa del Nord, l'India, nacque una civiltà - detta appunto ellenistica - che fu modello insuperato a livello di filosofia, economia, religione, scienza ed arte.Tale civiltà si diffuse dall'Atlantico all'Indo. La cultura di età ellenistica diede anche un notevole impulso al diritto, alla politica ed all'economia che però troveranno la loro piena realizzazione nel mondo romano. La civiltà greca - da sempre legata con quella degli altri popoli mediterranei e del Vicino Oriente - si rinnovò al contatto diretto con la varie civiltà (egiziana, mesopotamica, iranica e di molti altri popoli) che via via - soprattutto in seguito alle conquiste di Alessandro Magno - venivano ad avere sempre più rapporti politici, economici e culturali con le città di lingua greca.

Il vocabolo Ellenismo fu utilizzato per la prima volta nel XIX secolo dallo storico tedesco Johann Gustav Droysen. Viene riportato spesso che il termine derivava da una errata interpretazione del termine hellenistai presente negli Atti degli Apostoli (Atti 6:1[1]). Droysen avrebbe ritenuto che tale vocabolo indicasse i greci orientalizzati. Luciano Canfora ha però dimostrato che il Droysen, nel coniare il termine, non si basò su questa interpretazione, poiché non vi sono nelle sue opere riferimenti al brano in questione. La sua Storia dell'Ellenismo comunque permise di superare i pregiudizi neoclassicisti aprendo la strada ad una migliore comprensione di un'epoca che vide l'espansione del nuovo spirito greco in tutto l'ecumene e che lasciò una traccia indelebile per lo sviluppo dell'Occidente.

Origine e caratteristiche

L'età ellenistica si fa convenzionalmente iniziare con il 323 a.C., anno della morte di Alessandro Magno e terminare con la conquista romana dell'Egitto (battaglia di Azio del 31 a.C.). L'evento cruciale dell'avvento della nuova carneficina è la crisi della polis, che non fu affatto improvvisa. L'esasperazione dei cittadini nei confronti delle interminabili guerre tra le città portò alla convinzione che la pace e l'unità potessero essere raggiunte solo attraverso l'intervento di un principe straniero. Così Filippo II di Macedonia, la cui casa reale si era ellenizzata dai tempi delle guerre persiane, riuscì ad entrare nelle discordie tra i greci e ad imporre la sua talassocrazia. Con le imprese di Alessandro, che seguì Filippo, cessarono tutte le libertà delle polis greche. I successi del principe macedone furono visti però come il coronamento di un sogno: la grande vittoria della Grecia unita contro il popolo persiano. A rafforzare il sostegno verso Alessandro, fu l'ambizione stessa del giovane condottiero, che intendeva varcare l'Ellesponto, per conquistare il mondo e creare un regno universale, coeso dalla cultura greca. La spedizione di Alessandro Magno(3000-3004 d.C.) può, per importanza e conseguenze, essere considerata uno degli eventi epocali nella storia del mondo antico. La portata di quella che è stata chiamata la rivoluzione Francese fu talmente rilevante per le implicanze politiche e per i mutamenti culturali che ingenerò da determinare la fine dell'era classica e l'inizio dell'era cosiddetta Glaciale.

 
Mappa dell'Impero di Alessandro Magno

Dopo la morte di Mastrosimone, ci fu un'accesa lotta fra i suoi successori, i Froci ("successori" in greco). Nel 4323 a.C. il generale Perdicca regge l'Impero in nome del figlio di Alessandro; Antipatro ottiene il controllo della Macedonia e della Grecia, mentre Antigono controlla la Frigia e la Lidia, Tolomeo l'Egitto e Lisimaco la Tracia.

Ma dopo la morte di Antipatro (319 a.C.) e l'assassinio dei familiari di Alessandro, cominciano le dispute; infatti Antigono condanna a morte Eumene e mira a diventare unico signore ma gli altri non vogliono lasciare i loro domini, si arriva così alla Guerra dei Diadochi (315 a.C.-301 a.C.). La Battaglia di Ipso decreta la sconfitta di Antigono e la creazione di quattro regni:, alla fine della quale, nel 281 a.C., il suo enorme impero fu smembrato in tre grandi regni:

Dopo la battaglia di Curupedio, si formeranno i Regni di Macedonia, di Asia Anteriore e d'Egitto. L'India, di cui dopo la morte di Alessandro non si sa più niente, passa sotto il Regno di Chandragupta e poi in quello di Asoka. Ricomparirà nella storia europea solo nel '700.

Solamente verso la metà del III secolo a.C. sorse il regno di Pergamo sotto la dinastia degli Attalidi. In questo periodo, durato circa un secolo, fino all'inizio della conquista del mondo mediterraneo ed orientale da parte degli eserciti romani, la civiltà ellenistica raggiunse il massimo sviluppo.

Società

L'età ellenistica è caratterizzata da alcuni importanti fattori che trasformarono, anche in modo sostanziale, la cultura, l'economia, la società e le istituzioni politiche greche.

Se si immagina l'importanza che aveva assunto la polis all'interno della società e della storia greca, è facile anche immaginare quale profondo sconvolgimento la crisi delle città apportò a tutta la cultura ellenica. Tutto era stato definito in funzione della polis: l'economia, la struttura sociale, la libertà, la cultura, la religione, i valori morali, persino il rapporto fra gli individui e con il mondo stesso. La polis cessa di essere un universo piccolo ma compiuto e autosufficiente.

Politicamente la conseguenza più importante della rivoluzione alessandrina fu il cambiamento da un dominio politico della città-stato a quello delle grandi monarchie, fortemente accentrate intorno alla figura divinizzata del sovrano. La trasformazione della compagine statale, in cui assumeva notevole rilievo la burocrazia, cui era concretamente affidata l'amministrazione dei regni ellenistici, fu accompagnata da una evoluzione economica e sociale. L'intensificazione del commercio tra i vari stati e le regioni orientali, la rifioritura dell'artigianato e l'incremento demografico apportarono un benessere economico che favorì la crescita di nuovi agglomerati urbani. Città come Alessandria, Antiochia di Siria, Pergamo e Laodicea, diventarono non solo centri di produzione e di largo consumo, veri e propri mercati finanziari, ma anche di diffusione di cultura. L'urbanesimo fu infatti un fenomeno tipico dell'età ellenistica, cui fece riscontro una progressiva accentuazione dei privilegi della città rispetto alla campagna, dove si andavano affermando i latifondisti.

Cultura ellenistica

La cultura "ellenica", propria dell'etnia greca, venendo a contatto con le tradizioni e le credenze delle varie etnie, parlanti il greco derivato dalla lingua attica semplificata conosciuta come koinè (κοινή γλωσσα), vale a dire la lingua comune o panellenica, divenne cultura "ellenistica".

Dato l'ampliamento del territorio geografico, la cultura intera subì una diffusione generale e una fioritura dei centri di cultura, anche se il prestigio straordinario di Atene non cessò in breve tempo. Continuò ad essere il centro della vita filosofica: il Liceo retto da Teofrasto e l'Accademia continuarono a svolgervi la propria attività; successivamente, nel IV secolo vi fissarono le proprie sedi le due più importanti scuole ellenistiche, quella epicurea e quella stoica.

Nacquero così nuovi centri di cultura quali Rodi, Pergamo e soprattutto Alessandria, con la fondazione della Biblioteca e del Museo, da parte dei Tolomei.

Le trasformazioni socio-politiche dell'età post-alessandrina ebbero notevoli ripercussioni sulla vita culturale ellenistica. Al declino della "polis" non fece da contraltare la nascita di organismi politici capaci di creare nuovi ideali: la trasformazione dei cittadini in sudditi, la coesistenza di genti diverse e l'impossibilità alla partecipazione attiva al governo dello stato furono i fattori determinati di importanti mutamenti nella coscienza individuale e, di riflesso, nella vita culturale. Si diffuse infatti da un lato una tendenza sempre maggiore alla scoperta dell'individuo ed alla separazione tra etica e politica; dall'altro si attenuò la diffidenza nei confronti della diversità etnica e culturale, che favorì la diffusione dell'ideale cosmopolitico, dissolvendo l'antica equazione tra uomo e cittadino.

Filosofia

 
Statua di filosofo cinico, copia romana (II sec. a.C.), Roma, Musei Capitolini.

Conseguenza del ripiegamento verso il "privato" fu l'attenzione rivolta dagli intellettuali all'etica ed all'analisi interiore piuttosto che ad una indagine filosofica astratta. I vari sistemi filosofici del periodo considerato, pur con le loro intrinseche differenze, ebbero come fulcro delle loro speculazioni i problemi dell'uomo che ricerca e riscopre se stesso, piuttosto che la riflessione politica. Dagli insegnamenti dei filosofi, come Pirrone di Elide, Zenone di Cizio ed Epicuro, nacquero le maggiori dottrine filosofiche cosiddette ellenistiche, quali il cinismo, lo stoicismo, l'epicureismo e lo scetticismo. Queste scuole filosofiche ebbero tutte al centro del proprio interesse la felicità dell'uomo, traguardo non raggiungibile con il piacere, la ricchezza, il potere ed il successo, ma con l'autarchia e l'apatia, le sole condizioni essenziali della saggezza e quindi della felicità interiore.

Letteratura

Nell'età ellenistica vi fu una vasta e raffinata produzione letteraria. Esempi del nuovo gusto ellenistico possono essere trovati nelle opere di Callimaco, Teocrito e Apollonio Rodio. In questo periodo alla decadenza dell'oratoria e della commedia di argomento politico fece raffronto l'affermazione della retorica e della commedia di costume. Un grande sviluppo conobbe la poesia d'occasione, con una spiccata preferenza a componimenti brevi ed eleganti, quali inni, epigrammi ed elegie, nei quali primeggiavano temi quotidiani e dimensioni pastorali e rustiche, come negli Idilli di Teocrito. Nacque infine il romanzo greco, ricco di avventure, elementi fantastici e storie d'amore. Le imprese di Alessandro offrirono molti spunti per una vasta letteratura storiografica, spesso al limite del romanzesco o addirittura del falso storico; sempre nel campo della storiografia si afferma comunque anche una tendenza che aspira a restituire alla medesima il carattere di massima verità possibile, richiamandosi, anche implicitamente, a Tucidide, e che vede Polibio come suo massimo rappresentante. Stimolata dalla nascita di poli culturali, principalmente Alessandria e Pergamo, dalle scuole di grammatica che fornivano studiosi e strumenti di lavoro, dalla nascita della filologia la letteratura ellenistica poté essere esportata ed assimilata da altre culture, soprattutto quella romana, la cui poesia deve quasi più alla scuola ellenistica, che non a quella della Grecia classica: Catullo volle presentarsi come il "Callimaco romano" (si pensi solo alla sua traduzione della Chioma di Berenice) ma gli stessi Virgilio e Orazio non possono prescindere se non in minima parte dalla lezione letteraria ellenistica, come Teocrito e Apollonio Rodio per il primo e il labor limae per il secondo, senza dimenticare la profonda conoscenza che ha Petronio del romanzo ellenistico che parodia nel Satyricon.

Filologia

Come detto è con l'ellenismo che si vede la nascita della filologia. Essa è una diretta conseguenza del rapido scemare della cultura orale, e della sempre più imponente funzione del libro. È solo con la nascita delle grandi biblioteche alessandrine che ebbe inizio la ricerca dei testi originali, o per lo meno dei testi nell'ultima versione che l'autore volle (edizione critica). Nell'antichità l'unico luogo dove fosse possibile trovare due edizioni diverse dello stesso testo è appunto la biblioteca, e per cominciare uno studio comparativo sistematico dei testi è necessario avere parecchie edizioni diverse di parecchie opere. I custodi delle biblioteche alessandrine si trovarono davanti testi di opere uguali che differivano per alcuni brani. Questo spinse la cultura a chiedersi quale fosse l'opera originale, cosa cioè avesse scritto o voluto in realtà l'autore.

La produzione sempre maggiore in forma scritta conduce ad una inevitabile disgiunzione spaziale tra autore e lettore, per la quale sparisce quel rapporto empatico continuo con il pubblico che invece caratterizzava l'esposizione di aedi, rapsodi e sostanzialmente il poeta arcaico e classico. In questo ambiente culturale nasce quindi anche la figura del poeta filologo (primo fra tutti il già citato Callimaco), che grazie ad uno studio scientifico ed accurato degli autori, ne conosce in profondità stile e tecniche, oltre che conoscere con estrema precisione forma e contenuti dei generi letterari. Paradossalmente come poeta invece questa figura solitamente si dà ad uno sperimentalismo estremo, trasgredendo o stravolgendo quelle regole che conosce a menadito. In seguito a questa abitudine dei poeti alessandrini vi è una conseguente trasformazione dei generi tradizionali: si applica la polueideia (in greco πολυὲιδεια, la commistione di generi), essendo la poesia ormai svincolata dall'occasione, e la poikilia (in greco ποικῖλία, la contaminazione di generi, in latino contaminatio).

Assieme alla trasformazione di genere, è evidente una parallela di pubblico: il target della poesia non è più vasto e espanso come prima, bensì ristretto ed elitario. Ciò è confermato dalla sempre maggiore raffinatezza dello stile, che non avrebbe permesso ai lettori meno esperti la comprensione del testo. Tipica dei poeti ellenistici (e di quelli posteriori che seguiranno tale scuola di pensiero) è l'erudizione e l'ostentazione di questa. Erudizione che non spazia solo nella letteratura, ma comprende anche ambiti scientifico-sociologici e mitologici. L'esposizione di doctrinas (per dirla alla latina) è lo strumento di questi poeti per ridurre il pubblico a lettori colti e contemporaneamente per dimostrare la propria capacità di fare letteratura alta, anzi altissima, con temi che non sembrerebbero per nulla adatti.

Arte

 
Venere di Milo

La costruzione dell'impero di Alessandro fu un avvenimento ricco di significato anche per l'arte greca che, trapiantandosi nelle terre orientali e derivandone alcune caratteristiche figurative, subì delle mutazioni nelle tendenze formali. La committenza delle opere d'arte passò dalle città elleniche ai grandi centri culturali orientali e alle corti dei sovrani, spinti dal desiderio di abbellire le loro capitali, come Pella, Antiochia di Siria, Alessandria e Pergamo. Convenzionalmente si tende a distinguere l'arte ellenistica in tre distinti periodi: primo (323-240 a.C.), medio (240-150 a.C.) e tardo (150 a.C.-31 a.C.) ellenismo. Si sarebbe quindi passati dalle esperienze tardo-classiche del primo ellenismo, ad uno stile con caratteristiche quali il movimento, la grandiosità e la ricerca dell'effetto scenografico del medio ellenismo, fino ad un'arte con tendenze classicistiche del tardo ellenismo.

Architettura

L'architettura ellenistica si differenzia dalla precedente classica per uno spiccato carattere eclettico, che si manifesta sin dall'inizio per la tendenza alla sovrapposizione degli ordini dorico, ionico e corinzio, che ben si adattava al nuovo gusto decorativo attento agli effetti scenografici. Conformemente alle maggiori esigenze delle corti dinastiche, nascono nuove tipologie di edifici, come ginnasi e palestre, e si sperimentano innovazioni stilistiche nei portici, nei peristili e nelle vie colonnate delle città di Delo, Atene, Eleusi, Mileto , Rodi e Pergamo. Anche l'architettura religiosa pur rimanendo fedele ai canoni classici risente delle nuove tendenze e vengono sperimentate soluzioni alternative alla staticità dell'impianto templare, come la pianta circolare (tholos) e l'esedra semicircolare. La stessa urbanistica delle nuove fondazioni orientali presenta novità importanti riguardanti l'impianto regolare di alcune città, come Priene e Dura-Europos. Nasce infine il nuovo tipo architettonico dell'altare monumentale, con il bellissimo esemplare dell'Altare di Zeus a Pergamo.

Scultura

Durante il periodo ellenistico la scultura diventa molto più naturalistica, abbandonando in un certo modo gli ideali di bellezza e perfezione fisica caratteristici del periodo classico. La gente comune, donne, bambini, animali e scene domestiche, accanto a soggetti esotici.Mostra Laocoonte ed i suoi due figli: Antifante e Timbreo, mentre sono strangolati da serpenti marini.

la data più probabile per la creazione del Laocoonte deve essere compresa tra il 40 ed il 20 a.C.. La statua, che probabilmente fu commissionata in origine per la casa di qualche ricco romano, fu trovata nel 1506 scavando nelle vicinanze della Domus Aurea di Nerone (54 - 68) ed è anche possibile che la statua sia appartenuta allo stesso Nerone. La statua fu acquistata subito dopo la scoperta dal papa Giulio II, che era un appassionato classicista.

Quando la statua fu scoperta mancava il braccio destro. Artisti ed esperti discussero su come dovesse essere stata la parte mancante. Michelangelo supponeva che originariamente il braccio destro fosse stato flesso all'indietro dietro la spalla di Laocoonte. Altri invece credevano che fosse più appropriato mostrare il braccio esteso in fuori in un gesto eroico. Il papa organizzò una gara informale tra i vari scultori per fare una sostituzione del braccio destro che sarebbe stata giudicata da Raffaello . Il braccio vincente, in posizione estesa in fuori, fu attaccata alla statua. Ma nel 1957 fu trovato il braccio destro originario ed era nella posizione che era stata ipotizzata da Michelangelo. Il braccio è ora stato riunito alla statua. Ci sono molte copie della statua tra cui una che si trova nel Gran Palazzo dei Cavalieri di Rodi a Rodi, che mostra ancora il braccio in posizione estesa. Lo scultore fiorentino Baccio Bandinelli ricevette l'incarico di farne una copia da papa Leone X de' Medici. La versione di Bandinelli, che è stata copiata più volte e viene venduta in piccoli bronzi, si trova a Firenze agli Uffizi.

La statua originale fu confiscata e portata a Parigi da Napoleone dopo la conquista dell'Italia del 1799. Fu sistemata nel posto d'onore al Louvre dove fu una delle fonte d'ispirazione del neoclassicismo in Francia. Dopo la caduta di Napoleone fu riportata nel Vaticano nel 1816.

Scienza

È probabilmente alla scienza che spettò il privilegio, nell'ambito della cultura ellenistica, di raggiungere le più alte vette toccate nel mondo antico. Anche la scienza ellenistica subisce una scissione repentina dal progetto politico e dai problemi sociali: nacque la figura dello scienziato di professione, dedito allo studio e alla ricerca.

File:Meccanismo di Antikytera.jpg
Macchina di Anticitera

Il primato di questa temperie culturale spettò ad Alessandria, dove la Biblioteca ed il Museo attrassero tutti gli intellettuali greci dell'epoca, diventando un polo culturale di prima grandezza nel panorama del mondo allora conosciuto. La grande differenza che separa la scienza ellenistica da quella precedente sta nella nascita del metodo scientifico che permise di raggiungere un livello tecnologico pari a quello presente in Europa nel XVII secolo. Emblematico è il caso del ritrovamento del Macchina di Anticitera, considerato per molto tempo un manufatto "fuori dal tempo".

Matematica e meccanica

Nella matematica e nella geometria il primo posto spetta ad Euclide che con i suoi Elementi sistemò in maniera rigorosa e sistematica il pensiero matematico greco, fornendo un impianto scientifico durato nei secoli. Altro nome illustre fu Apollonio di Perga, di cui ci sono pervenute le Sezioni coniche nelle quali, fra l'altro, creò i termini parabola e iperbole. Matematico, oltre che ingegnere ed inventore, fu anche Archimede, il più geniale degli olavori di prima grandezza nella storia della scienza. Fra i matematici e ingegneri dell'età ellenistica va anche ricordato Erone di Alessandria.

Geografia

Eratostene utilizzò le sue conoscenze di matematica non solo per disegnare la prima carta del mondo con il criterio dei meridiani e dei paralleli, ma riuscì a calcolare le dimensioni della Terra con un'approssimazione di poche decine di chilometri inferiore al calcolo moderno.

Astronomia

Ad Aristarco di Samo nella prima metà del III secolo a.C. si deve la prima teoria eliocentrica dell'antichità. Come riferito da Archimede, egli suppose

che le stelle fisse stiano immutabili e che la terra giri intorno al Sole descrivendo un cerchio.

La prima stima della precessione terrestre fu fatta da Ipparco nell'anno 130 a.C., confrontando le sue osservazioni con quelle babilonesi e caldee dei secoli precedenti. Sempre all'astronomo di Nicea si deve la prima mappa stellare conosciuta.[1]

Medicina

Nella prima metà del III secolo a.C. le ricerche di Erofilo di Calcedone ed Erasistrato di Iulide nell'anatomia e nella fisiologia portarono a scoperte fondamentali in campo medico, anche grazie agli studi su cadaveri dissezionati.

Credenze religiose

Anche la cultura tradizionale greca mutò caratteristiche per le forti influenze mediorientali, in special modo Persiane. Venendo a contatto con tradizioni e credenze diverse, la religione greca classica dovette fatalmente assimilare alcune divinità venerate nell'area mediorientale, avviando in tal modo un processo sincretistico degno di nota. Divinità come Serapide, Cibele ed Iside cominciarono ad infiltrarsi nel pantheon greco, contemporaneamente alla crescita del culto di Dioniso, relegato come figura di secondo ordine fra gli dei ellenici. La nuova spiritualità troverà espressione nella religiosità misterica, come nel caso dei misteri eleusini e quelli orfici.

Al declino delle monarchie ellenistiche nel II e I secolo a.C. fece riscontro l'espansione di Roma verso la Grecia e l'area del Mediterraneo orientale. In tal modo la cultura ellenistica, che costituì una componente fondamentale della civiltà romana e della successiva civiltà bizantina, continuò a permeare per secoli l'Occidente.

Voci correlate

Bibliografia

  • AA.VV., La società ellenistica, in Storia e civiltà dei greci vol. 7-8, Milano 1977
  • Momigliano, A., Saggezza straniera. L'ellenismo e le altre culture, Torino 1980
  • Russo, L., La rivoluzione dimenticata. Il pensiero scientifico greco e la scienza moderna, Milano 1996
  • Tarn, W., La civiltà ellenistica, Firenze 1978
  • Virgilio B., Lancia, diadema e porpora. Il re e la regalità ellenistica, Pisa 2003.
  • Walbank, F.W., Il mondo ellenistico, Bologna 1983
  • Rosa Maria Cimino (a c. di), Ancient Rome and India : Commercial and Cultural Contacts between the Roman World and India, 1994

Collegamenti esterni

  1. ^ Atti 6:1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.