Due Sicilie

denominazione per il concetto di storica unità politica tra il sud Italia e la Sicilia (1265-1861)

Template:Voce principale Due Sicilie (le Due Sicilie, in latino Utriusque Siciliae, Dui Sicili in siciliano, Dòje Sicìlie in napoletano) è il nome con cui è conosciuto il territorio del Mezzogiorno e della Sicilia appartenuto dapprima al Regno di Napoli e di Trinacria, e quindi al Regno delle Due Sicilie.

Mappa del territorio appartenente al regno delle Due Sicilie (1815) rispetto alle regioni italiane odierne

Storia

Aragonesi

Il nome deriva dal titolo che assunse Alfonso I di Napoli allorché riunificò sotto il suo controllo le corone del Regno di Sicilia (titolo che spettava ai re di Napoli) e del Regno di Trinacria. Definendosi rex Utriusque Siciliae (re di entrambe le Sicilie, oppure delle Due Sicilie), il re ufficializzò la denominazione in uso presso le corti di Napoli e Palermo secondo cui i territori del'antico Regno di Sicilia svevo-normanno, che dalla conquista di Carlo I di Napoli erano passati sotto la corona angioina, erano definiti Regno di Sicilia al di qua del faro, o Sicilia citeriore, mentre quelli divenuti possesso aragonese (Regno di Trinacria), Sicilia al di là del faro. Il riferimento geografico in base al quale i domini erano definiti nella cartografia e nel gergo politico citeriori (al di qua) o ulteriori (al di là) era il lo Stretto di Messina, e l'omonimo faro.

Spagnoli

L'unità politica delle Due Sicilie restò effettiva solo finché rimase in vita il figlio di Alfonso I, Don Ferrante, perché presto i sovrani francesi tornarono a rivendicare il diritto d'annessione del Mezzogiorno italiano e per la loro dinastia il titolo di rex Siciliae. Dapprima tentò inutilmente di occupare Napoli Carlo VIII di Francia, e quindi il successore Luigi XII, che riuscì a stipulare un accordo con il papa Alessandro VI e con Ferdinando II d'Aragona, per cui fu dichiarato decatuto dal pontefice il titolo di rex Siciliae, e al suo posto istaurato il titolo di rex Neapolis, e ne fu investito Luigi XII di Francia. [1]

Benché le ambizioni francesi, in collaborazione con Ferdinando II d'Aragona, distrussero l'antica dinastia aragonese che aveva unito Napoli e Palermo, alla fine fu la Spagna che, scacciando le truppe francesi, conquistò Mezzogiorno e Sicilia, amministrando i nuovi territori acquisiti uniti nella corona d'Aragona ma come due vicereami distinti. La divisione politica fra i due territori italiani era rafforzata dalla peculiarità della corona di Trinacria (Sicilia), alla quale era legato un particolare privilegio (regalia) che prevedeva il diritto del sovrano di influire sulle nomine del clero siciliano e sull'amministrazione dei patrimoni ecclesiastici, in particolare nelle tre arcidiocesi storiche (Monreale, Palermo e Catania). Tale stato giuridico era rappresentato dall'istituto ecclesiastico della Legazia di Sicilia, soggetto canonico e politico più volte contestato dopo la controriforma dalle stesse gerarchie cattoliche, specialmente ad opera dello storico Cesare Baronio[2]

I Borboni

 
Ferdinando I delle Due Sicilie

Dopo il lungo periodo dei vicereami spagnoli e austriaci su Napoli e Sicilia, i Borboni riconquistarono il territorio unificato da Alfonso I di Napoli e ripristinarono l'uso del nome Due Sicilie, rendendolo poi d'uso effettivo nella lingua italiana. Carlo di Borbone riadottò per se il titolo di rex Neapolis secondo la consuetudine asburgica (il titolo rex Neapolis fu anche di Carlo V), e conquistata la Sicilia, lentamente a corte impose ufficiosamente le denominazioni di Sicilia citeriore e Sicilia ulteriore. Tale titolo fu poi assunto anche da Gioacchino Murat, secondo le disposizioni di Giuseppe Bonaparte e Napoleone che concessero la prima costituzione duosicula, il cosiddetto statuto di Baiona, e il titolo di re delle Due Sicilie al Murat. Dopo il trattato di Vienna il titolo fu riadattato per Ferdinando di Borbone, il 9 giugno 1815, e definitivamente assunto dal sovrano duosiciliano l'8 dicembre dell'anno seguente.[3]

Note

  1. ^ Guicciardini F., Storia d'Italia, V
  2. ^ Baronio C., Annales ecclesiastici, pp. 677-710 (n.18 - 144), Roma 1607
  3. ^ Romeo R., Momenti e problemi della Restaurazione nel Regno delle Due Sicilie (1815-1820), in «Mezzogiorno e Sicilia nel Risorgimento», Napoli 1963, pp 85-96

Voci correlate