Capodistria

città slovena, capoluogo del comune cittadino di Capodistria

Template:Geobox nomeCitta Template:Geobox nomeOriginale Template:Geobox stemma Template:Geobox stato Template:Geobox regione statistica Template:Geobox coordinate Template:Geobox altitudine Template:Geobox superficie Template:Geobox popolazione Template:Geobox CAP Template:Geobox prefisso Template:Geobox mappa Template:Geobox sito Template:Geobox fine Capodistria (in sloveno Koper), popolazione 47.539 abitanti, è una città costiera e il principale porto della Slovenia, affacciato sul Mare Adriatico. Tra i principali luoghi di interesse di Capodistria troviamo il Palazzo Pretoriano del XV secolo, in stile gotico veneziano, la Chiesa Carmine Rotunda del XII secolo e la Cattedrale di San Nazario con il suo campanile del XIV secolo.

Storia

 
Palazzo Pretoriano

Capodistria nasce da un antico insediamento costruito su un isola nella parte sud-orientale del Golfo di Capodistria, nell'Adriatico settentrionale. All'epoca dell'Antica Grecia la città era conosciuta col nome di Aegida, successivamente divenne nota coi nomi latini di Capris, Caprea, Capre o Caprista.

Nel 568, i cittadini romani della vicina Tergeste (l'odierna Trieste) fuggirono a Capodistria a causa di un invasione dei Longobardi. In onore dell'imperatore bizantino Giustiniano II, Capodistria venne ribattezzata Giustinopoli. Successivamente la città passò sotto il dominio longobardo e quello dei Franchi.

I commerci tra Capodistria e Venezia vennero registrati fin dal 932. Nella guerra tra la Repubblica di Venezia e il Sacro Romano Impero, Capodistria fu al fianco di quest'ultimo, e per questo venne ricompensata con lo status di città, garantitogli nel 1035 dall'imperatore Corrado II. A partire dal 1232, Capodistria appartenne al Patriarca di Aquileia, e nel 1278 si unì a Venezia.

Capodistria crebbe e assunse una posizione sempre di maggior rilievo nell'Istria veneziana. Data la sua posizione venne rinominata Caput Histriae (dal quale deriva il nome autoctono italiano).

Con la fine della seconda guerra mondiale e il trattato di pace del 1947 Capodistria fu compresa nella zona B del Territorio Libero di Trieste, amministrato dalle forze jugoslave, che intrapresero un'intensa politica anti-italiana preparando il terreno per la futura annesione. La popolazione italiana, eccetto una piccola minoranza, prese la via dell'esodo, soprattutto dopo che il Memorandum di Londra del 1954 fu chiaro che la città non sarebbe più ritornata alla sovranità italiana. La città passò definitivamente alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo.

A partire dall'VIII secolo, forse addirittura dal VI, Capodistria fu sede vescovile. Uno dei vescovi della città fu il riformatore luterano Pier Paolo Vergerio. Nel 1828, il vescovato venne fuso con la diocesi di Trieste, ma venne ripristinato dopo la seconda guerra mondiale per riflettere i nuovi confini politici quando divenne parte della Jugoslavia, prima dell'indipendenza slovena del 1991.

Nel 1970 nasce TeleCapodistria, organo della (ormai) minoranza italiana.

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