Quadrato del Sator

iscrizione latina
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Con l'espressione Quadrato del Sator si indica una struttura a forma di Quadrato magico composta dalle cinque parole latine: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS, che, considerate di seguito, danno luogo ad un palindromo (frase che rimane identica se letta da sinistra a destra o viceversa)

La struttura

 
Quadrato del Sator

Disponendo le parole su una matrice quadrata (vedasi figura), si ottiene una struttura che ricorda quella dei quadrati magici di tipo numerico. Le cinque parole si ripetono se vengono lette da sinistra a destra e da destra a sinistra, oppure dall'alto al basso o dal basso in alto. Al centro del quadrato la parola TENET forma una croce palindromica.

La storia del misterioso quadrato

Il curioso quadrato magico è visibile su un numero sorprendentemente vasto di reperti archeologici, sparsi un po' ovunque in Europa. Ne sono stati rinvenuti esempi nelle rovine romane di Cirencester (l'antica Corinium) in Inghilterra, nel castello di Rochemaure (Rhône-Alpes) in Francia, a Siena sulla parete del Duomo di fronte al Palazzo Arcivescovile, a Santiago di Compostela in Spagna, ad Altofen in Ungheria, solo per citarne alcune. A volte le cinque parole si trovano disposte in forma radiale come a Sermoneta (Latina), oppure in forma circolare come nella Collegiata di Sant'Orso di Aosta.
Ma l'esempio più antico e più celebre è quello rinvenuto negli scavi di Pompei, inciso sulle scanalature di una colonna della Grande Palestra. A partire da questo ritrovamento, il Quadrato del Sator viene anche detto “latercolo pompeiano

L'enigma del significato

Difficile stabilire il significato letterale della frase composta dalle cinque parole, dal momento che il termine AREPO non è strettamente latino. Alcune congetture su tale parola (assimilata per varie ragioni termine “carro”) portano a traduzioni di senso oscuro, quali “Il seminatore, col suo carro, tiene con cura le ruote”. Pensando che il termine sia il nome proprio del misterioso seminatore, si arriva a “Arepo, il seminatore, tiene con cura le ruote
Ma per quale ragione una frase che pare così oscura ed insignificante si è sparsa, nel corso del medioevo, in tutta Europa? Varie congetture sono state formulate per risolvere l'enigma del Quadrato Sator.

Anagrammi

 
Anagramma SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS

Osservando, con spirito enigmistico, l'insieme della lettere che lo compongono, si può rilevare che esse possono servire a comporre una croce nella quale la parola "PATERNOSTER" si incrocia sulla lettera N: avanzano due A e due O, che possono porsi ai quattro estremi della croce, come fossero l'alfa e l'omega, il principio e la fine. Il quadrato sarebbe dunque una “crux dissimulata”, un sigillo nascosto in uso tra i primi cristiani ai tempi delle persecuzioni. Ragioni cronologiche portano ad escludere che anche il quadrato di Pompei potesse essere opera di una primitiva comunità cristiana.
La strada degli anagrammi ci porta però a scoperte imbarazzanti quali: SATAN, TER ORO TE, REPARATO OPES! (Satana, ti prego per tre volte, restituiscimi le mie fortune!)

Congetture varie

Una studiosa italiana, la professoressa Bianca Capone, attraverso una approfondita analisi dei siti in cui sono stati rinvenute vestigia del Quadrato Sator, arriva a sostenere che dietro alla diffusione del misterioso sigillo ci sia stata l'opera dei Cavalieri Templari.
Questo studio ha probabilmente stimolato ulteriormente la formulazione di congetture ermetiche, cabalistiche e negromantiche (che popolano oggi i siti Internet sull'argomento).

Più convincente (o perlomeno meno improbabile), navigando tra i tanti siti che parlano del Quadrato Sator, appare la congettura formulata dalla scrittrice Silvana Zanella.
Viene proposta una lettura “bustrofedica" del quadrato, vale a dire effettuata cambiando verso di percorrenza alla fine di ogni riga (o di ogni colonna), in modo tale che la frase da interpretare diventa “SATOR OPERA TENET AREPO ROTAS”. L'oscuro termine AREPO viene preso come contrazione di Areopago (nel senso di tribunale supremo). In questo modo si arriva alla traduzione “Il seminatore decide i suoi lavori quotidiani, ma il tribunale supremo decide il suo destino”, e, restituendo ad essa il suo significato morale, “L'uomo decide le sue azioni quotidiane, ma Dio decide il suo destino”.
La congettura ovviamente non spiega tutto. In particolare non spiega quelle iscrizioni in cui - come in quella di Aosta - le parole del Sator non sono disposte nella forma canonica del quadrato.

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