Segalara
Segalara è una frazione del comune di Sala Baganza, in provincia di Parma.
| Segalara frazione | |
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| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Comune | |
| Territorio | |
| Coordinate | 44°43′09.6″N 10°10′52″E |
| Altitudine | 245 m s.l.m. |
| Abitanti | 21[2] |
| Altre informazioni | |
| Cod. postale | 43038 |
| Fuso orario | UTC+1 |
| Cartografia | |
La località dista 3,94 km dal capoluogo.[1]
Geografia fisica
Il piccolo centro abitato, adiacente alla località di Talignano e al Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega, sorge alla quota di 245 m s.l.m.,[1] sulla sommità del colle appenninico di Segalara, che divide la valle del fiume Taro dalla piccola valle del torrente Scodogna, suo affluente destro.[3][4]
Origini del nome
L'origine del toponimo è presumibilmente latina, dal termine secale, col significato di segala; è probabile che in antichità il colle, grazie alla sua esposizione favorevole, fosse ricoperto da piantagioni di tale cereale.[5]
Storia
I primi insediamenti abitati sul colle di Segalara risalgono probabilmente all'età romana, quando la zona, grazie alla sua esposizione, si prestava alla coltivazione della segala, all'epoca diffusa in alternativa al frumento.[5]
La posizione dominante sulla val Taro rendeva la cima del rilievo ideale per la costruzione di un fortilizio difensivo, che vi fu eretto forse già in età bizantina.[5]
Tuttavia, il più antico documento che faccia riferimento alla fortificazione è quasi certamente un atto notarile di compravendita risalente al 3 febbraio 1034, in cui tal Alberto alienò a un sacerdote di nome Rodolfo i beni da lui posseduti in Castro Taloniano; nonostante vi sia menzionato l'adiacente borgo di Talignano, il castello è identificabile con forte probabilità proprio nel maniero di Segalara.[6][7] Il fortilizio fu menzionato anche nel 1054, nel rogito notarile che ne sancì la vendita da parte di Alberto da Viarolo, figlio di Maginfredo, al suo familiare Rodolfo da Viarolo.[8]
La località fu nominata nel 1187 in una bolla emanata dal papa Gregorio VIII, che confermò al monastero di San Paolo di Parma il possesso di numerosi beni nel Parmense, tra cui alcune terre a Segalaria.[5][9]
In epoca imprecisata il territorio passò sotto il controllo dei conti Sanvitale, che ne risultavano proprietari nel 1258, ma in seguito subentrarono i Rossi, forse già alla fine del XIII secolo;[5] il più antico documento che colleghi la famiglia a Segalara è il testamento del 29 giugno 1290 del prevosto Ugo Rossi, che istituì quattro benefici, tra cui quello relativo all'oratorio di Segalara.[5][10][11]
Nel 1303, i Rossi, cacciati da Parma da Giberto III da Correggio, trovarono riparo nei loro possedimenti di Collecchio, Neviano e Segalara, ma due anni dopo, in seguito all'uccisione di un inviato di Giberto per mano di Palamede Rossi, le truppe correggesche conquistarono e distrussero i tre fortilizi rossiani.[5][12][13] I Rossi ritornarono a Segalara nel 1316, dopo l'allontanamento di Giberto da Parma, e ricostruirono il maniero.[12]
Nel XV secolo la zona continuò a essere teatro di scorrerie, che provocarono danni alla popolazione; per questo motivo, nel 1440 gli abitanti furono esentati dal pagamento delle imposte.[5] Nel 1481 Pier Maria II de' Rossi fece munire il palazzo fortificato,[14] in vista della guerra contro il ducato di Milano, ma l'anno seguente, a conflitto già iniziato, il Conte morì, lasciando Segalara e altre terre al figlio naturale Bertrando; quest'ultimo, alleatosi con Ludovico il Moro, al termine degli scontri mantenne il possesso di tutte le proprietà ereditate dal padre, mentre i fratelli furono costretti alla fuga.[12][15]
In seguito alla morte di Bertrando senza eredi diretti nel 1502, le sue proprietà passarono al nipote Troilo I de' Rossi, marchese di San Secondo.[12][16][17]
Nel 1635 abbe fine il lungo dominio dei Rossi su Segalara, in quanto il duca di Parma Odoardo I confiscò a Troilo IV tutti i suoi beni.[18][19] Nel 1653 Scipione I de' Rossi si impegnò a versare un'ingente somma alla Camera ducale in cambio della restituzione delle proprietà appartenute al fratello, ma non fu in grado di ottemperare al pagamento e nel 1665 rinunciò ufficialmente a tutti i feudi appenninici, tra cui Segalara.[12][18]
Monumenti e luoghi d'interesse
Castello
Con il dominio dei Rossi il castello, o castrum, di Segalara inizia ad acquistare nel territorio parmense una rilevanza crescente: questi, infatti, colgono più dei loro predecessori l'importanza strategica del colle di Segalara che, con i castelli di Roccalanzona e Felegara ad ovest, e di San Vitale Baganza e, in seguito, Torrechiara ad est, formerà l'asse difensivo della media valle del Taro.
Nel 1635 la situazione economica dei Rossi è ormai disastrosa e la Camera Ducale confisca loro tutti i possedimenti cedendo la tenuta di Segalara, nel 1682, al Marchese Gian Antonio Canossa proveniente da Pontremoli, come ricompensa per i suoi incarichi di corte. La tenuta di Segalara resterà alla famiglia Canossa sino al 1800 per essere poi ceduta alla famiglia Franceschi e in seguito suddivisa fra altri proprietari[20].
Note
- ^ a b c La Frazione di Segalara, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 17 settembre 2019.
- ^ [1]
- ^ Dall'Aglio, p. 1006.
- ^ Il castello di Segalara, su beniculturali.it. URL consultato il 17 luglio 2025 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ a b c d e f g h Delsante, p. 19.
- ^ Delsante, p. 18.
- ^ Dall'Aglio, p. 1006.
- ^ Affò, 1793, p. 324.
- ^ Affò, 1793, p. 397.
- ^ Dall'Aglio, p. 1010.
- ^ Schiavi.
- ^ a b c d e Capacchi, p. 255.
- ^ Affò, 1795, pp. 133-140.
- ^ Pezzana, pp. 309-312.
- ^ Pezzana, pp. 314-315.
- ^ Delsante, p. 20.
- ^ Arcangeli, Gentile, p. 17.
- ^ a b Delsante, p. 27.
- ^ Rossi Troilo, su parmaelasuastoria.it. URL consultato il 21 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2015).
- ^ Donata Paini, Segalara nel tempo, Centro Studi della Val Baganza, n. 22, Tipolitotecnica, Sala Baganza (Parma), 2009.
Bibliografia
- Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
- Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo quarto, Parma, Stamperia Carmignani, 1795.
- Mario Calidoni, Maria Cristina Basteri, Gianluca Bottazzi, Caterina Rapetti, Sauro Rossi, Castelli e borghi, Parma, MUP Editore, 2009, ISBN 978-88-7847-241-9.
- Guglielmo Capacchi, Castelli parmigiani, Parma, Artegrafica Silva, 1979.
- Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
- Ubaldo Delsante, La Villa Lalatta di Talignano, Parma, Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, 1996.
- Donata Paini, Segalara nel tempo, collana Centro Studi della Val Baganza, Quaderno n. 22, Sala Baganza, Tipolitotecnica, 2009.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quarto, Parma, Reale Tipografia, 1852.
- Giuseppe Romanini, Massimo Aquilante, Corrado Mornese, Carlo Fornari, Gustavo Buratti, Giorgio Bouchard, Gherardo Segalelli. Attualità di un eretico (PDF), Collecchio, Comune di Collecchio, 2000. URL consultato il 25 luglio 2025.
- Antonio Schiavi, La diocesi di Parma, II, Parma, Unione Tipografica Parmense, 1940.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Segalara
Collegamenti esterni
- Sala Baganza: cenni storici e territorio, su comune.sala-baganza.pr.it. URL consultato il 14 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2007).
