Isa Genzken

scultrice tedesca
Versione del 2 ago 2025 alle 12:36 di Luca-pattern-98 (discussione | contributi) (Questa voce è una traduzione parziale della pagina inglese "Isa Genzken". La traduzione non è ancora completa e verrà ampliata e migliorata con il tempo.)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

Isa Genzken (Bad Oldesloe, 27 novembre 1948) è un'artista tedesca.

Isa Genzken nel 2009
Premio Wolfgang-Hahn-Preis arte 2002
Premio International Art Prize SSK Monaco 2004

Isa Genzken vive e lavora a Berlino. La sua produzione si concentra principalmente sulla scultura e sull'installazione, attraverso l'uso di una grande varietà di materiali, tra cui cemento, gesso, legno e tessuti. Lavora inoltre con la fotografia, il video, il film e il collage.[1]

Biografia

Hanne-Rose[2] "Isa" Genzken (pronuncia: I-sa Ghènz-ken) è cresciuta principalmente nella città di Bad Oldesloe[3], nel nord della Germania, e ad Amburgo.[4]

Ha studiato belle arti e storia dell'arte con Almir Mavignier e Kai Sudeck[5] presso la Università delle Belle Arti di Amburgo[6] (1968[5]–1971) e in seguito alla Università delle Arti di Berlino (1971–1973). Per finanziare i suoi studi, ha lavorato part-time come modella[2][3].

Nel 1973 si è trasferita all’Accademia di belle arti di Düsseldorf, frequentando contemporaneamente corsi di storia dell’arte e filosofia all’Università di Colonia. Tra i suoi compagni di studi figuravano anche gli artisti Katharina Fritsch e Thomas Struth.

Dopo la laurea, ottenuta nel 1977, Genzken ha insegnato scultura presso l’Accademia. Nel 1982 ha sposato l'artista tedesco Gerhard Richter e si è trasferita a Colonia l'anno successivo. La coppia si è separata nel 1993[5], anno in cui l'artista ha fatto ritorno a Berlino.

Genzken soffre di disturbo bipolare[3], alternando fasi maniacali e depressive, e ha trascorso diversi periodi in strutture psichiatriche.[7] È stata inoltre spesso sottoposta a trattamenti per abuso di sostanze.[2] In un'intervista del 2016, ha dichiarato che i suoi problemi con l’alcol sono iniziati dopo il divorzio, ma che era sobria dal 2013.[7]

Nel corso della sua carriera ha lavorato in studi a Düsseldorf, a Colonia (in uno spazio progettato nel 1993 dall’architetto Frank Tebroke),[8] negli Stati Uniti (a Lower Manhattan e Hoboken, New Jersey)[3] e attualmente a Berlino.[5]

Opera

Sebbene Isa Genzken si concentri principalmente sulla scultura, ha prodotto opere in diversi media, tra cui fotografia, film, video, lavori su carta, opere su tela a olio, collage, libri di collage, sceneggiature cinematografiche e persino un disco. La sua pratica artistica, estremamente diversificata, si rifà alle eredità del Costruttivismo e del Minimalismo e spesso instaura un dialogo critico e aperto con l’architettura modernista e la cultura visiva e materiale contemporanea.

Questa varietà espressiva impedisce alla sua opera di diventare prevedibile, pur mantenendo in molte occasioni le convenzioni della scultura tradizionale. Utilizzando materiali come gesso, cemento, campioni edilizi, fotografie e oggetti di recupero, Genzken crea strutture architettoniche che sono state descritte come “rovine contemporanee”. Spesso incorpora anche specchi e superfici riflettenti per coinvolgere letteralmente lo spettatore all'interno dell’opera.

Genzken impiega inoltre metodi di posizionamento spaziale per suscitare emozioni nel pubblico, obbligando l’osservatore a interagire fisicamente con le sue sculture a causa della loro collocazione nello spazio espositivo.[9]

Un motivo ricorrente nella sua produzione è la colonna, un archetipo architettonico “puro” attraverso cui esplora le relazioni tra l’“arte alta” e i prodotti industriali della cultura popolare.[10]

Esposizioni

La prima mostra personale di Genzken si è tenuta nel 1976 presso la Galleria Konrad Fischer a Düsseldorf, mentre la sua prima mostra con la Galerie Buchholz è stata nel 1986 a Colonia. Dal 23 novembre 2013 al 10 marzo 2014, la retrospettiva intitolata Isa Genzken: Retrospective è stata esposta al Museum of Modern Art. Successivamente, la mostra ha viaggiato verso il Museum of Contemporary Art di Chicago e il Dallas Museum of Art.[11]

Collezioni

Le opere di Genzken fanno parte delle collezioni di numerose istituzioni a livello internazionale, tra cui la Nationalgalerie di Berlino Ovest; la Staatsgalerie di Stoccarda; lo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhoven; il Rijksmuseum Kröller-Müller di Otterlo;[12] il Museum of Modern Art di New York; il Carnegie Museum of Art di Pittsburgh; la Generali Foundation di Vienna; lo Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, D.C.; il Kemper Art Museum di St. Louis; il Museum Ludwig di Colonia; il Museum Frieder Burda di Baden-Baden; il Van Abbemuseum di Eindhoven e lo Stedelijk Museum di Amsterdam; Ruby City, Linda Pace Foundation, San Antonio, Texas;[13] la scultura Rose III a Zuccotti Park, New York.[14]

Riconoscimenti

Ha vinto l’International Art Prize (Donazione culturale della SSK Monaco) nel 2004 e il Wolfgang-Hahn-Preis (Museum Ludwig, Colonia) nel 2002.[15]

Note

  1. ^ Astrid Wege, «Isa Genzken: The Impossibility of Communication», in Uta Grosenick (a cura di), Women Artists in the 20th and 21st Century, Taschen, Colonia, 2001, pp. 150–155, ISBN 3822858544. Disponibile su Archive.org. Consultato il 2 agosto 2025.
  2. ^ a b c Ulrike Knöfel, «MoMA Retrospective: The Strange Brilliance of Isa Genzken», Der Spiegel, 25 ottobre 2013. Disponibile su Der Spiegel. Consultato il 2 agosto 2025.
  3. ^ a b c d Randy Kennedy, «No, It Isn’t Supposed to Be Easy», The New York Times, 21 novembre 2013. Disponibile su The New York Times. Consultato il 2 agosto 2025.
  4. ^ Georg Imdahl, «Ein Fenster zum Highway und eins zum Hinterhof», Berliner Zeitung, 10 agosto 2009.
  5. ^ a b c d Isa Genzken: Retrospective, 23 novembre 2013 – 10 marzo 2014, Museum of Modern Art, New York. Disponibile su MoMA. Consultato il 2 agosto 2025.
  6. ^ «HFBK: HFBK Hamburg», www.hfbk-hamburg.de, archiviato il 15 ottobre 2006.
  7. ^ a b «Künstlerin Isa Genzken im Interview: "Zu Tokio Hotel tanze ich wie ein Teenager"», Der Tagesspiegel Online (in tedesco), 29 settembre 2016. Consultato il 27 luglio 2023.
  8. ^ Project List, archiviato il 18 ottobre 2017 su Wayback Machine, Frank Tebroke, Colonia.
  9. ^ Afterall: A Journal of Art, Context and Enquiry, University of Chicago Press, 2000, p. 34.
  10. ^ Isa Genzken: Kinderschirm (2004), Museum of Contemporary Art, Los Angeles. Disponibile su MOCA. Consultato il 2 agosto 2025.
  11. ^ Hal Foster, «Isa Genzken», Artforum, vol. 52, n. 6, 2014, pp. 204–206. Disponibile su Artforum. Consultato il 2 agosto 2025.
  12. ^ Laurie Collier Hillstrom e Kevin Hillstrom, Contemporary Women Artists, Detroit: St. James Press, 1999, ISBN 1-55862-372-8, OCLC 40869639. Disponibile su WorldCat. Consultato il 2 agosto 2025.
  13. ^ «Isa Genzken», Ruby City. Consultato il 2 agosto 2025. Disponibile su Ruby City
  14. ^ Henri Neuendorf, «Isa Genzken's Monumental Steel Rose Rises in Zuccotti Park—Just in Time for the 10-Year Anniversary of the Financial Crisis», artnet News, 18 settembre 2018. Consultato il 2 agosto 2025. Disponibile su artnet News
  15. ^ Rebecca Morrill, Karen Wright, Louisa Elderton (a cura di), Great Women Artists, London: Phaidon, 2019, p. 151, ISBN 978-0714878775.