Bozza:Donatello Stefanucci
Donatello Stefanucci (Cingoli, 22 gennaio 1896 – Fano, 20 ottobre 1987) è stato un pittore italiano.
Biografia
Giovinezza
Nato in una famiglia di lunga tradizione d'arte, giovanissimo è introdotto al disegno e alla pittura dal padre, Federico, poliedrica figura d'artista e di uomo di cultura, che ne indovina l'innato talento.[1]. Come scriverà infatti più tardi un autorevole critico d'arte:
Appena adolescente inizia il suo apprendistato artistico al seguito di Francesco Ferranti, in vari cantieri, di committenza ecclesiastica e patrizia, in territorio marchigiano.[2].
Compie gli studi all'Accademia di belle arti di Roma, conseguendovi l'abilitazione all'insegnamento del disegno.[3].
All'indomani della prima guerra mondiale, rientrato a Cingoli, riprende i pennelli in mano: "molto tempo dedicando a un esercizio proficuo, già esercitato prima della guerra, quello di affrescar grandi zone di muro"[4].
In un imprecisato periodo tra gli ultimi anni ’10 e i primi anni ’20, si congeda da Cingoli per trasferirsi nel Lazio, ivi soggiornando per circa un biennio, sostando a lungo nei pressi di Grottaferrata. Qui approfondisce l'uso e la tecnica del colore, "più mediante l'esempio che la parola"[4], dal pittore e paesaggista Andrea Tavernier. Da quest’ultimo - come ha scritto Luca Pernici - Stefanucci trae la passione e la voga per la pittura en plein air: una tendenza, ma in fondo un’idea del dipingere, dalla quale egli mai recederà; che sarà anzi – come gran parte della sua produzione palesemente attesta – con continuità un tratto saliente della sua poetica pittorica e del suo fare pittura.[5].
Maturità
Conseguentemente all'esperienza laziale il pittore torna nella città natale "padrone di una tavolozza totalmente trasformata" come scriverà Remigio Strinati.[4].
A questo periodo, tra i suoi più felici, data l’avvio delle partecipazioni a importanti esposizioni e concorsi: Roma, Milano, Firenze, Fiume, Rovigo, Bologna. L’Esposizione Nazionale della Reale Accademia di Brera, l’Esposizione Internazione d’Arte di Fiume, l’Esposizione nazionale degli artisti a Palazzo Pitti in Firenze, in Roma varie edizioni della Biennale Internazionale d’Arte e dell’Esposizione Nazionale “Amatori e Cultori” e sempre nella capitale la I Mostra Nazionale del Paesaggio italiano, la I Mostra d’arte pura di Rovigo, a Bologna la II Mostra Nazionale del Paesaggio italiano e molte altre. Da ricordare la partecipazione nel 1924 alla II Biennale Internazionale d’Arte, dove una sua opera dal titolo “Montagne Picene” fu definita dal noto pittore e critico Onorato Carlandi «la più bella di quante ne ospitasse la mostra».[2]. Durante questi stessi anni, che lo vedono impegnato in una importante produzione al cavalletto, non trascura l'attività della pittura muraria. Come scriverà Remigio Strinati nel suo profilo del pittore:
Dopo la seconda guerra mondiale si trasferì a Fano dove fondò la Accolta dei 15, un cenacolo di artisti impegnati ad operare per la diffusione dell’arte. Insegnò decorazione pittorica all'Istituto d'arte Apolloni e poi in altri Istituti di Pesaro, dove fu per alcuni anni Preside al Liceo Scientifico.
Conosciuto e apprezzato, a lui è intitolata la Pinacoteca Comunale di Cingoli, nella quale sono conservate diverse opere; le più conosciute si trovano nella Chiesa Cattedrale di Cingoli: nell'altare dell'abside destro c'è il dipinto con il Discorso della Montagna, mentre nel catino absidale, l’Assunzione al cielo di Maria (1939).
Compilare un catalogo delle sue opere è molto difficile ma doveroso, in quanto sono disseminate in molte abitazioni private; si hanno quadri ad olio, cartoni pubblicitari, tra cui quello per lo champagne della ditta Grasselli di Cingoli, scenografie per opere teatrali, litografie, disegni e pitture su seta.
I quadri di Stefanucci, raffiguranti paesaggi campestri, fiori, soprattutto cardi, scorci di Cingoli, interni di abitazioni, giardini, nature morte e ritratti, nonostante riscuotessero molto successo presso i suoi contemporanei, venivano dal pittore per lo più regalati (tanto che molte famiglie cingolane posseggono opere dell'artista) e per questo non si inserirono mai nel grande circuito dei mercanti d'arte.
(Da ampliare)
Stile
(Da completare)
Opere
(Da completare)
Note
- ^ Luca Pernici, Federico Stefanucci : "a Donatello accanto nell'esperienze primissime" in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp. 14-25
- ^ a b Luca Pernici, Donatello Stefanucci, in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp.27-47
- ^ Pacifico Topa, Donatello Stefanucci, in: D. Bacelli – P. Topa, Cingoli 1944-2002. Vita pubblica e privata, Cingoli 2002, pp. 258-260;
- ^ a b c Remigio Strinati, Giovane arte picena contemporanea. Biografie illustrate, Roma 1927, p. 80
- ^ Luca Pernici, Donatello Stefanucci. Pittore, in: Luca Pernici, Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci". Cingoli nell'Arte del Novecento, Cingoli 2025, pp.15-27
Bibliografia
- Remigio Strinati, Giovane arte picena contemporanea. Biografie illustrate, Roma 1927, pp. 78-85;
- Pacifico Topa, Donatello Stefanucci, in: D. Bacelli – P. Topa, Cingoli 1944-2002. Vita pubblica e privata, Cingoli 2002, pp. 258-260;
- Luca Pernici, Federico Stefanucci : "a Donatello accanto nell'esperienze primissime" in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp. 14-25;
- Luca Pernici, Donatello Stefanucci, in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp. 27-47;
- Luca Pernici, Donatello Stefanucci. Pittore, in: Luca Pernici, Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci". Cingoli nell'Arte del Novecento, Cingoli 2025, pp.15-27;
(Da completare)
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
- ’’Antiquitates’’ cingolane, su antiqui.it.