Lo scudo di Talos

romanzo scritto da Valerio Massimo Manfredi

Prima parte

Kleidemos è un ragazzo spartano nato nella nobile famiglia spartiata dei Kleomenidi, tra le più importanti di Sparta, ma a causa di una malformazione al piede il padre Aristarchos lo abbandona - seppure a malincuore - sul monte Taigeto, in ossequio alle severe leggi della città. Allevato da un anziano pastore ilota, Kritolaos, il giovane cambia il nome in Talos, cresce e diventa un ragazzo forte e coraggioso, ma ignaro delle proprie origini. Kritolaos lo sottopone a un duro allenamento, lo aiuta a usare il bastone come un'arma (oltre che come un appoggio) e gli consegna l'arco dell'antico re Aristodemo, eroe della prima guerra messenica, che gli insegna a usare. caccapupu

Il fato vuole che Talos salvi una sua cara amica e futura fidanzata, Antinea (figlia di un contadino ilota che Talos stava aiutando nei campi), da una tentata violenza fisica da parte di Brithos e dei suoi amici, ignaro che quest'ultimo sia suo fratello maggiore. Nonostante sia sul punto di uccidere il fratello, Brithos lo guarda intensamente negli occhi e lo risparmia. Durante la convalescenza anche Antinea si innamora di Talos, ma, una volta rientrato a casa dopo vari giorni, trova il nonno morente il quale gli rivela che un giorno un uomo cieco da un occhio saprà rimuovere la maledizione dalla spada di Aristodemo; subito dopo la sua scomparsa, Talos viene acclamato grazie ad un uomo comparso dal nulla, dagli abitanti e dagli altri anziani come "il Lupo". Due mesi dopo, però, Brithos organizza una spedizione punitiva notturna: il gruppo percuote Talos e massacra il suo gregge, risparmiandogli però la vita una seconda volta. Il ragazzo si riprende di nuovo grazie anche alle cure propinate dal gigante Karas; insieme a lui Talos continua a fare da capovillaggio.

Allo scoppio delle guerre persiane il ragazzo, come tutti gli iloti, è condotto a Sparta per essere scelto da Brithos come aiutante dei soldati in guerra. Così parte per la guerra insieme a lui e combatte alle Termopili, assistendo, inconsapevole, alla morte del suo vero padre durante la famosa battaglia. Il re Leonidas e i suoi uomini si trovano circondati dai persiani, così il sovrano rimanda Talos, Brithos e Agìas a Sparta per recapitare un messaggio agli Efori.

Al loro rientro in patria, però, i tre guerrieri superstiti sono accusati di diserzione e codardia, poiché un agente della Krypteia, un servizio segreto spartano, aveva sostituito il messaggio del re con uno vuoto, senza che loro se ne accorgessero: incapace di sopportare la vergogna, Agìas si suicida impiccandosi in casa sua, mentre Brithos, fuggito una notte per uccidersi a sua volta, è salvato da Talos e dal suo compagno Karas, che lo trasporta nella sua capanna e lo convince a riscattarsi. Con il suo aiuto Brithos inizia così una guerra solitaria combattendo tutto l'autunno, l'inverno e la primavera in tutta la Grecia a fianco di Talos che lo aiuta da arciere per uccidere gli emissari e le truppe persiane di Mardonio, che andavano in lungo e in largo a depredare le messi dei contadini, e infine ritrova la gloria morendo eroicamente nella vittoriosa battaglia di Platea, alla quale Talos assiste impotente.