Pierre Gallay (Saint-Martin-du-Lac, 13 marzo 1917Brétigny-sur-Orge, 7 aprile 1950) è stato un militare e aviatore francese, particolarmente distintosi nel corso della seconda guerra mondiale. Decorato con la Croce di Cavaliere della Legion d'onore, con la Médaille militaire, la Croix de guerre 1939-1945 con sei palme, la Médaille de la Résistance.[2][1].

Pierre Gallay
NascitaSaint-Martin-du-Lac, 13 marzo 1917
MorteBrétigny-sur-Orge, 7 aprile 1950
Cause della morteIncidente aereo
Dati militari
Paese servitoFrancia (bandiera) Francia
Francia libera (bandiera) Francia libera
Regno Unito (bandiera) Regno Unito
Forza armataArmée de l'air
Forces aériennes françaises libres
Royal Air Force
SpecialitàCaccia
Anni di servizio1936-1950
GradoTenente
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Francia
Operazione Market Garden
Decorazionivedi qui
dati tratti da Military career of Pierre Gallay[1]
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Biografia

Nacque il 12 marzo 1917 a Saint-Martin du Lac, nella Saona e Loira.[2] Il 3 marzo 1936 si arruolò per tre anni nell'Armée de l'air, presso la base aerea 201 in Algeria.[1] Divenne caporale nell'aprile 1938, si raffermò nuovamente nel 1939 quando gli fu chiesto di conseguire il brevetto di pilota.[2] Lo scoppio della seconda guerra mondiale lo trovò sulla base di Aulnat.[2] Caporale maggiore della compagnia aeronautica di Evreux, questa si ritirò a sud-ovest di fronte all'avanzata tedesca.[2] Il 22 giugno, giorno della firma dell'armistizio con la Germania tentò di attraversare il confine con la Spagna, ma fallì.[2] Il giorno successivo, con l'autorizzazione del suo capitano, lasciò il campo e, in auto, raggiunse Bayonne e poi Saint-Jean-de-Luz.[2] Il 24 giugno, riuscì a mescolarsi a un gruppo di soldati polacchi evacuati dalla Francia e si imbarcò con loro sull'Arandora-Star.[1] Giunto in Gran Bretagna il 27 giugno 1940, a Londra si arruolò nella FAFL (matricola 30121) pochi giorni dopo e chiese di sottoporsi all'addestramento da pilota, per il quale, il 9 dicembre 1939, aveva superato con successo l'esame attitudinale a Chartres.[2] Inviato sulla base RAF Saint-Athan all'inizio di luglio, fu assegnato alla No.6 EFTS (Elementary Flying Training School) e poi alla No.5 SFTS (Service Flight Training School). Brevettatosi preso il No.130 Squadron fu inviato all'Operational Training Unit di Odiham il 29 ottobre 1941, conseguendo il brevetto di pilota militare.[2] Sergente dal marzo 1941, fu assegnato al No.130 Squadron RAF il 23 dicembre 1941.[2] Nel marzo 1942, fu nominato sergente maggiore e si arruolò volontario per il nel Groupe de chasse "Alsace" operante in Medio Oriente.[2] Lasciò l'Inghilterra in nave all'inizio di aprile per Freetown, e via Fort-Lamy giunse in Levante il 19 giugno, presso il centro di addestramento di Damasco, prima di essere trasferito al reparto in agosto.[2] Volò in alcune missioni belliche a bordo di un caccia Hawker Hurricane prima di tornare in Gran Bretagna con la sua unità alla fine dell'anno.[2] Dopo un breve corso di addestramento sul Supermarine Spitfire presso la No.61 OTU il 2 febbraio 1943, fu assegnato al nuovo No.341 Squadron "Alsace" all'inizio di marzo.[2] Aspirante il 1 maggio 1944, poi sottotenente il 26 giugno dello stesso anno, fu nominato secondo in comando dello Squadron "Strasburg".[2]

Il 28 settembre 1944, durante una missione di pattugliamento su Nimega, abbatté un Messerschmitt Bf 109.[2] Il 20 ottobre il suo Spitfire Mk.IXb (PL193) fu abbattuto dalla contraerea durante un attacco al suolo nei Paesi Bassi.[2] Riuscì ad atterrare in un campo e a sfuggire alle intense ricerche delle pattuglie tedesche.[2] Aiutato dalla resistenza olandese, rientrò nella sua unità nove giorni dopo.[2] Tenente nel marzo 1945, concluse la guerra con 224 missioni in 334 ore di volo e una vittoria aerea.[2]

Dopo la guerra, congedato dal corpo di truppa, si addestrò come pilota collaudatore, ottenendo la licenza n.124 nel 1949, e si unì al Centro Sperimentale di Volo (CEV).[2] Nell'agosto 1947 fu pilota presso la SECAN (Société d'études et de construction aéronavales), una sussidiaria della Chausson, all'epoca un importante produttore di camion e pullman.[2] Nel 1946, la SECAN aveva costruito un piccolo aereo interamente metallico, progettato come un'autovettura da 4 a 5 posti con un motore posteriore spingente.[2] La cellula era sormontata da un'ala da cui si estendevano due travi che sostenevano due pinne di coda nella parte posteriore.[2] Fu in seguito uno dei piloti responsabili dello sviluppo di questo velivolo, battezzato SUC-10 Courlis.[2] Ebbe l'opportunità di completare con successo un decollo ritenuto molto rischioso, seguito a un atterraggio di emergenza nella campagna con il Courlis con l'elica in stallo, ai piedi dei Monti del Lionese.[2]

Nel 1949, effettuò test di rullaggio a terra del jet monoposto Nord 2200, un prototipo di caccia imbarcato in risposta a un programma dell'Aéronavale.[2][3] Alla fine di marzo, il prototipo del jet NC.1080 (F-WFKZ) della SNCAC (Société nationale de constructions aéronautiques du Centre), il cui primo volo era stato effettuato dal pilota collaudatore dell'azienda nel luglio 1949, fu consegnato al CEV.[2][4] Egli fu incaricato di collaudare questo nuovo velivolo, e il 7 aprile 1950, decollò da Brétigny per il suo primo volo a bordo dell'NC-1080 precipitando pochi minuti dopo vicino a Ballancourt.[4] I testimoni a terra espressero opinioni diverse e contraddittorie.[2] Si parlò di probabile malessere del pilota, della perdita di componenti in volo e di una vite involontariamente prolungata e incontrollata.[4] Quella sera stessa avrebbe dovuto partire per il congedo pasquale per raggiungere la moglie, incinta del loro terzo figlio.[2]

Onorificenze

— 22 febbraio 1945.[2]
— 22 giugno 1944.[2]
— 14 giugno 1946.[2]

Onorificenze estere

Note

  1. ^ a b c d Oisterwijk Marketgarden.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj Francais Libres.
  3. ^ Cuny 2004, p. 256.
  4. ^ a b c Cuny 2004, p. 254.

Bibliografia

  • (FR) Jean Cuny, Les Avions de Combat Français 1944-1960 Vol.1, Paris, Éditions Larivière, 2004.
  • (FR) Bernard Marck, Dictionnaire universel de l'aviation, Paris, Tallandier, 2005, ISBN 2-84734-060-2.
  • (FR) Jacques Nœtinger, Rigueur et audace aux essais en vol, Paris, Nouvelles Éditions Latines (NEL), 2000, p. 80-81, ISBN 2-7233-0438-8.
  • (FR) Jacques Nœtinger, Drames et frayeurs aux essais en vol et autres..., Paris, Nouvelles Éditions Latines (NEL), 2008, p. 190, ISBN 978-2-7233-2073-3.

Voci correlate

Collegamenti esterni