Ahaha

donna d'affari assira del 1800 a.C.
Versione del 16 set 2025 alle 22:50 di RicCianc (discussione | contributi) (Traduzione da en.wiki della voce dedicata ad Ahaha, imprenditrice assira)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Disambiguazione – Se stai cercando la specie di vespe australiane, vedi Aha ha.

Ahaha (fl. 1800 a.C.) è stata un'imprenditrice assira.

È conosciuta per essere una delle prime donne d'affari della storia, caduta vittima di una frode da parte del fratello Buzāzu.

Biografia

modifica

Contesto storico

modifica

Ahah visse durante il regno paleo-assiro. A quei tempi era consueto che le donne guidassero la famiglia e prendessero decisioni finanziare mentre i loro mariti viaggiavano.[1][2] Gli assiri lucravano facendo scambi commerciali tra Babilonia e Kanesh, viaggiando in carovane finanziate da alcuni investitori, che guadagnavano profitti come oro e argento quando gli scambi avevano successo.[3]

Vita e attività

modifica

Ahaha nacque ad Assur. Sua madre, Lamassī, la crebbe mentre suo padre si trovava a Kanesh per affari. Dopo la morte di Lamassī, Ahaha prese il controllo del patrimonio del padre.[4] Ahaha investì su diverse attività, tra cui quelli del socio di suo padre, Pazzur-Aššur. Uno dei fratelli di Ahaha, Buzāzu, era incaricato di gestire le quote della sorella, tuttavia prelevò parte dei fondi per usarli nella sua attività.[4] Ahaha investì poi in una carovana trainata da un asino per uno scambio commerciale tra Assur e Kanesh, in cambio avrebbe guadagnato una quota dei profitti in argento. Quando però la carovana tornò, realizzò di essere stata truffata, non ricevendo alcun argento.[3]

Delle tavolette d'argilla scritte in cuneiforme trovate a Kanesh rivelarono che il truffatore era proprio suo fratello Buzāzu.[3] In una tavoletta scritta da lei, Ahaha chiese aiuto a un suo altro fratello:

«Non ho nient'altro oltre a questi fondi... Abbine cura così da non rovinarmi!... Inviami una lettera dettagliata con la prossima carovana, scrivendo se pagano l'argento... Adesso è il momento di farmi un favore e salvarmi dallo stress finanziario!»

La lettera sottolineò l'urgenza del recupero dell'argento e una richiesta di avviso, con un'altra lettera, in caso affermativo.[3]

  1. ^ (EN) Cécile Michel, Thus Speaks Tarām-Kūbi, su Università di Amburgo, 20 giugno 2022. URL consultato il 16 settembre 2025 (archiviato il 6 luglio 2022).
  2. ^ (EN) Thus speaks Tarām-Kūbi, Assyrian Correspondence, su CNRS Images, 1º gennaio 2020. URL consultato il 16 settembre 2025.
  3. ^ a b c d (EN) Sophie Hardach, The secret letters of history's first-known businesswomen, su BBC, 14 gennaio 2021. URL consultato il 16 settembre 2025 (archiviato il 14 gennaio 2021).
  4. ^ a b (EN) Cécile Michel, Women of Assur and Kanesh: Texts from the Archives of Assyrian Merchants, 2020, pp. 411–414, DOI:10.2307/j.ctv17ppd1s, ISBN 978-0-88-414455-7. URL consultato il 16 settembre 2025.

Voci correlate

modifica