Bozza:Don't Blame Me (Taylor Swift)
Don't Blame Me | |
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Artista | Taylor Swift |
Autore/i | Taylor Swift, Max Martin, Shellback |
Genere | Electronic dance music Elettropop gospel pop Rhythm and blues |
Pubblicazione originale | |
Incisione | Reputation |
Data | 10 novembre 2017 |
Etichetta | Big Machine Records |
Durata | 3:56 |
Don't Blame Me è un brano della cantautrice statunitense Taylor Swift, contenuto nel suo sesto album in studio, Reputation (2017). Scritta dalla srtessa Swift e dai produttori del brano, Max Martin e Shellback, Don't Blame Me combina electropop, EDM e gospel pop. La sua produzione è guidata da bassi potenti, sintetizzatori pulsanti e voci manipolate. Il testo parla della dichiarazione d'amore senza scuse della cantautrice, utilizzando riferimenti alla tossicodipendenza e alla religione. I critici musicali hanno descritto la produzione come oscura e malinconica; alcuni hanno ritenuto Don't Blame Me un punto forte dell'album e ne hanno elogiato la produzione densa, mentre altri l'hanno definita generica.
La Swift ha incluso il brano nella scaletta del suo Reputation Stadium Tour (2018) e dell'Eras Tour (2023-2024).
Antefatti
Taylor Swift ha pubblicato il suo quinto album in studio, 1989, nell'ottobre 2014 dall'ampio successo commerciale, vendendo oltre sei milioni di copie negli Stati Uniti. La Swift ha continuato a essere un bersaglio importante dei pettegolezzi dei tabloid durante la promozione di 1989 a causa di relazioni romantiche di breve durata con il produttore scozzese Calvin Harris e l'attore inglese Tom Hiddleston. La sua reputazione è stata ulteriormente macchiata da controversie pubblicizzate con altre celebrità, tra cui il rapper Kanye West, la personalità dei media Kim Kardashian e la cantante Katy Perry.[1] La Swift è diventata sempre più silenziosa sui social media, avendo mantenuto una presenza attiva con un ampio seguito, ed evitando interazioni con la stampa.[2]
Composizione
Don't Blame Me è stata co-scritta dalla Swift e dai suoi produttori, Max Martin e Shellback:[3] i due produttori sono accreditati per l'utilizzo di tastiere, Shellback per la chitarra, la Swift e Martin hanno fornito i cori. Sam Holland e Michael Ilbert, con gli assistenti tecnici Cory Bice e Jeremy Lertola, hanno registrato il brano agli MXM Studios di Los Angeles e Stoccolma. Don't Blame Me è stato mixato da Serban Ghenea ai MixStar Studios di Virginia Beach, Virginia, e masterizzato da Randy Merrill agli Sterling Sound Studios di New York City.
Nelle recensioni della critica specializzata, i critici hanno descritto Don't Blame Me come electropop,[4] EDM[5] e "gospel pop",[6] con elementi di musica industriale.[7] Rob Sheffield di Rolling Stone lo ha descritto come racconto di una "lunatica 'cattiva ragazza che va in chiesa' ", richiamando Like a Prayer di Madonna (1989).[8]
Hannah Mylrae di NME ha descritto la produzione come "tonante, da battere i piedi, da sbattere i pugni".[9] La canzone è accompagnata da una produzione elettronica oscura e lunatica e da un "suono da chiesa" per il ritornello.[10][11][12] La sua strumentazione include batteria pulsante, sintetizzatori impetuosi, un basso pesante e voci distorte multitraccia.[6][13]
Monique Mendelez per Spin ha paragonato il suo "fragoroso paesaggio sonoro da chiesa gotica" alle atmosfere di Take Me to Church di Hozier (2013).[14] Alexis Petridis del The Guardian ha trovato la progressione armonica del brano simile a quella di ...Baby One More Time di Britney Spears (1998).[5]
Per quanto riguarda il testo, le recensioni hanno visto nel brano l'atteggiamento impenitente della Swift che riflette la sua reputazione di cantautrice che scriveva principalmente di amore e relazioni passate,[4][15] accennando a "quanto il suo nuovo amante l'abbia fatta impazzire".[11] Nella canzone, l'artista risponde anche alle critiche che ha subito per aver cantato delle sue relazioni.[14] Nel testo sono presenti immagini religiose, "Cadrei in disgrazia / Solo per toccare il tuo viso" e riferimenti alla dipendenza ("Oh, Signore salvami, la mia droga è il mio piccolo").[14]
Neil McCormick del Daily Telegraph ha visto nella canzone una riflessione sulla possibilità che l'amore sopravviva in presenza del controllo dei media.[16]
Nell'edizione sudafricana di GQ, Bernd Fischer ha dichiarato che la canzone mostrasse un lato più vulnerabile di Swift nonostante il titolo suggerisse il contrario.[12] Il brano contiene anche un riferimento a Il grande Gatsby dove Swift si riferisce a se stessa come "la tua Daisy".[17]
Successo commerciale
Tra maggio e giugno 2022, Don't Blame Me ha guadagnato popolarità sull'app di condivisione video TikTok ed è entrata in diverse classifiche di vari paesi europei,[18] raggiungendo il picco nella top 50 in Norvegia (18),[19] Repubblica Ceca (33), e Austria (49).[20] Nel più ampio mondo anglofono, Don't Blame Me ha raggiunto il numero 16 in Australia[21] e il numero 77 nel Regno Unito. Nella classifica Billboard Global 200, il brano ha raggiunto la posizione numero 118.[22] Il brano è stato certificato oro in diversi paesi europei, tra cui Italia, Norvegia, Grecia, Polonia e Portogallo. In Nuova Zelanda e Regno Unito, è stato certificato platino,[23] mentre in Australia è stato certificato quattro volte platino.[24] Nonostante non sia mai entrato nella classifica Billboard Hot 100, Don't Blame Me ha accumulato oltre un miliardo di ascolti su Spotify.[25]
Accoglienza
Don't Blame Me ha ricevuto recensioni per lo più positive dalla critica. Melendez ha affermato che il brano è la canzone che rappresenta Reputation, lodandone la produzione e il testo.[14] Jamieson Cox per Pitchfork ha definito la canzone un "mostro scintillante tenuto insieme dalla presenza della Swift al centro".[13] Scrivendo per PopMatters, Evan Sawdy ha definito la traccia un punto culminante dell'album.[11] In altre recensioni, Petridis, McCormick ed Ellen Peirson-Hagger di Under the Radar l'hanno scelta come punto culminante del disco.[5][26][16] Peirson-Hagger ha notato il suo "stile caldo, cantilenante, confessionale intrigantemente oscuro", mentre McCormick ha evidenziato le sue "osservazioni concise, melodie insidiose e voci intimamente colloquiali".[26][16]
In una recensione meno entusiasta, Eleanor Graham di The Line of Best Fit e Uppy Chatterjee di The Music hanno trovato la produzione influenzata dall'EDM/elettronica inefficace in parte perché già enormemente popolare nelle classifiche, sebbene il secondo abbia riconosciuto che il brano aveva alcuni testi "profondamente personali".[27][28] Rudy K. di Sputnikmusic ha commentato che il brano "richiede una voce più agile di quella che la Swift può offrire".[29] In una recensione per Atwood Magazine, Nicole Almeida ha trovato la metafora della droga nel testo un cliché.[30]
Classifiche
Note
- ^ Ryan, 5 things Taylor Swift's past USA Today interviews tell us about her Reputation era, su usatoday.com, November 9, 2017. URL consultato il November 9, 2017.
- ^ (EN) Analysis | Taylor Swift avoided — and mocked — the media with ‘Reputation.’ And it worked., in The Washington Post, 15 novembre 2017. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ D'Souza, How Max Martin Built a Pop Sound Then Lost His Grip on the Charts, su vice.com, January 29, 2018. URL consultato il October 13, 2020.
- ^ a b (EN) Taylor Swift Reputation explained, su Time. URL consultato il 23 settembre 2017.
- ^ a b c Petridis, Taylor Swift: Reputation review – superb songcraft meets extreme drama, su The Guardian, November 10, 2017. URL consultato il June 14, 2022. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "TGAP" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ a b (EN) Ken Tucker, Taylor Swift Pushes Further Into Electro-Pop With 'Reputation', in NPR, 13 novembre 2017. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ Corr, Taylor's swift rebuke to the haters on Reputation, in RTÉ, 10 novembre 2017.
- ^ (EN) Rob Sheffield, All 274 of Taylor Swift's Songs, Ranked, su Rolling Stone, 25 aprile 2024. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ Mylrae, Every Taylor Swift Song Ranked In Order of Greatness, su NME, September 8, 2020. URL consultato il June 14, 2022.
- ^ Time, https://time.com/5017724/taylor-swift-reputation-explained/ .
- ^ a b c Sawdy, Taylor Swift – Reputation (Review), su PopMatters, November 13, 2017. URL consultato il May 28, 2022. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "PMES" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ a b Fischer, Taylor Swift's Reputation is here: 'I Did Something Bad' but 'Don't Blame Me', su GQ, November 11, 2017. URL consultato il June 17, 2022. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "GQ" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ a b Cox, Taylor Swift: Reputation Album Review, su pitchfork.com, November 13, 2017. URL consultato il November 13, 2017. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "pitchforkrev" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ a b c d Melendez, Taylor Swift's 'Don't Blame Me' Is the Place Where Reputation Fully Clicks, su Spin, November 10, 2017. URL consultato il May 28, 2022. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "SpinRev" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ Frazier, 'Don't Blame Me' Is The Clapback Anthem On Taylor Swift's New Album, su Romper, November 10, 2017. URL consultato il May 28, 2022.
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non valido; il nome "Telegraph" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ Withers, On Reputation, Taylor Swift Seems to Be Really Into The Great Gatsby, su Slate, November 10, 2017. URL consultato il May 28, 2022.
- ^ TikTok Credited with Record Streaming Numbers for Four-Year-Old Taylor Swift Song, su Centennial Beauty, May 19, 2022. URL consultato il June 3, 2022.
- ^ Steffen Hung, norwegiancharts.com - Taylor Swift - Don't Blame Me, su norwegiancharts.com. URL consultato il 23 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2025).
- ^ Steffen Hung, Taylor Swift - Don't Blame Me, su austriancharts.at. URL consultato il 23 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2025).
- ^ (EN) ARIA Top 50 Singles Chart, su www.aria.com.au. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ (EN) Official Singles Chart on 10/6/2022, su Official Charts, 18 gennaio 2023. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ (EN) Taylor Swift, Don't Blame Me, Single - The BPI, su BPI. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ (EN) ARIA Charts – Accreditations – 2024 Singles (PDF), Australian Recording Industry Association. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ (EN) Larisha Paul, How the Eras Tour Made Taylor Swift a Permanent Cultural Presence, su Rolling Stone, 17 dicembre 2024. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ a b Peirson-Hagger, Taylor Swift Reputation (Big Machine) Review, su undertheradarmag.com, November 13, 2017.
- ^ Graham, Taylor Swift's reputation is a microcosm of America's explosive political landscape, su The Line of Best Fit, November 10, 2017. URL consultato il May 28, 2022.
- ^ Chatterjee, Review: Taylor Swift Takes A New Direction With Reputation – But Is It The Right One?, su The Music, November 11, 2017. URL consultato il May 28, 2022.
- ^ K., Taylor Swift: Reputation, su Sputnikmusic, November 10, 2017. URL consultato il June 17, 2022.
- ^ Roundtable: A Review of Taylor Swift's Reputation, su Atwood Magazine, November 17, 2017. URL consultato il May 28, 2022.