Elisabetta Mayo
Elisabetta Mayo (Napoli, 18 settembre 1896 – 24 novembre 1972) è stata una scultrice e scrittrice italiana attiva principalmente a Roma durante il periodo tra le due guerre mondiali. Nota per la sua intensa espressività plastica e per le sue opere monumentali, fu anche figura di rilievo nel panorama artistico romano del ventennio fascista.[1].
Biografia
modificaNata a Napoli da genitori vastesi (il padre Equizio era ingegnere capo al Genio Civile), Elisabetta mostrò precocemente inclinazione per la scultura. Il primo contatto con l’arte avvenne in giovane età a Vasto, dove realizzò il ritratto in creta dello zio filosofo Adolfo Mayo, opera che destò grande meraviglia e diede inizio alla sua carriera artistica.[1]
Nel 1920 si trasferì a Roma per perfezionarsi nell’arte della scultura, diventando allieva e amica del celebre scultore napoletano Vincenzo Gemito, che nutriva per lei grande stima. A Roma incontrò il pittore Carlo D’Aloisio da Vasto, che sposò nel 1927.[1]
Attività artistica
modificaElisabetta Mayo partecipò con successo a numerose mostre nazionali. [1]
Nel 1921 espose alla I Biennale Romana le opere "Marchesina" e "Il Vincitore al Traguardo".[1]
Due anni dopo, alla II Biennale Romana, presentò "Giovinetta balzante", scultura donata alla città di Littoria (oggi Latina) e tuttora visibile nei giardini comunali.
Nel 1929 prese parte alla I Mostra del Sindacato Fascista Laziale Belle Arti con le opere "Cristo" e "Adolescente". La potente espressività del volto del "Cristo" colpì profondamente Benito Mussolini, che desiderò incontrare personalmente l’artista.[1]
Tra le sue opere più significative si annovera la statua monumentale "La Marcia su Roma" (1923), alta circa tre metri, realizzata in bronzo e collocata a Roma in Piazza di Siena. Quest’opera, di ispirazione berniniana, fu celebrata come una delle prime espressioni artistiche del regime fascista.[1]
Nel 1932 la Galleria d’Arte Moderna di Milano acquisì il suo ritratto in bronzo del maestro Vincenzo Gemito, lodato dallo stesso Gemito per la fedeltà dell’esecuzione.[1]
Altre opere note includono busti di personaggi illustri come Luigi Sturzo, Dina Galli, il filosofo Adelfo Mayo e la Baronessa Vittoria Danzetta, nonché sculture come "Maschera di Adamo" in bronzo e "Dafne" (1923), che rappresenta la ninfa della mitologia greca ed è stata donata alla città di Latina.[2]
Collaborazioni e riconoscimenti
modificaElisabetta Mayo e il marito Carlo D’Aloisio da Vasto vissero e lavorarono nel loro studio romano di viale Giulio Cesare, dove collaborarono con artisti come Roberto Melli e Trifoglio alla pubblicazione di riviste d’arte quali Il Vero Giotto e L'Almanacco degli Artisti (1930-1933).[2]
La sua versatilità tecnica e la forza espressiva delle sue opere furono lodate dalla critica dell’epoca; Roberto Melli la definì “un caso d’eccezione” per il suo senso plastico originale, l’audacia stilistica e la ricchezza emotiva.[1]
Nel marzo 1929, in una mostra a Roma inaugurata da S.E. Bottai, le opere di Mayo e D’Aloisio furono ammirate anche da Re Vittorio Emanuele III, che acquistò diverse opere.[1]
Attività letteraria
modificaOltre alla scultura, Elisabetta Mayo si dedicò alla scrittura, pubblicando prose poetiche, novelle, racconti e commedie su giornali e riviste nazionali e internazionali, tra cui "L’Avvenire", "Il Corriere d’America" e "Novelle novecentesche". Tra le sue opere letterarie si ricordano i titoli "Il mio viaggio fra gli Uomini", "Il giardino della Vergine" e la novella "La nascita di Caino: primo viaggio fuori tempo".[3]
Morte e eredità
modificaElisabetta Mayo morì il 24 novembre 1972.[1] Figura di grande rilievo del panorama artistico italiano del primo Novecento, la sua opera merita oggi una più approfondita valorizzazione sia in ambito artistico che letterario, riconoscendola come una delle principali esponenti del movimento artistico romano durante il ventennio fascista.
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k Nicola D'adamo, NoiVastesi: Quaranta anni fa moriva Elisabetta Mayo, figura di rilievo del '900 italiano, su NoiVastesi, sabato 24 novembre 2012. URL consultato il 22 settembre 2025.
- ^ a b Elisabetta Mayo D’Aloisio, su Egidi MadeinItaly. URL consultato il 22 settembre 2025.
- ^ Mayo Elisabetta, su Recta Galleria d'arte - Roma. URL consultato il 22 settembre 2025.