Jason Becker
Jason Eli Becker (Richmond, 22 luglio 1969) è un chitarrista e musicista statunitense.
Jason Becker | |
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Nazionalità | ![]() |
Genere | Heavy metal Neoclassical metal Pop metal Hard rock |
Periodo di attività musicale | 1986 – in attività |
Gruppi | Cacophony David Lee Roth |
Sito ufficiale | |
Nella sua breve ma intensa carriera da chitarrista raggiunse una grande popolarità nell'ambito della musica virtuosa, ma la sua ascesa venne bloccata dal suo stato di salute degenerante a causa della sclerosi laterale amiotrofica, che lo costrinse infine alla paralisi, diagnosticatagli nel 1989.
Pur non essendo più in grado di suonare, Becker compone tuttora musica con l'aiuto del computer e con il sostegno di altri musicisti.[1]
Biografia
modificaGià a 16 anni godeva di ottima fama come chitarrista tecnico-virtuoso, come componente dei Cacophony insieme a Marty Friedman, anch'egli chitarrista. Becker ha prodotto 2 album insieme ai Cacophony: Speed Metal Symphony (1987) e Go Off! (1988); e due da solista: Perpetual Burn (1988) e Perspective (1996) nel quale suona con la chitarra la sua ultima canzone Primal. A 20 anni fu chiamato a fare parte della band di David Lee Roth per prendere il posto di Steve Vai.
Nel 1990, durante delle prove, mentre si stava preparando per il tour, cominciò a sperimentare una sensazione di debolezza agli arti, che lo portò a decidere di svolgere accertamenti medici. La diagnosi fu devastante, in quanto fu scoperto essere affetto dalla sindrome di Lou Gehrig[2], nota anche come SLA, ovvero la sclerosi laterale amiotrofica, una malattia che colpisce il sistema motorio impedendone completamente il funzionamento; secondo i medici avrebbe avuto ancora dai 3 ai 5 anni di vita, e per questo fu costretto a lasciare il tour. L'album al quale Jason Becker ha contribuito, A Little Ain't Enough (1991)[3], vinse il disco d'oro e fu molto frustrante per Jason non poter suonare dal vivo le sue canzoni. In veste di produttore ha collaborato a The Raspberry Jams (1999) e The Blackberry Jams (2003), il primo conteneva varie tracce demo inedite e il secondo tracce demo che successivamente erano state rielaborate e pubblicate in altri album. Nel 2001 per intercessione di Eddie Van Halen pubblica nuovamente Perspective, ma questa volta con la major Warner Bros. Records[4].
Nonostante la malattia gli abbia impedito di suonare la chitarra, di camminare e anche di parlare, la sua mente è sempre rimasta completamente lucida, al punto che continua tuttora a comporre musica e produce album con l'aiuto di altri musicisti. Dati i suoi deficit, il padre ha elaborato un metodo che grazie a specifici movimenti degli occhi gli permette di comunicare. Sempre grazie al movimento degli occhi e ad un programma ideato dall'amico produttore Mike Bemesderfer può ancora oggi creare musica elaborando nota per nota una nuova creazione.
Le sue condizioni mediche sono stabili dal 1997; un caso similare al suo è quello del famoso fisico teorico e cosmologo inglese Stephen Hawking (1942-2016), affetto dagli anni '60 da una malattia ai motoneuroni a progressione insolitamente lenta, che, pur avendolo reso incapace di muoversi e di parlare, non ha influenzato assolutamente le sue facoltà mentali, portandolo a risultati e ricerche di grandissima rilevanza nei suoi campi di studio, e lo ha portato alla morte solo dopo più di 50 anni dalla diagnosi.
Nel 2010 viene annunciato sul suo sito che il 22 novembre dello stesso anno prenderanno il via le riprese di Perpetual Burn: The Story of Jason Becker[5][6], un lungometraggio sulla vita del musicista ripercorsa attraverso interviste con Jason, la sua famiglia e amici, e con molti musicisti d'eccezione che hanno potuto lavorare con Jason nel corso degli anni. Il film conterrà anche dei video e immagini (dei metraggi) esclusive dei concerti di Jason Becker, a iniziare da Cacophony passando per il suo lavoro da solista, così come tantissime immagini e canzoni inedite degli archivi di Jason.
Nel 2018, grazie alla collaborazione di innumerevoli artisti, tra i quali Joe Satriani, Marty Friedman, Steve Vai, Neal Schon, Joe Bonamassa e molti altri, esce il nuovo disco Triumphant Heart[7]. Il 6 aprile 2021 la madre annuncia che le condizioni fisiche di Jason sono peggiorate a causa di un'infezione batterica. Il 12 aprile viene dimesso dell'ospedale dopo essere guarito.
Lo stile
modificaCome molti chitarristi neoclassici, Becker si ispirò al lavoro del prodigioso violinista Niccolò Paganini[2]: l'interpretazione del chitarrista del Capriccio Op.1 #5 è, se possibile, la più eloquente dimostrazione della sua maestria.
Molto famosa è anche la sua cover di Black Star di Yngwie Malmsteen: un video che circola su internet lo ritrae mentre la suona ad una rappresentazione scolastica, con il preside che si arrabbia per il volume troppo alto.
Quando suonava, Becker era noto per la sua velocità di esecuzione; diversamente da altri chitarristi neoclassici, però, preferiva la melodia in completo assolo per poter mostrare le sue abilità, avvicinandosi così ad un altro dei suoi principali ispiratori, Uli Jon Roth.
Musicalmente è cresciuto con Marty Friedman: insieme produssero molte canzoni e da lui fu molto influenzato mentre raggiungeva le più elevate vette della tecnica chitarristica; le loro linee melodiche rimangono tuttora un marchio inconfondibile e un esempio da studiare per una moltitudine di chitarristi.
Discografia
modificaCacophony
modifica- 1987 – Speed Metal Symphony
- 1988 – Go Off!
Solista
modifica- 1988 – Perpetual Burn
- 1996 – Perspective
- 1999 – The Raspberry Jams
- 2003 – The Blackberry Jams
- 2008 – Collection
- 2018 – Triumphant Hearts
David Lee Roth
modifica- 1991 – A Little Ain't Enough
- 2001 – The Best of David Lee Roth
Partecipazioni
modifica- 1988 – Dragon's Kiss (con Marty Friedman)
- 1989 – Richie Kotzen (con Richie Kotzen)
- 1989 – High Gear (con Howe II)
Tributi
modificaVideografia
modificaNote
modifica- ^ (EN) William Ruhlmann, Jason Becker, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 7 ottobre 2014.
- ^ a b Jason's Bio, su jasonbeckerguitar.com. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2013).
- ^ AMG - A Little Ain't Enough
- ^ AMG - Perspective
- ^ Jason Becker Movie, su jasonbeckermovie.com. URL consultato il 23 aprile 2021 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2020).
- ^ Jason Becker Official Website
- ^ (EN) Chuck Marshall, REVIEW: JASON BECKER – “Triumphant Hearts”, su metalwani.com, Metal Wani. URL consultato il 24 maggio 2022 (archiviato il 14 giugno 2021).
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jason Becker
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su jasonbecker.com.
- (EN) Jason Becker, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Jason Becker, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Jason Becker, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Jason Becker, su SecondHandSongs.
- (EN) Jason Becker (artista), su Encyclopaedia Metallum.
- (EN) Jason Becker (gruppo), su Encyclopaedia Metallum.
- Homepage di Jason Becker, su jasonbecker.com. URL consultato il 19 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2006).
- Nuova Homepage di Jason Becker, su jasonbeckerguitar.com.
- Alcuni Clip di Jason Becker, su artistdirect.com. URL consultato il 16 agosto 2005 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2005).
- https://www.sonicperspectives.com/album-reviews/jason-becker-triumphant-hearts/
- Jason beker su metalforce.it [collegamento interrotto], su metalforce.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 84211514 · ISNI (EN) 0000 0000 7841 1724 · Europeana agent/base/67207 · LCCN (EN) n95061144 · BNF (FR) cb14044048h (data) |
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