Colonscopia

esame endoscopico dell'intestino crasso e della parte distale dell'intestino tenue
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La colonscopia o coloscopia[1] è un esame diagnostico volto a esplorare le pareti interne del colon, per scoprire eventuali lesioni, ulcerazioni, occlusioni, masse tumorali. È un importante strumento di prevenzione, che permette di individuare e, se necessario, rimuovere all'istante, dei tumori anche molto piccoli e in fase iniziale, impedendone lo sviluppo e la degenerazione. La colonscopia è consigliata come corretta attività di screening per tutti i soggetti a rischio: ad esempio per coloro che hanno familiarità con i tumori del colon; o comunque dopo i 50 anni, quando dall'esame delle feci si rileva la presenza di sangue, anche in tracce minime.

Colonscopia
Procedura diagnostica, interventistica
Un paziente sottoposto a una colonscopia
TipoGastroenterologica
ICD-9-CM45.23
MeSHD003113
MedlinePlus003886
eMedicine1819350

Dopo che Curtiss[2] riuscì nel 1956 a rivestire fibre di vetro lunghe e sottili – al fine di ridurre le perdite di informazioni e di luce durante la trasmissione delle immagini – e a raggrupparle in parallelo, furono gettate le basi per l'endoscopia a fibre flessibili. Tuttavia, con il rapporto di von Hitschowiz sul primo gastroscopio a fibre funzionante[3] del 1957, ci vollero altri 10 anni prima che i limiti della rettoscopia rigida potessero essere regolarmente superati con un fibroscopio pratico. I requisiti tecnici per la costruzione di un fibroendoscopio per gli esami del colon erano estesi. Un fascio di fibre ottiche per la trasmissione delle immagini, un fascio di fibre ottiche per la trasmissione della luce, un sistema di controllo che includeva fili per piegare la punta dello strumento e un canale di insufflazione dell'aria e biopsia dovevano essere alloggiati in un'asta corrispondentemente lunga, flessibile e non troppo spessa. Il lavoro pionieristico tecnico fu svolto dalle aziende ACMI, Eder Instrument Co., Machida, Olympus e Sass Wolf. Furono supportati in questo sforzo da – per citarne solo alcuni – Overholt (USA), Deyhle, Ottenjann (Germania) e Matsunaga, Niwa, Watanabe e Yamagata (Giappone).

Negli anni '60 furono costruiti numerosi prototipi, che furono continuamente migliorati (materiali, fibre ottiche, tecnologia di controllo, elasticità, ecc.). Il primo sigmoidoscopio a fibra ottica pratico con una punta che poteva essere piegata in due direzioni e una lunghezza dell'asta di 50 cm fu presentato da Overholt[4] nel 1967. Niwa,[5], Matsunaga[6] and Yamagata.[7] Matsunaga e Yamagata riferirono nel 1969 di strumenti lunghi fino a 120 cm, e Deyhle di uno strumento con una punta che poteva essere piegata in tutte le direzioni.[8]

Nel 1970, Deyhle[9], Nagasakoo[10] e Watanabe[11] riportarono risultati positivi in ​​esami che si estendevano fino al cieco utilizzando strumenti di Machida e Olympus. Watanabe raggiunse il cieco in 8 casi su 25, e Deyhle in 22 su 28 casi, descrivendo la tecnica di inserimento e la documentò su pellicola. Il primo articolo al mondo su una serie di colonscopie che descriveva la preparazione all'esame e la tecnica di inserimento del colonscopio fu pubblicato da Deyhle nel 1971.[12] Più tardi, nello stesso anno, apparve il primo articolo di Wolff e Shinya.[13] All'inizio degli anni '70, la colonscopia fu introdotta in numerosi centri di endoscopia e studi specialistici.

L'invenzione e il mercato della colonscopia CCD furono guidati da Fujifilm, Olympus e Hoya in Giappone. Nel 1982, Lawrence Kaplan dell'Aspen Medical Group di St. Paul, Minnesota, riferì di una serie di 100 colonscopie ed endoscopie superiori consecutive eseguite in una clinica indipendente situata a chilometri di distanza dall'ospedale più vicino, per dimostrare la sicurezza e il rapporto costo-efficacia di queste procedure ambulatoriali. (Comunicazione personale alla Joint Commission on Outpatient Care, maggio 1983)

Preparazione

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Panoramica schematica della procedura di colonscopia

Una corretta preparazione del paziente alla colonscopia ha lo scopo di svuotare completamente il colon, in modo da lasciarne le pareti lisce e prive di escrementi, così da permettere una corretta visione dell'interno; a questo scopo:

  • nei quattro giorni precedenti l'esame non bisogna mangiare frutta, verdura, crusca;
  • il giorno prima dell'esame ci si deve limitare a un pranzo leggero, per poi sospendere completamente ogni dieta solida;
  • nel corso del giorno precedente l'esame bisogna bere molta acqua, ingerire dosi notevoli di lassativo ed effettuare un clistere di pulizia finale.

Il colon deve essere privo di materia solida affinché il test possa essere eseguito correttamente. Per uno o tre giorni il paziente è tenuto a seguire una dieta a bassa fibra o limpida-liquida. Esempi di fluidi chiari sono succo di mela, brodo di pollo o di manzo o bouillon, limone-lime soda, limonata, bevanda sportiva e acqua. È molto importante che il paziente rimanga idratato. Le bevande per lo sport contengono elettroliti che sono esauriti durante lo spurgo dell'intestino. Le bevande contenenti fibre come prugna e succo d'arancia non devono essere consumate, né i liquidi contenenti coloranti rosso, viola, arancione o talvolta marrone; tuttavia, la cola è consentita. Nella maggior parte dei casi, sono consentiti o caffè senza latte.[14]

Il giorno prima della colonscopia al paziente viene data una preparazione lassativa (come bisacodilico, fosfoside, sodio picosolfato o fosfato di sodio e / o magnesio citrato) e grandi quantità di fluido viene assunta utilizzando una soluzione di polietilenglicole ed elettroliti. La procedura può comportare sia un lassativo in forma di pillola sia un preparato per l'irrigazione intestinale con la polvere di glicole polietilenico sciolta in qualsiasi liquido trasparente, come una bevanda sportiva che contiene elettroliti.

 
Un contenitore di PEG (glicole polietilenico) con l'elettrolita usato per pulire l'intestino prima di alcune procedure d'esame come una colonscopia

L'obiettivo della preparazione è quello di eliminare dal colon le sostanze solide; al paziente può essere consigliato di trascorrere la giornata a casa con un accesso immediato ai servizi igienici.

Si può chiedere al paziente di non assumere aspirina o prodotti simili come salicilato, ibuprofene, ecc. fino a dieci giorni prima della procedura per evitare il rischio di sanguinamento se si esegue una polipectomia durante la procedura. Un esame del sangue può essere eseguito prima della procedura.[15][16]

Alcuni ospedali e cliniche hanno iniziato a utilizzare una tecnica utilizzata nell'idroterapia del colon come alternativa ai metodi di preparazione standard sopra descritti. In questo caso, viene utilizzata un'attrezzatura speciale per irrigare delicatamente il colon del paziente con acqua calda, appena prima della procedura di colonscopia, al fine di rimuovere qualsiasi solido eventualmente presente all'interno dell'intestino. Questo allevia il paziente dal dover ingerire grandi quantità di liquidi, o rischiare nausea, vomito o irritazione anale. Il tempo richiesto per la preparazione complessiva è significativamente ridotto, il che spesso facilita la programmazione più semplice della procedura.[17]

Il lavaggio a cui è sottoposto il colon prima di effettuare una colonscopia è causa poco nota di alterazione della flora intestinale (disbiosi), come dimostrato anche da uno studio italiano che ha evidenziato come il lavaggio preparatorio alteri la flora intestinale determinando un aumento di enterobatteri cattivi e, parallelamente, una consistente riduzione di lattobacilli buoni, soprattutto L. delbrueckii. In tale studio si evidenzia, inoltre, che lo squilibrio permane anche a un mese dalla colonscopia e che questa alterazione favorisce l’insorgere di ceppi dannosi e resistenti, come i Proteobatteri, le Enterobacteriacee e le Streptococcacee che sono responsabili di sindromi diarroiche antibiotico-resistenti.[18] Nel 2018 uno studio americano ha inoltre evidenziato un alto tasso di infezioni non solo a carico del sistema gastro-intestinale ma anche a livello polmonare nei giorni successivi fino a un mese dalla procedura endoscopica[19] Per contrastare il determinarsi della disbiosi è necessario ripristinare il livello dei lattobacilli, attraverso l’assunzione di probiotici microincapsulati in grado di ricolonizzare il colon con i lattobacilli deficitari, inibire la crescita dei ceppi cattivi e attivare o potenziare il sistema immunitario dell'ospite.[20]

Esame strumentale

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Momento di asportazione di un piccolo polipo durante una colonscopia. In basso la pinza in direzione del polipo.

L'esame viene effettuato attraverso l'introduzione per via anale di una sonda, detta colonscopio, che ha un diametro da circa 11 mm a 13 mm. La sonda, munita di microcamera, mostra in tempo reale l'interno del colon. Per facilitare la penetrazione della sonda, il colon stesso viene dilatato insufflando aria all'interno, procedimento che può risultare in alcuni casi fastidioso e anche doloroso. A seconda del tratto esplorato, possiamo distinguere:

  • Rettoscopia (soltanto il retto è interessato dall'esame).
  • Rettosigmoidoscopia (si esamina anche il sigma, il tratto subito a monte del retto, che non di rado si presenta assai convoluto e può essere assai difficile da esplorare. In tal caso particolari manovre sono messe in atto per tentare di "svolgere" il tratto convoluto e raddrizzarlo in modo da facilitare la progressione dello strumento. Frequentemente il passaggio del sigma è il momento più delicato e potenzialmente fastidioso dell'intero esame).
  • Colonscopia sinistra (si risale fino alla flessura colica sinistra, percorrendo anche il colon discendente).
  • Pancolonscopia (tutto il colon è interessato dall'esame).
  • Pancolon-ileoscopia (si tenta, qualora le condizioni lo permettano, di forzare la valvola ileocecale per esplorare l'ileo distale, solitamente per circa 20 cm. Questo esame è molto utile quando, per esempio, si vuole verificare l'interessamento dell'ileo in un processo flogistico come la malattia di Crohn).

Qualora venissero masse tumorali esse potranno essere direttamente rimosse, dopodiché si procederà alla sezione istologica e all'esame anatomopatologico.

Metodi alternativi per l'esame del colon

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  • Mediante raggi X (esame detto Rx clisma opaco). Si usa quando è controindicata o impossibile la colonscopia, ma dà risultati meno precisi.
  • Colongrafia TAC. È una nuova metodica che per ora dà risultati inferiori alla classica colonscopia. La TAC multistrato a 64 detettori è un'endoscopia virtuale[21] che compie delle rilevazioni alla elevatissima frequenza di 160 strati submillimetrici al secondo, e tramite un particolare software permette di ottenere immagini 3D di alta qualità. Richiede la stessa preparazione della colonscopia tradizionale per la pulizia dell'intestino, non è invasiva, non richiede sedazione e permette un'endoscopia anche delle parti in movimento. È tuttavia meno sensibile nel rilevare lesioni inferiori ai 10 mm o lesioni piatte; espone inoltre il paziente a una dose di radiazioni circa quattro volte più alta rispetto a una mammografia e può comunque richiedere l'esecuzione successiva di una colonscopia tradizionale.[22]
  • La videocapsula è un esame del tutto differente dalla colonscopia virtuale sia per strumentazione utilizzata sia per le indicazioni sui casi in cui viene utilizzata. Si tratta di una capsula che viene ingerita dal paziente, trasportata dai movimenti dell'intestino durante il suo transito e quindi espulsa con le feci. Viene impiegata non per lo studio del colon, ma per esaminare l'intestino tenue nei casi di anemia non spiegata per escludere sanguinamenti occulti a tale livello o nei casi di sospetta malattia infiammatoria intestinale a carico del piccolo intestino. Non richiede esposizione a radiazioni.
  • La colonscopia robotica rappresenta un'alternativa che combina i vantaggi della colonscopia tradizionale (accuratezza diagnostica, possibilità di intervento) sia a una minore invasività, sia alla riduzione o alla completa eliminazione dei rischi di infezione e di perforazione. Il colonscopio è inserito manualmente nel paziente sino al retto e in seguito la navigazione sino al cieco è autonoma e controllata per mezzo di dispositivi esterni, che non richiedono esposizione a radiazioni. L'avanzamento autonomo della sonda esclude manovre dell'operatore per agevolare la progressione del colonscopio e minimizza la necessità di insufflare aria, pertanto non si rende necessario il ricorso alla sedazione del paziente.

Ricerca

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Nel 2025 l'Università di Ginevra ha messo a punto un metodo di analisi delle masse fecali che in grado di diagnosticare il tumore colon rettale nel 90% dei casi, avvicinandosi alla precisione i problemi legati a questa tipologia di esame.

Il risultato è stato ottenuto combinando dati clinici dei pazienti affetti da tumore colonrettale con la prima mappatura completa delle sottospecie del microbiota intestinale umano, con l'aiuto dell'intelligenza artificiale.[23][24]

Screening del cancro colorettale

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La colonscopia è uno dei test di screening per il cancro del colon-retto.[25][26] Altri test di screening includono la rettoromanoscopia flessibile, il clistere di bario a doppio contrasto, la colonscopia tomografica computerizzata (TC) (colonscopia virtuale), il test del sangue occulto fecale basato sul guaiaco (gFOBT), il test immunochimico fecale (FIT) e lo screening del DNA fecale multitasking (Cologuard).

Gli screening successivi vengono poi programmati in base ai risultati iniziali riscontrati; le colonscopie con risultati normali richiedono solitamente cinque o dieci anni per essere ripetute.[27][28]

Le persone con una storia familiare di cancro del colon-retto sono spesso sottoposte al primo screening in età adolescenziale. Tra le persone la cui colonscopia iniziale non mostra polipi, il rischio di sviluppare un cancro del colon-retto entro cinque anni è estremamente basso. Di conseguenza, queste persone non hanno bisogno di sottoporsi a una colonscopia ripetuta prima di cinque anni dal primo screening.[29][30] Poiché nelle persone a rischio medio di sviluppare il cancro del colon-retto, i polipi spesso impiegano 10-15 anni per trasformarsi in cancro, le linee guida raccomandano una colonscopia di screening di routine 10 anni prima della colonscopia successiva (questo intervallo non si applica alle persone ad alto rischio di sviluppare il cancro del colon-retto o a quelle con sintomi della malattia).

Possibili complicazioni

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  • La colonscopia non garantisce la visualizzazione di tutti i tumori
  • Possono verificarsi emorragie in seguito alla rimozione di masse tumorali
  • L'esame può provocare la perforazione del colon
  • Possono insorgere problemi cardiovascolari (particolarmente in seguito all'uso di sedativi)
  • Seppur molto raro, con tale esame c'è il rischio di decesso, con una statistica pari al 0,02% (2 casi ogni 10.000 esami effettuati) e un tasso di complicanze variabile tra lo 0,3 e 1,7%.[31]
  1. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "coloscopia", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  2. ^ Curtiss, L.E., Hirschowitz, B.I., Peters, C.W., A long fiberscope for internal medical examinations, in J. Am. Opt. Soc., vol. 46, 1956, p. 1030.
  3. ^ Hirschowitz, B.I., Curtiss, L.E., Peters, C.W., Polland, H.M., Demonstration of a new gastroscope, the “fiberscope”, in Ann. Meeting Am. Gastroscop. Soc., May 16., 1957.
  4. ^ Overholt, B.F., Pollard, H.M., Cancer of the colon and rectum, current procedures for the detection and diagnosis, in Cancer, vol. 20, 1967, pp. 445-450.
  5. ^ Niwa, H., Utsumi, Y., Kaneko, E., et al., Clinical application of colonofiberscope (Japanese), in Gastroenterol. Endosc., vol. 11, 1969, pp. 163-173.
  6. ^ Matsunage, F., Mashima, A., Uchino, C, et al., New large fiberscope (second report) (Japanese), in Gastroenterol. Endosc., vol. 11, 1969, p. 219.
  7. ^ Yamagata, K., Miyura, K., Watanabe, A., Clinical applications of the large fiberscope Type VII (Japanese), in Gastroenterol. Endosc., vol. 11, 1969, p. 219.
  8. ^ Deyhle, P., Ottenjann, R., Paul, F., Die proximale peranale coloskopie, in 73. Tagung der Nordwestdeutschen Gesellschaft für Innere Medizin, 1969, p. 32.
  9. ^ Deyhle, P., Fibercolonoscopy, in EEOC Congress, 1970, pp. cited in Classen, M.: Progress Report. Fiberendoscopy of the Intestines. Gut 12, 330-338, April 1971.
  10. ^ Nagasako, K., Takemoto, T., Kondo, T., The insertion of fibercolonoscop into the caecum and direct observation of the ileocaecal valve, in Endoscopy, vol. 2, 1970, pp. 121-126.
  11. ^ Watanabe, H., Narasaka, T., Uezu, J., et al., An improved fibercolonoscope and its application to colonic diseases, in 2nd World Congress of Ganstroint. Endoscopy, cited in Classen, M.: Progress Report. Fiberendoscopy of the Intestines. Gut 12, 330-338, April 1971, 1970.
  12. ^ Deyhle, P., Demling, L., Coloscopy – Technique, results, indication, in Endoscopy, vol. 3, 1971, pp. 142-151.
  13. ^ Wolff, W., Shinya, H., Colonofiberoscopy, in Jama, vol. 217, 1971, pp. 1509-1512.
  14. ^ Waye, Jerome D., Rex, Douglas K. e Williams, Christopher Beverley, Colonoscopy: principles and practice, Wiley-Blackwell, 2003, pp. 210-211, ISBN 978-1-4051-1449-3.
  15. ^ Decker Joe, Preparazione: Diet (Blog), in Colonoscopy Blog, Blogger.com, 15 novembre 2006. URL consultato il 12 giugno 2007.
  16. ^ Colyte / Trilyte Colonscopia Preparazione (PDF), su pamf.org, Palo Alto Medical Foundation, giugno 2006. URL consultato il 12 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2007).
  17. ^ Idroterapia del colon: New Method of Colonoscopy Prep Archiviato il 13 maggio 2019 in Internet Archive. , Healthy Beginnings Magazine, 11 settembre 2011
  18. ^ L. Drago, M. Marco Toscano, R. De Grandi, V. Casini e F. Pace, ersisting changes of intestinal microbiota after bowel lavage and colonoscopy, in Eur J of gastr & Hepatology, n. 2016.
  19. ^ (EN) Peiqi Wang, Tim Xu, Saowanee Ngamruengphong, Martin A Makary, Anthony Kalloo e Susan Hutfless, Rates of infection after colonoscopy and osophagogastroduodenoscopy in ambulatory surgery centres in the USA (abstract), in Gut, vol. 67, n. 9, settembre 2018, pp. 1626-1636, DOI:10.1136/gutjnl-2017-315308, PMID 29777042. URL consultato il 15 agosto 2020.
  20. ^ E.B. Canche-Pool et al., Probiotics and autoimmunity: an evolutionary perspective, in Med Hypotheses, n. 70, 2008.
  21. ^ Tommaso G. Lubrano, Al centro universitario di Torino «Chirurgia gentile» per il cancro al colon La sopravvivenza determinata dalla prevenzione primaria (PDF), in Tuttoscienze, supplemento di La Stampa, 24 gennaio 2001. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2014).
  22. ^ (EN) D.J. Brenner e M.A. Georgsson, Mass screening with CT colonography: should the radiation exposure be of concern? (abstract), in Gastroenterology, vol. 1, n. 129, luglio 2005, pp. 328-337, PMID 16012958. URL consultato il 17 maggio 2011.
  23. ^ (EN) Matija Tričković, Silas Kieser e Evgeny M. Zdobnov, Subspecies of the human gut microbiota carry implicit information for in-depth microbiome research, in Cell Host & Microbe, vol. 33, n. 8, 13 agosto 2025, pp. 1446–1458.e4, DOI:10.1016/j.chom.2025.07.015. URL consultato il 3 ottobre 2025.
  24. ^ Addio colonscopia? C'è un nuovo test che può individuare il 90% dei tumori colorettali, su La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 3 ottobre 2025.
  25. ^ Colorectal Cancer Screening Tests, su www.cdc.gov. URL consultato il 22 agosto 2023.
  26. ^ Colonoscopy & The Microbiome, su www.omni-biotic.com. URL consultato il 22 agosto 2023.
  27. ^ Quality in the technical performance of colonoscopy and the continuous quality improvement process for colonoscopy: recommendations of the U.S. Multi-Society Task Force on Colorectal Cancer, su pubmed.ncbi.n. URL consultato il 22 agosto 2023.
  28. ^ Colorectal Cancer Screening: Recommendations for Physicians and Patients from the U.S. Multi-Society Task Force on Colorectal Cancer, su journals.lww.com. URL consultato il 22 agosto 2023.
  29. ^ Five-Year Risk of Colorectal Neoplasia after Negative Screening Colonoscopy, su www.nejm.org. URL consultato il 22 agosto 2023.
  30. ^ No Need to Repeat Colonoscopy Until 5 Years After First Screening, su www.newswise.com. URL consultato il 22 agosto 2023.
  31. ^ Colonscopia (PDF), su studiomedicodestefanis.it.

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