Onorio Razzolini

funzionario pubblico italiano (1699–1769)

Onorio Razzolini (Asolo, 1699Asolo, 1769) è stato un funzionario italiano.

Emigrato nel Maryland prima del 1732, fu al servizio del governatore Charles Calvert, V barone di Baltimore e tutore del figlio illegittimo Benedict Swingate Calvert. Ricoprì l'incarico di Armourer and Keeper of the Stores of Maryland, assimilabile a un ruolo di ministro tecnico.

Biografia

Nato nella Repubblica di Venezia, emigrò nel Maryland prima del 1732, dove entrò al servizio di Charles Calvert, V barone di Baltimore, governatore proprietario della colonia. Fu tutore del figlio illegittimo del governatore, Benedict Swingate Calvert, e successivamente nominato Armourer and Keeper of the Stores of Maryland, incarico che prevedeva la gestione degli armamenti e delle scorte militari della colonia.[1]

La sua posizione, assimilabile a un ruolo ministeriale tecnico, lo rese una figura ufficiale nel governo coloniale, e per questo è considerato il primo italoamericano ad aver ricoperto una carica pubblica nel continente nordamericano. Dopo una lunga carriera al servizio dell’amministrazione coloniale, Razzolini fece ritorno in Italia, stabilendosi nuovamente ad Asolo, dove si sposò e visse fino alla morte.[2]

La sua figura è oggi ricordata come esempio precoce di presenza italiana nelle istituzioni americane, e viene talvolta citata in studi sull’emigrazione italiana e sulla storia degli italoamericani. La sua biografia è stata riscoperta nel contesto delle celebrazioni del Mese del patrimonio italoamericano negli Stati Uniti.[3]

Carriera coloniale

L’incarico di ''Armourer and Keeper of the Stores'' affidato a Onorio Razzolini si collocava in un momento cruciale per la colonia del Maryland, caratterizzato da tensioni geopolitiche tra le potenze europee e da una crescente militarizzazione delle colonie britanniche. In questo contesto, la figura del responsabile delle scorte militari assumeva un’importanza strategica, poiché garantiva la disponibilità e la manutenzione di armi, polveri da sparo, munizioni e materiali di supporto per le milizie locali.

Razzolini operava in stretta collaborazione con il Consiglio del Governatore e con altri ufficiali nominati dalla famiglia Calvert. La sua posizione, pur non essendo elettiva, comportava responsabilità amministrative e logistiche di rilievo, che lo ponevano in diretto contatto con le autorità civili e militari della colonia. Era anche direttore dei magazzini di Annapolis, capitale del Maryland, dove erano centralizzate molte delle risorse militari.[4]

La sua presenza è documentata in atti ufficiali e corrispondenze conservate negli archivi coloniali, dove il suo nome compare accanto a quello di altri funzionari britannici. Alcuni studiosi ipotizzano che Razzolini abbia svolto anche funzioni di interprete o mediatore culturale, data la sua origine europea e la sua familiarità con più lingue, in un contesto coloniale che vedeva la presenza di immigrati tedeschi, scozzesi, francesi e italiani.

Il suo ruolo è particolarmente significativo se si considera la scarsità di italiani presenti nelle colonie britanniche nel primo Settecento. A differenza delle colonie francesi e spagnole, dove missionari e funzionari italiani erano più comuni, il Maryland rappresentava un ambiente anglofono e protestante, poco permeabile alla presenza cattolica e latina. In questo senso, la carriera di Razzolini costituisce un’eccezione storica e un esempio precoce di integrazione istituzionale.[5]

Note

  1. ^ (EN) Villa Razzolini Loredan – Ristorante, su villarazzolini.it. URL consultato il 15 ottobre 2025.
  2. ^ Da Giuliani ai Cuomo i successi dei «paisà». URL consultato il 15 ottobre 2025.
  3. ^ www.bassano.eu, https://www.bassano.eu/TERRITORIO-asolo-Dintorni-Villa-Loredan-Razzolini.htm. URL consultato il 15 ottobre 2025.
  4. ^ www.geni.com, https://www.geni.com/people/Onorio-Loredan/6000000205981181860. URL consultato il 15 ottobre 2025.
  5. ^ (EN) Giovanni Schiavo, 24: Razzolini, Armourer of Maryland (1732–1747), in Center for Migration Studies special issues, vol. 2, n. 1, 1976, pp. 101–101, DOI:10.1111/j.2050-411X.1976.tb00374.x. URL consultato il 15 ottobre 2025.