Ville di Roma

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Versione del 13 mar 2008 alle 09:00 di Lalupa (discussione | contributi) (Pinciano: + Villa Malta)

Per Ville urbane di Roma si intendono qui le ville che sorsero a partire dal Rinascimento e prima del 1870 nel perimetro delle mura di Roma o nelle immediate adiacenze, proprietà di famiglie nobili o almeno molto ricche.

Alcune di esse esistono ancora, integre, altre sono state mutilate dei giardini, altre ancora completamente divorate dalla febbre edilizia che investì la città e la sua nobiltà quando Roma divenne la capitale d'Italia.

La rinascita delle ville urbane

Durante il Medioevo Roma si era gravemente spopolata, e sulle rovine antiche all'interno delle Mura Aureliane erano sorti insediamenti fortificati o chiese con annessi monasteri (generalmente fortificati anch'essi, come quello dei Santi Quattro), mentre la popolazione si era addensata tra la Suburra, il Campidoglio e la pianura del Campo Marzio, e pascoli, orti e vigne avevano preso il posto delle costruzioni antiche.

La città bassa era tuttavia notevolmente insalubre, soprattutto d'estate, per le frequenti piene del Tevere, per la decadenza del sistema fognario, perché era il punto di raccolta e risorgiva delle acque piovane che scendevano dai colli.
Rinacque così a partire dalla fine del Quattrocento, sia per motivi di prestigio che di qualità della vita (delle classi dominanti), l'uso già caro ai romani di costruirsi una residenza di campagna, lussuosa e raffinata quanto consentiva ed imponeva il rango della famiglia, a volte adattando precedenti edifici, altre volte costruendo ex novo in posizioni particolarmente felici.

Per la curiosa persistenza che caratterizza alcune tipologie edilizie a Roma (come le caserme al Castro Pretorio, o gli ospedali all'Isola Tiberina), molte di queste ville sorsero sui terreni (o addirittura sulle spoglie) di precedenti ville romane, come gli Horti Liciniani, o gli Horti Caesars a Trastevere.

Sui colli

Giardino di Montecavallo (Villa Colonna)

I giardini si trovano alle spalle di Palazzo Colonna, sede dell'omonima galleria. Sono collegati al palazzo da una serie di quattro arcate sopra a via della Pilotta. Ci sono i resti di un tempio di Serapide.

Pinciano

Villa Ludovisi

 
il convento di sant'Isidoro, al limite orientale di villa Ludovisi
 
Villa Ludovisi verso il 1880 (Ettore Roesler Franz)

La Villa Ludovisi fu voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XIV, che acquistò nel 1622 la Villa Orsini ampliandola con altre proprietà adiacenti. Ne risultò un parco di 30 ettari tra Porta Pinciana, Porta Salaria e il convento di Sant'Isidoro, i cui edifici furono progettati dal Domenichino, e i giardini dall'architetto di Versailles, André Le Nôtre.
Il parco era arredato, oltre che da statue e fontane, da numerosi frammenti romani preesistenti: proveniva da Villa Ludovisi (quando era ancora Villa Orsini) l'obelisco poi spostato al Laterano. Una delle attrattive della villa era la straordinaria raccolta di oltre 450 sculture antiche, che erano una delle passioni del cardinale, un centinaio delle quali, acquistate dallo Stato italiano nel 1910, sono ora a Palazzo Altemps.
Dopo la morte del cardinale la villa ebbe alterne vicende di cura e disamore da parte dei proprietari, finché, nella febbre edilizia che assalì Roma all'indomani dell'unità d'Italia, i principeschi eredi Boncompagni Ludovisi procedettero nel 1883 alla lottizzazione dell'intera proprietà, non risparmiandone né i giardini né i casini né il palazzo, sulla quale sorse l'attuale rione Ludovisi.
Degli edifici storici della villa (decantata tra gli altri da Goethe e Stendhal e di fronte alla cui distruzione levarono grandi proteste D'Annunzio e Rodolfo Lanciani) si salvò il solo Casino detto dell'Aurora dall'affresco del Guercino.

Altrove

 
la casina del cardinale Bessarione

Sorge sull'Appia Antica, prima della Porta San Sebastiano.
Attribuita al Bessarione dalla tradizione, anche se non ne presenta lo stemma, è una villa quattrocentesca di dimensioni modeste, ma di grande grazia, di quelle che venivano dette "casina" o "casino".
La residenza ufficiale del cardinale (titolare dei Santi Apostoli) era a Palazzo Colonna. Questa piccola residenza - distante una mezz'ora di passeggiata a piedi dalla basilica - è un esempio tipico di rifugio appena suburbano.
È composta da un solo piano rialzato con facciata e portico sul giardino, mentre gli ambienti di servizio sono allocati al di sotto. Nella costruzione furono utilizzati materiali di spoglio, assai abbondanti nella zona, come le colonne della loggia.

Altre ville

Note

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